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SOCIOLOGIA GENERALE ADELE BIANCO LIBRO: LA CONOSCENZA DEL MONDO SOCIALE GUIDA ALLO STUDIO DELLA SOCIOLOGIA ED:

FRANCO ANGELI

1. LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA 1.1 Definizioni preliminari La sociologia una branca delle scienze umane e sociali affermatasi nel XIX secolo che ha per oggetto lanalisi dei modi e delle forme della convivenza umana, sia nella loro struttura (dando luogo a istituzioni sociali) che nella loro evoluzione nel corso del tempo (dando luogo a fenomeni sociali). La sociologia ha nelle scienze umane (filosofia, storia, scienze politiche e giuridiche) un riferimento certo sul piano della tradizione del pensiero e condivide con quelle sociali (economia, statistica, antropologia e poi la psicologia) loggetto danalisi: la societ moderna. 1.2 La sociologia: ambito di applicazione Cosa vuol dire che la sociologia indaga i modi e le forme della convivenza umana, sia nella loro struttura che nella loro evoluzione nel corso del tempo? Gli esseri umani nellaffrontare circostanze della vita quotidiana, definiscono delle strategie e individuano delle modalit di comportamento in grado di garantire successo e dimostrarsi maggiormente adeguate alle esigenze da soddisfare; quando queste si rivelano utili, si consolidano e vengono trasmesse a tutti i membri della comunit, fungendo da standard di comportamento. In questo senso, si generano le ISTITUZIONI SOCIALI, intese come prassi consolidate e condivise. Non bisogna tuttavia pensare che i comportamenti collettivi, una volta consolidatisi, diventino inossidabili. Anzi, lattivit umana sottopone quotidianamente a verifica il patrimonio acquisito, trovandosi continuamente di fronte a scenari mutevoli. Lavvento della societ moderna ha rotto gli equilibri, avendo accelerato il ritmo del mutamento sociale. Un tratto caratteristico della societ moderna limportanza e il valore attribuiti al singolo individuo; si dice, infatti, che essa sia essenzialmente individualista. Al contrario, la societ tradizionale tende a schiacciare lindividuo, limitandone la sfera di libert nei comportamenti e nelle scelte di vita. Lindividuo non ha valore per se stesso, ma solo in riferimento allapporto che esso pu dare alla comunit. Il modello di societ moderna pi differenziata funzionalmente al suo interno e sempre pi articolata e complessa. Una caratteristica principale che distingue la comunit tradizionale rispetto alla societ moderna riferita, soprattutto, alla sfera dei servizi e delle politiche sociali. Nei contesti tradizionali, i servizi erano garantiti dalla famiglia e dalle cerchie parenterali estese. Molte altre necessit, considerate in epoca moderna indispensabili, non si costituivano come problema e dunque non si rappresentavano come esigenza: il caso dellistruzione dei bambini. Mentre in ambito comunitario tutto il patrimonio di conoscenza necessario per vivere veniva trasmesso alle giovani generazioni nel corso del tempo da parte dei membri della comunit, nella societ moderna la trasmissione del sapere viene affidata ad alcuni membri della societ in possesso di una preparazione specifica attestata e accertata. chiaro che tanto luomo tradizionale quanto quello moderno contribuiscono alla riproduzione sociale del proprio gruppo, anche se con modi, forme e modalit diverse.

Lassetto sociale moderno scaturito a seguito di un lungo percorso di cambiamento. Il mutamento sociale dunque loggetto di interesse principale della sociologia. Poich la sociologia una scienza moderna che si occupa della realt sociale, essa deve verificare empiricamente le proprie affermazioni e acquisizioni teoriche. 1.3 Questioni teoriche sul metodo della ricerca sociale Nella fase iniziale della sociologia, si confrontano due paradigmi, quello positivista e quello comprendente, altrimenti detto umanista o interpretativo. Il termine paradigma indica un insieme di valori, orientamenti teorici, modalit di ricerca condivisi da tutta la comunit scientifica, un modus operandi comune a tutti i ricercatori (Thomas Kuhn). In questo modo, il paradigma diviene dominante e, fintanto che si dimostra in grado di fornire dei punti di riferimento ai ricercatori, ci si trova in periodi di cosiddetta scienza normale, nel momento in cui si dimostra la sua insufficienza, si apre un periodo di turbolenza che porta alla sostituzione del paradigma. Secondo il paradigma positivista, la sociologia mutua limpostazione della ricerca empirica delle scienze esatte e si avvale dei loro metodi. Pertanto, lanalisi dei fenomeni sociali viene condotta attraverso osservazioni empiriche; essi vengono trattati come oggetti esterni allo scienziato il quale li descrive, li enumera, li misura e li analizza, giungendo allenunciazione di leggi scientifiche (o esplicative), atte cio spiegano levoluzione e il divenire della condizione umana e sociale). Esponente principale di questa impostazione stato Emile Durkheim, riconosciuto come uno dei padri fondatori della sociologia. Per quanto riguarda le questioni relative al metodo della ricerca sociale, Durkheim definisce il modo in cui lo scienziato sociale deve trattare i fenomeni sociali. In base all'approccio cosalistico, i fenomeni sociali vanno considerati come cose; essi prescindono dalla volont degli uomini, condizionandoli. Durkheim l'iniziatore del filone di ricerca sociale empirica che si avvale dei metodi QUANTITATIVI; il primo esempio il suo studio sul suicidio. Il paradigma positivista si evoluto nel corso del tempo: si passati dal realismo ingenuo ottocentesco al neopositivismo, databile tra gli anni Trenta e Sessanta del XX secolo. Il neopositivismo riconosce che la conoscenza imperfetta e probabilistica. In tale contesto, il procedimento scientifico non tende pi alla verifica delle leggi scientifiche, ma va alla ricerca della falsificazione dei dati osservati (come sosteneva Karl Popper). In Germania nel corso dell'Ottocento i filosofi e gli intellettuali partecipavano alla disputa sul metodo (dibattito di carattere epistemologico sulla scienza e sulla modalit di conduzione della ricerca), in contrapposizione alla concezione positivista dominante in Europa. Paradigma comprendente = metodologia qualitativa Weber. La disputa sul metodo si articola su due versanti. Il primo interno al dibattito tedesco, vedendo contrapposte la scuola analitica (considerava possibile una conoscenza generalizzata dei fenomeni sociali) e la scuola storicista (considerava impossibile l'assunto principale della scuola analitica, in quanto ogni evento connotato da caratteristiche peculiari che lo rendono unico e irripetibile). Il secondo riguarda la contrapposizione tra scienze naturali e scienze esatte. Wilhelm Dilthey riteneva necessaria una distinzione tra le scienze della natura (i cui fenomeni vanno spiegati) e le scienze dello spirito (le cui manifestazioni vanno interpretate). Wilhelm Windelban denomin scienze nomotecniche (le scienze esatte) che enunciano leggi a seguito dei fenomeni osservati, e scienze ideografiche (le scienze umani e sociali) che analizzano la peculiarit degli eventi. Weber, partendo dal presupposto che impossibile avere una conoscenza oggettiva ed esauriente della realt, afferm che lunico tipo di conoscenza possibile solo in base ad una scala di valori determinati storicamente, socialmente e individualmente. Con Weber tramonta

definitivamente l'idea che la conoscenza sia un dato da conseguire e che, una volta raggiunta, essa sia assoluta. Infine, il ricercatore sociale deve astenersi dal giudicare i fenomeni con un metro etico. Weber conia il concetto di avalutativit che significa astenersi dal valutare un qualsiasi fenomeno per le sue implicazioni di carattere morale, ovvero giudicarlo come opportuno o come negativo; il fenomeno va analizzato come manifestazione del divenire umano. Il metodo di ricerca di Weber si qualifica per due elementi essenziali: comprensione o empatia e il tipo ideale. Comprendere significa che il ricercatore deve mettersi sulla stessa lunghezza donda del soggetto agente. Il tipo ideale non la rappresentazione della realt, ma una sua estrapolazione, unipostatizzazione (ovvero, rappresentare concretamente un concetto astratto) dei fenomeni storico-sociali che ne accentua determinate caratteristiche. 2. IL PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE Lavvento della societ moderna e industriale rappresenta lesito di un processo storico, compiutosi in Europa in un arco di tempo che va dalla fine del Medioevo alla met del Settecento: si tratta di un processo di graduale cambiamento delle societ occidentali, caratterizzato da un insieme di trasformazioni, e che prende il nome di modernizzazione. Esso ha agito su quattro piani: economico (le trasformazioni hanno dato luogo allindustrializzazione, ovvero uninnovazione della produzione dei beni e manufatti, dei consumi, della distribuzione sociale dei redditi), sociale (emersione di nuove classi sociali, sviluppo di una mobilit sociale e fisica, differenziazione interna alla societ), politico (caratterizzato dallaffermazione, a volte anche con la violenza, delle istituzioni tipiche delle democrazia parlamentare borghese), culturale (con laffermazione di nuove regole di vita orientate ai valori di uguaglianza giuridica tra i membri della collettivit). La modernizzazione il frutto sinergico dei cambiamenti avvenuti in ciascun settore. 2.1 La modernizzazione economica La modernizzazione economica rappresenta un processo che ha portato alla nascita e allaffermazione della grande industria. A causa dellintroduzione delle MACCHINE nel processo lavorativo, questo viene scomposto in singole fasi. Ci comporta un risparmio di tempo per loperaio che aumenta la propria destrezza, e laccelerazione del ritmo produttivo. Lintroduzione delle macchine permette di utilizzare manodopera non qualificata abbassando ulteriormente i costi di produzione, cos da rendere le merci ancora pi competitive sul mercato. Vari fattori hanno sostenuto il processo di industrializzazione: la rivoluzione agricola ha consentito, da un lato, la liberazione della manodopera agricola che si urbanizzata e ha trovato impiego nelle fabbriche, dallaltro, ha permesso alla popolazione in crescita di ricevere i rifornimenti alimentari a prezzi contenuti. La rivoluzione agraria in Inghilterra consistette in raccolti favorevoli e abbondanti, in coincidenza con lallargamento del mercato agricolo dovuto allaumento demografico, che fecero registrare un calo dei prezzi dei generi di prima necessit garantendo la sopravvivenza a tutti evento mai verificatosi prima di allora in periodi di incremento della popolazione. Tale cambiamento comport laffermazione di una mentalit di tipo imprenditoriale e di conseguenza il progressivo scioglimento dei vincoli feudali. Il processo di privatizzazione degli appezzamenti di terra fino ad allora destinati alluso comune spinse i contadini ad abbandonare la terra. Il fatto che in campagna cera sempre meno

bisogno di manodopera, rappresent una delle condizioni che diedero luogo alla costituzione del primo proletariato: i contadini senza terra si riversarono nelle citt. Altri elementi che hanno agevolato laffermazione del capitalismo industriale sono stati il miglioramento dei trasporti, la ricerca sulle fonti energetiche, linvenzione della macchina a vapore che permise la costruzione delle fabbriche nelle citt (invece che vicino ai corsi dacqua) e laumento demografico dovuto alla riduzione della mortalit. Esaminiamo ora il passaggio dalle modalit produttive artigiane al modo di produzione industriale e capitalista. In epoca preindustriale, i beni e manufatti, destinati al consumo quotidiano, erano prodotti principalmente dalle Arti & Corporazioni che servivano un pubblico ricco e raffinato; la restante popolazione (i contadini) produceva in proprio i beni per soddisfare le proprie esigenze. A partire dal XVI secolo le condizioni socio-economiche dellEuropa iniziano a cambiare: presso alcuni settori del ceto cittadino, arricchitosi con i commerci, aumenta la ricchezza e crescono la disponibilit di spesa; di conseguenza, si determina un aumento della domanda dei beni manufatti. A tale richiesta le Arti & Corporazioni non riescono a far fronte. In questo periodo viene a delinearsi la figura del mercante-imprenditore, il quale inizialmente incaricava le famiglie contadine della produzione dei manufatti; in seguito, inizi a fornire anche la materia prima e, infine, giunse ad affittare anche il macchinario necessario per la lavorazione. Si costitu un sistema di LAVORAZIONE A DOMICILIO, il putting-out system o cottage system, ossia un modello di produzione di beni decentrato e localizzato presso la casa del produttore. La figura del mercante imprenditore sar poi sostituita dal borghese imprenditore, il quale concentrer le maestranze in un unico luogo di produzione, chiamato fabbrica. Con lapplicazione delle macchine al processo produttivo, loperaio ne diviene un ingranaggio e non pi artefice. Il borghese imprenditore opera uno stretto controllo sui lavoratori che vengono considerati forza lavoro a basso costo con un salario di equilibrio determinato dalle forze del mercato. Solo nella societ moderna, loperaio sar tutelato da un corpus specifico di norme volte a regolare il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro. Da un rapido confronto tra le modalit produttive preindustriali e quelle capitaliste emerge la radicale e profonda differenza tra i due sistemi. La societ e leconomia pre-industriali erano caratterizzate dallautoconsumo e da una scarsa propensione allinnovazione tecnica applicata al lavoro dei campi: uneconomia di sussistenza, divisione del lavoro scarsa, quindi assenti le forme di investimento finalizzate al miglioramento quali-quantitativo della produzione e, di conseguenza, produttivit bassa. Nella societ capitalistica moderna il ruolo del settore primario (agricoltura, pesca e allevamento) decresce e si afferma la produzione industriale, caratterizzata dalla creazione di merci in un vasto numero di esemplari uguali tra loro, dallapplicazione della scienza e della tecnica al processo produttivo e dalla continua innovazione tecnologica, per la quale si fanno opportuni investimenti. La differenza sostanziale che il sistema economico medievale sia di tipo estensivodispersivo, mentre quello moderno intensivo-razionale. 2.2 La Modernizzazione politica La modernizzazione politica stato il processo tramite il quale gradualmente si formato lo Stato Nazionale: esso diventa lunica autorit preposta alla difesa armata del territorio, autorizzata al mantenimento dellordine pubblico e a far rispettare la legge (gli alleati del feudatario vengono sostituiti con lesercito). Lo stato moderno diviene lunico ente deputato ad amministrare la giustizia e a battere moneta.

Lo Stato moderno assume una connotazione democratica. Dalla rappresentanza politica dei ceti si passa alla rappresentanza in Parlamento, organizzata per delega, fornita dal popolo ai propri rappresentanti, periodica tramite libere elezioni. Parallelamente, si afferma il principio del consenso. Nella lenta formazione dello Stato moderno importante laffermarsi della tendenza a una progressiva concentrazione del potere nelle mani dellautorit centrale sul finire del Medioevo. Il meccanismo della concentrazione del potere si articola in due fasi: la monopolizzazione consiste nella concentrazione del potere nelle mani del signore territoriale pi forte; la gestione di tale potere, che dalle mani del singolo passa a un gruppo di individui, allinterno del quale sono ripartite le diverse funzioni e i cui membri sono perci tutti reciprocamente dipendenti tra loro (si realizza, cos, il passaggio dalla fase privata a quella pubblica del monopolio. Nasce lesigenza di un apparato amministrativo che gestisca il potere in base alla crescente complessit della societ. La fondazione di un apparato amministrativo sempre pi complesso e articolato, richiede costanti introiti per il suo mantenimento. La fonte di finanziamento principale il pagamento di tributi da parte della cittadinanza. Parallelamente si afferma lidea che chi versa i tributi abbia il diritto di sapere come i soldi saranno spesi. Nasce la borghesia che si rafforzer a tal punto da reclamare il riconoscimento della propria funzione politica. Ci comportava labolizione dei privilegi delle vecchie classi nobiliari e la rimozione degli ostacoli di natura legale, finanziaria, organizzativa alla sviluppo economico e allaffermazione economica, politica, sociale e culturale della borghesia. La rivoluzione francese del 1789 consister nella conquista del potere politico, per conseguire questi obiettivi e nel riconoscimento delluguaglianza giuridica di tutti i cittadini. In tal modo la societ si democratizza, determinandosi laffermazione del pluralismo. 2.3 La modernizzazione sociale La modernizzazione sociale ha prodotto il rinnovamento dellassetto sociale complessivo con la nascita di nuovi classi e gruppi sociali e la formazione di nuovi processi sociali. La struttura sociale tradizionale si presenta gerarchica e autoritaria, poich la sua organizzazione risponde alla logica di appartenenza in base ai vincoli di sangue. Nella societ moderna, lindividuo ha una maggiore importanza e viene riconosciuto il suo agire. La diversa valutazione dellazione dei soggetti dovuta principalmente al fatto che in ambito tradizionale ciascun individuo si trova ad adempiere a una serie di compiti determinati dalla consuetudine, pressoch stabili nel tempo. La societ moderna assegna a ciascuno un posto nella scala sociale sulla base di un criterio di merito; pertanto, i ruoli sono acquisiti e non derivati dallorigine famigliare o basati sullappartenenza a uno specifico gruppo. Nella societ moderna prevale un orientamento di tipo acquisitivo, mentre quella tradizionale segue una logica di ascrizione. Durante il Medioevo la mobilit sociale era assai scarsa, nel senso che i ranghi erano abbastanza rigidi ed era ammessa solo la mobilit verso lalto. La mobilit sociale , invece, una modalit per garantire il ricambio e lutilizzazione delle risorse sociali migliori, reclutandole in qualsiasi strato sociale e riconoscendo limportanza delle doti e talenti personali. Lorganizzazione sociale della societ industriale e capitalistica caratterizzata, rispetto alla societ medievale, da due classi sociali: la borghesia imprenditoriale, proprietaria dei mezzi di produzione che offre lavoro, e il proletariato che svolge il lavoro. Le classi sociali moderne si originano dal terzo stato che, nellepoca medioevale, raggruppava tutti coloro che non facevano parte del primo stato (nobili), n del secondo stato (gli ecclesiastici), n dei servi della gleba. Le societ moderne, invece, hanno una struttura improntata a una crescente differenziazione funzionale interna.

Un altro fenomeno legato alla modernit rappresentato dalla mobilit: essa si distingue in MOBILIT SOCIALE e MOBILIT FISICA O GEOGRAFICA. Con il primo si intende il passaggio, facilitato dallaumento della scolarizzazione, da classi e gruppi sociali diversi da quelli di provenienza in base al merito del singolo individuo. Con il secondo si intendono limmigrazione e linurbamento, facilitati dal miglioramento dei trasporti. Unulteriore differenza tra tradizione e modernit rappresentata dalla famiglia che sub una trasformazione in termini di dimensione e funzionale. Dalla famiglia allargata (convivenza di pi generazioni) si passa a quella nucleare, composta dalla coppia e dai propri figli. Dal punto di vista funzionale, inoltre, mentre la famiglia tradizionale fungeva anche da unit produttiva, quella moderna solo ununit di consumo. Prima dellindustrializzazione, i bambini lavoravano in campagna sotto il controllo dei genitori; successivamente, iniziarono a lavorare nelle fabbriche (come anche le donne), ma il datore di lavoro non aveva affatto cura della sorte e della salute dei piccoli operai: in quel periodo crebbe la mortalit infantile. 2.4 La modernizzazione culturale Per modernizzazione culturale si intende laffermazione di valori, comportamenti, norme e mentalit moderni. Le caratteristiche di questo processo sono: la secolarizzazione, lo sviluppo della razionalit, la trasformazione del carattere del comportamento e delle relazioni umane che si fanno sempre pi impersonali. Con il termine di secolarizzazione si intende laffermazione di concezioni del mondo e della vita svincolate dalla religione. Ci pone laccento sul fatto che luomo soggetto agente e faber fortunae suae. Pertanto, il mondo e la realt circostante possono venire indagati con i mezzi e le tecniche moderne. Questo si coniuga con il concetto di razionalit delluomo occidentale, e nella fattispecie dellhomo oeconomicus, consiste nel perseguimento degli obiettivi prefissati, avviene cio in modo razionale, ossia adottando comportamenti, metodi e tecniche appropriate volte a conseguire lo scopo a costo pi basso. Il processo di modernizzazione ha indotto, nelle societ europee, anche una trasformazione nella dimensione socio-psicologica. Norbert Elias ha dimostrato che luomo moderno ha una sensibilit diversa, assume comportamenti differenti e intrattiene rapporti diversi dal passato con i suoi simili, controlla le pulsioni e ha un maggior distacco psicologico ed emotivo nelle vicende della vita quotidiana. Il processo di civilizzazione consiste in un passaggio graduale dalla costrizione sociale allautocostrizione psico-sociale. Il processo di civilizzazione si divide in tre fasi: nella prima fase prevale leterocostrizione; la seconda quella della regolazione e della repressione degli istinti; la terza fase quella dellautocontrollo e dellautocondizionamento, in cui si prova repulsione alla sola idea di non comportarsi in modo conforme alle maniere civili. 3. LAVVENTO DELLA MODERNIT: IL PASSAGGIO A NUOVI ASSETTI SOCIALI I padri fondatori avevano in comune lidea che la storia dellumanit tendesse al progresso e, coerentemente con limpostazione positivista, ritenevano che il mutamento sociale ed economico fossero regolati da leggi universali. Da tale concezione discendevano due corollari. Secondo il primo il cammino dellumanit sarebbe un PROCESSO EVOLUTIVO GRADUALE, CUMULATIVO, IRREVERSABILE e DOTATO DI UN FINE. Il secondo corollario riguarda la ferma convinzione che alla base di questo processo vi sia un PRINCIPIO REGOLATORE, i cui meccanismi debbano essere svelati e proposti in forma di leggi.

Il primo problema che si pone quello di ricostruire la genesi e la dinamica del mutamento e del nuovo ordine sociale. Il secondo problema quello di comprendere i caratteri dellaccresciuta complessit e di individuare gli elementi che consentono lequilibrio e lordine sociali. 3.1 Il mutamento sociale Con il termine di mutamento sociale si intende una modificazione durevole nel tempo della struttura sociale, talmente profonda da non consentire il ripristino o da renderlo molto difficile. Sono vari i modelli interpretativi del mutamento sociale: essi si distinguono in ciclici (utilizzati dagli storici per le fluttuazioni) o lineari (i grandi autori classici del pensiero sociologico concordano su di una visione del mutamento sociale che condurrebbe verso la complessit, nel senso del progresso). Le cause del mutamento sociale possono essere di natura endogena (interne al tessuto sociale stesso) o esogena (cause esterne). Ma come stato interpretato il mutamento sociale dai classici del pensiero sociologico? La versione inglese del mutamento sociale prende le forme dellevoluzionismo sociale, il cui massimo esponente Herbert Spencer. I tratti caratteristici della sociologia inglese, sono rappresentati da un lato dalla centralit dellindividuo come soggetto attivo di cambiamento e dalla teoria evoluzionistica dallaltro. Spencer conia la legge universale dellevoluzione che indica il passaggio da una situazione di omogeneit, semplicit e scarsa differenziazione, ad uno stato di eterogeneit, maggiore articolazione e diversificazione interna. Secondo Spencer, questo passaggio dovuto alla lotta per la sopravvivenza e dunque frutto dellevoluzione. Laffermazione di ciascun individuo, nellambito della societ moderna, rappresenta lesito di una dura selezione dalla quale emergono i soggetti pi forti e capaci. Secondo Emile Durkheim la divisione sociale del lavoro innesca il mutamento sociale e ne costituisce la peculiarit. Tra le cause che contribuiscono ai progressi della divisione del lavoro, Durkheim annovera lincremento demografico. Esso rappresenta unalterazione dello stato di quiete e di equilibrio dato tradizionalmente, comportando un maggior numero di transazioni e di scambi. Laumentata frequenza dei rapporti tra i soggetti comporta non solo una maggiore e pi accentuata divisione del lavoro sociale, ma anche unalterazione di tipo qualitativo che risiede nel senso collettivo di appartenenza alla comunit e che Durkheim chiama densit morale. La costruzione teorica e limpianto della concezione sociale elaborata e sviluppata da Durkheim si incentrano sul concetto di solidariet, inteso come senso di condivisione tra gli esseri umani che si sentono membri di una societ. La solidariet dunque un sentimento che fa sentire gli esseri umani uniti gli uni agli altri. La solidariet meccanica si instaura nelle societ poco differenziate, cio, quando sussiste una scarsa divisione del lavoro, quando vi poca differenziazione sociale e si in presenza di grande somiglianza e interscambiabilit tra gli individui. Nel caso di una societ moderna il tipo di solidariet detto organico. La solidariet serve a mantenere la coesione sociale: nelle societ pi semplici, essa fortifica il senso di appartenenza e di rafforzamento reciproco; nelle societ moderne, la solidariet alimenta il senso di ciascuno di essere necessario agli altri per le sue particolari competenze e dipendente dai suoi simili per lo stesso motivo. Se non si attua il passaggio da solidariet meccanica a solidariet organica avremo uno stato di anomia, descritto da Durkheim come la mancanza di regole conformi al benessere di una collettivit; il termine indica la perdita dellarmonia e dellequilibrio sociali. In una simile condizione si verificano caos, turbolenze, disordine sociale e crisi economiche. Capostipite delle teorie conflittualistiche del mutamento sociale Karl Marx, per il quale il conflitto una costante della storia dellumanit, anzi il vero motore del mutamento sociale.

Marx si pone in forte discontinuit con la concezione organicistica di Spencer e Durkheim: d diritto di cittadinanza al conflitto, non solo considerandolo come stato normale, ma anche in quanto elemento propulsore delle trasformazioni storiche. Marx idealizza una societ senza classi, pi avanzata e moralmente superiore in quanto non pi caratterizzata dallo sfruttamento e allinsegna della giustizia sociale. Il mutamento sociale comporta la sostituzione di una classe dominante con unaltra (la storia degli uomini storia di lotte di classi. La concezione che Marx svilupp con Friedrich Engels circa il mutamento sociale frutto della loro concezione materialistica della storia. Lesigenza primaria degli esseri umani sta nel soddisfare i bisogni materiali, quindi, risulta determinante il modo in cui si producono i beni per soddisfarli. Secondo Marx ed Engels, questultimo influisce sullassetto economico-produttivo, sullorganizzazione del lavoro e sullordinamento sociale. Conseguentemente, il sistema di rapporti di produzione e di propriet dei mezzi di produzione genera determinati rapporti sociali. Questo complesso di elementi costituisce la struttura economica della societ o la sua base reale. Su di essa si eleva la sovrastruttura che comprende politica, diritto, forme culturali e la religione. Giungendo a maturazione un diverso modo di produzione, si verr a costituire, gradatamente, un nuovo sistema di produzione e di rapporti di propriet. Nel momento in cui le nuove forze sociali, consolidatesi nel tempo, saranno in grado di affermarsi come classe dominante, si render necessario il rivolgimento sociale che instauri un nuovo ordine sociale, grazie al quale si proceder alla sostituzione della vecchia classe dominante con una nuova. Anche Weber sostiene che il mutamento sociale va inteso come esito di un processo conflittuale (lequilibrio viene costantemente messo in discussione). 3.2 Il problema dellordine e dellequilibrio interni ad una societ che cambia Ferguson considera le trasformazioni della societ civile, avviando la sua analisi dal passaggio della societ dallo stato selvaggio a quello barbaro. In questa seconda fase compare la propriet, che corrisponde a un nuovo modo di organizzazione sociale e a un suo migliore assetto. Ferguson nota che lattivismo commerciale e la propriet privata alimentano legoismo e lindividualismo e teme le conseguenze negative di tali comportamenti, sostenendo che la ricerca e la cura dei propri interessi, quale unica modalit di agire in ambito sociale, finiscano con il causare la perdita del senso di comunit. Allo scopo di conciliare i diversi interessi che si formano nella societ moderna, il metodo per garantire la pace sociale quello di stingere un accordo tra i soggetti interessati: il contratto sociale un patto flessibile che contribuisce a definire e consolidare le regole di convivenza sociale e civile. Per il pensiero sociale inglese (Spencer) il nuovo ordine sociale va letto in chiave naturalistica e fisiologica: nella societ moderna (rappresentata come un organismo complesso e maggiormente articolato rispetto al passato)ogni organo svolge il proprio compito, pertanto, linterconnessione tra le diverse parti garantisce il benessere del corpo sociale. Secondo Spencer, per lequilibrio del corpo sociale necessario che esso sia costituito da diversi gruppi, posti tra loro in relazione differenziata e complementare (darwinismo sociale). A supporto di ci, Spencer fa riferimento alla teoria dellevoluzione, sostenendo che nella societ, come accade nel mondo della natura, gli individui si trovano a dover lottare per la propria sopravvivenza: la vittoria di alcuni la sconfitta di altri. Ci non significa che i secondi debbano soccombere, piuttosto che saranno destinati a posizioni e condizioni di rango inferiore e di minor prestigio sociale. Auguste Comte ritiene la sociologia (che chiama anche FISICA SOCIALE) la scienza destinata a consentire il governo del nuovo ordine sociale, contribuendo a fornire strumenti e metodi per il raggiungimento della pace, dellequilibrio e dellarmonia in seno alla convivenza umana. Egli distingue la sociologia in STATICA e DINAMICA sociale. La statica sociale ha per oggetto di studio gli elementi ricorrenti e immutabili insiti nelle societ umane (la famiglia), la

dinamica sociale studia tutti quegli aspetti che possono subire delle trasformazioni nel corso del tempo. Comte individua tre fasi che si sono succedute nel corso del tempo e a ognuno di esse corrisponde un preciso modo di intendere la conoscenza. Nel primo, stadio teologico, risalente allepoca medioevale, le fonti del sapere erano attribuite a entit soprannaturali. Il secondo stadio quello metafisico, in cui la ragione umana la via maestra per la conoscenza; tale situazione porta alla compresenza di pi idee spesso in contrasto tra loro, generando caos e incertezza: questa la fase che corrisponde allet moderna. Solo nellultimo stadio, quello positivo, vi sar ordine e progresso; in questa fase prevale la scienza, alla quale tutti gli uomini accettano di assoggettarsi. Secondo Durkheim, la disciplina che ha delineato i contorni dellordine sociale e si occupata del suo mantenimento, stato il diritto. Le norme (intese come modalit regolative cui si conforma il comportamento dei singoli e, quindi, quello dellintera societ) fanno presa sul soggetto, hanno un riconoscimento sociale e vengono introiettate dallindividuo. Diversamente dal pensiero di Spencer, con il quale condivide lorganicismo di matrice positivista, Durkheim basa linterezza della societ sul senso di appartenenza a essa da parte dellindividuo. 4. I CARATTERI DEL NUOVO ORDINE SOCIALE 4.1 Caratteri economici della societ moderna La divisione del lavoro, applicata al processo produttivo, un modo di razionalizzazione della produzione allo scopo di accrescerla. Questo comporta una maggiore disponibilit di beni e un maggior benessere per la popolazione. La divisione del lavoro consiste nella scomposizione del processo produttivo in fasi semplici che vengono assegnate a ciascun lavoratore, tale che ognuno di loro si concentri su una singola mansione. Smith rileva come questo comporti labbrutimento fisico e morale delle classi subalterne, finch esse si rivelino forze sociali non in grado di favorire il progresso dellumanit. Per Marx il quoziente di divisione del lavoro presente in un determinato assetto socioeconomico indica il grado di efficienza e di sviluppo delle forze produttive: a ci corrispondono determinati rapporti di forza allinterno della societ. Il capitalismo ha generato due classi nella societ: la borghesia imprenditoriale e la classe operaia, il proletariato. La borghesia imprenditoriale proprietaria dei mezzi di produzione; il proletariato dispone solo della propria forza lavoro. La merce forza-lavoro viene remunerata a prezzi di mercato, ma essa in realt rende allimprenditore pi di quanto effettivamente costa. La giornata lavorativa ha un certa durata nellarco della quale il lavoratore ripaga il datore di lavoro della retribuzione che questo gli corrisponde in una frazione di tempo di lavoro; il restante periodo della giornata lavorativa, in cui deve continuare ad erogare la propria prestazione lavorativa, detta pluslavoro. Secondo il principio della teoria dellalienazione, dal momento che il borghese imprenditore il detentore dei prodotti finiti, loperaio alienato, nel senso che non riconosce come suo il prodotto del proprio lavoro. Riguardo alla contraddizione tra chi produce il bene e chi se ne appropria, Marx ed Engels definiscono il concetto di plusvalore. Lo scarto tra quanto rende effettivamente il lavoro e la sua remunerazione rappresenta per il borghese imprenditore il margine di profitto che quantificabile. Inoltre, Marx sostiene che la quota di plusvalore tenderebbe a decrescere con il miglioramento della tecnologia, in quanto questa, perfezionandosi, consente di impiegare sempre meno manodopera. Per quanto riguarda la GENESI DEL CAPITALISMO, Marx ne ha ravvisato le cause nel progresso tecnico e in una serie di trasformazioni di carattere economico-produttivo.

Secondo Weber la confessione religiosa protestante (nello specifico quella calvinista) ha avuto un ruolo nello sviluppo industriale e nella crescita economica dellEuropa centrosettentrionale. La dottrina della predestinazione, una volta secolarizzatasi, ha rappresentato un modus agendi per lintera societ, tale da favorire la nascita del capitalismo. Infatti, per la dottrina della predestinazione, il fedele alloscuro del fatto se sar ammesso alla beatitudine eterna; il fedele ignora la sorte che lo attende, ma Dio manda ai propri fedeli dei segnali. Il successo economico rappresenta un indizio di benevolenza di Dio, per questo il fedele lavora alacremente per ottenere posizioni economiche e professionali di ri1ievo. Secondo Weber, anche un atteggiamento di tipo strutturale nei confronti del mondo ha aiutato lo sviluppo economico europeo, ovvero la razionalit (che significa perseguire lobiettivo prefissato, adottando tutti i mezzi a disposizione dopo aver accuratamente selezionato quello pi congruo allo scopo). Vediamo quali sono gli altri aspetti caratterizzanti leconomia moderna. Il primo il DENARO in quanto mezzo di scambio. Per Simmel, il denaro un mezzo, un materiale da relazione, uno dei tanti aspetti della vita sociale, il simbolo dellinterdipendenza e dei rapporti, e quindi del carattere fondamentale della realt sociale. Simmel rileva come nei confronti del denaro si sempre nutrita una crescente fiducia, tale da renderlo propulsore delle attivit economiche. Ci ha reso possibile la sua accumulazione e dunque la formazione del capitale. Il denaro comporta alcune interessanti manifestazioni sociali: nelleconomia monetaria aumenta la sfera della libert individuale (lintermediazione del denaro spersonalizza le relazioni, i rapporti tra fornitori e consumatori avvengono allinsegna di una reciproca indipendenza). Lo stesso cambiamento si registra nella produzione: la relazione tra datore di lavoro e prestatore dopera circoscritta allambiente lavorativo. Laumento della libert individuale come affermazione dellindipendenza del soggetto ha come aspetto negativo una spersonalizzazione dei rapporti umani che sono sempre pi basati sul calcolo e la razionalit. Nel corso della storia dellumanit, Thorstein Veblen riscontra come sia costante il dominio di una classe agiata a scapito di una attiva e laboriosa. La classe agiata, fondamentalmente improduttiva, usa distinguersi dalla massa grazie al proprio stile di consumo che Veblen definisce vistoso; tale tendenza consiste nellaccedere a beni di lusso, la cui funzionalit la stessa rispetto alle merci prodotte per il grande pubblico, ma il cui unico scopo quello di essere alla portata di una clientela selezionata. Un contributo significativo alla definizione e alla fondazione della sociologia economica fornito da Weber Sombart, secondo il quale i soggetti economici nella conduzione delle loro attivit quotidiane si ispirano ad un complesso di norme e valori che rappresenta la MENTALIT ECONOMICA o SPIRITO ECONOMICO. Lesercizio delle attivit economiche avviene in un quadro di norme formali e informali che danno luogo allORGANIZZAZIONE ECONOMICA. Infine, la produzione dei beni e servizi volti alla soddisfazione dei bisogni realizzata sulla base di CONOSCENZE tecniche e di PROCEDIMENTI a disposizione della collettivit. Sombart ritiene che siano gli IMPRENDITORI la figura centrale determinante per comprendere la genesi del capitalismo moderno. Essi rompono con il passato e abbandonano la tradizione, innescando i processi di mutamento e di sviluppo economico. 4.2 Caratteri politici della societ moderna Il processo di modernizzazione ha avuto come esito la nascita della democrazia parlamentare borghese e della societ civile. Per SOCIET CIVILE si intende un insieme di persone, per lo pi di estrazione borghese, che costituiscono il tessuto connettivo della societ e che rivendicheranno il diritto a vivere come cittadino a pieno titolo, configurandosi come componente sociale distinta dal ceto politico.

Muta anche la fonte di legittimazione del potere. Weber distingue potere (capacit di imporsi contro una resistenza operando una forma di costrizione) da potenza (capacit di farsi obbedire, chi segue lordine riconoscere come lecito il comando considerando che lautorit che emana lordine sia legittimata a farlo). Il potere pu essere (fonti di legittimazione del potere) di tipo tradizionale, ossia trarre la sua fonte di legittimazione dal passato; carismatico, basato sulle capacit e qualit del capo; burocratico-legale, la cui fonte di legittimazione la legge scritta e, dunque, una forma di potere impersonale. Riguardo ai meccanismi di regolazione della vita politica moderna, Vilfredo Pareto teorizza che la struttura sociale sia formata da una minoranza capace e in posizioni di comando, llite, e da una minoranza ad essa subordinata. Egli condivide (con Roberto Michels e Gaetano Mosca) lidea che il popolo sia incapace di autogovernarsi; mentre un gruppo ristretto sarebbe, invece, in grado di gestire il potere. Michels, autore della legge ferrea delloligarchia, sosteneva che in tutti i gruppi esiste un nucleo ristretto al vertice che tende a mantenere il potere e le posizioni di privilegio, escludendo chi non ne fa parte (la democrazia fittizia). Sul versante opposto alle teorie elitiste si colloca la Scuola di Francoforte, nota anche come teoria critica della societ. Essi pensano che sia necessario operare unintegrazione del marxismo con la psicoanalisi, in modo da comprendere le ragioni del consenso delle masse al totalitarismo. Adorno pubblic una indagine con il titolo la personalit autoritaria. In seguito, Erich Fromm dimostrer che la struttura autoritaria viene interiorizzata dal singolo, il quale sviluppa un rapporto libidico con lautorit, inibendo lo sviluppo di una personalit autonoma, capace di critica e autocritica. In questo modo si forma la personalit autoritaria, i cui tratti caratteristici sono la sottomissione nei confronti del potere e la tendenza a scaricare le proprie frustrazioni su chi in una condizione di debolezza e inferiorit. 4.3 Lassetto sociale moderno Con stratificazione sociale si intende una gerarchia di strati sociali disposti per ordine crescente o decrescente; i criteri di distinzione possono essere il reddito, il prestigio sociale delloccupazione o altre variabili. La stratificazione di tipo tradizionale basata sullascrizione 8qualit riscontrabili fin dalla nascita), mentre la stratificazione moderna basata sullacquisizione (titoli e meriti conseguiti grazie alle proprie doti o al proprio impegno). Le interpretazioni degli autori classici a tale fenomeno sono diverse. Marx aveva contrapposto la borghesia imprenditoriale al proletariato industriale, in base al possesso dei mezzi di produzione. Per, questa struttura molto semplificata. Weber introdusse la distinzione tra CLASSI POSSIDENTI (dispongono di rendite da cui traggono sostentamento) CLASSI ACQUISITIVE (acquistano i beni di cui necessitano sul mercato). Weber affianca al concetto di classe sociale il concetto di CETO: nella societ moderna lappartenenza a un ceto dipende dalla condivisione dei MODI DI VITA. La stratificazione sociale pu essere distinta in stratificazione economica, politica e professionale: questi ambiti si intersecano tra di loro. Con il passare del tempo hanno acquisito sempre pi importanza i cosiddetti corpi intermedi, ossia coloro che si interpongono tra lo Stato e il cittadino. Importante il contributo di Charles Wright Mills che introdusse il tema della rilevanza dei ceti medi, ovvero i colletti bianchi, e rilev che le societ di massa sono caratterizzate dallomologazione (progressivo avvicinamento tra classi e gruppi sociali) e dalla generalizzazione degli stili di vita. La stratificazione sociale rimanda ai concetti di divisione sociale del lavoro e di differenziazione sociale. La differenziazione sociale un processo tramite il quale ciascuna parte o settore della societ assume contorni maggiormente definiti.

In tal modo, lindividuo allarga il campo delle sue conoscenze e accresce, di conseguenza, la sua INDIVIDUALIZZAZIONE. In questo contesto, Simmel dimostra come diminuisce e si fa meno stretto il legame tra individuo e gruppo. 4.4 Aspetti culturali del nuovo ordine sociale Con il termine cultura si intende il complesso di caratteri materiali e non materiali, che costituiscono il patrimonio intellettuale di una popolazione; essa comprende norme di comportamento, modi di pensare, valori, usi e costumi, abitudini, lingue e simboli. Il corredo culturale viene appreso da ciascun membro della collettivit nel corso del processo di socializzazione, che ha lo scopo di integrare il singolo nel gruppo. La socializzazione si distingue in primaria (avviene in famiglia che svolge il ruolo di agente di socializzazione) e secondaria (si attua fuori dalla famiglia). La societ moderna ammette lesistenza di molteplici visioni del mondo, di diverse concezioni e sistemi valoriali, anche in conflitto tra di loro, ci che Weber ha definito politeismo dei valori. Ci non significa che nella societ moderna non esistano valori o che non ci si pongano problemi sociali. A tal riguardo, Durkheim ha dimostrato come lappartenenza e il senso di coesione sociale condiviso da tutti i membri della societ costituiscano una sorta di religione civile. I caratteri culturali della societ moderna sono stati analizzati in due aspetti rilevanti: uno considera la cultura e la conoscenza un prodotto sociale, laltro considera la cultura come merce e quindi prodotta e venduta. Karl Mannheim, secondo il quale la conoscenza non pu aspirare a una assoluta verit, dunque, relativa. Mannheim ricordato anche per il concetto di IDEOLOGIA, secondo cui ogni individuo tende a concepire la realt secondo il punto di vista culturale, la sensibilit e lottica del gruppo di cui fa parte. Un altro contributo quello della Scuola di Francoforte e della sua teoria critica della societ che ha messo in risalto come nella societ moderna e capitalista prevalga la razionalit strumentale dovuta allo sviluppo tecnologico. Secondo i teorici francofortesi lindustria culturale (che chiamano anche semicultura) oggi rappresenta lo svago offerto ai lavoratori, i quali vengono distratti dalla loro routine (il panem et circenses contemporaneo). Quanto alle comunicazioni di massa, esse rappresentano, secondo la Scuola di Francoforte, dei mezzi atti alla manipolazione delle coscienze e hanno come risultato una produzione standardizzata, di massa, che diviene merce; ci rappresenta uno svuotamento della vera cultura che invece critica: lunica possibilit di riscatto sta nella dialettica negativa che, ovviamente, contraria al sistema. 5. LA SOCIET COME LUOGO DELLINDIVIDUO Il rapporto tra individuo e societ ha dato luogo a due approcci di analisi: quello macrosociologico (considera la societ come unentit generale che sovrasta lindividuo) che lapproccio che abbiamo seguito fin qui, e quello microsociologico (pone laccento sulle relazioni che lindividuo intreccia nel proprio ambiente e il cui prodotto ha per esito la costruzione della societ). 5.1 Durkheim: luomo, padrone di casa della societ Secondo Durkheim, lindividuo e la societ sono inscindibili. Egli dimostra come latto di togliersi la vita non sia una questione legata allinteriorit del soggetto, ma abbia chiare cause sociali rintracciabili nel grado di integrazione nella societ e di compattezza del tessuto sociale.

Egli distingue tre tipi di suicidio. Nel suicidio egoistico prevale nel soggetto il senso dellindividualit su quello di appartenenza alla comunit. A tal proposito il suicidio viene correlato con la variabile della confessione religiosa, da cui emerge che quella protestante quella a maggior rischio di suicidio: il soggetto, avendo sviluppato un rapporto diretto con la divinit, si suicida nel momento in cui gli viene a mancare il calore della comunit ecclesiale. Quindi, tanto pi lindividuo sentir di appartenere a una societ, tanto meno si sentir spinto a togliersi la vita. Altre variabili correlate al suicidio sono il sesso e lo stato civile. Durkheim ha riscontrato che gli uomini tendono a suicidarsi pi delle donne, perch sono maggiormente inseriti nella vita sociale, pertanto, quando questo legame si affievolisce, sono pi esposti al suicidio. Per i maschi, il matrimonio un ottimo rimedio contro il suicidio. A riprova di ci, gli uomini vedovi tendono maggiormente a suicidarsi e si salvano nel caso di presenza di figli. Le donne tendono a compiere il gesto estremo quando la loro centralit domestica viene meno. Il suicidio altruistico si registra quando la societ prevale sullindividuo, non appena le spinte sociali nei confronti del singolo sono forti o abnormi. In tal caso, il soggetto, identificandosi con la societ, si spinge fino al suicidio, rinunciando alla propria incolumit fisica. Il suicidio anomico (tipico della societ moderna) si registra nei casi in cui le regole sociali non si sono adeguate ai cambiamenti di tipo strutturale. In conclusione, secondo Durkheim lindividuo e la societ debbono essere in rapporto di consonanza, di equilibrio e di armonia, sia per il benessere psichico del singolo che per un sano andamento della vita collettiva. 5.2 Lindividuo di Tnnies tra comunit e societ La COMUNIT lunico luogo in cui lessere umano veramente se stesso, perch egli non perde la genuinit dei suoi sentimenti e trova corrispondenza ai suoi affetti nellambiente che lo circonda. Tnnies sostiene che il senso di comunit naturale, poich basato sui rapporti naturali e di sangue nellambito della cerchia familiare. Nella SOCIET gli individui svolgono attivit per linteresse alla collaborazione di tutti con tutti, quindi un aggregato di soggetti che stanno insieme per convenzione. Lattivit principe lo scambio di prestazioni che ha luogo tramite latto di transazione; la convivenza sociale basata sul contratto (che sancisce lo scambio), anzich sugli stati emotivi e affettivi come avviene nelle comunit. Ci che conta nella societ il valore di scambio e il metro di misura accettato da tutti il denaro: grazie alla mediazione del denaro avviene lo scambio. Tanto la comunit quanto la societ sono caratterizzate da un tipo di volont che le contraddistingue: tipica della societ la volont arbitraria che contribuisce alla formazione del pensiero, mentre la comunit caratterizzata da una volont di tipo essenziale che il principio dellunit della vita. La prima forma di volont pi immediata e passionale, laltra pi razionale e calcolatrice, quindi luna si contrappone allaltra. 5.3 La scuola tedesca La sociologia e il pensiero sociale della Germania considerano la societ e la modernit come un complesso profondamente problematico. Il contributo tedesco si presenta differente dal paradigma positivista dominante nellOttocento. Loggetto danalisi del suo approccio lagire sociale e linterazione tra gli uomini, considerandoli costitutivi della realt sociale (Weber e Simmel). Dal punto di vista metodologico, rivendicano la specificit della disciplina e conseguentemente limpossibilit di usare il metodo e i criteri di ricerca tipici delle scienze naturali. 5.3.1 La teoria dellazione sociale Weber sostiene che la sociologia si occupa dellagire sociale, interpretandolo e spiegandolo causalmente. Secondo Weber, non tutto lagire umano sociale, ma definito tale dal senso attribuito allazione e dal fatto che lazione viene rivolta ad altri.

Per Weber, fare sociologia significa interpretare lazione di un soggetto agente comprenderne il senso e, quindi, mettersi nel suoi panni (sociologia comprendente) e, dunque, fornire una spiegazione dellazione osservata. Lazione sociale quando il senso attribuito allazione sia dal soggetto agente che da colui verso cui lazione diretta. La spiegazione dellazione sociale deve dar conto delle motivazioni che hanno spinto lattore ad agire in quel modo (analisi dei nessi causali). Weber ha rintracciato quattro diversi tipi di azione sociale: razionale rispetto allo scopo, quando lindividuo agisce per ottenere qualcosa; razionale rispetto al valore, quando alla base dellagire sussiste una motivazione di carattere etico, morale; affettivo, quando lindividuo agisce in base alle proprie emozioni e passioni; tradizionale, fa riferimento a prassi consolidate e che si tramandano nel tempo. 5.3.2 Societ e sociologia secondo Simmel Secondo Simmmel, la sociologia consiste nello studio delle forme che assumono i diversi tipi di interazione tra gli uomini. Simmel introduce la differenza tra forma e contenuto, segnando lavvio della SOCIOLOGIA FORMALE. Un altro concetto simmeliano quello di SOCIAZIONE. La societ frutto di un insieme di combinazioni di reciprocit e di relazioni mutue e scambievoli tra gli individui; le forme delle relazioni reciproche tra gli individui tendono a cristallizzarsi nel corso del tempo e il fatto che si stabilizzino, assumendo contorni definiti, avviene grazie al processo di sociazione. 5.4 Lazione secondo Pareto Pareto constata che le azioni umane sono dettate da impulsi e passioni. Nel suo Trattato di sociologia generale, egli individua i presupposti metodologici della disciplina: la sociologia non ricava verit assolute, ma si basa sullesperienza e losservazione dei fatti. Le leggi sociologiche esprimono la probabilit delle relazioni tra i diversi elementi, attraverso il metodo induttivo, e le ipotesi formulate valgono fino a prova contraria. Nellagire umano possiamo distinguere elementi soggettivi, che orientano lindividuo, e gli elementi oggettivi, che sono la manifestazione concreta dellagire. Quando gli elementi soggettivi e oggettivi coincidono (avviene raramente) si ha azione logica, in tutte le altre si hanno azioni non logiche. Molte azioni sono dettate da componenti emotive e non razionali, passioni e pulsioni che Pareto chiama residui; gli esseri umani attribuiscono al proprio agire caratteri razionali che Pareto chiama derivazioni. Per comprendere lagire sociale bisogna risalire ai residui che si dividono in due classi: listinto di combinazione (relazione tra due fattori) e la persistenza degli aggregati (la tendenza a conservare la relazione). 6. IL DILEMMA TRA MICRO E MACRO 6.1 Le Microteorie Questo orientamento teorico focalizza il proprio interesse sullinterazione tra gli individui e considera la realt sociale frutto dei rapporti tra gli uomini e della loro intersoggettivit. Nellambito delle microteorie troviamo due orientamenti: linterazionismo simbolico e la fenomenologia. 6.1.1 Linterazionismo simbolico

Tale orientamento considera lindividuo nella interazione con se stesso, determinandone il comportamento sociale. Linterazionismo simbolico studia i processi mediante i quali gli individui si formano le opinioni, decidono e, conseguentemente, agiscono. Mead concepisce lo sviluppo dellindividuo come risultato dinterazione tra gli esseri umani e il loro ambiente sociale e materiale. Accanto a questo, importante studiare anche il mondo psichico interiore dellindividuo, frutto anchesso dellinterazione sociale. Alla base della psicologia sociale di Mead, e quindi dellinterazionismo simbolico, ci sono quattro elementi: il s, linterazione con il s, lo sviluppo del s e il significato simbolico. Il s un processo sociale di interazione con se stessi perch consente di instaurare il rapporto con la realt circostante sulla base dellinterpretazione che d della stessa. Mead individua varie componenti del s: lIo (impulsi), il Me (guida il comportamento del soggetto sociale), il S (processo sociale che include lIo e il Me). Nellinterazione con il s lindividuo comunica con se stesso, si immedesima nellaltro per dirigere la sua azione. Lo sviluppo del s si attua seguendo diversi stadi: a circa 2 anni avviene la prerappresentazione e si tratta dellazione imitativa; in una fase pi avanzata dellinfanzia, laltro generalizzato consente di assumere la posizione di un atro. Infine, il significato simbolico che deriva dal gesto prima ancora dellatto stesso. Il gesto interiorizzato ha lo stesso significato per tutti i membri della societ. In Herbert Blumer, linterpretazione assume rilevanza centrale. Egli ritiene che gli esseri umani agiscano verso le cose per il significato che tali cose hanno per loro; il significato emerge dallinterazione sociale; il significato non dato in modo definitivo, ma si plasma sulla base del processo interpretativo del soggetto agente. Pertanto, per Blumer la sequenza dellinterpretazione sociale : stimolo-interpretazione-risposta. 6.1.2 La fenomenologia La fenomenologia si occupa di come gli attori percepiscono i fenomeni nella loro immediatezza. Edmund Husserl riteneva che la conoscenza proviene dai fenomeni sensoriali. Il concetto viene ripreso da Alfred Schtz che concentra la sua attenzione sul MONDO DELLA VITA VITA quotidiana. Secondo la sua versione, il mondo della vita un mondo di azioni e interazioni tra i soggetti agenti, pieno di azioni dotate di senso. Secondo Schtz il vero senso dellazione pu essere colto solo in riferimento al progetto dellazione e lazione interpretabile per il fine, oppure perch frutto di una precisa scelta. Per Schtz i rapporti sociali derivano da un rapporto diretto con un alter ego: possibile cogliere il senso dellazione altrui nei limiti in cui si raggiunge il progetto dellagire altrui. Schtz distingue nella produzione dellazione umana tra senso soggettivo, il che significa un rapporto di contemporaneit, e un senso oggettivo, poich si tratta di una conoscenza estranea. Schtz chiama il procedimento in base al quale elaboriamo i concetti, allo scopo di designarli, TIPIFICAZIONE. Tale processo rende possibile anche la conoscenza dellaltro. Viviamo, dunque, in un mondo di oggetti tipificati e li percepiamo in quanto li riferiamo allesperienza fatta in precedenza. 6.1.3 La seconda generazione delle Microteorie Erving Goffman intende la vita quotidiana al pari di una rappresentazione teatrale (nei rapporti costante la preoccupazione per come si vuole apparire); inoltre, lazione si adatta a seconda che lattore si trovi sul proscenio o nel retroscena di qualsiasi istituzione. Le istituzioni totali sono luoghi in cui il singolo svolge la sua vita 24 ore su 24 e in cui viene privato della sua individualit e della propria sfera intima.

LETNOMETODOLOGIA di Harold Garfinkel letnometodologia studia la realt della vita quotidiana e il modo utilizzato dagli individui per dare senso alle proprie azioni, agli eventi che li circondano. Per letnometodologia gli esseri umani interagiscono dimostrando di seguire le norme e valori in modo da mantenere un quadro coerente del proprio ordine sociale, dando un significato al proprio mondo. Altre due teorie molto simili che rientrano nellambito microsociologico sono quelle dello SCAMBIO e della SCELTA RAZIONALE (Ruth A. Wallace e Alison Wolf fanno riferimento alla teoria di George Homans), secondo le quali gli individui agiscono solo in quanto attori razionali, perch essi debbono massimizzare gli sforzi (trovandosi in regime di scarsit di mezzi) allo scopo di perseguire il proprio tornaconto. In conclusione, le microteorie del dopoguerra concentrano la loro attenzione sulla realt sociale vissuta dai soggetti e su come essi la elaborano. Peter Berger e Thomas Luckmann hanno elaborato una sociologia della vita quotidiana, mettendo in luce il processo tramite cui gli individui creano con lazione e linterazione la realt quotidiana come esperienza oggettiva, fattuale e significante, la quale diventa cos un dato che conferisce senso a ci che essi fanno. Tale risultato si raggiunge grazie a un processo che comprende le fasi di esteriorizzazione, oggettivazione e interiorizzazione. 6.2 Le Macroteorie 6.2.1 Lo struttural-funzionalismo: Talcott Parsons Parsons voleva fondare una teoria comprensiva dellordine sociale, concependo la societ come un sistema organicamente coeso e connesso in tutte le sue parti e in cui ciascuna di esse riveste un compito preciso nel mantenere salda lunit interna della societ. Nella teoria parsonsiana lazione del soggetto agente trattata in termini astratti e assai generali; solo un punto centrale resta fermo: il comportamento funzionale, ossia risponde allesigenza di mantenere e perpetuare lordine interno alla societ e il suo assetto. Nella teoria dellazione sociale, Parsons formula la teoria volontaristica dellazione, secondo cui il comportamento umano frutto di conformit normative e aspettative, apprese durante il processo di socializzazione. Le componenti dellazione sociale sono le seguenti: il soggetto agente o attore che ha un fine da perseguire; lazione si svolge in una specifica situazione determinata da condizioni e mezzi; lattore agisce in base a norme sociali interiorizzate nel processo di socializzazione. Lelemento volontaristico di tale teoria risiederebbe nella possibilit del soggetto di orientare lazione secondo la situazione che vive e il ruolo che di volta in volta viene a ricoprire. Ci non significa che lazione sia soggettiva, ma che viene orientata secondo le circostanze, seguendo una banda di oscillazione che Parsons chiama pattern variables. Le VARIABILI STRUTTURALI sono cinque coppie oppositive: affettivit neutralit affettiva egoismo altruismo universalismo particolarismo diffusivit specificit realizzazione attribuzione. Indirizzare lazione verso luno o laltro dipende dalle circostanze e dal ruolo ricoperto dallattore nel momento in cui compie lazione. Il RUOLO la parte che interpreta chi si trova in una data situazione; esso indica il modo di comportarsi, valido per tutti a prescindere dallindividualit. necessario che chi riveste uno specifico ruolo agisca in un modo congruente con il ruolo medesimo, affinch il sistema sociale risulti integro e perfettamente funzionante. Un altro caposaldo dellopera di Parson Il sistema sociale: per SISTEMA si intende una complessa intelaiatura di ruoli interconnessi e interagenti tra loro.

Egli individua quattro bisogni fondamentali del sistema (schema AGIL o LIGA): adattamento (Adaptation) dellindividuo allambiente che comporta la necessit di assicurarsi le risorse per garantire la sopravvivenza del sistema medesimo; raggiungere i propri scopi (Goal); integrazione (Integration) del sistema medesimo; mantenere un livello di conflittualit basso e dunque gestire la tensione, mantenendola a uno stadio latente (Latency). Tuttavia, non tardano le critiche alla concezione parsoniana di sistema sociale perfetto, soprattutto per aver escluso qualsiasi elemento che potesse alterare lequilibrio allinterno del sistema. Secondo Parsons, le tensioni interne al sistema possono essere ben riassorbite dallo sistema stesso. 6.2.2 Lo struttural-funzionalismo: Robert King Merton Secondo la concezione mertoniana di DISFUNZIONE, i modelli culturali possono spingere in una determinata direzione; tuttavia, molto spesso, per alcuni gruppi sociali svantaggiati pu darsi una discrasia tra mezzi e mete: non tutti gli elementi del sistema producono adattamento. Inoltre, necessario anche chiedersi chi sia il soggeto che beneficia della funzionalit. Merton critica tre fondamenti del funzionalismo: lunit funzionale, perch non tutti gli elementi culturali di un contesto sociale sono funzionali al mantenimento della societ; lindispensabilit funzionale, perch non tutte le funzioni sono necessarie a mantenere un sistema sociale coeso e integrato; il funzionalismo universale, perch non tutte le funzioni svolgono unazione positiva. Egli distingue, inoltre, tra funzioni manifeste e funzioni latenti; le funzioni manifeste hanno motivazioni coscienti, quelle latenti sono relative alle conseguenze di unazione. 6.2.3 Il neofunzionalismo Si inizia a considerare la possibilit di tener conto della prospettiva micro e della eventualit di unintegrazione con quella macro. Nello specifico, Niklas Luhmann introduce due nuovi concetti: lautoreferenzialit consiste nella capacit di un sistema di adottare delle decisioni in base alla determinazione delle priorit. Quanto alla complessit del sistema, essa viene progressivamente ridotta (riduzione della complessit) e comprende unamplia gamma di scelte e possibilit di selezione. Tale selezione permette di distinguere il MONDO (il complesso delle possibilit di selezione) dallAMBIENTE (le possibilit di una situazione concreta): il SISTEMA si configura come la reale selezione operata. Per Luhmann il SENSO ha rilevanza, perch aiuta nel processo di selezione e di riduzione della complessit. 7. ASPETTI E PROBLEMI DELLA SOCIET CONTEMPORANEA 7.1 Brevi cenni sul contesto storico del XX secolo Il Novecento segnato nella sua prima met, dalle due guerre mondiali e dallesperienza nazista e nella sua seconda parte fino agli anni Settenta caratterizzato da un periodo di pace e prosperit; nellultimo quarto del XX secolo, si assiste a un progressivo declino e a una sempre pi generalizzata crisi. Dal punto di vista economico-finanziario, il periodo del secondo dopoguerra fu caratterizzato dalla ricostruzione in Europa occidentale, dalla creazione del sistema monetario internazionale e dalla nascita del mercato comune europeo. La ricostruzione post-bellica port ad una propagazione del benessere sconosciuta fino ad allora: gli anni dal 1950 circa al 1980 sono stati definiti da Hobsbawm let delloro. La crisi del modello sociale ed economico contemporaneo si verifica allinizio degli anni Settanta a causa della dislocazione dei poteri economici in diverse parti del mondo, della crisi

petrolifera, della cessazione della convertibilit del dollaro in oro e della caduta dei prezzi di alcune materie prime. Alla fine degli anni Ottanta si dissolve il sistema economico-politico realsocialista. Sul finire del XX secolo e allinizio del XXI la societ di massa diviene una societ globale, passando da un ordine sociale basato sulla centralit della propria collocazione lavorativa e professionale, da cui deriva la propria posizione personale e collettiva, a una pluralit di fonti (genere, etnia e cultura) cui attingere per determinare la propria identit sociale. 7.2 Aspetti e problemi economici della societ contemporanea 7.2.1 Le trasformazioni del capitalismo Negli USA si compie, tra gli anni Dieci e Venti del XX secolo, la seconda rivoluzione industriale, quando Henry Ford utilizza la catena di montaggio (inizia lera della produzione di massa) e applica i principi scientifici di Frederick Winslow Taylor. (Nasce il fordismo-taylorismo.) La divisione del lavoro si era compiuta scomponendo il processo produttivo in singole fasi, ciascuna delle quali viene assegnata a un operaio. Con la catena di montaggio loperaio ad essere assegnato alla fase lavorativa. Nellambito del fordismo-taylorismo una versione pi soft di organizzazione del lavoro la Scuola delle relazioni umane, frutto delle ricerche di Elton Mayo: una tipologia di gestione delle relazioni sul luogo di lavoro che punta sulla motivazione allimpegno dei lavoratori, considerandoli risorse umane e che tiene conto dei fattori e degli elementi anche di carattere psicologico che possono fungere da incentivo. Nel frattempo, nellEstremo Oriente, Tajichi Ohno (direttore della Toyota) stava mettendo a punto un metodo diverso da quello americano: abbreviamento dei tempi e allestimento veloce della produzione in modo da avere in lavorazione il pezzo su richiesta crearono una produzione diversificata. Sono chiare le differenze con il modello fordista-taylorista, il quale caratterizzato da un produzione standardizzata; inoltre, nel modello giapponese il mercato che d lindicazione alla linea produttiva; infine, il lavoratore non pi un semplice dipendente che svolge una mansione, ma ha la responsabilit di controllare il macchinario. Negli anni Settanta del XX secolo, il mercato era saturo dei beni di consumo di massa e il consumatore era alla ricerca di merci non fabbricate in serie. Si riducono, cos, le dimensioni dellazienda (processo downsizing). Si apre cos la fase post-fordista nella quale declina la figura sociale delloperaio-massa. Questo contesto favor il processo di globalizzazione della produzione che porter alla deindustrializzazione (processi produttivi tendenti a impiegare sempre meno manodopera) e alla crescente incertezza del lavoro. Inoltre, donne, anziani, giovani e lavoratori con bassa qualifica e scarsa preparazione vengono espulsi dal mercato del lavoro; pertanto, si mostra necessario un costante aggiornamento delle competenze lavorative e professionali, accompagnate dalla capacit di saper gestire con prontezza ed elasticit le diverse situazioni. Si perdono anche i diritti e le certezze del rapporto di lavoro subordinato: i costi del trattamento pensionistico ricadono sul singolo, la tredicesima, lassenza per malattia e le ferie retribuite non sono sostenute pi anche dalle aziende. In conclusione vengono chiariti alcuni concetti fondamentali: il termine POST-FORDISTA indica una produzione organizzata secondo canoni snelli e ispirati ai criteri di flessibilit e del decentramento produttivo. Il termine POST-INDUSTRIALE designa un ordinamento socio-economico in cui prevale il terziario (settore dei servizi) che acquisisce maggiore importanza rispetto allindustria sia per numero di addetti che per lapporto dato alla produzione della ricchezza nazionale.

La piccola impresa ha successo grazie a una produttivit ridotta e produzioni tradizionali ereditate dallartigianato locale. Il rapporto finale prezzo-qualit rappresenta un vantaggio competitivo. 7.2.2 Decolonizzazione e sviluppo Nel 1960 lOrganizzazione delle Nazioni Unite proclam il decennio dello sviluppo, nella convinzione che con massicci trasferimenti di capitali e tecnologie dai paesi pi sviluppati e grazie a una politica di interventi miranti alla costruzione di infrastrutture, i paesi arretrati potessero ammodernarsi. Tuttavia, questo processo non fu sufficiente. Gli interventi promossi nei paesi arretrati alterarono gli equilibri interni. Problemi da cui sono afflitti i paesi del Terzo Mondo: ciascun settore produttivo caratterizzato da uneconomia di sussistenza (produzione per lautoconsumo) accanto alla conduzione capitalistica delle industrie multinazionali; tale coesistenza di settori moderni e arretrati chiamata eterogeneit strutturale. Lagricoltura, anche se con gravi difficolt, riveste un ruolo centrale nel Terzo Mondo. Lindustria determinata sia dalla situazione interna che da contingenze esterne. Riguardo agli aspetti interni, lindustria debole e impiega poche persone che formano una aristocrazia operaia. Riguardo le influenze esterne, lindustria subisce la divisione internazionale del lavoro. Un aspetto assai importante dellindustrializzazione quello della tecnologia e ci si chiesti se andassero privilegiate tecnologie moderne, che tendono a impiegare poca manodopera ma producono beni competitivi sui mercati internazionali, oppure tecnologie capace di creare posti di lavoro. Quanto al settore dei servizi, esso legato alleconomia informale o di sussistenza, una serie di attivit che si svolgono sulle strade delle citt del Terzo Mondo e che vedono attivi donne e bambini. La pubblica amministrazione (classe statale) condiziona fortemente la struttura sociale e produttiva del Terzo Mondo e non ha concorrenti. Un altro tema particolare il ruolo delle donne nel Terzo Mondo e limpatto della modernizzazione sulla loro vita e, pi in generale, sullassetto sociale: i processi di modernizzazione alterano i rapporti di collaborazione tra i sessi, sconvolgono gli equilibri delle relazioni comunitarie e non permettono alle componenti sociali pi deboli di beneficiare delle innovazioni. Le donne sono svantaggiate anche in ambito lavorativo e di mercato: occupano i posti pi bassi e meno retribuiti, non sono tutelate perch prive di preparazione scolastica e professionale. 7.2.3 Ascesa e caduta dello Stato interventista in economia I primi interventi nelleconomia risalgono allepoca del New Deal (Franklin Delano Roosvelt), quando lo Stato finanzi grandi progetti di sviluppo per le infrastrutture e per il sostegno delle aree pi arretrate. Tale filosofia stata seguita anche in Italia per risollevare il Mezzogiorno, nel tentativo di colmare la distanza con il Nord: formare capitale produttivo anche utilizzando le forze presenti in loco. Nel 1952 fu istituita la Cassa per il Mezzogiorno, Ente destinato a contribuire alla pianificazione di opere pubbliche e alla realizzazione di politiche di sviluppo. Un ulteriore fattore di impoverimento del Meridione da imputare alla massiccia emigrazione che lo ha privato delle forze sociali pi attive e fresche. 7.2.4 La globalizzazione

Con il termine di globalizzazione (o modernizzazione) si intende la stretta interdipendenza degli elementi economici, produttivi e finanziari tra diverse aree geografiche; essa investe non solo gli aspetti economici, ma anche la sfera politica e gli ambiti culturali e sociali. Uno degli elementi centrali delleconomia globalizzata il movimento dei capitali che fluttuano in tempo reale sui mercati finanziari integrati. Altro tratto distintivo la disponibilit di connessioni comunicative e informative rese possibili dalle nuove tecnologie. Un ultimo fattore la disponibilit della forza-lavoro che si adatta alle eseginze produttive e mobile (flussi migratori). Leconomia globale non coinvolge tutto il globo, ma solo alcune zone a causa della loro posizione e funzione. Dal punto di vista geoeconomico si organizzano tre poli: USA, Europa e Sud est asiatico. Riguardo la genesi della globalizzazione possibile affermare che dopo aver conseguito e acquisito livelli di benessere, bisogni ed esigenze si sono raffinati; il sistema e le strutture sociali si sono adeguate. Pertanto, la volont e lesigenza di perpetuare il modello di societ contemporanea consolidatosi nel secondo dopoguerra hanno sollecitato a plasmare la realt, inducendo trasformazioni e rompendo gli equilibri esistenti. 7.3 Aspetti e problemi politici della societ contemporanea 7.3.1 Il problema del consenso e le politiche sociali Le politiche sociali sono un complesso di misure che le autorit definiscono allo scopo di sostenere i cittadini nelle loro necessit quotidiane. Esse servono a garantire livelli minimi di reddito, di assistenza, di tutela della salute, istruzione, alimentazione, anche allo scopo di garantire lordine pubblico, sia per contribuire al progresso della societ che per non intaccarne lintegrit. Con lavanzare della societ moderna, i poveri e mendicanti non beneficiavano pi della carit della Chiesa, ma erano abbandonati a se stessi. La soluzione inglese a ci furono le Workhouses, in cui erano costretti a lavorare in cambio del mantenimento statale. Il primo intervento a favore di unassistenza sociale stato fatto da Otto von Bismarck che var una serie di misure di assicurazioni sociali contro disoccupazione, malattia, infortuni e vecchiaia. Il finanziamento di tali provvedimenti era sia a carico del lavoratore che del datore di lavoro. Fino ad allora, i lavoratori industriali si erano attrezzati in proprio con le casse di mutuo soccorso non riconosciute da parte dello Stato, il quale non interveniva n attraverso contributi che con norme. Allinizio del XX secolo i governi dei paesi europei introdussero le prime leggi di assicurazione sociale. Pi tardi, Lord William Henry Beveridge ampli il modello bismarckiano con determinate misure per garantire la fruizione di servizi di sanit, assistenza previdenziale, istruzione, abitazione e sicurezza sociale al fine di creare una CITTADINANZA SOCIALE. Tutti i cittadini potevano beneficiare di questi servizi (UNIVERSALISMO delle prestazioni). Le INTERPRETAZIONI riguardo alla FUNZIONE DELLO STATO SOCIALE sono di natura CONFLITTUALISTA (lintento politico quello di neutralizzare la pericolosit del conflitto sociale e di controllare la classe lavoratrice) o FUNZIONALISTA (le politiche sociali rappresentano una necessit per lassetto e lorganizzazione sociale contemporanea). Negli ultimi anni si giunti a una progressiva privatizzazione dei servizi, affidandone la gestioni ai privati, il cui fine il profitto e non il servizio. 7.3.2 Gli assetti politici interni e internazionali Riguardo agli ASSETTI POLITICI INTERNI, si vede il progressivo ALLARGAMENTO DEL SUFFRAGIO nel corso del XX secolo; accanto ai movimenti dei lavoratori emergono i nuovi movimenti: studenti universitari e poi donne; successivamente, anche pacifisti, ecologisti e

omosessuali e poi movimenti di opinio a favore di determinate iniziative (per esempio, Franco Basaglia per labolizione dei manicomi nel 1978). Attualmente, sono oggetto di interesse per la politica, le questioni politiche di quei gruppi che vogliono vedere riconosciuto il diritto al rispetto della loro identit sul piano etnico, culturale e religioso (in nome di una SOCIET MULTICULTURALE). Un altro tema legato alla politica e pi in particolare alla costruzione del consenso elettorale quello relativo al RUOLO DEI MASS MEDIA nella lotta politica. Quanto agli ASSETTI POLITICI ESTERNI, si assiste al processo di DENAZIONALIZZAZIONE, dovuto ai crescenti intrecci sovranazionali, e ai processi di decentramento che contribuiscono alla DESTATALIZZAZIONE; gli Stati nazionali devono assicurare condizioni ottimali per la produzione economica e la riproduzione sociale. Da Welfare State (organizzazione statale che fornisce servizi della sanit, assistenza previdenziale, istruzione, sostegno alleconomia e politiche dei redditi) si passa a Workfare State (interventi per rendere competitiva leconomia nazionale, anche al fine di rendere il mercato del lavoro adatto alle esigenze produttive). 7.4 Aspetti e problemi sociali della societ contemporanea Il processo di modernizzazione sociale vede il nascere di classi e gruppi sociali diversi da quelli dellepoca premoderna. La classe media finisce per diventare molto complessa al suo interno, comprendendo figure sociale e professionali molto diverse tra di loro: aristocrazia operai e piccola borghesia impiegatizia. Il ceto medio la prova di come gli stili di vita della societ contemporanea si siano generalizzati, grazie alla diffusione dellistruzione, ai mezzi di comunicazione di massa, ai consumi e a uno sstile di vita urbano che impone tempi e ritmi specifici. Tuttavia, permane una fascia di popolazione a rischio di emarginazione sociale, anche nei paesi pi ricchi: ci dovuto a bassa istruzione e formazione professionale, razza, etnia, genere ed et dei soggetti. Un fenomeno recente la formazione dei working poors: ovvero quelle persone che, pur lavorando, non raggiungono la soglia minimale di reddito socialmente riconosciuta come necessaria per vivere e che non possono migliorare le proprie qualificazioni che vengono mortificate sempre di pi. Nel secondo dopoguerra, le DONNE iniziano a lavorare e quindi a percepire reddito; quelle delle giovani generazioni studiano, conseguendo titoli che agevolano lingresso nel mercato del lavoro: ci modifica la struttura della societ, ovvero c un ritardo dellet delle nozze, quindi meno figli, anche con mezzi per il controllo della fertilit; questo, insieme al progressivo allungarsi della speranza di vita, favorisce lINVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE. Viene anche rivoluzionata e rafforzata la conduzione della casa, attraverso la nascita degli elettrodomestici. Questi cambiamenti strutturali mettono in discussione la cultura tradizionale allinterno della famiglia: si assiste a un RIDIMENSIONAMENTO DEL POTERE E DELLAUTORIT del pater familias e, pi in generale, della figura maschile. La famiglia passa da ALLARGATA a NUCLEARE. Questo modello di famiglia quello canonico borghese. Il rapporto tra coniugi non pi considerato indissolubile. Si parla sempre pi spesso di coppie di fatto, quel tipo di unione extramatrimoniale, anche allo scopo di risolvere problemi pratici. Un altro fenomeno sono le FAMIGLIE MONOPARENTERALI: nuclei familiari formati da un solo genitore, di solito la madre. Oggi si registra una significativa incidenza di famiglie di single, cio formate da una sola persona: ci dovuto a cambiamenti culturali, alla maggiore facilit negli spostamenti, alla crisi del matrimonio, alla difficolt di stabilire relazioni durature, allinvecchiamento e quindi allo stato di vedovanza.

Un altro aspetto interessante quello legato al fatto che, soprattutto nei paesi ricchi, la POPOLAZIONE in corso di progressivo INVECCHIAMENTO, da un lato perch la vita media si allunga e dallaltro perch si assiste a un progressivo calo delle nascite. Linvecchiamento crea problemi dal punto di vista dei bilanci statali (pensionati della forza-lavoro attiva) e la necessit di organizzare la cura delle persone anziane in strutture consone o presso il loro domicilio. Lultimo aspetto legato alle caratteristiche della stratificazione sociale, si basa sulle differenze etniche e razziali: la societ diventa MULTICULTURALE. Una caratteristica peculiare della societ globale limmigrazione. Tutto il XX secolo un secolo di immigrazione di popoli che si spostano alla ricerca di condizioni di vita migliori rispetto a quelle che avevano in patria, sia sul piano economico, che sul piano della sopravvivenza, per sfuggire a persecuzioni o guerre. Ci rappresenta un problema da gestire per i paesi ospitanti, in primo luogo sul piano organizzativo, sanitario e di sicurezza, oltre che politico e di gestione pratica di tale emergenza. 7.5 Aspetti e problemi culturali della societ contemporanea I grandi mezzi di comunicazione di massa, che nascono in epoca moderna con la stampa e si sviluppano nella radio e nella televisione, hanno svolto unimportante ruolo nellapertura di nuovi orizzonti, nel favorire la diffusione di nuovi comportamenti e nellaccelerare i cambiamenti; ma hanno anche accorciato le distanze e sono stati un potente fattore di integrazione. Accanto ai mezzi di comunicazione di massa tradizionali, si collocano oggi quelli di nuova generazione che fanno perno sullinformatica e le telecomunicazioni. Limpossibilit o lincapacit di utilizzare le nuove tecnologie comunicative rappresenta un vero e proprio ostacolo allinclusione sociale, come dimostra il dibattito sul digital divide. 7.5.1 Il dibattito sul postmoderno Il termine postmoderno indica una rottura con la tradizione della razionalit, della funzionalit, della linearit che la cultura moderna occidentale aveva tramandato almeno dallepoca dellIlluminismo. Dal punto di vista teorico il postmoderno rifiuta ogni teorizzazione sistematica, privilegiando il livello microsociologico e dunque adottando quale ottica privilegiata la condizione dellindividuo e la sua percezione della realt. 7.5.2 Culture e identit locali Sembrerebbe che con la globalizzazione si proceda verso una cultura, mentalit e modi di pensare e di agire comuni a tutti e diffusi sullintero pianeta. Tuttavia, oggi non si pu parlare di una sola cultura egemone, uguale ovunque, ma di un progressivo avvicinamento di diverse culture locali. Lesito di tale fenomeno pu dar luogo tanto a un confronto tra diversit come coesistenza di differenze di aspetti culturali e identitari, quanto a scontri di civilt. Il secondo elemento caratteristico quello della convivenza tra globale e locale. La crescente apertura delle economie nazionali al mercato mondiale produce reazioni a livello locale: il locale inserito nel globale e dunque sono due dimensioni interrelate della stessa globalizzazione. Per inciso, la capacit di essere concorrenziali a livello globale caratteristica di un determinato territorio, di una specifica area o regione, in questo modo globale e locale sincontrano ed entrano in relazione. 7.5.3 La sociologia del rischio Le riflessioni effettuate dalla sociologia del rischio pongono in evidenza il senso di crescente insicurezza e incertezza circa i nostri destini individuali e collettivi, sperimentando progressivamente la perdita del controllo sulle nostre vite, proprio a opera di fattori e di elementi che fino a ieri hanno rappresentato un incentivo al miglioramento delle nostre vite.

Come precisa Trentini, lidea del rischio tipico di una societ secolarizzata orientata al futuro e avanzata tecnologicamente. La riflessione sul rischio, inoltre, sintomatica della crisi di fiducia in cui attualmente versa il sapere scientifico. Con il termine RISCHIO si intende lincertezza relativa alla possibilit che si verifichi un determinato evento dagli esiti imprevisti e non desiderati. Esso un fattore che possibile prevenire, attraverso mezzi e strumenti che consentono un maggiore controllo sugli eventi che lo producono. Tra gli autori della sociologia del rischio va menzionato Ulrich Beck e la sua tesi, secondo la quale la societ moderna una societ a rischio duplice: il rischio una componente della sua dinamica (rischi calcolabili e che possibile prevenire), ma anche capace di produrlo (pericolo ambientale o distruzione atomica da cui difficile difendersi). Anthony Giddens condivide lopinione di Beck e inserisce i concetto di FIDUCIA che riferito tanto alle nostre capacit e relazioni intessute, quanto al grado di confidenza nei confronti di istituzioni e gruppi, scienza ed esperti che lautore chiama sistema astratti. Luhmann definisce rischio una conseguenza inattesa e indesiderata di decisioni prese da persone o da organizzazioni, ponendo laccento sullaspetto politico. Secondo Trentini, gli ambiti in cui si addensano i maggiori rischi e pericoli sono quelli legati alle biotecnologie o ingegneria genetica, quello rappresentato dal terrorismo e leconomia. 8. TECNICHE E METODI DELLA RICERCA SOCIALE 8.1 La ricerca quantitativa La ricerca quantitativa formalizzata e segue uno specifico iter. In primo luogo, lo scienziato sociale deve DETERMINARE LOGGETTO della propria RICERCA; deve cio circoscrivere largomento che lo interessa e procedere a una definizione delle aree problematiche. Successivamente, si procede alla formulazione delle ipotesi: il ricercatore, partendo dal singolo caso preso in osservazione, pu tentare di analizzarlo risalendo al corpus dottrinario della disciplina, deducendolo quindi dalla teoria. Poi, occorre scomporre i concetti nelle loro diverse sfaccettature per renderli adattabili alla ricerca empirica (operativizzazione). A seguito di ci, si procede alla costruzione degli indicatori, che consente di rilevare presso lUNIT dANALISI (ossia il singolo elemento da intervistare) la presenza o meno di ciascuna dimensione in cui stato scomposto il concetto che si sta trattando. A ogni dimensione viene ATTRIBUITO UN PUNTEGGIO (indicatore). Il punteggio che ne scaturisce verr sintetizzato tramite un indice, misura sintetica di tutti i punteggi rilevati presso le singole unit danalisi per ciascuna dimensione del concetto. Assumendo una connotazione logico-matematica, sar in seguito possibile procedere allelaborazione dei dati, successivamente allindividuazione degli indicatori. Il passo successivo costituito dalla costruzione delle variabili che, infatti, assumono un valore numerico in base allassenza/presenza della propriet. Le variabili sono di tre classi: le variabili nominali rilevano stati discreti (si pu appartenere solo a una categoria), non ordinabili (assenza di graduatoria, gerarchia o altro valore);le variabili ordinali esprimono un ordinamento da maggiore a minore, ma non ne indicano la distanza; le variabili cardinali sono caratterizzate da ununit di misura e ne illustrano la distanza. La principale differenza tra le variabili quella che individua le variabili dipendenti da quelle indipendenti. La VARIABILE INDIPENDENTE rappresenta la causa di un fenomeno; la VARIABILE DIPENDENTE influenzata dalla prima e, quindi, leffetto. Nella ricerca sociale generalmente lANALISI MULTIVARIATA, nel senso che vengono esaminate pi variabili. Il CAMPIONAMENTO consente di selezionare dalluniverso oggetto di rilevazione una serie di ELEMENTI da intervistare: il campione riporta, in scala, tutte le caratteristiche della

popolazione oggetto di indagine. Questo possibile, perch la caratteristica del campione quella di essere casuale (ogni soggetto ha la stessa probabilit di essere estratto). Il campione deve anche essere rappresentativo della popolazione osservata, ovvero i caratteri da rilevare devono essere distribuiti in modo da rispecchiare la diffusione nella popolazione. I campioni possono essere di vari tipi: probabilistici o meno. Il campione casuale semplice un campione probabilistico e statistico. Altri campioni probabilistici sono: il CAMPIONE SISTEMATICO, il CAMPIONE STRATIFICATO, il CAMPIONE A STADI, il CAMPIONE A GRAPPOLO e il CAMPIONAMENTO PER AREE. Tra i campioni non probabilistici abbiamo: il CAMPIONAMENTO PER QUOTA, il CAMPIONAMENTO A SCELTA RAGIONATA, quello BILANCIATO, quello per casi in cui i soggetti sono difficili da reperire. Un altro modo di rilevare e misurare atteggiamenti e orientamenti costituito dalle scale, costituite da un insieme di elementi (items). La scala pi nota quella di Likert, utilizzata per la rilevazione degli atteggiamenti. Altre tipologie di scale sono: lo scalogramma o scala cumulativa di Guttmann e quella detta della distanza sociale di Bogardus. Riguardo la raccolta dei dati, le modalit contemplano lintervista e lesperimento. Esistono diversi tipi di interviste: quella pi nota il questionario, ma ci sono anche lintervista strutturata (la domanda standard e la risposta libera) e lintervista libera (in cui nulla predefinito). Lesperimento viene utilizzato nel caso in cui al variare della variabile indipendente muta quella dipendente. In molti frangenti i dati sono gi disponibili e prodotti in grande messe da diversi Enti e soprattutto dalla Pubblica Amministrazione. Lelaborazione e lanalisi dei dati sono le fasi finali della ricerca. 8.2 La ricerca qualitativa La ricerca qualitativa articolabile in fasi susseguenti tra loro, ma non con la precisa scansione e linearit della ricerca quantitativa. La ricerca qualitativa assomiglia pi a un processo di conoscenza. Tuttavia, proprio a causa di questa scarsa formalizzazione nelle modalit di conduzione della ricerca e di raccolta dei dati, fondamentale da parte del ricercatore la conoscenza della materia, la sua professionalit e la sua capacit di condurre lindagine. Anche in questo caso, necessario procedere allindividuazione delloggetto di indagine, alla definizione delle aree problematiche, alla formulazione delle ipotesi per spiegare i fenomeni sotto osservazione. Gli stessi concetti di cui ci si avvale, sebbene non vengano operativizzati, sono attentamente vagliati, definiti e circoscritti con riferimento al tema di interesse e soggetto dellanalisi. Infine, anche la ricerca qualitativa si avvale di tecniche di indagine empirica. Relativamente allanalisi dei dati, proprio per lassenza delle variabili, mancher la matrice di dati e dunque non sar possibile applicare le tecniche matematico-statistiche. Le principali tecniche di ricerca sono losservazione e lintervista, cui si accosta anche lanalisi dei documenti. Losservazione pu essere partecipante o meno: nel primo caso, si chiede allintervistatore un coinvolgimento diretto e una considerevole capacit nel non influenzare i soggetti; il secondo caso quello dellosservatore esterno. Esistono diversi tipi di intervista: quella strutturata, in cui le domande sono strutturate sempre allo stesso modo e la sequenza uguale per tutti; lintervista semi strutturata consiste in una traccia, una scaletta degli argomenti che interessano il ricercatore. Esistono altri tipi di interviste che vertono principalmente sulla specificit degli interlocutori: le interviste agli osservatori privilegiati sono rivolte a chi si trova in determinate posizioni e il cui parere ed esperienza possono essere utili per la ricerca. I focus group sono colloqui

condotti con gruppi di persone omogenee. Nelle interviste di gruppo riescono a trovare spazio argomenti che non emergerebbero nel colloquio tra il solo intervistato e lintervistatore. Un altro importante ambito di applicazione delle tecniche di ricerca qualitativa quello che utilizza come materiale empirico i documenti. Essi possono essere i pi svariati e comprendono sia le testimonianze scritte che quelle orali. Dopo aver completato la raccolta del materiale empirico, si passa allanalisi dei dati, che nel caso dellapproccio qualitativo, rappresenta una fase molto delicata. In questo frangente si rivela essenziale la preparazione dello studioso e la chiarezza del disegno della ricerca che egli intende condurre, onde evitare perdite di informazioni preziose o esiti indeterminati e conclusioni incerte sulla ricerca.

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