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Walter Mantovani
matricola XXXXXX
_____________________________________________
PROGETTO DI RICERCA
tesi di laurea triennale
Walter Mantovani
Tel: +39.3208825novezeronove
Email: walt.mantovani <at> gmail.com
ABSTRACT
La cultura ed il computer.
Il rapporto tra l’uomo ed una tecnologia interattiva.
La tecnologia informatica come fenomeno e causa stessa di diffusione culturale.
La maggior parte degli studi umani sul settore della Information Technology è di
natura sociologica. Diversamente, si ipotizza una prospettiva antropologica pro-
ponendo una ricerca sul campo in una società africana anglofona, la quale stia
attuando un primo contatto con le tecnologie informatiche. Si delinea un approc-
cio etnografico, in particolare sotto forma di osservazione partecipante.
Alle persone e agli enti che prenderanno visione del presente scritto, il ricercato-
re si propone, nel ruolo di tecnico informatico e/o insegnante di materie informati-
ca con il duplice fine di mettere a disposizione la propria competenza ed entrare
in contatto con la realtà socio-culturale da osservare.
SOMMARIO
INTRODUZIONE .............................................................................. 4
Panorama socio-culturale ........................................................................... 4
Campo di studio .......................................................................................... 4
Oggetto di studio ......................................................................................... 5
IL RICERCATORE ........................................................................... 7
Background del ricercatore ......................................................................... 7
Esperienze formative e lavorative ............................................................... 8
PREPARAZIONE ALL’ATTIVITÀ DI RICERCA .............................. 9
Oggetto concreto di studio .......................................................................... 9
Analisi dei requisiti .................................................................................... 11
Tipo di ricerca ........................................................................................... 15
ACCESSO NELLA SOCIETÀ ........................................................ 16
Ruolo ........................................................................................................ 16
Contatti ..................................................................................................... 16
Temi di ricerca .......................................................................................... 17
APPENDICE................................................................................... 19
Allegato A: Dati statistici e considerazioni metodologiche ........................ 19
Fonti ......................................................................................................................................19
Considerazioni sui dati e sui metodi di analisi ........................................................................19
Tabelle tematiche ..................................................................................................................21
Allegato B: Mappa dei paesi africani selezionati....................................... 23
Allegato C: Relazione dell’attività svolta presso l’UPM ............................. 24
Premessa ..............................................................................................................................24
Introduzione ...........................................................................................................................24
Attività svolte .........................................................................................................................25
Allegato D: Curriculum Vitae ................................................................... 27
4 Walter Mantovani
INTRODUZIONE
Panorama socio-culturale
Campo di studio
In italiano, il termine informatica può indicare una vasta molteplicità di concetti riguar-
danti l’utilizzo delle tecnologie per l’elaborazione elettronica delle informazioni.
L’etimologia della parola vanta molte spiegazioni, alcune alquanto bizzarre, ma sul signifi-
cato credo che la seguente definizione possa essere accettata da tutti gli italiani: “L'infor-
matica è una scienza interdisciplinare che riguarda tutti gli aspetti del trattamento dell'in-
1
Un caso a parte potrebbe essere la nuova generazione di operai cinesi che i computer, li fabbrica anche. Un po' come
a Torino nel 1950: tutti quei primi nuovi operai, nei decenni successivi, avrebbero avuto una macchina (se non due!).
2
Importante è la questione dello smaltimento delle attrezzature informatiche.
Walter Mantovani 5
Oggetto di studio
Intendo osservare come il senso comune in una società “accoglie” le tecnologie infor-
matiche e a queste si adatta. Le credenze, la concettualizzazione del "immateriale", il rap-
porto con le istituzioni di una società, le forme di “procacciamento” dell’energia elettrica e
degli strumenti, … ed altro ancora: questi vogliono essere gli oggetti della mia osservazio-
ne. Anche l’arte ed i testi (nel senso semiotico), prodotti da una cultura che entra in contat-
to con l’informatica, saranno inevitabilmente influenzati da uno strumento perfettamente
applicabile alla produzione testuale ed artistica; pertanto sono un possibile oggetto di stu-
dio.
Una nuova tecnologia genera nuove esigenze. Per esempio la necessità di formazio-
ne specialistica per poterla utilizzare: come per accendere il fuoco o poter leggere e scri-
3
Da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Informatica ver. 17:17, 6 ott 2007)
4
Al contrario, dal lato concettuale vi è una dialettica molto accesa. Classico esplicativo è una frase di Edsger Dijkstra,
uno dei padri fondatori della Computer Science: “Computer science is no more about computers than astronomy is about
telescopes“ (L’informatica ha a che fare con i computer né più né meno come l'astronomia ha a che fare con i telescopi).
6 Walter Mantovani
vere, anche per maneggiare un computer è necessaria una competenza tecnica ben pre-
cisa. Ogni competenza tecnica richiede a sua volta strutture socio-culturali, se non vere e
proprie istituzioni, che ne permettano la trasmissione (a volte selettiva) all’interno della so-
cietà. È senza dubbio interessante studiare come queste “strutture di trasmissione delle
competenze informatiche” si costituiscono e si sviluppano.
Ritengo che la mia "esperienza etnocentrica" del processo d'informatizzazione sia or-
mai sufficientemente articolata, ma inevitabilmente essa è filtrata dalla mia prospettiva
come membro di una società già pesantemente informatizzata. In “occidente” il nostro
senso comune per l’informatica è stato plasmato dall'informatica stessa, man mano che
essa progrediva tecnologicamente, nell’arco di trent’anni.
Diversamente, i casi che intendo studiare differiscono dal nostro, per il fatto che la
tecnologia informatica giunge in queste società in maniera alquanto improvvisa ed oscura
per molti dei loro membri (in maniera certamente più oscura di quanto potrebbe esserlo ad
esempio per un europeo). A mio avviso in queste società non si prospetta un approccio
all'informatica graduale come quello che abbiamo avuto noi negli ultimi trent'anni. E’ que-
sta diversità di “approccio culturale” che stimola la mia attenzione.
La maggior parte degli studi umani su questo argomento si limita all'osservazione di
ciò che accade nelle "nostre" società. Settori di ricerca come la "antropologia delle società
complesse", la "sociologia delle reti telematiche" o la “sociologia/antropologia dello svilup-
po” hanno come oggetto di studio società prevalentemente urbane (e/o "occidentali"). In
molte metropoli di questi "paesi in via d’informatizzazione" vi sono già condizioni storico-
sociali più simili alle nostre, ma il divario rispetto alle zone periferiche e rurali è molto forte.
È dunque verso la “periferia” che intendo focalizzare l’attenzione.
Concludo qui, intravvedendo l’annosa questione sulla distinzione e definizione di cen-
tro e periferia che inevitabilmente sarà influenzata da questo fenomeno di diffusione cultu-
rale5.
NOTA
La mia proposta di ricerca non è da intendersi come una celebrazione delle tecnologie informatiche, né
tantomeno un contributo a ciò che molti amano definire "globalizzazione". Io prendo soltanto atto che vi è un
processo socio-cuturale in corso. Più precisamente un processo di diffusione tecnologica. Stabilire se un fe-
nomeno sia un male o un bene per i popoli che influenza, non è compito del ricercatore; potrà esser compito
di chi leggerà i risultati della ricerca.
5
Anche il binomio locale–globale si presta ad interessanti considerazioni.
Walter Mantovani 7
IL RICERCATORE
L’idea di questa ricerca nasce dal connubio tra le mie esperienze professionali ed i
miei interessi accademici nonché personali.
Ho vissuto quasi tutta la mia vita in un paese semi-rurale della Pianura Padana, con
circa 25 mila abitanti, a trenta chilometri da Torino.
Il mio primo approccio con un personal computer avvenne nell’estate del 1995, all’età
di 13 anni. Di lì a poco ho avuto la fortuna di incontrare il mio “guru”; egli mi ha fatto vede-
re l’universo dell’informatica sotto una luce nuova. Qualche anno dopo Internet è diventata
di pubblico dominio. Da allora ho vissuto a stretto contatto con i computer ed ho appreso
la materia in maniera autodidatta, con l’esperienza diretta sul lavoro e tramite l’interazione
con la comunità degli hobbisti. Professionalmente sono un sistemista con buona esperien-
za nella progettazione di basi di dati e nella didattica in alfabetizzazione informatica. Ri-
tengo inoltre di aver raggiunto una forma mentis che mi permette di affrontare situazioni
sempre nuove, sia dal lato meramente tecnico, sia nel lavoro d’equipe.
Pur nutrendo una passione per le scienze naturali e per la tecnologia, durante il liceo
scientifico i miei interessi si sono indirizzati verso la filosofia e l’immensa varietà delle ma-
nifestazioni culturali e sociali dell’uomo. Decisi così di indirizzarmi verso gli studi antropo-
logici. Mi sono iscritto al corso di laurea triennale in “Comunicazione Interculturale”
nell’anno accademico 2001/2002. In questi anni, oltre alle propedeutiche discipline demo-
etnoantropologiche e sociologiche, ho deciso di puntare i miei interessi accademici verso:
linguistica, semiotica, psicologia, preistoria e storia antica; didattica di una lingua seconda,
Quest’ultima, anche se forse è un po’ “fuori rotta”, è stata una conseguenza della mia e-
sperienza presso l’UPM (si veda più avanti).
Gli studi universitari sono stati inoltre rallentati da altre passioni “extra-accademiche”:
in questi anni mi sono occupato di musica ed etnomusicologia, computer art, letteratura
fantascientifica6, ricerca filosofica sulla società dell’informazione (e sulle problematiche ad
essa connesse), osservazione delle dinamiche politiche ed economiche planetarie con-
temporanee e, come ho già spiegato, informatica.
6
Più precisamente al filone definito cyberpunk.
8 Walter Mantovani
Nel giugno 2003 sono stato chiamato alle armi e, nell’aprile dell’anno successivo, ho
preso servizio come obiettore di coscienza presso l’Ufficio Pastorale Migranti di Torino.
Per i dettagli riguardo al contesto e l’attività svolta all’UPM, rimando all’allegato C in ap-
pendice.
Durante il servizio, mi sono proposto di realizzare un database specifico per ottimizza-
re la gestione della scuola d’italiano. La mia inclinazione etica mi avrebbe fatto propendere
a sviluppare il database su una piattaforma libera7, ma le circostanze tecniche presenti in
ufficio mi hanno costretto ad optare per la piattaforma di sviluppo MS-Access, versione 97,
in quanto il sistema già presente nell’ufficio era appunto basato sulla piattaforma
Microsoft. Il database è stato utilizzato per tre anni, ma nell’estate 2007 mi è stato richie-
sto di apportare alcune modifiche. Avendo acquisito nel frattempo nuove conoscenze sulle
basi di dati, ho deciso di riprogettare completamente il sistema, approfittando
dell’occasione per aggiungere nuove funzionalità. Essendo un’applicazione a codice aper-
to8 e rilasciato sotto una licenza libera, essa potrà essere modificata e migliorata da chi-
unque ne abbia le competenze.
Infine, come ampiamente descritto nell’allegato C, grazie all’esperienza come inse-
gnante di lingua italiana, ho potuto avvicinarmi alle problematiche della didattica in un am-
biente interculturale.
Tra il 2005 e il 2008 ho lavorato in alcune aziende come consulente informatico e si-
stemista. Dal 2008 ad oggi mi sono invece dedicato alla didattica, in due settori apparen-
temente distanti. Ho insegnato lingua italiana per stranieri presso Assocam Scuola Came-
rana e ACLI Torino; infine ho insegnato informatica sia per Assocam che presso la Biblio-
teca Civica Primo Levi, all’interno di un progetto didattico nato dalla collaborazione tra la
biblioteca, l’UPM, e l’Associazione Alistra ASD (della quale sono stato socio fondatore).
7
Con il termine libero (vicino al concetto di open source, ma di più ampio respiro) si definisce una tipologia di software
rilasciato con una licenza che concede diverse libertà all’utente finale, tra cui quella di poter modificare il codice sorgente
(da cui è stato creato il software) e poter creare da questo un’opera derivata, citando però la paternità dell’opera origina-
le e mantenendo la stessa licenza libera. Esso si differenzia dal software chiuso (detto anche proprietario) proprio sulla
base di questi diritti e doveri che ha l’utente finale del software.
8
A differenza della piattaforma di sviluppo (MS-Access) che è invece proprietaria, a codice chiuso.
Walter Mantovani 9
Innanzitutto ritengo che l’attenzione debba essere indirizzata alle società e culture
meno contaminate dall’uso delle tecnologie informatiche in quanto, per studiare un feno-
meno di diffusione culturale, è auspicabile osservare le condizioni di partenza: possibil-
mente nelle quali il fenomeno non sia ancora in atto, lo sia da poco tempo, oppure che in-
fluenzi solo un ristretto numero di individui.
Nell’Introduzione ho evidenziato cosa intendo con i termini informatizzazione e tecno-
logia informatica. Le espressioni “[…] utilizzo delle tecnologie per l’elaborazione elettronica
delle informazioni”, “[…] trattamento dell'informazione mediante elaboratori elettronici” de-
lineano il campo teorico di studio.
Nel concreto voglio studiare il contatto con il computer, quest’ultimo inteso non come
una semplice macchina elettronica, bensì come macchina interattiva che permette la ma-
nipolazione dell’informazione: cioè dati numerici, linguistici, visivi e sonori. Inoltre la mani-
polazione dell’informazione è anche presupposto per poter utilizzare un computer come
mezzo di comunicazione tra individui (se collegati ad una rete informatica).
E’ doveroso precisare che intendo escludere le altre forme di comunicazione che non
richiedano all’utente l’uso di un computer in senso stretto: la telefonia tradizionale e le pri-
me generazioni di telefonia mobile, pur basandosi su infrastrutture informatiche molto
complesse, non richiedono all’utente finale l’interazione diretta con un computer vero e
proprio. Oggi tuttavia, i telefoni cellulari di ultima generazione e i palmari hanno un micro-
processore versatile che consente all’utente di adattare l’apparecchio ad altri usi oltre la
mera comunicazione telefonica. Questi devono dunque essere considerati dei computer a
tutti gli effetti.
A mio parere, l’unico modo per determinare (in maniera relativamente oggettiva) il
grado di “contaminazione” di una società da parte delle tecnologie informatiche, è l’analisi
degli indicatori statistici forniti da agenzie ed organizzazioni internazionali. In questo ambi-
to si ha sovente a che fare con due termini inglesi spesso usati come sinonimi, che pos-
sono indicare due campi di ricerca simili, ma distinti: IT e ICT. Il termine inglese IT (Infor-
10 Walter Mantovani
9
Attualmente l’uso di strumenti informatici, richiede l’uso della lingua scritta.
12 Walter Mantovani
economici,
politici,
etnici,
la quantità di pubblicazioni etnografiche, sociologiche ed economiche sulla “unità
di studio” 10,
la disponibilità di contatti e di possibili mediatori sul campo ( opportunità).
10
A questo livello di astrazione, con unità di studio intendo tutto ciò che può essere concettualmente sovrapposto
all’oggetto di studio concreto.
11
Lingua madre (L1) e Lingua seconda (L2).
Walter Mantovani 13
Gruppo 2: una lingua ufficiale è l’inglese, ma sono paesi di influenza turistica, alquanto lontani dallo standard africano.
Mauritius Seychelles
Gruppo 3: l’inglese non è lingua ufficiale e i dati sulla popolazione anglofona sono piuttosto incerti e/o poco rilevanti.
Sono pienamente consapevole che il mio modus operandi nel manipolare i dati stati-
stici potrà risultare grossolano ed alquanto discutibile, tuttavia in futuro, con l’adeguato
supporto, potrò analizzare i dati raccolti in questa prima fase seguendo un metodo più
convenzionale e scientifico.
Mi limiterò dunque ad illustrare una rudimentale “classifica” del gruppo 1, ottenuta as-
segnando a ciascun paese un “punteggio posizionale”12 in relazione agli altri, basato sul
grado di soddisfacimento di ciascun requisito, in pratica di ciascun indicatore selezionato.
La somma dei punteggi ottenuti per ciascun indicatore è riportata nell’ultima colonna a de-
stra della tabella 1.
Le tabelle complete, le fonti dei dati ed alcune riflessioni metodologiche sul processo
di analisi, si trovano esposte nell’allegato A in appendice. Le informazioni sulle etnie e sul-
le pubblicazioni etnografiche, essendo di grande mole e di difficile comparazione, saranno
reperite in maniera mirata quando avrò un panorama più dettagliato delle opportunità, ov-
vero quando riceverò le proposte concrete per l’attività sul campo. Anche il contesto politi-
co è un argomento importante ma, non avendo ancora reperito gli adeguati indicatori, sarà
trattato più ampiamente nelle successive edizioni del presente scritto.
La tabella 1 ha lo scopo principale di orientare il lettore verso le nazioni prese in con-
siderazione, al fine di rendere più efficaci eventuali contatti con il ricercatore.
12
Da 1 a 18, quanti sono gli elementi del gruppo 1.
Walter Mantovani
Tipo di ricerca
Ruolo
Premesse le mie esperienze e competenze in ambito informatico, credo che i ruoli più
adatti al mio profilo siano:
Tecnico - Sistemista
- assistenza tecnica e manutenzione (software),
- assemblaggio e riparazione computer (hardware)
- creazione e gestione di piccole reti.
Insegnante
- assemblaggio e manutenzione di un computer e di una rete,
- uso di applicativi (specifici e generici),
- funzionamento e uso di internet (per molteplici scopi).
Contatti
ambito locale-nazionale, oppure col supporto di organizzazioni di vario genere che opera-
no in ambito internazionale.
Dunque intendo distribuire la presente relazione a persone ed enti che potrebbero
mettermi in contatto con questo tipo di “realtà”. Questo appello verrà diffuso tramite contat-
ti personali, accademici e tramite internet.
Otterrò così un riscontro pratico dalle risposte e dai consigli ricevuti; avrò un’idea più
chiara di alcune realtà nelle quali è in atto un processo di informatizzazione; potrò valutare
concretamente le opportunità offertemi, e relazionarle ai dati socio-economici che ho sele-
zionato.
Dopo questo riscontro avrò le risorse per decidere quale sia il luogo più adatto a que-
sto tipo di ricerca.
Temi di ricerca
Gli aspetti culturali che possono essere influenzati dall’uso delle tecnologie informati-
che potrebbero essere molteplici. Pur focalizzando l’attenzione sugli elementi che dovreb-
bero maggiormente essere influenzati dalla tecnologia, è auspicabile mantenere un atteg-
giamento aperto anche all’osservazione e alla correlazione di fattori tra loro apparente-
mente estranei.
Per dare una prima idea delle tematiche che potrebbero essere trattate in questa ri-
cerca, mi limiterò, in questa fase preparatoria, ad un semplice e grezzo elenco:
senso comune
credenza, conoscenza e rappresentazione
azioni e consuetudini
concettualizzazione del "immateriale" ( etnomatematica)
religione, rituale, sacro e soprannaturale
norme e tabù
famiglia
istituzioni
potere, politica e controllo sociale
economia, mercato e forme di “procacciamento” (es. energia e strumenti tecnologici)
media e mass-media
18 Walter Mantovani
……
Walter Mantovani 19
APPENDICE
Fonti
Raymond G. Gordon, Jr. (ed.): Ethnologue: Languages of the World, Fifteenth edi-
tion, Dallas, Texas: SIL International. [2005]
Crystal, David: The Cambridge Encyclopedia of the English Language, First and
Second Edition, Cambridge, UK: Cambridge University Press, p.109. [1995 e 2003]
Melitz, Jacques: Language and foreign trade, University of Strathclyde, CREST-
INSEE, and CEPR. [2002]
Dato che la prima stesura di questo progetto è avvenuta nel 2007, la maggioranza dei
dati statistici si riferisce al periodo 2000-2005 circa. Nei casi in cui non ho potuto uniforma-
re i dati di indicatori diversi (e di fonti diverse) in riferimento ad uno stesso esatto periodo,
ho scelto di registrato il valore medio tra le diverse fonti dello stesso indicatore. I dati sulla
percentuale di popolazione parlante la lingua inglese sono stati reperiti da tre fonti (Ra-
ymond, Crystal, Melitz) ma vi sono notevoli differenze per cause a me sconosciute. Per
questo motivo, di ogni paese ho registrato solo il maggior valore disponibile.
20 Walter Mantovani
In una prima fase ho rintracciato su internet alcune banche dati e dopo aver visionato
gli indicatori disponibili, ho selezionato quelli che potrebbero fornire interessanti informa-
zioni in relazione ai requisiti posti (vedi pag. 13). Il prospetto che segue è una selezione di
alcuni indicatori presi in esame.
Tabelle tematiche
POPOLAZIONE
Superfice Popolazione Popolazione Tasso di
Nazione Densità Rapporto
(kmq) TotPop Urbana fertilità
(TotPop/kmq) uomini/donne
(milioni) (% TotPop) (nati/donna)
Botswana 591.050 1,8 3 55% 3 1,003
Camerun 475.441 16,7 35 54% 5 1,007
Gambia 11.298 1,6 139 46% 5 0,997
Ghana 238.997 22,3 93 47% 4 1,003
Kenya 581.509 35,2 60 26% 5 1,004
Lesotho 30.355 1,9 61 18% 3 0,956
Liberia 111.370 3,2 29 55% 6 0,990
Malawi 118.482 13,1 110 17% 6 0,997
Namibia 824.855 2,0 2 34% 3 1,008
Nigeria 923.768 133,0 143 48% 6 1,022
Rwanda 26.338 9,2 347 19% 6 0,990
Sierra Leone 71.740 5,8 79 40% 6 0,938
Sud Africa 1.220.475 46,7 39 59% 2 0,947
Swaziland 17.364 1,1 60 25% 4 0,947
Tanzania 945.087 38,5 41 27% 5 0,980
Uganda 238.539 29,3 122 13% 7 1,004
Zambia 752.616 11,8 16 35% 6 0,994
Zimbabwe 390.669 12,8 33 36% 3 1,005
ISTRUZIONE LINGUA
ETA Tasso di Rapporto tasso
English
Speranza Nazione istruzione di istruzione
Nazione % TotPop Speaking
Età media di vita alla (% TotPop (uomini/donne
15-64+ anni (% TotPop)
nascita 15+ anni) Pop 15+ anni)
Botswana 21 60% 44 Botswana 81% 0,98 35%
Camerun 19 55% 49 Camerun 68% 1,29 39%
Gambia 18 55% 55 Gambia 40% 1,46 39%
Ghana 20 58% 58 Ghana 58% 1,33 48%
Kenya 19 55% 51 Kenya 78% 1,14 40%
Lesotho 21 58% 38 Lesotho 83% 0,79 26%
Liberia 18 52% 41 Liberia 59% 1,76 96%
Malawi 17 50% 41 Malawi 64% 1,53 58%
Namibia 20 57% 46 Namibia 85% 1,04 15%
Nigeria 19 54% 45 Nigeria 68% 1,25 59%
Rwanda 19 55% 46 Rwanda 67% 1,18 50%
Sierra Leone 18 53% 41 Sierra Leone 35% 1,92 90%
Sud Africa 24 64% 46 Sud Africa 84% 1,02 30%
Swaziland 19 56% 33 Swaziland 80% 1,02 5%
Tanzania 18 54% 48 Tanzania 69% 1,25 15%
Uganda 15 47% 49 Uganda 67% 1,33 62%
Zambia 17 52% 38 Zambia 72% 1,16 85%
Zimbabwe 20 58% 38 Zimbabwe 91% 1,08 62%
22 Walter Mantovani
MASS-MEDIA
Televisione
Nazione Quotidiani Radio Televisione
per famigle
(% TotPop) (% TotPop) (% TotPop)
(% TotFam)
Botswana 2,5% 75,58% 4,40% ..
Camerun 0,6% 12,81% 4,53% 18%
Gambia 0,2% 15,48% 1,47% 12%
Ghana 1,4% 13,38% 5,17% 26%
Kenya 0,8% 21,83% 4,79% 17%
Lesotho 0,9% 7,50% 4,44% 12%
Liberia 1,4% 27,43% 2,54% ..
Malawi 0,2% 31,04% 0,74% 3%
Namibia 1,7% 21,23% 8,06% 39%
Nigeria 2,5% 23,54% 6,81% 26%
Rwanda 0,0% 15,11% 0,83% 2%
Sierra Leone .. 27,76% 1,29% 7%
Sud Africa 2,5% 24,24% 19,47% 59%
Swaziland .. 17,25% 3,64% 18%
Tanzania .. 39,79% 4,06% 6%
Uganda 0,3% 15,49% 2,18% 5%
Zambia 2,2% 14,54% 6,43% 26%
Zimbabwe .. 14,77% 5,96% 26%
POLITICA
Nazione
Tipo di governo
Botswana Repubblic a parlamentare
Camerun Repubblic a / regime presidenziale multipartitico
Gambia Repubblic a
Ghana Democrazia c ostituzionale
Kenya Repubblic a
Lesotho Monarc hia parlamentare c ostituzionale
Liberia Repubblic a
Malawi Democrazia multipartitica
Namibia Repubblic a
Nigeria Repubblic a federale
Rwanda Repubblic a presidenziale multipartitica
Sierra Leone Democrazia c ostituzionale
Sud Africa Repubblic a
Swaziland Monarc hia
Tanzania Repubblic a
Uganda Repubblic a
Zambia Repubblic a
Zimbabwe Democrazia parlamentare
Walter Mantovani 23
Premessa
Per problemi burocratici sono stato chiamato alle Armi nel giugno 2003 anche se stu-
dente. Essendo a conoscenza che vi era la possibilità di fare obiezione di coscienza all'e-
stero, decisi di sfruttare l'occasione per fare un'esperienza prolungata in un paese stranie-
ro. Non feci quindi ricorso al TAR e mi presentai alla chiamata per fare poi obiezione di
coscienza.
Feci quindi domanda alla Caritas diocesana di Torino per partecipare al progetto inter-
nazionale "Caschi Bianchi" (patrocinato dall'ONU), la cui missione è creare un "contingen-
te civile di pace" in zone demilitarizzate. La selezione però non andò a buon fine e decisi
dunque di propormi all'UPM, in quanto mi parve l'ambiente più consono ai miei interessi
universitari.
Introduzione
Ho preso servizio presso la sede centrale, in via Ceresole n°42 a Torino, il 5 aprile 2004
ed ho terminato il 4 febbraio 2005, per un totale di dieci mesi. Le ore settimanali erano 35.
In totale ho svolto 1540 ore di servizio.
Durante questo periodo ho potuto vivere in un ambiente interculturale e mi sono avvici-
nato ai problemi che una situazione come questa comporta.
Introdurrò brevemente che cos'è l'UPM e che genere di attività svolge, in quanto è stato
l'ambiente dal quale ho ricevuto continui stimoli, anche al di fuori delle mie mansioni uffi-
ciali.
L'UPM è un organismo pastorale diocesano (quindi senza fini di lucro), la cui missione è
aiutare l'integrazione degli stranieri in Italia ed in particolare a Torino. Offre servizi
d’informazione sulle procedure burocratiche e sulle legislazioni italiane in materia
d’immigrazione; un servizio di ricerca lavoro; un team di consulenti specialistici volontari in
ambito legale, finanziario, lavorativo, contributivo ed imprenditoriale; un servizio di ricerca
casa; consulenza per l'orientamento professionale; un centro di psicologia transculturale
con sede distaccata (Via Riberi, 2); un organico di volontari per l'insegnamento della lin-
gua italiana; una biblioteca, una videoteca, un’audioteca ed un archivio fotografico su ar-
gomenti folcloristici e di migrazione umana; servizi di promozione della vita cristiana per
migranti cattolici.
Il nome potrebbe trarre in inganno. Sul sito internet, si legge: "L’Ufficio Pastorale Mi-
granti è un organismo pastorale costituito dall’Arcivescovo di Torino [...] in sostituzione del
Servizio Migranti Caritas, per favorire l’evangelizzazione dei migranti."
In realtà, posso dire di aver lavorato in un ambiente laico, privo di qualsiasi pregiudizio
religioso, né con fini d’evangelizzazione o proselitismo.
Punti cardine dell'Ufficio sono: accoglienza, ascolto, dialogo, informazione. Questi ser-
vizi basilari vengono prima di qualunque credo religioso o pregiudizio culturale. Qualsiasi
attività di promozione della vita cristiana, è offerta solo se richiesta.
Walter Mantovani 25
Attività svolte
reception
accoglienza
colloqui d’informazione orientativa per la formazione
colloqui d’iscrizione al corso d’italiano
database per la scuola
insegnamento della lingua italiana
laboratorio audio-video-foto
supporto informatico
Il primo mese di servizio (e sporadicamente durante i restanti nove mesi) sono stato as-
segnato alla reception. In casi di necessità ho anche lavorato all'accoglienza.
Il compito della reception è quello di fornire le informazioni basilari sull'ufficio, sui servi-
zi offerti e fare da tramite tra gli utenti e questi servizi. All'atto pratico, la mansione consiste
nell'interpretare la richiesta dell'utente ed indirizzarlo verso il consulente di competenza;
se l'afflusso d’utenza è maggiore degli operatori disponibili, si procede assegnando degli
appuntamenti per giorni successivi.
L'accoglienza invece è già di per sé un servizio. Qui si rivolgono le persone che devo-
no iscriversi nella banca dati dell'Ufficio e coloro che necessitano di informazioni generali e
burocratiche in materia di immigrazione.
In quest’ambito ho potuto sviluppare strategie d’interazione e mediazione, facendo affi-
damento sulle nozioni apprese dalle discipline socio-antropologiche e sulle personali abili-
tà empatiche e diplomatiche.
Il lavoro, alla reception e all'accoglienza, prevede un incontro con l'utente in un ambito
pubblico: infatti, altre persone possono ascoltare e partecipare all'interazione.
Durante i colloqui per l'iscrizione al corso d’italiano, bisogna invece capire il profilo
linguistico e scolastico dell'utente, per poterlo inserire nella classe di livello adeguato alle
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sue competenze linguistiche. In questo caso ho fatto uso di brevi test informali (orali e
scritti) sull’uso dell'italiano e una breve intervista per inquadrare il livello di scolarità.
Sempre in quest’ambito, mi sono occupato di sviluppare un database relazionale per
facilitare la procedura d’iscrizione e permettere una veloce estrapolazione dei dati per fini
statistici. Il database preleva le informazioni sugli utenti dal database centrale e le incrocia
con i dati locali, inseriti durante l'iscrizione ed i successivi eventuali aggiornamenti. Esso è
tuttora utilizzato.
Ai fini di questa relazione, posso aggiungere che tutte queste esperienze mi hanno dato
occasione di conoscere racconti di vita, condizioni di vita e problematiche dell'immigrato.
Ho potuto inoltre cogliere (seppur limitatamente) le espressività, le differenze e le caratte-
ristiche comuni di culture diverse dalla mia. Per quanto riguarda lo sviluppo del database,
ho potuto, da autodidatta, approfondire le mie abilità con l'applicativo MS-Access.
Ho anche collaborato con il laboratorio audio-video collegato con l'archivio video e fo-
tografico. In quest'ambito ho aiutato l'addetto al laboratorio in alcuni progetti dell'ufficio uti-
lizzando software di grafica, foto-ritocco e video editing.
Infine posso aggiungere che, essendo un appassionato d’informatica da ormai più di
dieci anni, ho potuto fornire un sostegno tecnico per i comuni problemi che possono pre-
sentarsi in un ufficio informatizzato.