Академический Документы
Профессиональный Документы
Культура Документы
Nel proseguire il tema che abbiamo iniziato a trattare negli articoli Continente Russia e L’inconscio
dell’Eurasia, vorremmo adesso studiare nelle sue linee generali la missione del continente
americano dal punto di vista della geografia sacra. Il ruolo degli Stati Uniti, l’ultima superpotenza
rimasta ormai al mondo, appare oggi centrale nella geopolitica globale. A partire dalla fine dei XIX
secolo, un continente marginale, che sino ad allora aveva rappresentato null’altro che una provincia
secondaria del Vecchio Mondo, dell’Europa, diviene progressivamente un gigante politicamente e
culturalmente autonomo, finché, dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti si propongono
come universale modello paradigmatico tanto per gli stessi paesi, europei quanto per l’Asia. Il
significato dell’America cresce incessantemente, si diffonde un insieme di criteri intellettuali,
culturali. psicologici e persino filosofici collegati all’America che va ben al di là dei suo influsso
economico e militare. Diviene evidente l’esistenza di una «America mitologica», di una «America
come concetto», di una «America come idea dell’America». E noi siamo profondamente convinti
che, se una simile «idea dell’America» ha potuto radicarsi nella coscienza geopolitica universale ed
entrarvi come qualcosa di «neo-sacrale», devono esservi state delle importanti ragioni, connesse con
l’inconscio collettivo dell’umanità, e con quella segreta geografia continentale che affonda le sue
radici nei millenni ed il cui ricordo continua a vivere negli archetipi psichici. Il presente articolo si
prefigge precisamente di esaminare il significato profondo dell’America come «continente
interiore».
1. La carta segreta
Le ipotesi sulla scoperta dell’America da parte del Vecchio Mondo molto prima di Cristoforo
Colombo stanno diventando sempre più popolari. E’ quasi dimostrato che i Vichinghi scandinavi
visitarono l’America del Nord sulle loro navi; rune nordiche si trovano ovunque sulla costa
orientale del Canada, in Labrador, nell’isola di Terranova e così via. Abbastanza convincenti sono
anche le argomentazioni dei ricercatore De Mayo riguardo ai contatti tra la civiltà degli Incas e gli
stessi Vichinghi. E ci sono inoltre altre versioni secondo le quali l’Europa avrebbe sempre saputo
dell’esistenza dei continente americano; tale informazione non sarebbe stata divulgata solo per ben
precise ragioni di ordine sacro. Ma di particolare interesse appare l’enigmatica storia della carta. di
Muhiddin Piri Reis, sulla quale ci soffermeremo dettagliatamente.
Nel 1520 Muhiddin Piri Reis, ammiraglio della flotta turca, pubblicò ad Istanbul un atlante di
navigazione chiamato Babriye (questo atlante è tuttora conservato nel Museo Nazionale di
Istanbul). Alcune delle carte che vi si trovano raffigurano con stupefacente precisione l’America dal
Nord e del Sud, la Groenlandia e ... l’Antartide che., almeno secondo gli storici ufficiali, non poteva
semplicemente essere conosciuta ai navigatori dell’epoca.
Piri Reis spiega in questo modo la provenienza di quelle carte. Sarebbero state trovate indosso ad
uno spagnolo che aveva partecipato alle tre spedizioni di Cristoforo Colombo e che era quindi stato
catturato in un combattimento navale dall’ufficiale turco Kemal. Nelle sue note Piri Reis afferma
che solo grazie a quelle carte Colombo aveva potuto scoprire il Nuovo Mondo. Una conferma
indiretta dì questa affermazione è contenuta nel libro scritto dal figlio di Cristoforo Colombo,
Fernando, Vita dell’ammiraglio Cristoforo Colombo, nel quale si legge: «Egli (cioè Colombo) si
servì di una gran quantità di informazioni prima di giungere alla convinzione che avrebbe potuto
scoprire numerose terre ad occidente delle isole Canarie». Le carte di Colombo, capitate tra le mani
di Piri Reis, erano state disegnate nel 1498, ma lo stesso ammiraglio turco riteneva che fosse giunto
sino a Colombo un libro dell’epoca di Alessandro Magno. Tuttavia alcuni dettagli delle carte - ad
esempio l’Antartide e la Groenlandia non appaiono in esse ricoperte dai ghiacci, il che consente, in
particolare, di osservare come quest’ultima sia in realtà composta da due isole (un fatto confermato
da una recente spedizione francese) - possono riferirsi solo ad un quadro geografico del pianeta
risalente a cinque millenni fa! L’analisi delle carte di Piri Reis compiuta dal professor A. Afetinan
nel libro La più antica carta dell’America (1) e la perizia effettuata negli Stati Uniti dall’Istituto di
Cartografia Marina hanno mostrato l’incredibile precisione di. queste carte, nelle quali sono
raffigurati persino alcuni massicci montuosi dell’Antartide e della Groenlandia solo recentemente
scoperti dal geologi. Una precisione consentita, secondo gli esperti, solo dalla fotografia aerea.
In un modo o nell’altro, i popoli eurasiatici devono perciò essere stati a conoscenza dell’esistenza
dell’America molto prima di Colombo; tuttavia, poiché nessuna conoscenza scompare senza
lasciare traccia, ma discende invece nella sfera dell’inconscio o si ritira nella profondità dei segreti
esoterici, un continente così importante come l’America non poteva non essere un fondamentale
elemento della «geografia sacra» degli uomini del passato; allo stesso modo il ruolo moderno
dell’America come civiltà autonoma non è altro che il risveglio di alcuni antichi archetipi conservati
dal subconscio delle nazioni eurasiatiche.
5. La «Santa America»
Nell’arcaico ed inconscio fenomeno dell’«idea americana» è anche l’origine della «teologia
politica dell’americanismo». Ci riferiamo alla concezione neo-protestante dell’America come «terra
promessa», nella quale le energie dei continente si sono riversate in una particolare costruzione
teologica; e, se si vogliono considerare i termini di questo mistico «americanismo protestante» non
come metafore oratorie, ma come esatta formulazione di una costruzione escatologica, ci troviamo
allora dinanzi ad un quadro alquanto inatteso ed inquietante. Lo stesso Giorgio Washington affermò:
«Gli Stati Uniti sono la Nuova Gerusalemme, stabilita dalla Provvidenza in un territorio dove
l’uomo deve raggiungere il suo pieno sviluppo, dove la scienza, la libertà, la felicità e la gloria
devono diffondersi in pace». E’ qui importante notare la concezione della Nuova Gerusalemme»
che, in bocca ad un cristiano (anche protestante), si ricollega obbligatoriamente all’Apocalisse e si
riferisce all’ultimo stadio dello scenario apocalittico, alla discesa dai cieli della spirituale «Città del
Signore», della «Nuova Gerusalemme» (Apocalisse di Giovanni 21, 10-27). Da parte sua John
Adams ha chiaramente definito il globalismo della missione americana, chiamando gli Stati Uniti
«una pura e benefica repubblica, il cui compito consiste nel governo dei mondo e nel
perfezionamento degli uomini».
Nell’epoca moderna questo particolare «patriottismo» ha ricevuto un nuovo impulso grazie allo
sviluppo della televisione; ciò ha determinato l’affermazione del fenomeno della «predicazione
televisiva», che Isidro Palacìos ha definito «cristianesimo elettronico». Ad esempio. il noto
predicatore televisivo Jerry Howell formula oggi in questi termini, l’«idea americana»: «Gli Stati
Uniti, questo paese benedetto da Dio Onnipotente come nessun altro paese della terra, è minacciato
adesso, all’interno ed all’esterno, da attacchi diabolici che possono concludersi con l’annientamento
della nazione americana. Il diavolo stesso è entrato in guerra per opporsi al volere di Dio, che ha
posto gli Stati Uniti ai di sopra di tutti gli altri popoli, come l’antico Israele... ». Questi motivi
teologici dell’escatologismo protestante sono totalmente presenti anche negli ultimi presidenti
americani. Nel 1984 Reagan affermava: «Io non penso che il Signore, dopo aver beneficato questo
paese come nessun altro, voglia un giorno vederci mercanteggiare a causa della nostra debolezza».
E quindi, se si pretende di non considerare il ruolo diabolico dell’Oltre-Atlantide nel suo insieme
sovratemporale e metastorico, questo pathos messianico risulta incomprensibile e la dimensione
colossale dei falso spirituale che sta dietro di esso non può essere compresa e valutata. Ci troviamo
dinanzi, come in tutte le «escatologie parodistiche», alla confusione della spirituale «età dell’oro»,
che sopraggiungerà subito dopo la Fine della Storia, con un periodo temporale precedente questa
fine. Questa confusione ha determinato il carattere anticristiano dei bolscevismo russo, che
affermava di aver instaurato un escatologico «paradiso terrestre» (Cfr. ad esempio, il nostro articolo
La fine dell’era proletaria in «Kontinent Rossija», n.3).Occorre anche osservare che la somiglianza
di questi due «continenti» - il «continente America» e la componente, rossa e demoniaca, del
«continente Russia» - è stato rilevato da numerosi studiosi, storici e politologi. Ad esempio Marie
Dominac nell’ottobre dei 1970 scriveva sulla rivista «Esprit»: «Gli Stati Uniti sono oggi la più forte
potenza comunista dei mondo».
In effetti l’utopismo, l’escatologismo, la religiosità parodistica sono in entrambi i casi
straordinariamente affini, e questo nonostante il fatto che gli Stati Uniti e Unione Sovietica sono
«ufficialmente» stati, sino a poco tempo fa, nemici ideologici.
8. Chiudere l’America
Gli aspetti da noi analizzati della geografia sacra del continente americano, nel loro legame con
l’attuale situazione geopolitica degli Stati Uniti potrebbero certo essere integrati da altre
osservazioni di carattere simbolico, nonché da considerazioni puramente culturologiche, ma quel
che soprattutto ci interessava qui era di fornire una prospettiva dalla quale osservare la questione,
per studiarne in seguito gli aspetti più segreti, enigmatici e sinistri. Ma in conclusione, per non,
lasciare l’impressione che oltre ai due poli di una falsa escatologia geopolitica (quella cargo-
cultistica e quella americana) non esistano altre possibilità, vorremmo ora fare alcune riflessioni
supplementari.
In primo luogo gli archetipi inconsci connessi alla struttura spaziale e temporale del cosmo sacro
devono essere valutati alla luce di una vera e ortodossa tradizione metafisica, che sola può porre le
cose nel posto che compete loro all’interno dell’ordine divino. Al contrario, se si resta al livello
subconscio, questi archetipi, reali e possenti come sono, potranno sempre attrarre non solo singoli
individui, ma intere nazioni, razze e civiltà verso le conseguenze più imprevedibili e rovinose.
Parafrasando una nota massima, possiamo dire che «la strada dell’inferno è lastricata di archetipi
inconsci». E questo è vero tanto per i cargo-cultisti, quanto per gli americanisti. Ma per raggiungere
la tradizione metafisica capace di illuminare con il raggio dell’Intelletto Divino le profondità
abissali dello psichismo occorre compiere uno sforzo intellettuale e spirituale quasi incredibile nelle
attuali circostanze, e questo al fine di distaccarsi completamente dagli infondati «dogmi» del
pensiero profano e materialista che si è impadronito di quasi tutti i nostri contemporanei: ma non
c’è spazio in questa impresa per caotici occultismi, per neo-misticismi e neo-spiritismi di ogni tipo.
Il migliore, anzi l’unico, cammino verso questa meta consiste nell’accostarsi a una forma
tradizionale e, attraverso la pratica spirituale, rituale ed intellettuale, di questa forma, tentare di
penetrare nei suoi aspetti esoterici e segreti, nei suoi misteri. Anche in questo, naturalmente, il
principale sostegno è costituito dai lavori dei moderni tradizionalisti, in primo luogo dai libri di
René Guénon. Solo un approccio incondizionatamente ortodosso, totalmente religioso e puramente
metafisico, ci condurrà al di là delle oscure e pericolose energie del contemporaneo mondo
apocalittico.
In secondo luogo, due sono le tradizioni religiose maggiormente esposte all’influsso della «Terra
Verde», vale a dire il cristianesimo ortodosso (col quale il protestantesimo, i moderni cattolici ed
ortodossi e le sette non hanno nulla a che vedere) e l’Islam ortodosso. (Occorre però notare che
l’Islam è da un punto di vista geopolitico, alquanto più saldo). In ogni caso l’orientamento verticale
e metafisico di queste religioni - a patto che vengano depurate ad un tempo da tutte le stratificazioni
moderne e dalle associazioni antiche - appare una garanzia sufficiente di autenticità ed efficacia
spirituali. Tuttavia anche in queste religioni è necessario rivelare i vari aspetti geopolitici (il che è
evidente nell’Islam, meno nel cristianesimo) e da dimostrare la loro incompatibilità con l’intera
dialettica della «Terra Verde» e dei suoi servi oppositori cargo-cultistici.
Infine è necessario dare forma ad un concetto puramente geopolitico ed extra-religioso dei
«blocco eurasiatico» (Kontinentalblock, come si diceva una volta) che dovrebbe unificare tutti i
popoli e gli stati eurasiatici in un solo complesso autonomo e sottratto al paradigma parodistico-
escatologico che serra attualmente il mondo intero. Oggi, dopo lo smantellamento del sistema
socialista, non è in fondo importante in quale regime ed in quale paese questo avvenga. A livello
globale, è adesso assai più importante come il singolo popolo e il singolo stato si confrontano con
l’«Atlantide riemersa» e la sua missione. Per questa ragione l’idea di una «Eurasia dei popoli» e di
una «casta eurasiatica» che abbia un accentuato indirizzo anti-atlantico e si rivolga alle sue risorse
interiori, spirituali, religiose, economiche e materiali, non è adesso tanto astratta ed utopica quanto
potrebbe sembrare. Forse la fede negli «antenati morti», negli scopritori della coca-cola, è più
realistica ed obiettiva?
Per quel che riguarda il continente America, il periodo della sua espansione sarà, secondo precise
corrispondenze cicliche, teso, tempestoso, pieno di avvertimenti inquietanti, ma anche
estremamente breve, perché la New Age, del cui avvento parlano i mistici sostenitori della «Nuova
Gerusalemme», ma che ancora non è iniziata, sta per giungere. Il suo arrivo sarà segnato da grandi
cataclismi geografici. E chissà, forse all’America-Terra Verde può essere riservato lo stesso destino
toccato un tempo ad un altro continente situato nell’Atlantico.
NOTE
1) A. Afetinan, The Oldest Map of America Drawn by Piri Reis, Turkish Historical Society, Ankara 1954. Il prof.
Afetinan ha pubblicato nel 1975 e nel 1987 due nuove edizioni, notevolmente accresciute, della propria opera (N.d.E.).
2) Nella ierostoria islamica, Marwah è una delle due colline tra cui corse Agar alla ricerca d’acqua per il piccolo Ismail
(N.d.E.).
«Zelënaja Strana» Amerika (“Terra Verde : l’America”) è stato pubblicato come samizdat a Mosca. In italiano è stato
pubblicato nella raccolta “Continente Russia” dalleEdizioni All’insegna del Veltro, Parma 1991. Da qui è tratta la
traduzione che presentiamo, con minime variazioni formali.