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E' incredibile.

Ho vissuto per anni con la paura che tu mi lasciassi, che tu morissi, improvvisamente,
lasciandomi solo. Ora questa paura si è incarnata in una verità incommensurabile, che non lascia
spazio alla speranza o ad un risveglio inaspettato. Tu non ci sei più. Esattamente un anno fa, alle ore
12, il tuo piccolo cuore cessava di battere; quello stesso piccolo cuore accusato decine di volte di
non funzionare come doveva, ma che alla fine ti ha sostenuto fino alla fine, fino a quando noi non
abbiamo deciso di fermarlo. Non te ne sei andato da solo, non avresti potuto, perché il tuo
temperamento forte ed il tuo carattere aggressivo, ti hanno tenuto legato alla vita, a noi. Tu ci volevi
bene, ma alla fine noi ti abbiamo ucciso, senza rimorso. L'abbiamo fatto per te, per non farti
soffrire, ma comunque l'abbiamo fatto. Purtroppo non te ne sei andato all'improvviso, ma soffrendo
sempre di più, ed io non mi sono accorto della tua malattia finché non è stato troppo tardi, finché
non c'era più nulla da fare. Avevo sempre pensato che te ne saresti andato all'improvviso,
esattamente come eri arrivato. Come una cometa di passaggio, che si staglia nel cielo, ma che non
puoi trattenere.
Ora mi tornano in mente i tuoi occhi, il tuo nasino a tartufone che mi piaceva tanto; mi ricordo la
sensazione che avevo quando ti abbracciavo e tutte le volte che la mamma si arrabbiava perché ti
baciavo. Ora non posso farlo più. Tu per me sei stato molto. Il fratellino che non ho mai avuto, anzi
certo che l'ho avuto, e sei stato tu. Sei stato mandato da noi per non so quale ragione e io ti ho
trovato, casualmente nella mia vita, proprio quando pregavo Gesù di avere un cagnolino. Non eri
certo lo stereotipo del cane obbediente, ma io non ero quello del padroncino responsabile, perciò
direi che ci siamo compensati bene! All'inizio ho avuto molti sensi di colpa per questo, ma poi ho
pensato che tu non c'eri più e che tutte quelle riflessioni erano inutili. Così ho deciso di ricordare
solo le cose belle di te e devo dire che ce ne sono molte. Sei stato con me per tredici anni e io non
potrò mai scordarmi di te e di quello che facevi tutti i giorni: le abbaiate continue, le corse in
cerchio come un cavallo, i piagnistei se restavi da solo, il morderti il guinzaglio se eri legato, il
toglierti la museruola con le zampe se eri costretto a portarla, l'inclinare la testa se non capivi
qualcosa, il venire a cercare i nostri piedi per dormire, il condividere con me il letto, il giocare a
nascondino per i corridoi di casa mia o il naso-naso che facevamo quando ero piccolo.
Mi ricordo anche le volte in cui ci nascondevamo sotto il letto grande per sfuggire alle grida che si
scatenavano nelle altre stanze ed il nostro successivo consolarci a vicenda.
Come dimenticare le volte in cui piangevo e tu mi toglievi le mani dalla faccia con la raffinatezza
dei tuoi artigli? Sono cose che serberò sempre nel cuore, perché tu mi hai accompagnato durante
tutta l'adolescenza e adesso che non ci sei una parte del mio cuore si è staccata per sempre. Certo, se
avessi preso un altro cane, la maggior parte delle cose che ora ricordo le avrei trovate anche in lui,
ma non le avrebbe fatte come le facevi tu: con quegli occhioni tondi che chiedevano solo carezze.
E oggi più che mai non desidero altro che poterti coccolare un'altra volta. Ma questo non è possibile
e io lo so. Forse è per questo che mentre ti scrivo mi viene da piangere; ma questa volta non troverò
le tue zampette a sollevarmi lo spirito o il tuo scondinzolare a cancellare il mio malumore.
Qui le cose vanno peggio che mai, e tra una litigata e l'altra è difficile mantenere i nervi saldi, per
tutti. Ma una novità consistente c'è: mi sono trasferito a studiare a Bologna! In verità sono sempre a
casa, ma là c'è una casetta che mi aspetta sempre. Se fossi rimasto con me più a lungo avrei potuto
mantenere la promessa di andare a vivere insieme, senza nessuno a sgridarci o a rompere le balle. E
invece, non me ne hai dato il tempo e questo è il mio grande rammarico. Ora ti lascio, di nuovo,
perché mi sono già commosso abbastanza. Ti immagino lassù nei verdi pascoli che cantava De
André a correre e ringhiare a tutti i santi che provano ad avvicinarti, nell'innocente attesa che
qualcuno di noi ti venga a riprendere. E questo succederà, un giorno. Ma sappi che qui ci mancherai
sempre e che la nonna senza di te non è più la stessa.
Mi manchi..
Sappi che ogni volta che vedo un cane, un gatto o un qualsiasi altro animaletto carino, mi sovviene
il tuo ricordo prezioso, che mi ricorda di quanto tu fossi unico e speciale.
Ti voglio tanto tanto bene Tabù!!
Addio.
Marci

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