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PROCURA della REPUBBLICA presso il Tribunale di Reggio Calabria

RELAZIONE DISCORSO INAUGURALE ANNO GIUDIZIARIO 2011 PROCURA DELLA REPUBBLICA DI REGGIO CALABRIA

SITUAZIONE GENERALE DELLUFFICIO

Ritengo opportuno precisare in via preliminare che lo scrivente, dopo aver assunto la titolarit dellincarico in data 15 aprile 2008, ha provveduto ad una pressoch totale riorganizzazione dellufficio mediante ladozione di nuovi criteri organizzativi di carattere generale, oltre che mediante provvedimenti di carattere pi specifico per fare fronte alle esigenze che si sono via via manifestate. Tali provvedimenti organizzativi sono stati adottati nel corso dellanno 2008 e nei primi mesi del 2009 e costituiscono a tuttoggi la struttura organizzativa essenziale dellUfficio; daltra parte, essi hanno potuto dispiegare pienamente i loro effetti solo a partire dal periodo in esame (e cio dal secondo semestre del 2009). Va poi in questa sede preliminare ricordato che anche questo Ufficio di Procura soffre in misura notevole della mancata copertura dei posti in organico di Sostituto Procuratore nonch della insufficienza dellorganico di alcune categorie di personale amministrativo (in particolare, quello dei cancellieri, previsti in 28 unit a fronte di 30 magistrati). In particolare per quanto riguarda i magistrati va detto che lassoluta insufficienza dellorganico ancora pi grave in quanto questo Ufficio deve fronteggiare leccezionale carico di lavoro derivante dalla presenza in questa provincia (il cui ambito territoriale
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coincide con quello del Distretto e quindi con la competenza di questa Direzione Distrettuale Antimafia) dellassociazione mafiosa denominata ndrangheta, articolata in molte decine di locali e unanimemente riconosciuta come la pi potente, pericolosa e ricca delle organizzazione criminali operanti oggi in Italia e in Europa, e peraltro in grado di compiere atti di eccezionale gravit come gli attentati con esplosivo alledificio dove ha sede la Procura Generale e a quello in cui abita lo stesso Procuratore Generale, nonch la minaccia con uso di un bazooka nei confronti dello scrivente; la gravit di questa situazione stata riconosciuta dal Ministero della Giustizia che, su conforme parere del Consiglio Superiore della Magistratura, ha disposto con decreto in data 18 marzo 2010, laumento di due posti di Sostituto Procuratore (da 24 a 26). Di fatto per, erano presenti alla data del 30 giugno 2010 solo n. 18 Sostituti su 26 posti in organico, tanto che questo Ufficio stato considerato sede disagiata ai sensi della Legge 133/1998, modificata dal D.L. n. 193/2009 convertito con L, 22 febbraio 2010 n. 24, ma ci nonostante nulla cambiato dato che per il posto messo a concorso non stata presentata nessuna domanda. E chiaro che questa pesante carenza del personale di magistratura non pu non aver ripercussione negative sulla situazione generale dellUfficio, tanto pi in una fase storica in cui il legislatore attribuisce sempre nuovi compiti alle Procure presso il Tribunale capoluogo del Distretto: cos in materia di terrorismo e di associazione contrabbandiera (D.L. 18.10.2001 n. 374), in materia di pedopornografia e in materia di misure di prevenzione antimafia (L. 125/2008 e 92/2009) Tuttavia, come si vedr, la nuova organizzazione dellufficio ha consentito di contenere gli effetti negativi e di raggiungere risultati significativi sia dal punto di vista quantitativo che qualificativo.

Ritengo opportuno evidenziare che il primo provvedimento per assicurare il buon funzionamento dellUfficio e, nellambito di questo, anche quel profilo di particolare

importanza che costituito dal corretto esercizio dellazione penale, stato ladozione di nuovi criteri di organizzazione di questa Procura della Repubblica. Detti criteri organizzativi sono stati adottati con provvedimento del 31.12.2008 condiviso da tutti i magistrati dellUfficio, e che costituisce le sintesi di provvedimenti adottati in precedenza su singoli aspetti critici che presentavano carattere di particolare urgenza.
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In particolare, la Direzione Distrettuale Antimafia, pur con un organico ridotto (otto Sostituti, oltre il Procuratore aggiunto delegato al coordinamento), aveva ottenuto negli anni precedenti significativi successi nellazione di contrasto alla ndrangheta; ci nonostante, la situazione della D.D.A. presentava aspetti di criticit tanto dal punto di vista organizzativo quanto dal punto di vista del carico di lavoro. In particolare, il numero dei procedimenti sopravvenuti contro noti non era elevato (186 nellanno 2007/2008); ciononostante il numero dei procedimenti pendenti contro noti era aumentato nel triennio 1 luglio 2005 - 30 giugno 2008 nella misura ( a parere dello scrivente inaccettabile) del 21,7% passando da 225 a 274, a fronte di un modesto decremento (-4,8%) della pendenza complessiva dellUfficio (cio di tutti i procedimenti iscritti al Registro Generale mod.21) Inoltre da una rilevazione statistica effettuata dalla Direzione Nazionale Antimafia era risultato che nel decennio 1998/2008 il numero delle persone sottoposte a indagini dalla D.D.A. di Reggio Calabria per i reati di cui agli artt. 416 bis c.p. e 74 Legge Stupefacenti sostanzialmente uguale, rispettivamente 13.860 e 14.044, a quello delle persone sottoposte a indagini, sia pure nellambito di un numero maggiore di procedimenti, dalla D.D.A. di Palermo, cio da un Ufficio analogamente impegnato ai livelli pi alti nel contrasto alla criminalit organizzata e che prevede per un organico di ben 24 Sostituti. Nella convinzione quindi della necessit che il contrasto alla ndrangheta debba costituire unassoluta priorit e che di ci debba tenersi conto in primo luogo nellorganizzazione dellUfficio, lo scrivente ha assunto personalmente la direzione e il coordinamento della D.D.A. ai sensi dellart. 70 bis Ord. Giud. con la collaborazione di due Procuratori aggiunti ed ha provveduto ad aumentare a 12, pari al 50% dellorganico dellUfficio, il numero dei componenti della Direzione Distrettuale Antimafia, provvedendo quindi allesito della procedure concorsuali- alle necessarie nuove designazioni. Per quanto riguarda invece la Procura cd. ordinaria, essa era, alla data del 15 aprile 2008, composta da 14 Sostituti era divisa tra tre gruppi di lavoro specializzati; questo sistema aveva consentito una lieve flessione del numero complessivo dei procedimenti pendenti contro noti (-4.8% nel triennio), dando per luogo a due gravi inconvenienti: un aumento notevole, come gi si visto della pendenza dei procedimenti contro noti per reati di competenza della D.D.A.;

una grave sperequazione nei carichi di lavoro tra i magistrati della Procura ordinaria (nel triennio, la sopravvenienza dei procedimenti contro noti variata da un numero di 1045 a un massimo di 1602). Queste considerazioni, unite alla necessit, gi evidenziata, di aumentare il numero dei componenti della D.D.A. ha portato alla decisione di ridurre a due soli i gruppi di lavoro, alla cui attivit preposto il terzo Procuratore aggiunto, e di modificare, riducendole, le materie ad essi attribuite. In proposito, al termine di un primo periodo sperimentale, dalle rilevazioni statistiche emerge una minore sperequazione nelle sopravvenienze tra i singoli Sostituti (e peraltro si deve unire alla valutazione meramente quantitativa anche una considerazione della diversa complessit dei procedimenti). Al fine di attenuare gli effetti immediati dellaumento del carico di lavoro per i colleghi della Procura ordinaria, stato anche previsto che i Sostituti via via designati a far parte della D.D.A. hanno mantenuto lassegnazione dei procedimenti ordinari di cui erano gi titolari, fino alla loro definizione. E quindi possibile, in questo modo, assicurare sempre pi il necessario affinamento delle capacit professionali e lacquisizione della conoscenza delle tecniche dindagine proprie di ognuno dei settori sopraindicati in capo a un congruo numero di magistrati sufficiente per affrontare il notevolissimo carico di lavoro costituito sia dalle indagini preliminari (per le quali sar favorita anche la formazione e lo sviluppo di gruppi specializzati di polizia giudiziaria), sia dalla trattazione, notoriamente lunga e complessa, della fase dibattimentale dei processi. Inoltre, la presenza in ogni gruppo di un apprezzabile numero di Sostituti, che si pu realisticamente valutare in 5-6 unit, consentir di mantenere, anche grazie al progredire dellesperienza di tutto lUfficio e agli opportuni miglioramenti organizzativi in parte gi avviati, il necessario livello di impegno e di attenzione sulle materie non di competenza della D.D.A., specie quelle che determinano maggiore allarme sociale. E invero, in una realt come quella reggina, essenziale assicurare una rapida risposta alla domanda di giustizia e intervenire su tutte le manifestazioni di illegalit, anche quelle apparentemente minori, che per spesso favoriscono lattivit della criminalit organizzata e ne costituiscono la premessa. Al fine di favorire lampliamento delle conoscenze e laffinamento delle professionalit di fatto largo ricorso allo strumento di cui allart. 70 bis Ord. Giud., coassegnando ai sostituti della Procura ordinaria procedimenti aventi ad oggetto indagini
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riguardanti i reati di cui allart. 51 c.3 bis c.p.p. Nel periodo in esame (1 gennaio 2009 30 giugno 2010) i provvedimenti in questione sono stati 35. Una prima valutazione degli effetti della nuova organizzazione dellUfficio, entrata di fatto in vigore dal 1 gennaio 2009, consente di affermare che i risultati di questo primo periodo possono essere giudicati senzaltro positivi. Per quanto riguarda i procedimenti contro noti non di competenza della DDA prima di esaminare i dati statistici generali indispensabile sottolineare che aumentata, e continua ad aumentare, in modo assolutamente abnorme e imprevedibile la sopravvenienza dei procedimenti per il reato di cui allart. 2 L. 463/1983 (omesso versamento dei contributi INPS da parte dei datori di lavoro) che passato da sole 265 unit nellanno 2008, a ben 2913 unit nellanno 2009 e addirittura a 2491 unit nel solo 1 semestre del 2010 (cifra che rappresenta circa il 40% delle sopravvenienze complessive). Si tratta, come detto, di un fenomeno improvviso e imprevedibile, dovuto secondo le informazioni assunte ad una diversa organizzazione del lavoro da parte dellINPS che trasmette le comunicazioni di notizie di reato, e che ha fatto s che la sopravvenienza complessiva dei procedimenti sia aumentata costantemente da 5959 (nel 2007) a 6904 (nel 2008) a 9734 (nel 2009) e 5965 (nel solo 1 semestre del 2010) con un aumento, in meno di tre anni, del 100%. Sono state adottate alcune iniziative per fronteggiare questa situazione assolutamente eccezionale, ma deve fin dora essere evidenziato che aumentato progressivamente (pur se, inevitabilmente, non nella stessa misura) anche il numero dei procedimenti contro noti definiti, che passato dal 7061 (nel 2007), a 7264 (nel 2008) a 9299 (2009) a 4459 (nel 2010) con un aumento quindi del 31,5%. Naturalmente, nonostante tutto, aumentata anche la pendenza di questo tipo di procedimenti che passata da 4870 (al 31.12.2008) a 5265 (al 31.12.2009) a 6771 (al 30.6.2010) con un aumento del 20,7%. Si tratta a parere dello scrivente di un dato assolutamente positivo a fronte, come si detto, dellaumento del 100% delle sopravvenienze e che, si confida, potr essere ulteriormente migliorato grazie alle misure organizzative che sono state adottate e che dovrebbero dispiegare i loro effetti a partire dal prossimo anno. Invece per i procedimenti contro noti per reati di competenza dalla D.D.A. aumentato rispetto agli anni precedenti la riorganizzazione dellUfficio sia il numero dei

procedimenti sopravvenuti (206 nel 2007, 232 nel 208, 291 nel 2009 e 139 nel primo semestre 2010) sia di quelli definiti (rispettivamente, 193, 185, 271 e 116) Naturalmente, tutti i dati precedenti vanno letti alla luce dei risultati ottenuti da questo Ufficio nellazione di contrasto alla ndrangheta. Si tratta di dati significativi e, a giudizio dello scrivente, molto positivi (di cui va dato merito a tutti i colleghi dellUfficio e al personale amministrativo), che dimostra il potenziamento dellazione della Direzione Distrettuale Antimafia dato che, come noto, in questa materia sono proprio le indagini che devono fare emergere i fatti di reato, essendo del tutto trascurabile lincidenza delle denunce private e ridotto anche il numero di indagini frutto solo delliniziativa della p.g., che peraltro ha svolto in questa provincia unattivit di altissimo livello. La conferma di quanto qui affermato si ha dal numero dei nuovi

procedimenti iscritti nel periodo in esame per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso (n. 109 procedimenti, ben 16 in pi del periodo precedente con un aumento del +21%). A fronte di questi risultati da ritenere una conseguenza inevitabile, e di minor rilievo, il lieve aumento della pendenza alla fine del periodo (da 314 al 1.1.2009 a 357 al 30.6.2010, + 13,7%). Si ritiene inoltre utile evidenziare che nel periodo 1.1.2009- 30.6.2010 sono state richieste n. 387 misure cautelari personali (rispettivamente 248 nellanno 2009 e 139 nel primo semestre 2010) a carico di 1546 soggetti (rispettivamente 1056 e 490 nei due periodi; le richieste presentate dalla DDA hanno riguardato, nei due periodi, rispettivamente 800 e 305 soggetti, per un totale di 1105, e cio un numero quasi raddoppiato rispetto ai 449 dellintero anno 2007). Sono state altres presentate 526 misure cautelari reali (rispettivamente 350 e 176 nei due periodi) che hanno riguardato un totale di 667 indagati (rispettivamente 398 e 269). Va detto infine che aumentato progressivamente anche il numero delle udienze cui hanno partecipato i magistrati di questo Ufficio: da 2263 (nel 2008) a 2551 (nel 2009) a 1335 (nel 1 semestre 2010); va tenuto conto, peraltro, che molti dei processi pi importanti e delicati sono trattati dai Tribunali e dalle Corti di Assise di Palmi e Locri, con un evidente ulteriore maggior impegno e impiego di risorse per i magistrati di questo Ufficio. E aumentato anche il numero delle udienze cui hanno partecipato i Vice Procuratori Onorari (rispettivamente: 716, 838 e 469).
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Lattivit della Direzione Distrettuale Antimafia Per quanto riguarda la riorganizzazione della Direzione, il nuovo progetto partito dallanalisi, condivisa da tutti i componenti della stessa DDA, delle linee evolutive della ndrangheta, anche alla luce della pi recente Relazione della Commissione parlamentare Antimafia (febbraio 2008). In particolare, sono state individuate sia difficolt di ordine oggettivo sia difficolt proprie dellazione di contrasto:

A) Difficolt oggettive:

1. La forza numerica ed economica della ndrangheta E proprio dalla presenza massiccia, anche in termini numerici che non trovano riscontro nelle altre organizzazioni mafiose operanti in Italia, (quasi) in ogni citt o singolo paese della provincia di Reggio Calabria che la ndrangheta trae la base prima della sua forza sia in termini di potenza militare ed economica sia in termini di radicamento e consenso sociale. Basti pensare che dalle indagini in corso risultato che in cittadine di 10.000 15.000 abitanti vi sono 300 o 400 affiliati ai locali di ndrangheta, numero che probabilmente oggi si raggiunge con difficolt in una citt come Palermo. Ancora lindice di densit criminale (relativo al coinvolgimento, a diverso titolo, in attivit illecite) stato stimato al 27% della popolazione, a fronte del 12% in Campania, del 10% in Sicilia e del 2% in Puglia. Dal punto di vista economico, secondo le stime dellEURISPES, il giro daffari della ndrangheta nel 2007 stato di oltre 43 miliardi di euro. E dunque evidente quanto ardua ed impegnativa appaia una azione di effettivo contrasto in tale contesto.

2. Il suo radicamento nel tempo e nella societ Per comprendere quanto siano radicate nella societ queste cosche, di cui non possibile sopravvalutare la potenza militare ed economica, sufficiente ricordare le parole di MOLE Girolamo intercettate nellambito del procedimento penale n. 6268/06 RGNR
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DDA. Invero, il MOLE riferendosi alla pluridecennale alleanza con i PIROMALLI e alle difficolt di quel particolare momento affermava:gli deve dire ti devi stare a posto tuo perch qua ci sono 100 anni di storia che non la puoi guastare, eccotu ci sono 100 anni di storia che non la puoi guastare tuse ti vuoi allearese voi insieme o per fatti tuoi per su una giusta linea fai quello che vuoiper se tuquesta linea la tieni pure tu,devi sapere che ad un certo punto ognunoallora la storia qualcosa conta, i sacrifici, il carcere e tutto il resto contanoi rispettiamo il passato e rispettiamo la storiae noi rispettiamo e rispettiamoe noidi noi, non sbaglieremo mai mai!

Unaltra indagine sulla cosca BELLOCCO, storica consorteria operante da decenni nel territorio di Rosarno, come attestato da numerose sentenze passate in giudicato e come affermato, non senza un certo orgoglio, dal giovane BELLOCCO Umberto in una conversazione tra presenti registrata in Granarolo dellEmilia in data 21.06.09 (Rosarno nostro e deve essere per sempre nostrose no non di nessuno).

3. Il ricorso agli omicidi ed alla violenza N venuta meno la propensione dellorganizzazione mafiosa a commettere delitti gravi o addirittura eclatanti, specie dove ravvisi la necessit di creare nuove alleanze o di raggiungere nuovi equilibri. Di particolare gravit sono stati, gli attentati con ordigni esplosi dalla Procura Generale (3 gennaio 2010) e le numerose intimidazioni a magistrati, giornalisti, professionisti e pubblici amministratori. Non si pu inoltre fare a meno di ricordare, pur se successivi al periodo in esame, lattentato con ordigno esplosivo che ha danneggiato lo stabile in cui abita il Procuratore Generale dr. Salvatore Di Landro ( 26 agosto 2010) e il bazooka lasciato nei pressi degli uffici della Procura della Repubblica e fatto rinvenire con una telefonata anonima contenente un messaggio di grave minaccia nei confronti dello scrivente Procuratore della Repubblica (5 ottobre 2010).

4. Linternazionalizzazione Un altro fattore di trasformazione sicuramente costituito dalla progressiva internazionalizzazione della mafia calabrese che per effetto dei processi di globalizzazione dei mercati e della necessit di spostare persone e merci sul territorio dellUnione Europea
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ha costituito basi operative e gruppi di riferimento ovunque, anche sfruttando le differenze di legislazione o la minore efficienza di alcune strutture di contrasto estere. In proposito non pu non farsi riferimento al caso Duisburg , ovvero alla scelta stragista pianificata e portata poi ad esecuzione con particolare ferocia da alcune consorterie di S. Luca in territorio tedesco, che ha determinato sia una fase di contrasto istituzionale pi pressante sia forme di positiva collaborazione investigativa tra gli Stati dEuropa interessati dal fenomeno della criminalit organizzata calabrese.

B) Difficolt proprie dellazione di contrasto 1) Le risorse Per questo aspetto si rinvia a quanto gi detto in precedenza. 2) Mancanza di una ricostruzione dellorganizzazione Non si pu non sottolineare, inoltre, che lultima ricostruzione complessiva, in sede processuale, delle cosche ndranghetiste di questa provincia, dei loro rapporti complessivi, dei loro delicati equilibri, stata finora quella effettuata nel corso dei processi denominati Olimpia e risale quindi ad oltre dieci anni fa, mentre le risultanze dellindagine Armonia (2000-2002) non hanno trovato conferma processuale ed erano peraltro relative ad una parte soltanto, sia pure significativa, del territorio provinciale. Si dunque verificata, come si dir fra breve, la possibilit di procedere, sulla base dei nuovi elementi di prova nel frattempo acquisiti, ad una nuova ricostruzione complessiva della struttura delle cosche e dei loro rapporti. In questa direzione un prezioso punto di partenza costituito dalla recentissima norma che ha espressamente inserito la ndrangheta tra le associazioni mafiose previste dallart. 416 bis del codice penale e dallart. 1 della legge 575/1965 in materia di misure di prevenzione.

3. collaboratori di giustizia e intercettazioni Altro elemento negativo, poi, stata lassenza, ormai da molti anni, di collaboratori di giustizia di significativo rilievo e di sicura affidabilit che sono, come lesperienza in altre

regioni dItalia dimostra, lo strumento fondamentale per ricostruire compiutamente la struttura, le dinamiche interne e le relazioni esterne delle organizzazioni di tipo mafioso. In questo contesto sono state assolutamente indispensabili, pur se da sole non sempre sufficienti ai fini sopraindicati, le intercettazioni telefoniche ed ambientali.

4. Silenzio informativo Ancora, assolutamente negativo il disinteresse che abitualmente caratterizza latteggiamento dei mezzi di informazione sulla Calabria e i suoi problemi, a cominciare dalla ndrangheta. Questo disinteresse venuto meno dallinizio del 2010 grazie ai gravi fatti delittuosi e alla continua e concreta presenza delle Istituzioni. Questa presenza deve continuare altrimenti la situazione, per la Calabria e per chi lavora per il suo sviluppo nella legalit, sar anche peggiore di prima.

Sulla base dellanalisi fin qui sintetizzata, la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria si quindi posta come obiettivo una azione di contrasto articolata nella quale possono individuarsi quattro aree tematiche: A. Ladozione di strategie diversificate volte alla disarticolazione delle consorterie storiche della Ndrangheta presenti in tutta la provincia di Reggio Calabria, anche attraverso una campagna mirata alla ricerca e cattura dei principali capi-cosca latitanti, vere e proprie figure carismatiche del sistema mafioso locale, nonch mediante lindividuazione di quelle famiglie ormai facenti parte con i loro rappresentanti, anche di seconda e terza generazione, della borghesia, cos da potersi parlare di vere proprie dinastie mafiose, che mirano a consolidarsi sempre pi come naturale sviluppo e logica evoluzione dei precedenti modelli paramilitari, largamente seguiti negli anni 80-90; B. Lindividuazione e il perseguimento in sede giudiziaria di componenti significativi della cosiddetta zona grigia, di esponenti cio della politica, delle istituzioni, delle professioni, dellimprenditoria, a volte con legami massonici, che forniscono alla criminalit organizzata, ed in particolare alle dinastie mafiose di cui si detto, occasioni di grandi arricchimenti e a volte garanzie di impunit;

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C. Il contrasto di quelle attivit criminose che la Ndrangheta calabrese pianifica e porta a compimento fuori dal proprio territorio originario non potendosi di certo trascurare che attraverso tale settore operativo lorganizzazione calabrese ha conquistato di recente risultati mai prima sfiorati: da un lato commettendo anche allestero reati gravissimi e dallaltro raggiungendo attraverso il commercio internazionale delle sostanze stupefacenti ricchezze patrimoniali in precedenza non ipotizzabili; D. laggressione ai patrimoni illeciti, sicuramente una delle chiavi di volta dellazione di contrasto alle organizzazioni mafiose.

Nel prosieguo si proceder ad una analisi dei risultati sin qui ottenuti con riferimento alle aree tematiche sopra indicate. Preliminare per a questa analisi lesposizione dei risultati delle indagini culminate con loperazione c.d. Il Crimine che ha consentito una ricostruzione assolutamente nuova degli attuali assetti della ndrangheta e dei rapporti tra le cosche reggine e quelle esistenti in Lombardia e in altre parti dEuropa e del mondo, grazie alla straordinaria attivit di indagine sviluppata, in perfetto coordinamento tra loro, da numerosi Comandi dei Reparti territoriali e del Raggruppamento Operativo Speciale dellArma dei Carabinieri e in pari tempo, e del tutto indipendentemente, da diverse strutture della Polizia di Stato.

I primi giorni del mese di settembre 2009 per la prima volta stata documentata, proprio mentre era in corso di svolgimento, la riunione annuale cui prendono parte i maggiori esponenti della ndrangheta, in occasione della festa della Madonna di Polsi, come noto uno dei momenti pi rilevanti per tale associazione, che sancisce linvestitura delle cariche apicali, definendo la composizione organica del vertice della ndrangheta, indicato alternativamente con lespressione Provincia o Crimine. In tale circostanza stato possibile registrare in diretta, con un livello di riconoscibilit di assoluta evidenza, le complesse operazioni di ratifica delle nuove cariche - in realt gi decise nei giorni precedenti, il 19 agosto, ma formalizzate soltanto a Polsi con effetti dal mezzogiorno del 2 settembre (le cariche il giorno dopo quella volta alla Madonna giorno 2 a mezzogiorno entrata) - che hanno ridisegnato gli attuali assetti della ndrangheta.

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Di l a poco, il 31 ottobre 2009, questa volta in Lombardia, veniva documentato, con una eccezionale videoripresa, un incontro conviviale, nel corso del quale, i capi delle locali lombarde, riuniti presso il centro per anziani Falcone e Borsellino ubicato in Paderno Dugnano, eleggevano quale referente della ndrangheta in Lombardia ZAPPIA Pasquale, gi designato per tale carica pochi giorni prima dalla Provincia calabrese e salutavano lesito della votazione brindando tutti insieme, in piedi, allindirizzo del nuovo Mastro generale. Questi due momenti rappresentano in qualche modo la sintesi delle indagini che hanno, da un lato, confermato le caratteristiche ben note delle cosche calabresi: il numero eccezionalmente elevato di affiliati anche in cittadine di modeste dimensioni (la societ di Rosarno tra 'ndrine e noi superiamo i 250 uomini, SARO Napoli ha oltre 60 uomini, Peppe oltre 40, Iaropoli 30, Cannat 35, a Rosarno centro ci sono 100 persone), i legami familiari (nel senso di famiglia di sangue) che esistono fra gli associati e ne rafforzano i vincoli, anche di natura criminale, il rispetto di una serie di tradizioni e di rituali, la straordinaria pervasit sul territorio e il controllo di molte delle manifestazioni della vita amministrativa, sociale ed economica (hanno sentenza su tutto... all'ispettorato del lavoro...alla magistratura...perch c' infiltrazione mafiosa...c' la connivenza di queste persone che...con i mafiosi...questo ...la verit questa qua c collusione mafiosa allinterno qua con, con lesterno dice nel corso dellindagine un imprenditore a proposito della opprimente presenza ndranghetista), la capacit di infiltrazione negli ambienti pi diversi ed anche negli apparati investigativi e della sicurezza (come evidenziato in modo davvero allarmante dalle rivelazioni sulle indagini di questo ed altri procedimenti ricevute da molti capibastone). Ma accanto a queste conferme, le indagini hanno fatto emergere elementi di indubbia novit i cui passaggi essenziali messi in evidenza dal provvedimento di fermo emesso da questo Ufficio e dal coevo provvedimento dellA.G. milanese, possono cos essere sintetizzati: lesistenza della ndrangheta come organizzazione di tipo mafioso unitaria, insediata sul territorio della provincia di Reggio Calabria e in altre parti della regione; lesistenza di un organo di vertice che ne governa gli assetti, assumendo o ratificando le decisioni pi importanti;

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lesistenza di molteplici proiezioni, oltre il territorio calabrese, di cui la pi importante la Lombardia, secondo il modello della colonizzazione, ed i rapporti tra la casa madre e tali proiezioni esterne. Si tratta di passaggi che costituiscono il punto di emersione di una complessa realt criminale sulla quale in modo del tutto corrispondente - intervenuto, come gi si accennato, il legislatore con il d.l. 4 febbraio 2010, n. 4, poi convertito in legge, che ha modificato il testo dellart. 416 bis c.p. e dellart. 1 l. n. 575/1965, aggiungendo, al novero delle organizzazioni di tipo mafioso, anche la ndrangheta, in precedenza confinata nel concetto di altre organizzazioni comunque localmente denominate. Ora, proprio grazie ai risultati delle indicate attivit investigative, possibile avviare, anche in sede giudiziaria, questo approfondimento, che consente di allineare le ricostruzioni di tipo generale alla concreta attualit di una realt criminale tanto complessa quanto fin qui poco conosciuta. Intanto, emersa con forza, ed in modo assolutamente univoco, lunitariet della ndrangheta come organizzazione di tipo mafioso. Non pi dunque semplicemente uninsieme di cosche, famiglie o ndrine, nel loro complesso scoordinate e scollegate tra di loro, salvo alcuni patti federativi di tipo localistico territoriale, certificati da incontri, pi o meno casuali ed episodici, dei rispettivi componenti di vertice. Sotto tale profilo, i plurimi elementi di prova raccolti consentono di evitare il grave rischio di una visione parcellizzata, frammentaria e localistica della ndrangheta, una visione che non ne ha fatto apprezzare la reale forza complessiva in termini di legami e connessioni con il mondo altro, sia che si tratti di pezzi delle istituzioni, sia che si tratti di settori dellimprenditoria, sia infine che si tratti di appartenenti al mondo della pubblica amministrazione o della politica. E peraltro sono gli stessi associati ad essere consapevoli dellimportanza della struttura unitaria e delle regole che essi si sono dati. Con queste parole, GATTUSO Nicola, capo di una delle locali della zona di Reggio sud, esprimeva, il 14 gennaio 2008, le proprie preoccupazioni al riguardo sapete come andiamo a finire, ve lo dice il sottoscritto, da qua ad un altro anno, due, tutto quello che abbiamo diventer zero. Ognuno (inc.) ci basiamo tutti unaltra volta sullo SGARRO, e ognuno si guarda la sua LOCALE, il suo territorio, punto.

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La ndrangheta si presenta, dunque, come unorganizzazione di tipo mafioso, segreta, fortemente strutturata su base territoriale, articolata su pi livelli e provvista di organismi di vertice. Essa insediata nella provincia di Reggio Calabria, dove suddivisa in tre aree, denominate mandamenti (Tirrenica, Citt e Jonica), nel cui ambito insistono societ e locali, composti a loro volta da ndrine e famiglie. Ai vertici di tale organizzazione si pone un organo collegiale, definito Provincia o anche Crimine, con la precisazione che questultimo termine riferito anche alle singole articolazioni associative e, in altre occasioni, allintera associazione (Il CRIMINE non non di nessuno, di tutti; il crimine lo devono formare tutti del locale, tutti gli uomini). La Provincia ha compiti, funzioni e cariche proprie: gli organi direttivi sono costituiti dal capocrimine, dal contabile, dal mastro generale e dal mastro di giornata. Si tratta di cariche elettive e temporanee, come tutte le cariche di ndrangheta. E lo stesso capocrimine, appena eletto, OPPEDISANO Domenico, a ribadire: ci vuole un responsabile che deve tenere praticamente ogni cosa che si fa... si fa con l'accordo di tutti quanti ... quando si fa una proposta si ascolta gli altri per vedere come la pensano in maggioranza tutto passa.... Gli eccezionali risultati conseguiti in queste attivit di indagini collegate hanno consentito di identificare i boss ai quali tali cariche sono state attribuite nellestate 2009, ricostruendo anche sia il momento sostanziale delle trattative tra i maggiori esponenti dellassociazione sia quello della formalizzazione in occasione della festa della Madonna di Polsi con lomaggio reso dai rappresentanti delle varie locali al nuovo Capocrimine, uno degli ndranghetisti pi anziani che vanta il proprio lungo e titolato excursus allinterno dellorganizzazione (ci siamo raccolti a livello nazionale ai tempi i CRIMINI per le cariche della SANTA perche' quando fanno i CRIMINI ... eravamo piu' di 1000 persone quella notte nelle montagne...io mi ricordo Peppe NIRTA e Ntoni NIRTA...inc... i grandi dalla parte di la, mi chiamano passo di qua. lui passa di la... mi hanno messo in mezzo Peppe NIRTA e Ntoni NIRTA e li' mi hanno dato la carica della SANTA c'e' pure una lettera firmata...la carica del vangelo avevo la carica del VANGELO che allora in giro non c'era...inc...non c'era ancora in giro come il fatto del vangelo non esisteva gliela abbiamo data a compare Pasquale Napoli sempre noi qua di Rosarno, compare Pasquale NAPOLI ha portato avanti Ciccio ALVARO...Ciccio ALVARO aveva portato compare Pasquale dalla Santa...inc...abbiamo fatto le cariche ed abbiamo cominciato a dare a uno per
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paese...abbiamo scelto noi uno...abbiamo fatto il giro della piana, poi abbiamo preso da Bagnara fino ad arrivare a Brancaleone). Il ruolo di vertice della Provincia riconosciuto in Calabria e fuori dalla Calabria. Chiarissime sono in questo senso le parole del caposociet di Singen, in Germania, a proposito delle iniziative di un altro associato: Adesso se lo vuole fare lo fa, per ci devono essere pure quelli del Crimine presenti, gli ho detto io perch lui dipende di l, come dipendiamo tutti. E ancora pi drasticamente . senza ordine di quelli di l sotto non possono fare niente nessuno. Parole sul cui significato nessuno pu nutrire dubbi; e se qualcuno dovesse nutrirli, la sorte toccata a NOVELLA Carmelo, ucciso nel luglio 2008, perch cultore del progetto indipendentista della Lombardia, costituirebbe un monito sufficiente a convincerlo: il 12 giugno 2008 alcuni elementi di vertice dellorganizzazione si incontrano in Calabria, il giorno successivo uno di essi, interloquendo con un altro associato, non usa mezzi termini per descrivere la situazione critica in cui versa il NOVELLA (no lui e' finito oramai...! e finito...! la provincia lo ha licenziato a lui) che a distanza di circa un mese viene infatti ucciso. Una regola tuttavia le cui modalit di concreta attuazione subiscono gli adattamenti del caso secondo il modello di una grande flessibilit, che prevede significativi margini di autonomia per le singole articolazioni dellassociazione. Dal territorio calabrese, la ndrangheta si da tempo proiettata verso i mercati del centro Nord Italia, verso lEuropa, il Nord America, il Canada, lAustralia. Linfiltrazione e la penetrazione di questi mercati ha comportato la stabilizzazione della presenza di strutture ndranghetiste in continuo contatto ed in rapporto di sostanziale dipendenza con la casa madre reggina. Pi in particolare, in Lombardia la ndrangheta si diffusa non attraverso un modello di imitazione, nel quale gruppi delinquenziali autoctoni riproducono modelli di azione dei gruppi mafiosi, ma attraverso un vero e proprio fenomeno di colonizzazione, cio di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso in Lombardia. Qui la ndrangheta ha messo radici, divenendo col tempo unassociazione dotata di un certo grado di indipendenza dalla casa madre, con la quale per comunque continua ad intrattenere rapporti molto stretti e dalla quale dipende per le pi rilevanti scelte strategiche.
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In altri termini, in Lombardia si riprodotta una struttura criminale che non consiste in una serie di soggetti che hanno semplicemente iniziato a commettere reati in territorio lombardo; ci significherebbe non solo banalizzare gli esiti investigativi a cui si potuti giungere con le indagini collegate, ma anche contraddire la realt che attesta tuttaltro fenomeno e cio che gli indagati operano secondo tradizioni di ndrangheta: linguaggi, riti, doti, tipologia di reati sono tipici della criminalit della terra dorigine e sono stati trapiantati in Lombardia dove la ndrangheta si trasferita con il proprio bagaglio di violenza. I risultati investigativi ottenuti sono state il frutto, in primo luogo, del fattivo coordinamento tra le Procure Distrettuali di Reggio Calabria e Milano, consapevoli che una piena comprensione del fenomeno mafioso in esame pu aversi solo attraverso il continuo scambio di materiale informativo e periodiche riunioni di confronto; questo un dato che va appieno valorizzato e che ha trovato una precisa manifestazione nei provvedimenti dei due uffici giudiziari con lesecuzione contestuale di 180 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dallA.G. di Milano e di 123 provvedimenti di fermo emessi dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Un coordinamento necessario anche per unaltra ragione. Da un lato infatti essenziale ricostruire lespansione delle cosche fuori dalla provincia di Reggio Calabria, ma dallaltro altrettanto essenziale contrastarle nel cuore del loro potere. In altre parole, necessario sviluppare lazione repressiva in modo contestuale sia a Reggio Calabria per colpire il centro vitale dellaccumulazione originaria in termini di potere economico, criminale in senso stretto, ma anche di relazioni esterne, sia nelle altre regioni dItalia dove si sviluppano le diverse proiezioni territoriali. In altri termini, per contrastare efficacemente la ndrangheta, destrutturarne i bracci operativi e aggredirne il potere finanziario, necessaria unazione contestuale che permetta di ricollegare le ricchezze dellassociazione, ovunque esse si trovino, con le attivit di carattere mafioso delle quali esse sono il prodotto, diretto o indiretto.

Risultanze almeno in parte analoghe sono pressoch contemporaneamente emerse da altre indagini (in particolare, la c.d. Operazione META) con riferimento alla citt di Reggio Calabria, rimasta in larga parte fuori dal quadro delineato dalloperazione Il Crimine. E risultato infatti che anche nel capoluogo tra le cosche stato da tempo raggiunto un accordo
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per la gestione unitaria degli affari illeciti, e in particolare delle estorsioni, affidata fino al momento del suo arresto, 28 dicembre 2008 a DE STEFANO Giuseppe.

Altro aspetto che merita poi di essere sottolineato, con riferimento a quanto gi detto sulle peculiari difficolt dellazione di contrasto alla ndrangheta il fatto che tra il settembre e lottobre 2010 alcune persone, tutte appartenenti alle cosche di questa provincia, hanno chiesto di collaborare con le Autorit dello Stato. Naturalmente, gli interrogatori sono appena iniziati e non questa la sede per valutarne la attendibilit (i primi riscontri sono comunque positivi) e gli eventuali sviluppi processuali. Non si pu per tacere la circostanza che uno di questi soggetti, LO GIUDICE Antonino, capo dellomonima cosca di Reggio Calabria, ha affermato di essere stato lorganizzatore degli attentati con ordigni esplosivi ai danni della Procura Generale e del Procuratore Generale e della minaccia con un bazooka ai danni dello scrivente, e ha anche indicato gli esecutori materiali di questi fatti di eccezionale gravit; ovviamente le dichiarazioni del LO GIUDICE sono, per questo aspetto, al vaglio della Procura della Repubblica di Catanzaro, competente ex art.11 c.p.p.. Linizio di queste collaborazioni merita per di essere segnalato perch per la prima volta dopo molto tempo costituisce un elemento di novit significativo, in contrasto, sotto questo specifico punto di vista, con lopinione largamente prevalente secondo cui la struttura fortemente familiare delle cosche di ndrangheta le renderebbe pressoch impossibili.

In questa analisi di carattere generale opportuno fare un cenno anche allindagine su Pelle Giuseppe Gambazza, figlio di Pelle Antonino, catturato dopo oltre 20 anni di latitanza, durante i quali era stato uno dei capi carismatici della ndrangheta. Dalle intercettazioni eseguite dalla Sezione Anticrimine dei Carabinieri nellabitazione dei Pelle infatti emersa non solo la prova dei suoi rapporti di natura criminale con altri capicosca, tra cui Morabito Rocco, figlio del Tiradritto, e Ficara Giovanni ma, ancora una volta, la dimostrazione dellunitariet dellassociazione (siamo tutti della ndrangheta dice proprio il Ficara). E emersa, altres, lampiezza e la pervasivit delle relazioni intrattenute negli ambienti pi disparati dal Pelle Giuseppe, nonostante fosse ben nota in tutta la Calabria la
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sua caratura criminale. Tra queste relazioni va segnalata in questa sede quella, gi oggetto di provvedimenti giudiziari, con Zumbo Giovanni, dottore commercialista, gi amministratore giudiziario di beni sequestrati alle cosche; lo Zumbo, infatti, accompagnato dal Ficara, si recato - secondo quanto risulta dalle intercettazioni e dalle videoriprese a casa del Pelle e gli ha riferito, apparentemente senza chiedere nulla in cambio tutta una serie di informazioni segrete sulle indagini in quel momento condotte dallArma dei Carabinieri su delega della DDA di Reggio Calabria e di Milano ( e poi sfociate nelloperazione Il Crimine). Ancora, lo Zumbo, che si definisce collaboratore esterno dei servizi segreti, ha assicurato il Pelle di potergli fare avere tempestivamente ( e cio in tempo utile per darsi alla latitanza) la lista delle persone nei cui confronti sarebbero state emesse misure cautelari. Proprio per evitare questo rischio, tra laltro, questo Ufficio ha disposto il 23 aprile c.a. il fermo del Pelle Giuseppe, del Ficara Giovanni e di altre sette persone. Zumbo Giovanni per stato oggetto di indagini anche in relazione ad unaltra grave vicenda. Egli ha cio, dintesa, con Ficara Giovanni ed altri esponenti della cosca di questultimo, fatto ritrovare ai Carabinieri, fornendo notizie confidenziali, una macchina carica di armi ed esplosivi il 21 gennaio 2010, giorno in cui era in corso la visita a Reggio Calabria del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e addebitandone (falsamente) la responsabilit alla cosca rivale di Ficara Giuseppe. In conclusione, non si pu fare a meno di sottolineare leccezionale gravit di quanto via via emerso dalle indagini coordinate da questa D.D.A.: il fatto cio che lo ZUMBO, professionista stimato, accreditato presso gli uffici giudiziari e di polizia e le agenzie di sicurezza, abbia avuto la possibilit, per un prolungato periodo di tempo e con apparente totale facilit, di conoscere nel dettaglio le pi importanti e delicate indagini dellArma dei Carabinieri; abbia poi coltivato un intenso rapporto con un esponente di rilievo delle cosche di ndrangheta come FICARA Giovanni mettendosi a sua disposizione senza (apparentemente) nulla chiedere in cambio e presentandosi come collaboratore esterno dei servizi segreti; abbia collaborato con lo stesso FICARA ed i suoi complici (non dato ancora sapere di chi sia stata liniziativa) per compiere un gesto eclatante e destinato ad avere la massima risonanza mediatica qual stato labbandono della macchina carica di armi ed esplosivo nei pressi del percorso seguito dal Presidente della Repubblica appena diciotto giorni dopo lattentato alla Procura Generale, con lintento, altres, di garantirsi per il futuro la fiducia e la collaborazione di un carabiniere, Roberto ROCCELLA, in servizio in
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un posto chiave come il Reparto Operativo del Comando Provinciale; abbia infine rivelato a PELLE Giuseppe ed ai suoi fratelli, a FICARA Giovanni ed a BILLARI Costantino Carmelo le indagini della D.D.A. di Reggio Calabria e Milano, recandosi personalmente a casa del Gambazza, assicurandogli ulteriori rivelazioni per consentirgli una tempestiva latitanza e tutto questo nella piena consapevolezza delle video riprese effettuate dalle telecamere collocate, da tempo, dai Carabinieri allesterno delledificio. Tutte queste circostanze, accertate giova ripetere al di l di ogni dubbio, sono di per s di eccezionale gravit ma risultano ancor pi gravi se si considera che lo ZUMBO non pu con tutta evidenza avere agito da solo ma, al contrario, non pu che essere stato incaricato da qualcuno (alla cui volont lo ZUMBO, secondo FICARA non pu fare a meno di adeguarsi) interessato a entrare in rapporto con FICARA Giovanni e, suo tramite, con PELLE Giuseppe anche a costo di vanificare le pi importanti indagini dellArma dei Carabinieri contro la ndrangheta e questo, peraltro, in un periodo come lattuale in cui a Reggio Calabria e nella provincia si sono verificati fatti delittuosi di estrema gravit. A fronte di tutto ci, palesemente incongruo ed inadeguato risulta essere lo scopo dichiarato dallo ZUMBO al momento del fermo e cio lacquisizione di notizie per la cattura dei latitanti PELLE Sebastiano e GLICORA Santo. Per altro verso, lattivit (criminale) di chi ha incaricato lo ZUMBO si colloca al di fuori di qualsiasi circuito istituzionale, dato che tanto lA.I.S.I. quanto lA.I.S.E., hanno formalmente affermato di non aver avuto alcun rapporto con lo ZUMBO a parte alcuni (del tutto leciti) specificamente indicati ed estranei alle vicende appena descritte. Su questi fatti continuano quindi le indagini di questo Ufficio con la piena e leale collaborazione dellArma dei Carabinieri e di tutta la polizia giudiziaria; ed in proposito bene rilevare, accanto alla gravit delle condotte dello ZUMBO e dei suoi complici, allo stato ancora non identificati, il fatto che siano state proprio le indagini disposte da questa D.D.A. ed espletate dai Carabinieri a consentire di accertare tali condotte e di evitare, con il tempestivo fermo dei responsabili, un danno irreparabile al buon esito delloperazione Il Crimine e delle altre indagini che nel solo periodo aprile-luglio 2010 hanno portato allarresto, per reati di mafia, di oltre 300 persone, tra cui molti dei capi dellorganizzazione ndranghetista e degli esponenti di primo piano delle cosche di questa provincia (oltre che, come si detto, della Lombardia).

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SINTESI DEI RISULTATI

Nel fare rinvio, per una analisi dettagliata, allelenco dei procedimenti trattati nel periodo in esame, non appare superfluo procedere ad un esame sintetico dei risultati sin qui ottenuti con riferimento alle aree tematiche sopra indicate. A) Assolutamente eccezionali sono i risultati conseguiti nellultimo biennio nel settore della cattura dei latitanti. Grazie alleccezionale professionalit e allo straordinario impegno del personale della Polizia di Stato e dei Carabinieri, con il coordinamento dei magistrati di questUfficio sono stati tratti in arresto oltre 50 latitanti tra i quali ben 11 inseriti nellelenco dei 30 latitanti pi pericolosi predisposto dal Ministero dellinterno e numerosi altri nellanalogo elenco dei 100. In particolare nel periodo in esame meritano un cenno particolare, tra gli altri, larresto di De Stefano Paolo Rosario, Bellocco Domenico, Call Isidoro, Magnoli Antonino, Facchineri Vincenzo, Racco Gianluca, Barbaro Carmelo, Trimboli Saverio, Ascone Salvatore e Gligora Santo. Specifico riferimento va fatto allarresto, in data 26.04.2010, di Tegano Giovanni, esponente di una delle famiglie storiche di Reggio Calabria, gi condannato allergastolo e latitante ormai da molti anni. La cattura di un cos elevato numero di latitanti, da un lato, ha significato che non vi sono zone di impunit di fronte allazione dello Stato e, dallaltro lato, ha scompaginato equilibri consolidati in alcune delle pi potenti famiglie di ndrangheta.

B)Anche sotto il profilo del contrasto alle dinastie mafiose cio a quelle grandi famiglie che hanno fatto la storia della ndrangheta, sono stati conseguiti risultati significativi con i procedimenti (per la cui analisi dettagliata si rinvia al prosieguo della relazione) nei confronti ormai di quasi tutte le cosche mafiose pi importanti, tra le quali quelle dei LIBRI, dei LABATE, dei CREA, dei RUGOLO, dei GIOFFRE, dei NIRTASTRANGIO, dei PELLE-VOTTARI, dei PIROMALLI, dei MOLE, degli ALVARO, dei DE STEFANO, dei CONDELLO, dei VADALA, dei MORABITO, dei CORDI, dei BELLOCCO, dei GIOFFRE, degli IAMONTE, dei TEGANO, dei PESCE, dei GALLICO, dei MORABITO, dei FICARA, dei COMMISSO, degli AQUINO e di molte altre..
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E altres, utile precisare che nel periodo in riferimento il numero di soggetti nei cui confronti stata formulata richiesta di misure cautelari personali per reati di competenza della DDA raddoppiato dal 2007 al 2009 e che nel periodo 1.1.2009-30.06.2010 sono state richieste n. 1546 misure cautelari di cui 1105 per reati DDA. Quanto allattivit di individuazione e contrasto in sede giudiziaria di esponenti della politica, dellimprenditoria e delle professioni (la c.d. zona grigia), si deve in primo luogo ricordare il processo contro CREA Domenico, consigliere regionale, votato, secondo

laccusa, dalle maggiori cosche di ndrangheta e subentrato in Consiglio dopo lomicidio del dr. Francesco FORTUGNO, in atto detenuto per il reato di cui agli artt. 110-416 bis c.p.; il processo contro il CREA e numerosi altri soggetti, professionisti e pubblici funzionari, attualmente in corso nella sua fase dibattimentale dopo che le indagini hanno fatto emergere un quadro impressionante dei rapporti tra politici, imprenditori, amministratori ed esponenti mafiosi, specie nel settore della sanit, pubblica e privata. Alcuni dei coimputati del CREA, giudicati con il rito abbreviato, sono stati gi condannati per il reato di cui allart. 416 bis c.p. e/o per delitti contro la Pubblica Amministrazione. Ugualmente importante il processo nei confronti di INZITARI Pasquale, esponente politico, amministratore locale e imprenditore, condannato in primo grado per il reato di cui agli artt. 110- 416 bis c.p.. Altrettanto significativi sono i processi a carico di numerosi imprenditori e pubblici funzionari ritenuti legati alle cosche mafiose (vedi i processi Arca, Bellu Lavuru, Cento Anni di Storia, Paper Mill, Saline, Testamento, Rifiuti e altri per cui si rinvia allelenco analitico). Va inoltre ricordato che si concluso, in primo grado, con la condanna allergastolo degli imputati, il processo a carico degli autori dellomicidio del dr. Francesco Fortugno. E opportuno inoltre aggiungere che nel periodo in esame sono state esperite indagini che hanno portato alladozione da parte del GIP, su richiesta di questo Ufficio, di misure cautelari personali e reali nei confronti di professionisti, imprenditori, pubblici amministratori, appartenenti alle Forze di Polizia ecc.. Peraltro da mettere in rilievo che gli esiti delle indagini penali sono stati anche, in una preziosa sinergia di tutte le Istituzioni impegnate nel contrasto alle organizzazioni criminali, alla base dello scioglimento di alcune Amministrazioni comunali, disposto dal Consiglio dei Ministri su proposta del Prefetto di Reggio Calabria.
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Un primo segnale incoraggiante, nel senso di una maggiore collaborazione da parte dei cittadini stato offerto, dalle denuncie presentate da alcune persone offese di gravi reati (usura, estorsione) e dalla testimonianza che ha dato impulso alloperazione Cento anni di storia nei confronti delle cosche della piana di Gioia Tauro; in tutti questi casi le indagini della P.G. e lazione di questa Procura ha portato a risultati concreti sul piano processuale con larresto, anche in tempi brevi, dei responsabili di quei delitti.

C) E ormai un dato acquisito il ruolo di primissimo piano che la ndrangheta ha nel traffico internazionale di stupefacenti grazie ai suoi consolidati rapporti con i grandi fornitori sudamericani (di cui linterlocutore privilegiato) e alla capacit di esportare ingenti quantitativi di cocaina e altre sostanze stupefacenti in molti paesi dEuropa, anche avvalendosi delle basi costituite, ormai da qualche anno, in vari Stati africani. Anche in questo caso si rinvia allelenco in cui vengono specificati alcuni dei pi importanti processi trattati da questa DDA, che hanno portato anche al sequestro di ingenti quantitativi di stupefacenti e al sequestro dei beni degli imputati. Merita qui sottolineare che lo svolgimento delle indagini e dei successivi processi in questo settore reso possibile dalla collaborazione instaurata, gi da anni, da questo Ufficio con le Autorit di grandi Paesi stranieri (fra cui Stati Uniti, Belgio, Colombia, Germania, Canada, Svizzera, Olanda, Spagna, ecc.). Emblematica in questo senso la c.d. Operazione Solare che ha visto un collegamento di indagini eccezionalmente proficuo con le Autorit, giudiziarie e di polizia, degli Stati Uniti dAmerica che ha portato allesecuzione contemporanea del fermo di numerose persone e del sequestro di quantitativi di cocaina nei due Paesi, uniti anche nel contrasto allalleanza tra le cosche calabresi e il messicano Cartello del Golfo. Ancora, va sottolineato che nel giro di pochi mesi, tra il giugno e il novembre 2009, sono stati sequestrati circa 800 Kg di cocaina, di cui quasi 300 a bordo di un veliero al largo della Sardegna e oltre 500, in pi riprese, nel porto di Gioia Tauro, a conferma ulteriore del ruolo di assoluta preminenza nel traffico mondiale di stupefacenti svolto dalle cosche calabresi grazie al rapporto privilegiato con i fornitori sudamericani (in questo caso la cocaina proveniva dallEcuador).

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D)Per quanto riguarda laggressione ai patrimoni mafiosi, si fatto ricorso, secondo le particolarit dei casi concreti, sia agli strumenti previsti nel processo penale (in particolare la norma di cui allart. 12 sexies L.356/1992) sia alle misure di prevenzione. Sotto il primo profilo, allesecuzione delle misure cautelari personali disposte dal GIP seguito di regola in tempi brevi il sequestro dei beni degli indagati secondo la prassi di questo Ufficio di affiancare, ogni volta che possibile, le indagini patrimoniali a quelle strettamente penali cos da pervenire in tempi brevi allaggressione dei beni mafiosi. Cos stato possibile sequestrare alcune imprese e complessi aziendali nellambito dei procedimenti penali aventi ad oggetto linfiltrazione mafiosa negli appalti e nelle esecuzione delle opera pubbliche (vedi, per esempio le operazioni Arca, Bellu Lavuru, Cento anni di Storia, Meta, Cosa Mia, All Inside) e di quelli instaurati per il reato di cui allart. 74 D.P.R. 309/90. In questo settore l esempio pi importante forse il sequestro di beni per circa 65 milioni di euro complessivi eseguito, in relazione ai reati di riciclaggio e intestazione fraudolenta di beni, nei confronti di Campolo Gioacchino, di cui sono accertati i rapporti con alcune cosche mafiose della citt di Reggio ( in primo luogo i De Stefano).

Misure di Prevenzione Dai dati statistici risulta che nel periodo 16.10.2001 12.02.2007 erano stati iscritti numero 22 procedimenti per misure di prevenzione a carattere anche patrimoniale, mentre nel periodo successivo al 07.02.2007 erano state formulate 8 proposte di carattere (anche) patrimoniale. Allo scopo di rendere pi efficiente lazione dellUfficio in questo settore, di cui persino inutile sottolineare limportanza strategica nel contrasto alle organizzazioni mafiose, e di fronte, peraltro, alla necessit di far fronte allaumento del carico di lavoro determinato dalle nuove competenze previste dalla legge 125/2008 (basti pensare che come gi detto dalla Procure presso il Tribunali di Palmi e Locri sono stati trasmessi circa 600 procedimenti) stato costituito un nuovo Gruppo di Lavoro composto da 8 Sostituti non componenti della DDA e coordinato dallo scrivente Procuratore anche al fine di assicurare il coordinamento con lattivit della Direzione Distrettuale Antimafia.

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Sono state impartite specifiche direttive per la tempestiva trasmissione a questo gruppo di lavoro di copia degli atti dei procedimenti penali, specie quelli per reati di cui allart. 51 comma 3 bis c.p.p., utili ai fini delle proposte di misure di prevenzione, con particolare attenzione allaggressione dei patrimoni illeciti, anche sfruttando le nuove e pi ampie possibilit offerte dalla legge 125/2008 e poi dalla legge 92/2009, che ha trovato alcune delle sue prime applicazioni in provvedimenti emessi dal Tribunale di Reggio Calabria su proposta di questo Ufficio. E stato inoltre stipulato con il Questore di Reggio Calabria un protocollo di intesa per evitare duplicazioni e/o sovrapposizioni di iniziative in questo delicato settore. Analoghe misure di coordinamento sono state assunte da questo Ufficio nei confronti dellattivit svolta dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza e dalla DIA , il cui Direttore peraltro, come noto, titolare di un autonomo potere di proposta. Anche in questo caso, i primi risultati appaiono positivi. Dai dati statistici emerge infatti che nel periodo 1.1.2009- 30.06.2010 sono state presentate al Tribunale 72 proposte di misure (anche) patrimoniali (oltre che 98 di carattere solo personale) e che nel solo anno 2009 sono stati iniziati ben 337 nuovi procedimenti di prevenzione (a fronte di una sopravvenienza media negli anni precedenti di 30 procedimenti). Va inoltre sottolineato che stato richiesto, sempre nel solo 2009, il sequestro e la confisca di 419 beni ( immobili, beni mobili registrati, azioni e quote di societ, complessi aziendali). Dalle indagini patrimoniali esperite da questo Ufficio (sia in sede di procedimenti penali che in sede di prevenzione) emersa con chiarezza leccezionale potenza economica della ndrangheta, le sue capacit imprenditoriali e finanziarie, lattitudine ad inserirsi nelle pi diverse attivit economiche in ogni parte dItalia. Queste indagini hanno anche confermato quanto gi emergeva dalle indagini penali circa la necessit di una continua collaborazione con gli altri Uffici di Procura. Nella consapevolezza di questa necessit sono stati instaurati proficui rapporti di collaborazione, da un lato con altre Procure della provincia reggina, quelle di Palmi e Locri, e dallaltro, con le Direzioni Distrettuali Antimafia delle grandi citt italiane ( Roma, Milano, Bologna, Torino oltre che, naturalmente, Catanzaro).

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In conclusione, ammonta a circa 1000 milioni di euro il valore dei beni di cui nel periodo 1.1.2009 30.06.2010 stato disposto il sequestro, su richiesta di questo Ufficio, dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione o dal Giudice Penale (ai sensi degli artt. 321 cpp e 12 sexies legge 356/92).

Da ultimo, a conclusione di questa parte generale della presente relazione, doveroso sottolineare il contributo offerto al conseguimento dei risultati fin qui illustrati, unanimemente riconosciuti, in tutte le sedi competenti, di eccezionale rilievo, dagli Uffici di Polizia Giudiziaria operanti in questa provincia. E invero Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, con il contributo della D.I.A., hanno svolto la loro attivit di indagine con grandissima professionalit, con livelli a volte di assoluta eccezionalit, e con altrettanto impegno, operando, peraltro, come noto, in condizioni particolarmente difficili per la consolidata e pervasiva presenza della ndrangheta in tutta la provincia e per la sua capacit di acquisire collusioni e protezioni in tutti gli ambienti. Va altres rilevato che pur nello spirito di leale competizione che comporta la presenza di pi forze di polizia, si realizzata spesso, con il coordinamento di questa Procura, una proficua collaborazione tanto che in pi casi si proceduto ad operazioni congiunte e sono tuttora in corso indagini di grande rilievo svolte da diversi Uffici di p.g. in collaborazione tra loro. E va da ultimo aggiunto che proprio grazie anche alla messa in comune di tutte le informazioni, frutto della collaborazione delle Forze di p.g. e del coordinamento realizzato allinterno della Direzione Distrettuale Antimafia, sono emersi in questultimo periodo significativi elementi di raccordo e collegamento tra le pi importanti cosche di ndrangheta; tale collegamento reso peraltro necessario, con tutta evidenza, dalla dimensione eccezionale, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, degli interessi, anche non strettamente criminali, in gioco. Nella stessa direzione porta, ancora, lespansione dellattivit della ndrangheta al di fuori della provincia di Reggio Calabria e della stessa regione, in Italia e nel mondo, anche se resta prevalente, con tutta evidenza, il ruolo e limportanza delle cosche reggine. E, infine, non inutile ripetere ancora una volta che la repressione non basta e che la ndrangheta pu essere sconfitta solo se c, accanto ad una repressione efficiente, una forte
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reazione della societ civile, nella consapevolezza che in ogni categoria sociale, nessuna esclusa, la convivenza o anche soltanto la voglia di quieto vivere delluno aumenta il rischio di chi invece fa la sua parte.

I procedimenti pi importanti

A) Omicidi

1. Proc. pen. 2401/07 RGNR (c.d. operazione Mistero) contro Costa Tommaso ed altri accusati (il Costa Tommaso) dellomicidio di Simari Pasquale, nonch di associazione per delinquere di stampo mafioso (cfr. anche infra). La sera del 26 luglio del 2005, nella centralissima piazza Vittorio Veneto di Gioiosa Jonica, davanti a decine e decine di testimoni, tra i quali anche donne, giovanissimi e persino bambini (tra questi, il figlioletto della vittima), veniva brutalmente assassinato Pasquale Simari. Nonostante lo straordinario livello di omert che ha caratterizzato la vicenda investigativa, con la quasi totalit dei testimoni oculari (tra questi anche una nota avvocatessa del posto) che si sono ostinatamente rifiutati di fornire anche un minimo contributo alle Autorit investite del caso, testimoni reticenti ed omertosi, ai quali fortunatamente si sono contrapposte poche confortanti quanto decisive eccezioni, allesito delle indagini stato possibile non soltanto ricostruire la causale dellomicidio e le dinamiche del contesto mafioso in cui lo stesso maturato, ma anche individuare in Costa Tommaso cl. 59 lesecutore materiale del delitto. Come in altre recenti indagini (cfr. infra), aspetti centrali della vicenda finiscono per essere: lo sforzo riorganizzativo della propria compagine mafiosa prodotto tra il 2004 ed il 2005, dal carcere di Palmi, dal capo cosca Costa Tommaso cl. 59; il conseguente riconsolidamento, da parte di questi, di importanti alleanze con altri gruppi mafiosi della zona ionica (segnatamente, con gli Ursino a Gioiosa, con i Salerno a Siderno, con i Cataldo a Locri); il contestuale riaccendersi, a partire dal febbraio 2005, della faida locrese tra i Cataldo ed i Cord (in tal senso assolutamente significativo il fatale avvicinamento da parte del Simari, nel periodo immediatamente precedente alla sua morte e quindi in piena faida, ad ambienti della cosca Cord di Locri, cfr. infra); la scarcerazione allinizio del 2005 di Costa Tommaso cl. 59 e

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linizio, nel marzo dello stesso anno, della sua latitanza. A carico del Costa e degli altri indagati stata emessa ed eseguita ordinanza di custodia cautelare in carcere.

2.Proc. pen. 744/06 RGNR contro Marcian Giuseppe ed altri imputati dellomicidio dellOn. Francesco Fortugno. Nel periodo in esame, la Corte dAssise di Locri ha definito, dopo una lunga e complessa fase dibattimentale, il processo relativo allomicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, ucciso in Locri il 16 ottobre 2005. Con la sentenza emessa il 9.12.2008, la Corte dAssise ha condannato alla pena dellergastolo Marciano Alessandro, Marciano Giuseppe, Ritorto Salvatore e Audino Domenico, cui era stato contestato il delitto di omicidio, e a pesanti pene detentive tutti gli altri imputati. In sostanza, come confermato dalle motivazioni della sentenza, la Corte ha riconosciuto la piena validit dellimpostazione accusatoria di questo Ufficio e ha confermato il carattere politico-mafioso del gravissimo delitto. E in corso il dibattimento in appello. Nel mese di novembre previsto linizio della fase dibattimentale del processo a carico di numerosi soggetti che hanno reso testimonianza nel corso del dibattimento per lomicidio FORTUGNO, nei cui confronti sulla base del contenuto della sentenza di primo grado e della trasmissione degli atti effettuata dalla Corte di Assise stata esercitata lazione penale per i delitti di falsa testimonianza, simulazione di reato e favoreggiamento personale, aggravati dalla finalit agevolatrice mafiosa.

3. Procedimento penale 1895/2007 RGNR DDA( faida di San Luca). Il procedimento traeva origine dallomicidio perpetrato il 25 dicembre 2006 a San Luca ai danni di Strangio Maria e dal ferimento, nella stessa data, di Nirta Giovanni Luca, Nirta Francesco, del piccolo Strangio Domenico e di Colorisi Francesco. Le indagini avviate a seguito del predetto fatto di sangue, disvelavano lesistenza di una faida che vedeva contrapposti i gruppi PelleVanchelli-Vottari da una parte e Nirta-Strangio dallaltra e che culminava nella strage di Duisburg dellagosto 2007. A seguito di

questultimo delitto le investigazioni, svolte in stretta collaborazione con gli inquirenti tedeschi, hanno consentito di accertare la matrice transnazionale dellomicidio dei sei
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cittadini italiani, alcuni dei quali partecipi della cosca Pelle Vottari. E stato possibile ricondurre la pianificazione in Italia del delitto in questione, eseguito allestero anche a causa delle minori cautele adottate dagli associati, quando si trovavano lontani dal paese aspromontano. Le indagini hanno permesso di ottenere lemissione di quattro distinte ordinanze applicative della custodia cautelare in carcere a carico, complessivamente, di 58 persone per i reati di omicidio, associazione mafiosa ed altro. E stata altres compiuta una complessa indagine patrimoniale che ha consentito di sequestrare un cospicuo numero di beni ex art. 12 sexies l. 356/1992. Nei confronti di alcuni degli imputati stato applicato il regime detentivo ex art. 41 bis l. 354/1975, in ragione dellaltissimo grado di coesione interna delle cosche coinvolte nella faida, nellambito delle quali un ruolo fondamentale stato ricoperto dalle donne, che hanno ricoperto compiti di trasporto e staffetta per gli associati, preoccupati per la propria incolumit. Con sentenza del 19 marzo 2009 il Gup di Reggio Calabria in sede di giudizio abbreviato ha emesso sentenza di condanna nei confronti di 31 imputati. Per altri 14 imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario in corso il dibattimento presso la Corte dAssise di Locri.

4) Proc. pen. n. 1985/09 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di Caracciolo Giuseppe + 9 (c.d. op. Fehida 3 - Duisburg, o.c.c. 11.02.2010 - per i reati del delitto di promozione, direzione, organizzazione e partecipazione ad associazione di tipo mafioso, previsto e punito dagli artt. 416 bis, commi 1, 2, 4 e 5 c.p.ed omicidio aggravato. Lindagine in parola costituisce il risultato dello sforzo investigativo, profuso dalla DDA in sinergia con la Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, e finalizzato ad individuare i responsabili dellevento balzato alle cronache internazionali con il nome di Strage di Duisburg, lepisodio pi sanguinoso della cosiddetta faida di San Luca tra i clan della ndrangheta Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, costata la vita a sei cittadini italiani. Gli esiti delle investigazioni espletate hanno consentito di corroborare gli elementi gi raccolti a carico di Strangio Giovanni cl.79 soggetto gi sottoposto a custodia cautelare perche' ritenuto organizzatore ed esecutore materiale dellomicidio nonch di individuare altri due, Sebastiano Strangio, di 39 anni, e Giuseppe Nirta, di 37, membri del commando
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omicida che ha operato in territorio tedesco il 15.8.2007. Il loro dna corrisponde a quello dei profili biologici rilevati sul luogo della strage. Allarresto dei due la mobile di Reggio giunta con lacquisizione, in maniera riservata, di alcuni effetti personali degli indagati che sono stati confrontati, a seguito di analisi tecniche di tipo scientifico-biologico effettuate dal servizio di polizia scientifica, con i profili biologici accertati sul luogo della strage. Dal confronto risultato che i profili analizzati e sottoposti a comparazione sono sovrapponibili e perfettamente compatibili con il dna di Strangio e Nirta. hanno agito in complicit con il boss Giovanni Strangio, gi catturato ad Amsterdam, il 12 marzo 2009, ed estradato in Italia due mesi dopo. Le indagini effettuate hanno consentito, altres, di individuare ulteriori affiliati alla cosca Nirta Versu Strangio Jancu che, a vario titolo, hanno contribuito alle attivit della cosca, garantendo, con il proprio operato, la sopravvivenza della stessa, gravemente colpita a seguito dei provvedimenti giudiziali che hanno portato alla carcerazione di diversi membri, anche di vertice, della consorteria. A contribuire al positivo esito delle investigazioni, proseguite senza soluzione di continuit a partire dal tragico ferragosto di due anni fa, hanno concorso fonti di prova eterogenee ed, in parte, assolutamente inedite, quali intercettazioni di conversazioni e di flussi di comunicazioni (telematiche), le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Consoli Vincenzo ed atti di indagine effettuati nellambito del parallelo procedimento istruito dallAutorit Giudiziaria Tedesca.

5. Procedimento penale 828/07 RGNRDDA contro Rod Pasquale+3 Il procedimento riguarda lomicidio perpetrato in data 16.2.2007 nei confronti di Sculli Giuseppe nato a Bruzzano Zeffirio il 15.1.1973. Nellambito del citato procedimento

veniva emessa in data 2.11.2008 o.c.c. in carcere nei confronti di Talia Pasquale, del figlio Talia Francesco e del nipote Rod Alessandro per il reato di cui agli artt. 575-577 c.p., art. 7 l. 203/1991 perpetrato appunto ai danni di Sculli Giuseppe al fine di agevolare le attivit della cosca mafiosa facente capo alla famiglia Rod, nonch nei confronti di Rod Maria per il reato di cui allart. 416 bis c.p.p. in quanto ritenuta partecipe della cosca Talia Rod operante in Bruzzano Zeffirio e territori limitrofi. Tale fatto omicidiario si inscrive in un articolato contesto di contrapposizione armata tra organizzazioni mafiose per

laffermazione della supremazia sul territorio.


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In data 21 luglio 2009 il Giudice per lUdienza preliminare di Reggio Calabria in sede di giudizio abbreviato ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti dei due imputati Rod Pasquale per il reato di cui agli artt. 575-577 c.p., 7 l. 203/1991 e nei confronti di Rod Maria per il reato di cui allart. 416 bis c.p. Per gli altri imputati in corso il dibattimento davanti alla Corte dAssise di Locri.

6. procedimento penale n. 2838/07 r.g.n.r./mod.21/dda (c.d. operazione Pioggia di novembre). Nellambito di tale attivit di indagine stato possibile ricostruire le dinamiche della recrudescenza della faida tra la cosca Cord e quella dei Cataldo in Locri nellanno 2005; nello specifico, si sono raccolti elementi per richiedere ed ottenere la cattura di 4 soggetti ritenuti responsabili dellomicidio di Cord Salvatore cl. 54 e, allo stato, la condanna in primo grado di uno di questi (Cataldo Antonio cl. 56) alla pena in sede di giudizio abbreviato di anni trenta di reclusione. Nei confronti degli altri imputati pendente il processo in Corte dAssise.

7. Procedimento penale n. 5503/07 RGNR DDA cd. Artemisia nei confronti di Gioffr Rocco Antonio + 35. Il procedimento in questione rappresenta il naturale sviluppo di quello recante il n. 3205/07 RGNR DDA inerente la cosca Gioffr di Seminara. Attraverso una capillare attivit di intercettazione telefonica ed ambientale (anche negli Istituti carcerari dove erano ristretti i soggetti colpiti dal provvedimento cautelare emesso nel procedimento penale n. 3205/07 RGNR DDA) ha permesso di approfondire la composizione di svariate famiglie mafiose operanti in Seminara, i contrasti nati tra le stesse ed ha inoltre permesso di fare luce su alcuni efferati episodi di sangue avvenuti nel territorio di quel comune tra il 2007 e il 2009. In data 08/04/2009 stato emesso provvedimento custodiale in carcere per n. 35 indagati. In data 18/11/2009 stata esercitata lazione penale con la richiesta di rinvio a giudizio. In sede di udienza preliminare, in data 18/02/2010 stato ammesso il giudizio abbreviato nei confronti di 22 imputati e in data 19/02/2010 stato disposto il rinvio a giudizio innanzi alla Corte di Assise di Palmi dei rimanenti 11 imputati. Entrambi i processi sono tuttora in corso di celebrazione.

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8. procedimento n. 815/02 RGNR DDA.Ultimamente, si definito innanzi al GUP di Reggio Calabria, nelle forme del rito abbreviato, il processo relativo ai presunti esecutori e mandanti dellomicidio di Raffaele Chiaravalloti, maturato nellambito di una attivit di traffico di sostanze stupefacenti. Il processo si concluso con la condanna allergastolo di due dei tre imputati.

9. p.p. n. 1578/08 RGNR contro Panuccio Giuseppe. Trattasi di procedimento iscritto per triplice omicidio aggravato; i fatti avvenivano in data 30.03.2008 e lindagato veniva arrestato nella quasi flagranza di reato; il P.M. titolare dopo averlo interrogato ai sensi dellart 388 c.p.p., chiedeva la convalida dellarresto e la applicazione della custodia in carcere (tuttora in atto); allesito della attivit di indagine, svolte nel termine di 90 gg, veniva richiesto giudizio immediato, accolto dal GIP in sede; procedimento pendente dinnanzi la Corte di Assise di Reggio Calabria.

10.Procedimento n. 3386/07 RGNR Celebratosi con le forme del rito abbreviato a carico di FAMILIARI Giovan Battista, FAMILIARI Santo, PAPALIA Giuseppe, PAPALIA Domenicoantonio, MARINO Marco, GULLI Francesco Giuseppe, accusati insieme a MACRI Carmine e VIOLI Vincenzo questi ultimi latitanti, nei cui confronti si procede separatamente di aver cagionato la morte della guardia giurata Luigi Rende, in occasione di un tentativo di rapina a mano armata, con armi clandestine, ad un furgone portavalori, verificatosi il 1 agosto 2007. Lintensa attivit di indagine condotta, unitamente alla Squadra Mobile di Reggio Calabria, e con lausilio del RIS di Messina a cui sono state affidate, in sede di incidente probatorio, le perizie in materia balistica e biologica, comprese lestrazione dei profili del DNA delle tracce ematiche rinvenute sulla scena del crimine, ha consentito di cristallizzare, in capo ai correi, la responsabilit per i gravissimi fatti verificatisi, ed ha condotto alla condanna dei sei imputati, in primo grado alla pena dellergastolo nonch al risarcimento del danno in favore della moglie e della figlia della vittima.

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11. Procedimento Penale n. 4721/08 RGNR a carico di Manti Francesco per il reato di cui agli artt. 575 577 c.p. e violazione della normativa in materia di armi. Il procedimento in questione ha ad oggetto luxoricidio commesso dallimputato nei confronti della moglie separata Nicol Orsola, particolarmente grave perch premeditato e commesso davanti agli occhi dei figli in tenerissima et. E stata la figlia dei coniugi Manti ad avvisare i Carabinieri intervenuti. Limputato ha ammesso le proprie responsabilit ed stato condannato, in sede di giudizio abbreviato, ad oltre 15 anni di reclusione. La sentenza stata confermata in Appello.

12. Procedimento penale n. 243/09 RGNR nei confronti di Candito Concetto Bruno per il reato di tentato omicidio e detenzione illegale di arma da sparo, recentemente conclusosi con la condanna in primo grado dellimputato ad anni 12 di reclusione. La Corte di Appello ha annullato la sentenza di primo grado quanto alla condanna per tentato omicidio, ritenendo configurabile la legittima difesa, confermando solo la condanna per il reato di porto abusivo di armi.

13. Procedimento penale n. 4152/09 RGNR nei confronti di MORELLI VITO e MORELLI ANDREA per il reato di omicidio e detenzione illegale di armi. Nellambito di tale procedimento, allesito di complesse indagini, sono stati emessi due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto per il reato di omicidio in pregiudizio di CASILE Giovanni avvenuto nello scorso mese di giugno. I provvedimenti di fermo sono stati entrambi convalidati dal GIP e confermati anche dal Tribunale della Libert. I due indagati sono stati rinviati a giudizio dinanzi alla Corte di Assise di Reggio Calabria.

14. procedimento penale n. 5408/06 RGNR/Mod.21 Dopo oltre quindici anni si fatta luce su un omicidio avvenuto nel 1992 e rimasto sinora irrisolto. Accusato dellomicidio suddetto commesso ai danni del medico CERATTI Stefano, al fine di agevolare lattivit dellassociazione mafiosa facente capo alla famiglia Pelle-Gambazza di San Luca, PREZIO SERGIO. Questultimo, dopo essere stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di cui agli artt 575-577 c.p., art. 7 D.L. 152/1991, stato rinviato a giudizio dinanzi alla Corte di Assise di Locri.

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Il processo si concluso con la condanna dellimputato alla pena di anni trenta di reclusione.

15. proc. pen. 2831/09 RGNR nei confronti di BEN TAIKA Mohamed. La mattina del 23.04.2009 personale della Polizia Ferroviaria di Reggio Calabria rinveniva al margine di un binario di bassa velocit contiguo alla stazione ferroviaria il corpo di un giovane, verosimilmente nord-africano, che presentava il volto tumefatto e completamente imbrattato di sangue. Lo stesso, sprovvisto di documenti di identit, grazie ad una ricevuta della casa Circondariale veniva identificato per AMCANICE Rahidi. La testimonianza di una donna, presente allaccaduto ed individuata nel corso delle indagini, consentiva di ricostruire la dinamica del fatto ed individuare lautore in BEN TAIKA Mohamed. E stato emesso decreto di fermo da parte del P.M., lindagato frattanto si reso irreperibile. E intervenuto frattanto il provvedimento cautelare richiesto al GIP. Le indagini preliminari sono tuttora in corso.

16. procedimento penale n. 2522/08 RGNR nei confronti di ARILLOTTA Giuseppe. Si proceduto contro lARILLOTTA per lomicidio, in data 16.05.2008, del fratello ARILLOTTA Domenico; il procedimento stato definito con rito abbreviato, in data 29.09.2009, con sentenza di condanna dellimputato.

17. procedimento 4340.08 RGNR a carico dei georgiani ARDAZISHVILI Sviadi e DOLABERIDZE Shota, individuati quali responsabili della rapina ed omicidio di Logoteta Pietro Giovanni, avvenuto in Reggio Calabria in data 9.7.2008, e dei loro favoreggiatori, DIDEBASHWILI Eka, e BUDA Claudio, gi condannati con sentenza emessa in sede di giudizio abbreviato dal GIP di Reggio Calabria, ed ARDAZISHVILI Irma, pendente in fase dibattimentale. Tutti e due i georgiani si erano resi irreperibili, immediatamente dopo lomicidio; allo stato, solo Sviadi stato arrestato, in Grecia, in esecuzione del mandato darresto europeo, grazie anche allattivit effettuata in rogatoria con le autorit greche, che hanno consentito la localizzazione del ricercato. Allo stato in corso, con le forme dellincidente probatorio,
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laccertamento sul DNA rinvenuto sulla scena del crimine da comparare con quello estratto dal materiale biologico acquisito sulla persona di ARDAZISHVILI Sviadi, allesito del suo arresto.

18. Processo contro Favasuli Pasquale ed altri (n. 4951/05 rgnr dda). La vicenda dellomicidio di Giorgi Antonio (originario di S.Luca, parente dei CORDI di Locri e degli Strangio - Ianchi di S. Luca), costituisce secondo una seria ipotesi

investigativa non solo la risposta allomicidio di Favasuli Salvatore (originario di Africo), ma lantecedente diretto del tentato omicidio di PELLE Francesco (detto Pakistan) e quindi della strage di Natale in San Luca (omicidio di Strangio Maria), episodio questo che con ceertezza - segn la ripresa della faida tra le famiglie di ndrangheta Pelle Vottari e NirtaStrangio, culminata con la strage di Duisburg del Ferragosto 2007.Gli imputati (tutti legati a Favasuli Salvatore da vincoli familiari o da vincoli di cosca mafiosa) sono stati condannati con il rito abbreviato ed ordinario dal GUP e dalla Corte di Assise. 19. Processo a carico di Paviglianiti Domenico (n. 43/03 rgnr dda + altri riuniti). Paviglianiti Domenico, capo dellomonima cosca operante nel basso ionio reggino (federata alle cosche Latella, Barreca, Libri, De Stefano e Tegano) stato giudicato dalla Corte di Assise di Reggio Calabria e condannato allergastolo nellambito dellultima tranche dei max-processi (riuniti) instaurati dalla DDA reggina nel corso della seconda met degli anni 90 e cio Olimpia Barracuda Valanidi e Gallo. Paviglianiti Domenico era imputato di omicidio, tentato omicidio ed associazione mafiosa.

20. Il procedimento penale n. 4508/06 RGNR DDA Cosa Mia riguarda indagini inizialmente avviate al fine di accertare eventuali infiltrazioni delle criminalit organizzata nei lavori di ammodernamento dellautostrada A3 Salerno Reggio Calabria nel tratto compreso tra gli svincoli di gioia Tauro e Scilla. Dalle stesse si avuto modo di risalire agli autori di numerosi omicidi commessi in tale contesto. In data 14/09/2009 stata avanzata richiesta di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di 58 indagati, richiesta accolta per la gran parte con OCC emessa in data 24/05/2010.

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21. Proc. pen. 3932/2010 RGNR contro IARIA Giovanni Antonio indagato dellomicidio e della distruzione del cadavere della moglie Gattuso Francesca. Lindagine ha preso le mosse dal ritrovamento il 15 maggio 2010 in un burrone, nellambito di una zona montana ed isolata del Comune di Reggio Calabria, di una autovettura

incendiata con allinterno il cadavere carbonizzato della donna mentre il marito con ustioni e ferite varie si faceva accompagnare al pronto soccorso degli OO RR dichiarando di essere riuscito a mettersi in salvo dopo che lautovettura violentemente tamponata da una persona che era fuggita aveva preso fuoco. Accurate indagini compiute nellimmediatezza del fatto dalla Polizia di Stato permettevano di operare il fermo delluomo e il GIP emetteva nei suoi confronti ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari.

22.Proc. pen. 2492/2008 RGNR contro ALOISIO Pietro Angelo + 2. A distanza di alcuni anni dallomicidio di tale Pace Francesco avvenuto nellottobre 2005 accurate indagini dei Carabinieri di Reggio Calabria permettevano di ricostruire gravi indizi di responsabilit e una precisa causale dellomicidio con lemissione di misure cautelari a carico dellALOISIO come mandante e di tale MINGU Bledi, albanese, irreperibile, quale esecutore. Luomo accusato di avere cagionato anche la morte della moglie in Firenze nel 2004 a mezzo di soggetti appartenenti a una cosca mafiosa (processo pendente in quella sede giudiziaria in grado di appello dopo la sua assoluzione a seguito di giudizio abbreviato) avrebbe deciso di sopprimere il Pace, assoldando un sicario albanese poi rientrato definitivamente in Albania, perch questi aveva ripreso una relazione con la sua convivente, per potere sposare liberamente la quale lo stesso secondo la ricostruita causale avrebbe in precedenza fatto uccidere anche la moglie. Il processo di estrema delicatezza sul piano indiziario, anche alla luce dellesito in primo grado del processo di Firenze, iniziato in Corte dAssise dopo il rinvio a giudizio dei due imputati.

23. processo per lomicidio del Brig. dei CC Antonio MARINO, assassinato a Bovalino nel 1990. Il processo in corso di svolgimento con le forme del rito abbreviato. Si tratta di un
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fatto omicidiario particolarmente grave, avvenuto ventanni or sono, che ha visto la barbara uccisione del Brig. CC Antonio MARINO, che fino a poco tempo prima era stato comandante della Staz. CC di Plat. Il fatto omicidiario stato eseguito davanti a decine di persone, durante una festa patronale, mentre il MARINO si trovava in compagnia della moglie e del figlioletto di due anni che rimanevano entrambi feriti. Nel processo sono imputati i vertici delle cosche BARBARO e PAPALIA, essendo lomicidio secondo quanto riferito dal collaboratore di Giustizia CUZZOLA Antonino dovuto alla vendetta della ndrangheta platiota nei confronti del MARINO, reo di avere svolto in prima persona approfondite indagini nei confronti della cosca BARBARO, finalizzate alla cattura dellallora latitante BARBARO Francesco e allapplicazione di misure di prevenzione personali e reali nei suoi confronti.

B) Associazione a delinquere di stampo mafioso ( e reati fine).

1) Procedimento penale nr. 4508/06 R.G.N.R.-D.D.A. COSA MIA

O.c.c. emessa dal G.i.p. in data 25.05.10 nei confronti di nr. 52 soggetti, per i delitti di omicidio, estorsione aggravata dall'art. 7 L. 203/91, associazione mafiosa ed altro. Le ordinanze sono state tutte confermate dal T.d.L. L'ordinanza costituiva lesito di una articolata attivit di indagine eseguita dalla Questura di Reggio Calabria-Squadra Mobile S.C.O. e dal Commissariato di Palmi, avente ad oggetto: 1) le infiltrazioni mafiose negli appalti relativi ai lavori di ammodernamento dellautostrada, con particolare riferimento al c.d. V macrolotto, ricompreso tra lo svincolo di Gioia Tauro (escluso) e lo svincolo di Scilla (escluso), affidati al c.d. CONSORZIO SCILLA, formato da CONDOTTE S.p.a. e IMPREGILO S.p.a., societ consortile costituita in data 22 Settembre 2004, che poi provvedeva a subappaltare ad imprese locali i singoli tratti; 2) la cosca GALLICO, cosca storicamente operante nella citt di Palmi; 3) la cosca BRUZZISE, altra storica consorteria, operante nella frazione Barritteri di Seminara, federata alla cosca PARRELLO di Palmi;

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4) la c.d. faida di Barritteri, nel corso della quale dal Gennaio 2004 al Febbraio 2008 si registravano sette omicidi e un tentato omicidio.

I quattro argomenti sopra indicati sono risultati essere strettamente legati fra loro, in quanto dallattivit di indagine compiuta emerso che la faida di Barritteri aveva coinvolto le cosche GALLICO e BRUZZISE e che la causale era da ricondurre al fatto che i BRUZZISE avevano ricevuto da BELLOCCO Umberto cl. 37, storico boss della omonima cosca di Rosarno, la legittimazione a riscuotere i proventi delle estorsioni connesse ai lavori di ammodernamento della A3 nel tratto di competenza, cio nella frazione Barritteri di Seminara, circostanza che aveva determinato la reazione di altre famiglie di Barritteri -i MORGANTE e gli SCIGLITANO- i cui componenti erano affiliati alla cosca GALLICO.

Per quanto riguarda il sistema vigente per i lavori di ammodernamento della A3 , lattivit di indagine compiuta costituiva la prosecuzione di quella gi espletata dalla stessa P.G. nel p.p. 1348/2001 R.G.N.R. D.D.A. (c.d. Operazione Arca), nellambito del quale nel luglio 2007 il G.i.p. presso il Tribunale di Reggio Calabria aveva emesso quindici ordinanze di custodia cautelare per il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso anche in relazione alle illecite attivit di controllo e gestione degli appalti pubblici connessi ai lavori di rifacimento-ammodernamento dellAutostrada A/3 Salerno-Reggio Calabria (tratti ricompresi tra gli svincoli di Mileto e Gioia Tauro). Gli accertamenti compiuti nellambito dell'Operazione Cosa Mia sono complementari a quelli eseguiti nel p.p. 1348/01 R.G.N.R. D.D.A. (Operazione Arca): questultimo p.p., infatti, aveva riguardato essenzialmente il lato imprenditoriale, per cui lattenzione si era concentrata su una serie di imprenditori scesi a patti con la ndrangheta; lattivit di indagine "Cosa Mia", viceversa, ha riguardato essenzialmente il lato mafioso e, di conseguenza, gli elementi acquisiti, da un lato hanno confermato lesistenza di quel sistema descritto dal collaboratore DI DIECO Antonino e, dallaltro, hanno permesso di constatare con assoluta certezza che la questione relativa al diritto a riscuotere i proventi delle estorsioni connesse ai lavori di ammodernamento della A3 aveva determinato una vera e propria faida. Le risultanze emerse nell'indagine Cosa mia hanno riscontrato le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia DI DIECO Antonino (sulle quali si fondano le operazioni
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TAMBURO e ARCA), il quale nel corso di un lungo interrogatorio, avvenuto in data 12.11.03, aveva spiegato con dovizia di particolari quali fossero gli accordi, frutto delle riunioni avvenute in c.da Bosco di Rosarno negli anni 1999 e 2000, che costituivano la base della spartizione territoriale realizzata dalle consorterie calabresi per accaparrarsi i lavori di ammodernamento dellautostrada: divisione della A3 in zone di competenza territoriale per ciascuna cosca, c.d. tassa ambientale (cio la tangente da pagare alle cosche, corrispondente al 3% dellimporto fissato nel capitolato), limposizione di ditte amiche, lostracismo nei confronti di quelle non gradite, la posa in opera del materiale con metodi tali da impiegare un quantitativo inferiore a quello necessario, ma apparentemente rispondente a quello fatturato, etc. Come si gi dimostrato nel p.p. 1348/2001 R.G.N.R. D.D.A. (c.d. Operazione Arca), il sistema lucidamente delineato dalle dichiarazioni del DI DIECO risultava conveniente per tutti i protagonisti, anche per il c.d. Contraente Generale, che in tal modo riusciva a garantire la c.d. sicurezza nei cantieri e, di conseguenza, a realizzare i lavori. Il procedimento 4508/06 R.G.N.R.-D.D.A. attualmente in fase di indagini preliminari.

2) Procedimento penale nr. 1095/10 R.G.N.R.-D.D.A. REALE Attivit di indagine espletata dal R.O.S.-Sez. Anticrimine di RC, che si fonda sulle conversazioni tra presenti registrate all'interno dell'abitazione di PELLE Giuseppe cl. 60, sita in Bovalino alla Via Borrello nr. 20 e sul parallelo servizio di video-osservazione della medesima via. Si accertava che PELLE Giuseppe, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, riceveva costantemente le visite di numerosi personaggi di rilievo del panorama criminale della provincia reggina: in particolare, da agosto 2009 ad oggi si accertavano le visite di IETTO Antonio Pietro, ITALIANO Giasone, ITALIANO Giuseppantonio, MARVELLI Giuseppe, AGUI Roberto, BELLOCCO Michele, MAISANO Saverio, MORABITO Rocco, FICARA Giovanni cl. 64, tutti personaggi ben noti allUfficio. Le operazioni di intercettazione ambientale hanno confermato che PELLE Giuseppe, figlio dello storico boss PELLE Antonio cl. 32, detto Gambazza, dopo la morte del padre ha

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assunto il comando della omonima cosca, operante in San Luca, Bovalino e comuni limitrofi. Le conversazioni tra presenti registrate allinterno dellabitazione di PELLE Giuseppe permettevano: - innanzitutto di accertare lesistenza e lattualit della cosca di San Luca, nonch di constatare che la stessa costituisce un vero e proprio punto di riferimento per le cosche operanti nel mandamento jonico; - inoltre di accertare che esponenti di altissimo livello della criminalit organizzata reggina (es. MORABITO Rocco cl. 60, FICARA Giovanni cl. 64) si recavano presso la residenza di PELLE Giuseppe per discutere di questioni relative agli equilibri esistenti fra le cosche facenti parte della pi complessa organizzazione denominata ndrangheta. In data 21.04.10 questo Ufficio disponeva il fermo di indiziato di delitto nei confronti si nove soggetti: i fratelli PELLE Giuseppe, PELLE Domenico e PELLE Sebastiano, PELLE Antonio cl. 86 (nipote di PELLE Giuseppe), PELLE Antonio cl. 87 (figlio di PELLE Giuseppe), LATELLA Antonino, FICARA Giovanni cl. 64, BILLARI Costantino Carmelo e MORABITO Rocco. Il provvedimento ruotava intorno a tre argomenti: la nomina del nuovo capo-locale di Roghudi -vicenda che coinvolgeva PELLE Giuseppe, MORABITO Rocco e LATELLA Antonino-, lattualit della cosca FICARA-LATELLA e gli equilibri allinterno della stessa -vicenda che coinvolgeva FICARA Giovanni, BILLARI Costantino Carmelo e, ancora, LATELLA Antonino- e lesistenza e lattualit della cosca PELLE, di cui fanno parte PELLE Sebastiano, PELLE Domenico e PELLE Antonio cl. 87. Il provvedimento veniva convalidato dal G.i.p., che applicava ai nove soggetti sopra indicati la misura della custodia in carcere. Successivamente si accertava, inoltre, che la cosca PELLE disponeva di attivit commerciali (una ditta edile e un distributore di carburante) fittiziamente intestate a prestanome: per tale ragione con ordinanza del 13.05.10 il G.i.p. presso il Tribunale di Reggio Calabria applicava la misura della custodia in carcere a anche a CARBONE Sebastiano e FRANCONE Giuseppe (ritenuti prestanome della famiglia PELLE) e disponeva il sequestro dei beni. Tutte le ordinanze sopra indicate sono state confermate dal T.d.L. Il procedimento attualmente in fase di indagini preliminari.

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3.Il Procedimento penale n. 5731/2005 RGNR DDA ( c.d. Operazione META) nei confronti di Condello Pasquale + 72 persone indagate del delitto di cui allart. 416 bis c.p. per aver fatto parte con ruoli apicali di una associazione a delinquere di tipo mafioso denominata ndrangheta presente ed operante in prevalenza sul territorio regionale, ma anche su quello nazionale ed allestero, e delle articolazioni territoriali denominate cosca DE STEFANO, cosca CONDELLO e cosca LIBRI . Le indagini hanno consentito di ricostruire gli assetti criminali di Reggio Calabria, documentando gli accordi tra i clan Condello e De Stefano-Libri, un tempo contrapposti e oggi alleati per comuni interessi. stata accertata la costituzione di un organismo decisionale al vertice del quale c'erano Pasquale Condello detto "Il supremo", arrestato il 18 febbraio 2008 dopo 18 anni di latitanza, e Giuseppe De Stefano. I militari hanno sequestrato beni mobili e immobili nella disponibilit delle due cosche, per un valore di oltre cento milioni di euro: 18 imprese dei settori dell'edilizia e della ristorazione, stabilimenti balneari e centri sportivi, 26 appezzamenti di terreno, 22 appartamenti, 12 unit immobiliari a uso commerciale situati a Reggio e provincia, 26 auto e 6 moto. Dalle indagini emerso, altres, che l'associazione mafiosa avrebbe avuto anche il controllo di alcuni appalti pubblici a Reggio Calabria, attraverso l'affidamento dei lavori a imprese controllate dalle cosche. Un'attivit controllata direttamente dal vertice, ovvero Pasquale Condello e Giuseppe De Stefano. Nel procedimento figurano indagati trenta imprenditori che avrebbero gestito gli appalti pubblici a Reggio e in altri centri della provincia per conto dei clan. Uno dei personaggi chiave dell'associazione mafiosa sgominata dalla Dda di Reggio l'avvocato civilista Vitaliano Grillo Brancati che,con la moglie Anna Maria Tripepi, anche lei avvocato, pur non essendo entrambi inseriti stabilmente nella struttura organizzativa dell'associazione mafiosa si occupava del controllo delle aste giudiziarie per assicurare alle cosche l'acquisizione di immobili sequestrati. Segmento dellindagine ha per oggetto le ultime elezioni comunali a San Procopio, un centro del Reggino. Dall'indagine emerso in particolare il condizionamento da parte della cosca Alvaro delle ultime elezioni comunali a San Procopio, per impedire e ostacolare il libero esercizio del voto e procurare consenso elettorale ai componenti dell'associazione mafiosa costituita insieme ad altre cosche. Tra i destinatari delle 42 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale c' anche il sindaco di San Procopio, Rocco Palermo,
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che sarebbe legato alla cosca degli Alvaro. Il clan avrebbe appoggiato direttamente la lista capeggiata da Palermo e avrebbe anche presentato un'altra lista, destinata a risultare sconfitta in modo da fare apparire che le elezioni si svolgessero regolarmente.

4. Procedimento penale nr. 4290/04 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di ATTINA Domenico + altri per i reati di cui agli artt. 416-bis c.p., 629 c.p. e 513bis c.p. + 7 L. 203/91 e altro (c.d. procedimento Nuovo Potere). Le indagini hanno origine in data 08.04.2004 quando, in c.da Lacco di Melito Porto Salvo, ignoti killers, in un agguato di chiaro stampo mafioso, attentano alla vita di SPANO Teodoro (proc pen 2113/04 RGNR/mod.44 DDA, successivamente passato a mod. 21 e riunito al presente procedimento); ulteriore sviluppo alle investigazioni viene fornito da un altro grave episodio delittuoso: in data 28.09.2004, infatti, a Roccaforte del Greco veniva brutalmente assassinato PANGALLO Antonino detto U Chiumbinu (Proc Pen 4290/04 RGNR/mod.21 DDA, cui viene poi riunito il p.p. scaturito dal tentato omicidio di Span Teodoro). Le investigazioni svolte hanno consentito non soltanto, come si vedr, di fare luce sui fatti di sangue appena ricordati (con individuazione di uno degli autori del tentato omicidio di Span Teodoro), ma anche di acquisire elementi sullattuale operativit dei sodalizi mafiosi insistenti sul territorio di Roccaforte del Greco e zone limitrofe, sullidentit degli associati, sul loro ruolo allinterno della organizzazione, sulle molteplici attivit criminali poste in essere. Nei comuni di Roghudi e Roccaforte del Greco esistono storicamente e risultano attualmente operative due organizzazioni mafiose di cui una denominata cosca ZAVETTIERI, e una FAVASULI. Le indagini che si sono

denominata PANGALLO MAESANO -

sviluppate dal 08.04.2004 fino a tutto il 2007 hanno permesso di accertare i vari accoliti appartenenti ai due sodalizi, nonch le attivit illecite che gli stessi pongono in essere. Le 2 famiglie mafiose insistenti nella zona in discorso, ormai in stato di non belligeranza, si accordano al fine di gestire i traffici illeciti; in questo senso stato approfondita

lingerenza delle organizzazioni criminali operanti sul territorio nel settore degli appalti pubblici e nelle elezioni comunali. Le indagini effettuate hanno infatti consentito di delineare la strategia delle cosche per accaparrarsi gli appalti pubblici. E stato accertato che le ditte che dovevano partecipare allappalto decidevano gi in anticipo anche chi se lo sarebbe aggiudicato. Il metodo utilizzato era quello classico, ovvero del massimo ribasso:
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infatti le ditte partecipanti, sotto linfluenza mafiosa presentavano un offerta pilotata, essendo gi a conoscenza di quella presentata dalle altre concorrenti, in modo tale da predeterminare lofferta vincente. In cambio dellassegnazione dei lavori, veniva corrisposta una tangente in percentuale rispetto allimporto dellopera.

5. Procedimento penale nr. 887/06 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di BRUZZESE Francesco + altri per i reati di cui agli artt. 416-bis c.p., 629 c.p. e 513bis c.p. + 7 L. 203/91 e altro (c.d. procedimento Kontakorion Parola donore). Le indagini svolte nellambito del p.p. 887/06 RGNR DDA dal Commissariato di P.S. di Condofuri avevano quale punto di partenza il danneggiamento dellescavatore di propriet di RODA Giuseppe, piccolo imprenditore edile del posto. Le investigazioni consentivano di accertare grazie ad attivit dintercettazione di conversazioni telefoniche e tra presenti - lesistenza di un vero e proprio locale di ndrangheta, pienamente operante sul territorio di Condofuri, fondato su una struttura gerarchica e su riti di affiliazione, dotato di una suddivisione interna di ruoli e compiti, che ha disponibilit di armi, che mantiene solidi rapporti con altre realt criminali della provincia reggina, che mira al controllo del territorio per mezzo del potere di intimidazione, che dimostra una considerevole capacit di infiltrazione

nellamministrazione comunale e di condizionamento delle competizioni elettorali. Detta attivit veniva corroborata dalle risultanze delle indagini del p.p. 5186/07 RGNR/DDA, condotte parallelamente con lausilio di diversa forza di Polizia Giudiziaria (Staz. CC di Condofuri S. Carlo). Le indagini in questione, pur procedendo in parallelo a quelle condotte dal Commissariato di P.S. di Condofuri, giungevano ad accertare i medesimi fatti e, pertanto, confluivano nel procedimento principale. Le investigazioni condotte nel p.p. 887/06 RGNR DDA dal Commissariato di P.S. di Condofuri consentivano, inoltre, di accertare la commissione di una serie di turbative dasta, commesse, tra gli altri, dagli indagati IARIA Maurizio e POERIO Giuseppe, per il tramite di TEDESCO Walter, soggetto in grado di predisporre tutto il necessario per pilotare laggiudicazione degli appalti pubblici, fungendo, altres, da cerniera tra gli imprenditori della provincia di Reggio Calabria.

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6. Procedimento penale nr. 2401/07 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di COSTA Tommaso + altri per i reati di cui agli artt. 416-bis c.p., 629 c.p. 575, 577 c.p. + 7 L. 203/91 e altro (c.d. procedimento Mistero). Si gi detto sopra che le indagini svolte in questo procedimento hanno permesso di individuare lautore dellomicidio di Simari Pasquale. Al di l della vicenda omicidiaria, lo sviluppo delle investigazioni ha consentito, inoltre, di fare luce sulla attuale operativit, sulla consistenza, sulla capacit di intimidazione, sulla gerarchia interna della cosca mafiosa degli Ursino operante in Gioiosa Jonica, cosca federata a quella dei Costa-Curciarello di Siderno. Della stessa stato possibile ricostruire la collocazione attuale nel sistema di alleanze mafiose in atto nella fascia ionica reggina, ma anche la pervasiva attivit estorsiva ed il controllo di alcune attivit commerciali per mezzo di prestanome. Le indagini hanno condotto allarresto, tra gli altri, del boss URSINO Antonio.

7. Procedimento penale n. 1389/08 RGNR DDA contro Pelle Giuseppe ed altri sottoposti a indagini per il reato di cui allart. 416 bis c.p.. In data 23 aprile 2010 questo Ufficio ha disposto il fermo di Pelle Giuseppe, dei suoi fratelli, di Ficara Giovanni e di Morabito Rocco, quali esponenti di primissimo piano delle cosche di ndrangheta di S. Luca, di Reggio Calabria e di africo. Le indagini preliminari sono in corso.

8. P.P. 4841/08 RGNR DDA a carico di Schimizzi Paolo e Canzonieri Donatello, per il danneggiamento mediante attentato dinamitardo dellesercizio commerciale bar pasticceria Malavenda di via Santa Caterina di Reggio Calabria e per estorsione in relazione alla commessa dei lavori di tinteggiatura del locale. Lesercizio commerciale bar pasticceria Malavenda di Santa Caterina, locale storico della citt, stato oggetto di attentato dinamitardo nella notte tra il 24 ed il 25 febbraio 2009, poche settimane dopo linaugurazione del nuovo locale ristrutturato. Il 24.08.2009 stata disposta, su richiesta di questo Ufficio risalente al 18.06.2009, la misura cautelare della custodia in carcere a carico degli indagati. La ricostruzione delle cause dellattentato che ha portato alla richiesta ed allapplicazione della misura cautelare ha consentito di verificare come lo stesso sia riconducibile ad una precedente offerta, non accolta, per lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione del locale da
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parte di impresa riferibile alla famiglia Tegano ed in particolare alla persona di Schimizzi Paolo. Il processo attualmente ancora in fase di istruttoria dibattimentale.

9) Procedimento penale nr. 4129/06 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di Crea Teodoro + 23 per i reati di cui agli artt. 416-bis c.p., 629 c.p. e 378 c.p. + 7 L. 203/91 (c.d. procedimento Toro). Le indagini hanno avuto ad oggetto una delle pi potenti organizzazioni criminali della Piana di Gioia Tauro: la famiglia mafiosa dei CREA di Rizziconi. Lesistenza del sodalizio mafioso dei CREA di Rizziconi, facente capo al capostipite ed indiscusso leader del gruppo, CREA Teodoro cl.39, costituisce una realt storico-giudiziaria gi accertata con la sentenza passata in cosa giudicata emessa allesito dello storico processo contro De Stefano Paolo + 59, al termine del quale il Crea riport la condanna, passata in cosa giudicata, per essere introneo ad una associazione per delinquere di stampo mafioso. Tuttavia, anche allesito di quel giudizio, la realt criminale della cosca mafiosa dei CREA non ha cessato in alcun modo di esistere, proiettandosi sino ai giorni nostri, con una potenza nientaffatto diminuita dal passare degli anni, bens accresciuta esponenzialmente nel tempo, grazie allemergere di altre personalit di assoluto spessore criminale, pur continuando a mantenere in CREA Teodoro la figura carismatica cui fare principale riferimento. Merito delle indagini condotte stato proprio quello di arrivare a dimostrare lattualit dellesistenza del gruppo ndranghetistico considerato e la drammatica pericolosit dello stesso, alla luce della molteplicit degli interessi criminali perseguiti e della tentacolarit della sua capacit dazione. Infatti, come tutti i moderni fenomeni mafiosi, quello dei CREA costituisce una realt criminale di straordinaria pericolosit in quanto, ormai lontana dai vecchi stereotipi mafiosi, ha dimostrato di sapersi comportare da vera e propria holding del crimine: partendo da un capillare ed assoluto controllo del territorio, perpetrato ed assicurato mediante il sistematico ricorso alla violenza e che nel corso del tempo ha permesso di garantire lunghe latitanze a beneficio dei principali membri del gruppo (primo fra tutti proprio il boss CREA Teodoro, nonch suo figlio CREA Giuseppe), la famiglia mafiosa dei CREA, in costante crescendo,
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ha saputo affermarsi in ogni campo criminale, dallimposizione di guardianie alla perpetrazione di attivit estorsiva ai danni di qualsiasi attivit sia pur minimamente remunerativa condotta sul territorio di influenza, sino a fenomeni di imprenditorialit pura praticati sia mediante locculta adesione ad ambiziosi progetti commerciali altrui, da strumentalizzare e capitalizzare poi in propri guadagni criminali, sia mediante il diretto ingresso nellattivit economica, attuato con laccaparramento di remunerativi appalti e con attivit di riciclaggio degli immensi capitali illeciti accumulati mediante laccaparramento immobiliare non solo sul territorio calabrese ma anche fuori dai confini dello stesso. A tutto ci non pu non aggiungersi chiaramente la capacit dimostrata dalla cosca di determinare lassoluto condizionamento della realt politica locale, con asservimento delle amministrazioni pubbliche ai voleri del sodalizio criminale (il riferimento allo scioglimento dellamministrazione comunale di Rizziconi per infiltrazioni mafiose, disposto con decreto prefettizio del luglio del 2000). Per finire, se quanto accennato non fosse sufficiente a rappresentare limportanza e la pericolosit della famiglia ndranghetistica dei CREA di Rizziconi, a conferma della stessa milita un ulteriore risultato raggiunto con le indagini condotte: laccertamento delle alleanze mafiose degli stessi CREA, con alcune tra le pi importanti e storiche compagini mafiose della zona, quali i RUGOLO ed i MAMMOLITI di Castellace (dove stato arrestato il CREA Teodoro nel corso di un summit mafioso a cui partecipavano esponenti delle due famiglie citate), e gli ALVARO di Sinopoli (coi quali il rapporto stato cementato anche attraverso unioni familiari come il matrimonio tra Crea Giuseppe, figlio di Teodoro e Maria Grazia Alvaro, figlia di Nicola e nipote di Carmine) ed i SANTAITI di Seminara. Il processo stato definito con la condanna degli imputati, anche in appello.

10. il procedimento penale nr. 1784/07 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di Princi Antonino + 4 per il reato di cui allart. 416-bis c.p.(Cosca Rugolo). Detto procedimento costituisce una sorta di prosecuzione dellindagine relativa al procedimento penale n. 4129/06 RGNR-DDA (c.d. operazione Toro), che ha tra laltro riguardato unattivit estorsiva posta in essere da alcuni componenti della cosca mafiosa dei CREA, operante in via egemonica nel territorio di Rizziconi, nei confronti dei soci della DEVIN spa e cio di INZITARI Pasquale, VASTA Rosario e DE MARTE Ferdinando, che avevano acquistato dai CREA il terreno su cui realizzare il centro Commerciale Porto degli
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Ulivi. Sulla vicenda gi intervenuta sentenza di condanna del Tribunale di Palmi nei confronti di CREA Teodoro, CREA Domenico e CREA Giuseppe. Dagli atti di quel procedimento si intuiva lesistenza e loperativit della cosca CREA ed una sorta di interazione della stessa con altra consorteria mafiosa operante in via egemonica nel territorio di Castellace e cio della cosca RUGOLO. Peraltro, in ordine alla sussistenza della cosca CREA si acquisivano peraltro importanti elementi probatori nellambito di altro procedimento penale (c.d. Operazione PAPERMILL) gi conclusosi in 1 grado con una sentenza di condanna di vari esponenti della cosca CREA per associazione di stampo mafioso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Gli esiti della nuova indagine consentono di ritenere sussistente nel territorio di Castellace una consorteria criminale, denominata RUGOLO, capeggiata dallanziano boss RUGOLO Domenico e risorta dalle ceneri della cosca MAMMOLITI RUGOLO, sfaldata da note vicende giudiziarie del passato e, soprattutto, dalla presenza di un collaboratore di giustizia, MAMMOLITI Saverio, che ha minato la graniticit del vincolo familiare, concetto su cui storicamente si basava lintero nucleo. In tale rinnovata cosca RUGOLO emerso prepotente il ruolo dei generi del RUGOLO Domenico ed, in particolare, di ROMEO Domenico, impegnato quale prestanome del suocero nel settore degli appalti, e ancor pi di PRINCI Antonino, impegnato nella riorganizzazione del sodalizio criminoso e nellattivit di riciclaggio e reimpiego nel settore imprenditoriale dei proventi illeciti della cosca. E questultimo (od almeno lo stato prima di essere ucciso il 26 aprile 2008) un personaggio capace di assicurare unit e continuit al sodalizio criminoso anche oltre il ruolo di vertice svolto dal suocero ed indipendentemente dalla presenza del medesimo. Le capacit strategiche del PRINCI emergono in modo particolare nella vicenda del Centro Commerciale Porto degli Ulivi, nellambito della quale lo stesso stato in grado di approfittare della crisi determinatasi tra la tracotante cosca CREA ed i soci della DEVIN, per ottenere in un sol colpo il doppio risultato di liberarsi del latitante CREA Teodoro, facendolo arrestare attraverso una ben

congegnata attivit collaborativa con le Forze dellOrdine condotta senza esporsi personalmente ma avvalendosi dellintermediazione del VASTA Rosario,

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e di entrare, in compenso dellaiuto e protezione prestata ai soci della DEVIN ed

attraverso la fattiva collaborazione del cognato INZITARI Pasquale, esponente politico regionale, come socio occulto nellaffare del Centro Commerciale. Su richiesta di questUfficio il Giudice per le Indagini preliminari depositava in data 06 maggio u.s. ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere e contestuale sequestro preventivo di beni e conti correnti appartenenti ad indagati gravemente indiziati di appartenere ad associazione di cui allart. 416-bis c.p.. Il processo stato definito in sede di giudizio abbreviato, davanti al GUP presso il Tribunale di Reggio Calabria, in data 18.9.2009 con sentenza di condanna per tutti gli imputati . In data 10/03/2010 gli atti sono stati trasmessi alla locale Corte di Appello per il gravame.

11. Procedimento 6268/06 RGNR DDA per il reato di cui allart. 416 bis c.p, a carico di Alvaro Giuseppe + 23. Allesito delle indagini questUfficio ha emesso decreto di fermo eseguito a luglio del 2008: Oggetto dellindagine stata lattivit delle cosche Alvaro, Piromalli e Mol con riferimento ad alcuni aspetti della gestione del porto di Gioia Tauro. Si tratta di alcune delle cosche di pi antica tradizione e pi potenti della ndrangheta e se ne avuta conferma in una conversazione intercettata dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria. Sul finire dello scorso anno, ARCIDIACO Gioacchino - amico di PIROMALLI Antonio, figlio di PIROMALLI Giuseppe, detenuto, sottoposto allo speciale regime detentivo di cui allart. 41 bis ord. pen., capo di una delle pi potenti ndrine insediate nella Piana di Gioia Tauro - doveva incontrare lon. Marcello DELLUTRI per prospettargli talune situazioni che riguardavano la famiglia PIROMALLI e sollecitare un suo intervento. Il 02 dicembre 2007 viene intercettata una chiamata telefonica nel corso della quale ARCIDIACO, in vista di questo importante incontro, chiede lumi a MICCICHE Aldo, ex uomo politico da tempo residente in Venezuela. Voglio capire in che termini mi devo proporre domanda ARCIDIACO e MICCICHE non ha al riguardo alcun dubbio: La Piana ... la Piana cosa nostra facci capisciri il Porto di Gioia Tauro lo abbiamo fatto noi, insomma! Hai capito o no? Fagli capire che in Aspromonte e tutto quello che succede l sopra successo tramite noi, mi hai o capito? ... . E, per spiegarsi meglio, aggiunge: ricordati che la politica si deve saper fare ora fagli capire che in Calabria o si muove sulla Tirrenica o si muove
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sulla Ionica o si muove al centro ha bisogno di noi hai capito il discorso ? E quando dico noi intendo dire Gioacchino ed Antonio, mi sono spiegato ? .. Parole che testimoniano non solo di quanto sia esteso, profondo e ramificato il potere mafioso esercitato dalla famiglia PIROMALLI ai cui componenti, Antonio e Gioacchino fa esplicito riferimento MICCICHE nel corso della citata conversazione ma anche e soprattutto quali capacit di proporsi verso lesterno, addirittura al livello istituzionale nazionale, tale famiglia possa vantare. Anche se con il trascorrere degli anni le attivit economiche nellarea del porto di Gioia Tauro hanno avuto un forte incremento, il potere di controllo esercitato dalle potenti ndrine PIROMALLI e MOLE sugli affari del porto rimasto intatto, anzi si evoluto secondo un modello che ormai caratterizza il modus operandi delle pi importanti organizzazioni mafiose, quello del passaggio dallo sfruttamento parassitario delle risorse attraverso forme di imposizione esterne alla scelta di farsi impresa attraverso un complesso sistema di patti strategici con settori dellimprenditoria, che ha visto la scomposizione degli storici cartelli mafiosi e la ricomposizione di nuove forme di alleanza tra le pi potenti ndrine insediate ed operanti nellarea della Piana. Queste sono le conclusioni che oggi consentono di formulare gli esiti delle complesse attivit investigative effettuate dalla Polizia di Stato sugli affari in corso nellarea portuale, sul ruolo svolto nellintera zona dai PIROMALLI, dai MOLE e dagli ALVARO di S. Procopio e sullo stato dei reciproci rapporti. Pi in particolare le indagini hanno fatto emergere lattivit delle cosche con riferimento ad una delle imprese operanti allinterno del porto, la cooperativa All Services. Per circa due anni, dal 2006 fino ai primi mesi del 2008, due diversi gruppi si sono contesi lacquisizione della All Services, preventivamente portata, attraverso una ben congegnata strategia, allo stato di liquidazione coatta amministrativa: da un lato i MOLE, attraverso MOLE Girolamo (cl. 63) - cugino dei pi titolati fratelli, MOLE Girolamo (61), MOLE Domenico (cl. 63) e MOLE Rocco (cl.65) ed il suo braccio operativo ARENA

Giuseppe, dallaltro una cordata formata da un imprenditore romano, DARDES Pietro, titolare della Cooperativa Lavoro di Roma, ma con attivit in Calabria, affiancato dallavv.

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Giuseppe MANCINI ed alleatosi con gli ALVARO di S. Procopio, con lavallo dei PIROMALLI. La lunga contesa ha visto prevalere il gruppo capeggiato da DARDES, che riuscito ad imporsi ottenendo, nei primi mesi del 2008, la cessione della cooperativa All Services attraverso laffitto dazienda. Sullo sfondo, il potere di direzione esercitato dai capi mafiosi detenuti, MOLE Girolamo (cl. 61) e PIROMALLI Giuseppe (cl. 45), un potere esercitato nonostante che entrambi siano detenuti ed il PIROMALLI addirittura sottoposto allo speciale regime detentivo imposto dallart. 41bis ord. pen., le cui attuali maglie evidentemente non hanno impedito la funzionalit del circuito comunicativo con lesterno. Il PIROMALLI, infatti, attraverso il proprio figlio Antonio (cl.72), ha continuato a gestire gli affari della sua cosca. Analogamente, ha operato anche MOLE Girolamo (cl.61), detenuto, che attraverso i propri congiunti, tra cui il figlio Antonio, invia disposizioni per la gestione di importanti affari, tra i quali quello della All Services, ricevendo notizie dai suoi uomini sul territorio. Un interscambio con lesterno tanto pi importante e decisivo per il futuro sviluppo della presenza e delle attivit della cosca che il MOLE concorre a dirigere, perch a cavallo di un difficilissimo momento, segnato da ben quattro particolari eventi: la perdita da parte del gruppo MOLE della battaglia per lacquisizione della All Services, consumatasi la mattina del 31 gennaio 2008 con la cessione al gruppo capeggiato dallimprenditore DArdes dellazienda; la contestuale e quasi conseguenziale uccisione, il giorno successivo 01 febbraio 2008, di MOLE Rocco, in quel momento libero, fratello di Girolamo e reggente della ndrina MOLE; la successiva eliminazione, il 26 aprile 2008, di PRINCI Antonino, imprenditore legato ai MOLE; la rottura degli storici rapporti con la cosca dei PIROMALLI, oramai entrata in stabile alleanza con quella degli ALVARO. Eventi che hanno finito per determinare il mutamento degli equilibri mafiosi in tutta la zona. MOLE Girolamo ne tanto consapevole che, sin dalle prime avvisaglie dello strapotere accumulato dai PIROMALLI, della corrispondente perdita di posizioni da parte dei suoi uomini e del conseguente determinarsi di un clima di tensione e conflittualit tra le famiglie da sempre alleate, gi il 27 settembre 2007, mette in guardia il suo interlocutore, il nipote

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STANGANELLI Domenico, richiamandolo a stare al suo posto per non distruggere quel potere mafioso frutto di oltre cento anni di storia. Poi i fatti devono seguire alle parole ai discorsi non alle parole ai discorsi devono seguire i fatti con i fatti senza parole inc dietro le sbarre e noi noi sei tu a dire a tuo nipote se tuo nipote dice chi lo dice! Che scostumato uno, chi lo dice? inc perch se lui se il figlio di Mico o Mommo o Ciccio fa un messaggio sbagliato stai tranquillo che o mio zio o laltro zio mala nova pigliagli nerva (picchialo) gli deve dire ti devi stare a posto tuo perch qua ci sono 100 anni di storia che non la puoi guastare, ecco tu ci sono 100 anni di storia che non la puoi guastare tu se ti vuoi alleare se voi insieme o per fatti tuoi per su una giusta linea fai quello che vuoi per se tu questa linea la tieni pure tu, devi sapere che ad un certo punto ognuno allora la storia qualcosa conta, i sacrifici, il carcere e tutto il resto conta noi rispettiamo il passato e rispettiamo la storia e noi rispettiamo e rispettiamo e noi di noi, non sbaglieremo mai inc mai!. Attualmente il processo stato definito con decreto che dispone il giudizio nelle forme del rito ordinario davanti al Tribunale di Palmi, per circa met degli imputati. Il dibattimento ancora in corso alla battute conclusive. Gli altri hanno scelto di essere giudicati nelle forme del rito abbreviato che stato definito in data 08.10.2009 con condanna di 9 imputati.

12. Il procedimento penale nr. 1348/01 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di Bellocco Giuseppe ed altri (c.d. procedimento Arca). Questo processo ha avuto per oggetto le infiltrazioni delle ndrine della Piana di Gioia Tauro nei lavori di rifacimento-ammodernamento della autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria nel tratto Serre-Gioia Tauro. I risultati investigativi raggiunti hanno come cornice generale le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Antonio Di Dieco, sopraggiunte, peraltro, quando le indagini della P.G. erano ormai concluse. In sintesi, il collaboratore ha dichiarato che le cosche della Piana si erano interessate ai sub-appalti relativi ai lavori di ammodernamento-rifacimento dellautostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e, precisamente, per i settori della movimentazione terra e fornitura inerti, nonch per i settori relativi ai cc. dd. noli a caldo (ossia con fornitura di manodopera per i mezzi dati a nolo) ed a freddo (ossia solo con il
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noleggio del mezzo). In particolare, laccordo fra le cosche e fra queste e lente appaltante (ossia la grande ditta del Nord aggiudicatasi il lavoro) era intervenuto preventivamente allinizio dei lavori medesimi seguendo il criterio che ogni cosca aveva competenza sul tratto autostradale che insisteva sul territorio da essa controllato. In tal modo, e mediante il ricorso a ditte intestate fittiziamente a prestanomi di comodo, le cosche si sarebbero garantite: introiti diretti, intesa in tale espressione gli emolumenti pagati dalla ditta appaltante per i vari sub-appalti e/o noli; la possibilit di effettuare sovra-fatturazioni (tramite la realizzazione di opere di qualit inferiore a quelle dichiarate) in pieno accordo con la stazione appaltante finalizzate a mascherare il pizzo da pagare alla ndrangheta o, come pi propriamente afferma il Di Dieco, per pagare la necessaria tassa ambientale; laccesso al lavoro di persone fidate e comunque collegate alla ndrangheta, con leffetto riflesso di muoversi come reale ufficio di collocamento, con tutti i risvolti clientelari annessi e connessi; le ditte non gradite sarebbero state scoraggiate direttamente dalla ditta appaltante a partecipare ai sub-appalti paventando prezzi di base estremamente bassi e non remunerativi per i subappaltatori; ed infine, un intervento di tipo classico (danneggiamenti alle cose, minacce etc.) nei confronti di quelle ditte non gradite che nonostante lintervento scoraggiante dellente appaltante si fossero ostinate a partecipare. Le indagini della p.g. hanno confermato tali dichiarazioni. Anche il riferimento del Di Dieco allinfiltrazione mafiosa in ambienti sindacali combacia perfettamente con i dati acquisiti, essendo No Vazzana, sindacalista della Piana coinvolto a vario titolo nelle indagini, parente diretto del famosissimo e temutissimo Gregorio Bellocco, allepoca latitante, poi catturato. Ma non tutto: anche la tassa ambientale, che il Di Dieco quantizza nel 3%, ha trovato indiretta conferma nella intercettazione telefonica in cui un responsabile di una delle grandi ditte appaltatrici esplicitamente afferma lesistenza di un 3% quale voce relativa alla sicurezza cantieri. In data 02 luglio 2007 il Giudice per le Indagini preliminari emetteva provvedimento custodiale nei confronti di nr. 15 indagati e sequestro preventivo di varie ditte riconducibili

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a soggetti appartenenti a famiglie di ndrangheta, cui successivamente hanno fatto seguito altre richieste di sequestro preventivo e susseguenti provvedimenti del Giudice. Il processo stato definito in data 08.7.2009 dal GUP di Reggio Calabria con sentenza ex artt. 438 e segg. c.p.p. con condanna di alcuni imputati ed assoluzione di altri. Sostanzialmente, le condanne, seppur di primo grado, hanno confermato limpostazione accusatoria per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nellesecuzione delle opere; il Giudice non ha invece accolto le tesi dellAccusa sulla responsabilit dei dipendenti della ditta appaltatrice dellopera in ordine al reato di truffa aggravata e/o frode nelle pubbliche forniture. Il dibattimento nei confronti di 6 imputati ancora in corso innanzi al Tribunale di Palmi.

13. Il procedimento penale nr. 3205/07 R.G.N.R. D.D.A. nei confronti di Gioffr Rocco Antonio + 21 per il reato di cui allart. 416-bis c.p. inerente le infiltrazioni mafiose nel Comune di Seminara. Il processo pendente davanti al Tribunale di Palmi. Gli imputati che hanno chiesto di essere processati nelle forme del rito abbreviato sono stati giudicati, con sentenza di condanna (per un imputato) ed assoluzione (per due imputati), davanti al GUP di Reggio Calabria

14.Il procedimento penale n. 75/05

RGNR-DDA (c.d. operazione Testamento) nei

confronti di Libri Pasquale + 19, imputati per i reati di cui allart. 416 bis c.p., 110,416 bis c.p., 629 c.p., 56,629 c.p. , 81 c.p. 12 quinquies l. 356/92 e 7 l. 203/91. Con ordinanza emessa in data 13/7/2007 il GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria disponeva la custodia cautelare in carcere nei confronti di n. 15 indagati ed il sequestro preventivo di tre societ ed una ditta individuale. Esercitata lazione penale il Giudice per lUdienza Preliminare ha rinviato a giudizio davanti al competente Tribunale in composizione collegiale n. 6 imputati; le ulteriori posizioni, tutte ammesse al rito abbreviato, sono state definite in data 06 marzo 2009 con sentenza di condanna. Il processo in questione di particolare importanza perch ha ricostruito le vicende interne ad una delle cosche pi importanti della citt di Reggio Calabria, anche con riferimento alla successione al vertice di Pasquale Libri dopo la morte del fratello Domenico (Micu).
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15. Il procedimento n.1272/07 RGNR DDA (cd. operazione "Onorata Sanit"), nei confronti di ASARO Salvatore ed altri, indagati per i reati di cui agli artt.416 bis c.p., 323-479, 640 cpv, 640 bis c.p., 12 quinques della legge 7.8.92, n.356 ed altro. Con ordinanza del 21 gennaio '08, il GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria disponeva la custodia cautelare in carcere nei confronti di n. 18 indagati ed il sequestro preventivo d societ srl VILLA ANYA. L'indagine costituiva un ulteriore sviluppo delle investigazioni compiute a seguito dell'omicidio dell'on.FORTUGNO, ed in particolare l'approfondimento delle infiltrazioni mafiose nell'ambito del consiglio regionale e del mondo della sanit pubblica. Le indagini gi compiute avevano permesso di individuare uno dei moventi del grave delitto nell'ambito dei grandi interessi economici ruotanti attorno alla competizione elettorale per l'elezione del consiglio regionale dell'aprile '05 ed in particolare a quelli riguardanti l'accaparramento e lo sfruttamento criminale delle risorse della sanit pubblica. Nel prosieguo, si veniva ad individuare la creazione di un vero e proprio cartello elettorale di cosche, tutte appartenenti alla fascia jonica della provincia di Reggio Calabria, di cui facevano parte i CORDI' di Locri, i Talia di Bova i ZAVETTIERI -MORABITO di Africo che alle elezioni regionali calabresi dell'aprile '05 avevano individuato nel candidato CREA Domenico l'esponente politico di riferimento, su cui puntare e dalla cui elezione trarre vantaggi economici a beneficio degli stessi sodalizi. La scelta cadeva sul CREA, da lungo tempo protagonista della scena politica regionale, titolare di importanti interessi nel mondo della sanit privata, in quanto vero dominus di una clinica del territorio, Villa Anja, strumentalizzata al fine d aumentare il proprio bacino elettorale, attraverso la collocazione di posti di lavoro, appalti e servizi, garantiti attraverso il sistema del convenzionamento pubblico della struttura privata. Ci veniva realizzato attraverso la compiacenza di un articolato sistema del quale facevano parte una pluralit di pubblici funzionari posti in ruoli apicali dell'Asl di Reggio Calabria e dell'assessorato alla sanit di Catanzaro che attraverso la commissione di reati di abuso e di falso avevano permesso il convenzionamento finale della struttura Villa Anja del CREA col servizio sanitario nazionale. In data 16.1.2010 il GUP ha pronunciato condanna per tutti gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato, mentre il troncone dibattimentale, nel quale imputato di concorso
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esterno in associazione mafiosa lex consigliere regionale CREA Domenico, attualmente in corso avanti la seconda sezione del Tribunale di Reggio Calabria.

16. E stata poi esercitata lazione penale nellambito del proc.n. 6429/08 RGNR DDA, connesso al processo n.1272/07 RGNR, nei confronti dello stesso CREA Domenico. E stato contestato il reato di peculato avente ad oggetto lutilizzazione per finalit personali delle sovvenzioni pubbliche percepite dal predetto quale componente del (mono)gruppo politico del CCD, allepoca rappresentato nel consiglio regionale calabrese, con conseguente reimpiego delle stesse somme da parte della moglie FAMILIARI Angela, nellambito dellattivit della struttura clinica privata Villa Anja: reati aggravati ex art.7 L.203/91, essendo, nellipotesi accusatoria, la gestione della predetta struttura clinica, serbatoio di consenso del CREA a beneficio delle varie cosche mafiose che nel tempo ne hanno appoggiato e sostenuto la candidatura. E in corso la fase dibattimentale.

17. Il procedimento penale n. 1130/06 RGNR-DDA (c.d. operazione Bellu Lavuru), concernente lappalto pubblico relativo alla strada statale 106 - variante allabitato di Palizzi (RC) . Particolarmente complessa stata lindagine inerente i tentativi (peraltro concretizzatisi) di infiltrazione mafiosa negli appalti relativi ai lavori di cui sopra. Allesito delle indagini stato emesso da questUfficio decreto di fermo di indiziato di delitto a carico di 33 persone, cui seguita lemissione da parte del competente Giudice per le Indagini Preliminari di altrettanti provvedimenti cautelari. Le indagini preliminari hanno consentito di tratteggiare i nuovi assetti criminali instauratisi tra le varie consorterie criminali operanti nella fascia jonica della provincia reggina, in un ampio territorio che si estende da Bova Marina ad Africo, rivelando ruoli, compiti, mansioni e mandati ben precisi in relazione ad una molteplicit di soggetti, alcuni dei quali gi coinvolti in pregresse attivit investigative, altri sino ad oggi ritenuti estranei al detto contesto criminale e confermando ancora una volta levoluzione della ndrangheta da rurale ad imprenditrice. Laspetto che emerge con forza in questo quadro lintervento delle organizzazioni ndranghetistiche nelle grandi opere pubbliche. tanto nella fase del movimento terra, del trasporto e fornitura di inerti, che della fornitura di mezzi e manodopera.
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Tali considerazioni di carattere generale hanno trovato riscontro nelle acquisizioni investigative con particolare riferimento ai lavori relativi alla realizzazione della variante allabitato di Palazzi della S.S. 106, quale appalto di sicuro rilievo per essere inserito nel programma delle grandi opere di interesse nazionale. Ci che emerge con forza il definitivo condizionamento degli aspetti esecutivi da parte dei sodalizi mafiosi locali ed in particolare di quello facente capo alla storica famiglia di ndrangheta dei MORABITO di Africo, la quale ha di fatto assunto il controllo delle attivit imprenditoriali relative allappalto in questione, anche attraverso una serie di ditte intestate fittiziamente a prestanomi ma di fatto riconducibili al predetto gruppo criminale, cos consentendo alla famiglia MORABITO di ottenere introiti diretti ed indiretti di sensibile entit attraverso la riscossione dei pagamenti effettuati dalla ditta appaltatrice ed imputabili alle varie forniture ottenute, anche in subappalto, ed ai numerosissimi noli a freddo oggetto di specifici contratti. Questo sistema ha consentito, peraltro, la effettuazione di operazioni sovrafatturate attraverso il meccanismo fraudolento legato alla realizzazione di opere di qualit inferiore a quelle oggetto di pattuizione negoziale. Le indagini hanno anche dimostrato che il sostanziale equilibrio raggiunto tra le cosche appare legato proprio alla presenza di innovativi organismi tra cui quello denominato base in grado di gestire la condivisa spartizione tra i vari sodalizi - alcuni dei quali in passato interessati da cruenti faide - della gestione e controllo della fase esecutiva degli appalti di interesse, ed in particolare di quella relativa alla costruzione della variante allabitato di Palizzi della S.S. 106. Al termine delle indagini preliminari, questo Ufficio ha esercitato lazione penale nei confronti di 37 imputati, dei quali 33 hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato, concluso con la condanna di quasi tutti gli imputati.

18. Procedimento penale 126/2005 RGNRDDA Rod Alessandro + altri. Si tratta di procedimento nellambito del quale stata pronunciata in data 30.9.2008 sentenza nei confronti dei 9 imputati che hanno tutti richiesto di essere giudicati con rito abbreviato. La sentenza sancisce lesistenza delloperativit della cosca Talia-Rod, cosca a base

prettamente familiare operante sul territorio di Bruzzano Zeffirio e territori limitrofi.


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Con la citata sentenza sono stati condannati tutti gli imputati, in particolare Rod Alessandro, Rod Domenico, Talia Francesco, Talia Pasquale, Talia Domenico imputati del reato di cui allart. 416 bis c.p.. Gli altri imputati sono stati condannati per reati in materia di armi. 19. Nellambito del proc.n.2532/05 RGNR DDA, in data 15.9.09 stata data esecuzione, nel comprensorio della Locride, ad unordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria in conformit ad una richiesta inoltrata da questa D. D. A., avente ad oggetto il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione di una pluralit di reati, tra cui rapine, estorsioni, usura, esercizio abusivo del credito, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di armi ed altro, reato contestato ad una pluralit di appartenenti alla cosca CORDI di Locri. Loperazione giunta a conclusione di una complessa indagine diretta e coordinata dalla D.D.A. (convenzionalmente denominata Sharks), ampliatasi attraverso gli esiti delle attivit riscontro delle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia NOVELLA Domenico e PICCOLO Bruno. La complessa attivit investigativa cos portata a termine ha consentito di aggiornare il profilo della composizione e della articolazione di una delle pi note famiglie mafiose del comprensorio jonico della provincia, la cosca CORDI appunto, documentandone la persistente, piena operativit ed attualizzandone il quadro sia dei referenti sul territorio che delle pi recenti forme di manifestazione criminale. Di pari passo stata fatta luce su una pluralit di reati fine riconducibile agli appartenenti alla cosca, tra cui una pluralit di atti a contenuto intimidatorio commessi con lutilizzo di armi, e soprattutto una serie di condotte integranti il reato di usura che costituisce una delle pi ricorrenti ed insidiose attivit criminali esercitate in maniera capillare sul territorio dalle consorterie di ndrangheta, ad opera sia di sodali che di soggetti contigui. Sotto questo profilo, di particolare rilevanza apparsa la collaborazione prestata dalle vittime che con le loro coraggiose dichiarazioni hanno permesso di fare luce su di un fenomeno criminale estremamente pericoloso e particolarmente incidente sul territorio della locride.
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Lattivit compiuta dalla P.S. ha invece permesso di individuare una serie di vicende dinfiltrazione della cosca nellaggiudicazione di remunerativi appalti pubblici: ci, sia mediante il taglieggiamento della ditta aggiudicataria, sia attraverso laggiudicazione diretta o in sub-appalto dei lavori commissionati a ditte direttamente riconducibili agli appartenenti alla cosca. Sotto questo profilo, importanti sono state invece i riscontri acquisiti alle dichiarazioni rese dal collaboratore NOVELLA Domenico. Sedici sono state le misure restrittive eseguite dai Carabinieri, nove quelle affidate per lapplicazione alla P. di S., nei confronti di altrettanti destinatari, dei quali: tredici indagati quali promotori, organizzatori o partecipi della anzidetta associazione mafiosa; i rimanenti dodici ritenti responsabili di reati di usura, estorsione, violenza, minaccia, danneggiamento, violazione delle leggi sulle armi e condotte finalizzate al controllo di attivit economiche, illeciti questi comunque commessi avvalendosi della capacit intimidatoria ed al fine di agevolare lattivit dellindicato sodalizio criminale di riferimento. A queste ordinanze si aggiunta lesecuzione di due provvedimenti di fermo emessi da questa DDA nei confronti di due indagati, per il pericolo di fuga degli stessi. Determinanti in tal senso, sono state le dichiarazioni rese da ultimo da un terzo collaboratore, MARINO Vincenzo, che ha fato luce sullattribuzione del superiore grado ndranghetistico di sgarrista avvenuto nel carcere di Locri nei confronti di CORDI Cesare e CORDI Attilio, nel periodo di poco antecedente alla loro scarcerazione, allo scopo di permettere agli stessi di riorganizzare le file della famiglia Locri, coinvolta nellestate del 05 nella recrudescenza della storica faida coi CATALDO. Da sottolineare che le indagini hanno permesso di provare che i vertici della cosca mafiosa (sia i capi storici CORDI Antonio e CORDI Vincenzo, sia i rampolli CORDI Salvatore Giuseppe, CORDI Cosimo, CORDI Attilio e CORDI Cesare), hanno continuato a fare parte integrante della stessa, in posizione apicale e con funzioni decisionali, durante il periodo di carcerazione e nonostante la sottoposizione anche al regime carcerario previsto dallart. 41 bis Ord.pen., riuscendo comunque, tramite colloqui e scambi epistolari, a mandare messaggi allesterno, a beneficio dei soggetti rimasti sul territorio.

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Contestualmente alle ordinanze di custodia cautelare stata data altres esecuzione a decreti di sottoposizione a sequestro preventivo di attivit economiche con sede in Locri, riconducibili e strumentali al contesto associativo indagato. Nellambito del suddetto procedimento sono state emesse nuove ordinanze di custodia cautelare per ulteriori ipotesi di usura (con denuncia di nuove pp.oo.) e in data 27.07.2010 stata avanzata al GIP di Reggio Calabria la richiesta di rinvio a giudizio. Per alcuni degli imputati pendente il giudizio abbreviato.

20. Il procedimento n. 6172/06 nei confronti di CHIEFARI Francesco imputato per i reati di cui arti 10, 422 c.p., 56-629, 2 co. - in relazione all'art.628 2 co. n.l -, c.p.artt.10 e 12 della legge n.497/74 ed all'art.7 della legge n.203/01. In data 27.5.08 il Gup di Reggio Calabria emetteva sentenza di condanna ad anni quattordici di reclusione. La decisione del giudice costituiva un primo avallo giurisdizionale delle indagini compiute a seguito della collocazione di ordigni esplosivi negli ospedali di Siderno e Locri, accompagnati da missive di carattere minatorio ancora una volta dirette ai danni dell'on.LAGANA' Maria Grazia, vedova dell'on. FORTUGNO. Le investigazioni avevano permesso di individuare nel CHIEFARI, ex poliziotto allontanato dalla P.S. per motivi disciplinari, il responsabile, sottoposto a fermo del p.m. poi convalidato dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, quando lo stesso cercava ulteriormente di estorcere somme di danaro in una presunta trattativa coi Carabinieri per far ritrovare ulteriore esplosivo da utilizzare in altri atti intimidatori. In data 22.12.2009 la Corte di Assise di Appello ha accolto lappello della Procura Distrettuale riconoscendo laggravante dellart. 7 l.n. 203/91, in relazione alladdebito di strage contestato al CHIEFARI. In sostanza stato affermato giudizialmente che la vicenda relativa alla collocazione degli ordigni al tritolo negli ospedali di Siderno e Locri (il primo dei quali fatto esplodere) connotata da modalit tipicamente mafiose.

21. Il procedimento penale n. 4951/05/rgnr/mod. 21/DDA, c.d. operazione Bellezza. Le indagini hanno consentito di accertare lesistenza di un gruppo criminale emergente nella zona di Africo e di individuare gli autori dellomicidio del giovane Giorgi Antonio; 20 gli

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arrestati nel corso delloperazione, di cui 18 hanno scelto il giudizio abbreviato e nei loro confronti stata emessa sentenza di condanna.

22. Il procedimento penale 1502/05 RGNR relativo agli arsenali di armi rinvenuti a seguito della collaborazione di FIUME Antonino. In data 22.4.2009 il GUP ha pronunciato sentenza di condanna del FIUME, con la quale stata accertata la riferibilit alla cosca DE STEFANO delle armi predette. 23. Il procedimento penale n. 4059/04 RGNR relativo alla articolazione della cosca DE STEFANO facente capo a Orazio DE STEFANO. In data 2.2.2009 la Corte di Appello di Reggio Calabria ha confermato la pronuncia di primo grado per tutte le statuizioni riguardanti il reato associativo. 24. P.P. 4841/08 RGNR DDA a carico di Schimizzi Paolo e Canzonieri Donatello Le indagini hanno per oggetto il danneggiamento mediante attentato dinamitardo dellesercizio commerciale bar pasticceria Malavenda di via Santa Caterina di Reggio Calabria e il reato estorsione in relazione alla commessa dei lavori di tinteggiatura del locale. Lesercizio commerciale bar pasticceria Malavenda di Santa Caterina, locale storico della citt, stato oggetto di attentato dinamitardo nella notte tra il 24 ed il 25 febbraio 2009, poche settimane dopo linaugurazione del nuovo locale ristrutturato. Il 24.08.2009 stata disposta, su richiesta di questo Ufficio risalente al 18.06.2009, la misura cautelare della custodia in carcere a carico degli indagati. La ricostruzione delle cause dellattentato che ha portato alla richiesta ed allapplicazione della misura cautelare ha consentito di verificare come lo stesso sia riconducibile ad una precedente offerta, non accolta, per lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione del locale da parte di impresa riferibile alla famiglia Tegano ed in particolare alla persona di Schimizzi Paolo. Il processo attualmente ancora in fase di istruttoria dibattimentale

25. procedimento penale 3925/08 R.G.NR.-D.D.A.

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Il procedimento trae origine da una denuncia presentata da un commerciante di bibite, CABULLIESE Felice, nel luglio 2008, il quale dichiarava di essere da anni vittima di estorsione da parte di SURACE Mario e LATELLA Paolo (soggetto, quest'ultimo, gi arrestato perch ritenuto appartenente ad una organizzazione di tipo mafioso, precisamente alla cosca capeggiata da ONORATO Giuseppe). Il CABULLIESE era stato costretto a denunciare i fatti perch non riusciva a far fronte alle continue richieste del SURACE e del PRESTO, ma in una prima fase aveva cercato di tener fuori altri soggetti coinvolti nella vicenda (PRESTO Antonio, PRESTO Demetrio Antonino, PRESTO Demetrio, personaggi gravitanti nella zona di Cannav e ritenuti dalla P.G. vicini alla cosca LIBRI). Le indagini permettevano di far luce sull'intera vicenda e in data 20.05.09 i cinque indagati venivano tratti in arresto in esecuzione di ordinanza emessa dal G.i.p. presso il Tribunale di Reggio Calabria.

26. p.p. 3629/09 R.G.N.R. D.D.A. Le indagini riguardano alcuni personaggi ritenuti contigui alla cosca PIROMALLI di Gioia Tauro. In data 12.05.09 la P.G. (Commissariato P.S. di Gioia Tauro) eseguiva una perquisizione e, all'esito, traeva in arresto GUERRISI Teresa e ALBANESE Domenico (rispettivamente madre e figlio) nella flagranza del delitto di detenzione di un vero e propio arsenale (armi da guerra, munizioni, esplosivo).

27.Procedimento penale n.6587/08 RGNR DDA a carico di FILICE Giuseppe per il reato di estorsione aggravata dallart. 7 D.L. 152/1991. Questo procedimento merita una particolare segnalazione perch la vittima dellestorsione ha immediatamente presentato denunzia fornendo elementi precisi (circostanza assai poco frequente nel contesto reggino) e ha cos consentito lavvio di una mirata attivit di indagine che ha portato, nel giro di pochi giorni, al fermo di uno dei responsabili, FELICE Giuseppe, legato alla cosca di ndrangheta dei Barreca; lo stesso stato poi condannato alla pena di anni sei di reclusione con il rito abbreviato.

28. proc. pen. n. 3457/08 R.G. notizie di reato/mod. 21 D.D.A Nel corso degli accertamenti svolti dalla Commissione daccesso presso la ex A.S.L. 11 di Reggio Calabria (oggi A.S.P. nr.5), istituita con Decreto del Prefetto di Reggio Calabria del
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27 giugno 2006, venivano riscontrate numerose situazioni relative al mancato avvio dei procedimenti disciplinari. Lesame effettuato dalla Commissione ha permesso di fare emergere 265 posizioni di soggetti, identificati e segnalati nella prima parte della relativa relazione redatta dalla Commissione, i quali sono stati ritenuti permeabili alle infiltrazioni della criminalit organizzata nellEnte. In particolare sono emerse n. 18 posizioni relative a soggetti che, in periodi di detenzione e/o latitanza, sono stati egualmente retribuiti; tra questi ve ne sono alcuni condannati alla pena accessoria dellinterdizione dai pubblici uffici ( tra cui Morabito Francesco, figlio di Giuseppe il Tiradritto). Sono state eseguite perquisizioni domiciliari e si prevede entro breve termine la chiusura delle indagini preliminari.

29. Il procedimento penale n. 4018/07 RGNR DDA cd Virus nei confronti di Alvaro Carmine + 13. Lindagine ha avuto ad oggetto la rete di favoreggiatori del gi latitante Carmine Alvaro da Sinopoli nonch parte dei soggetti inseriti nellassociazione per delinquere di stampo mafioso da questi capeggiata. Nellambito delle investigazioni si avuto modo di individuare una attivit di riciclaggio di valuta estera di provenienza illecita per il tramite di finanzieri compiacenti.di tale procedimento sono state emesse n. 14 ordinanze di custodia cautelari nel febbraio 2009. In data 14/05/2009 stato chiesto il rinvio a giudizio. Il procedimento stato definito in data 07/04/2010 con 13 condanne nei confronti degli imputati che hanno scelto di essere giudicati con le forme del rito abbreviato ed 1 condanna ex art. 444 c.p.p..

30. Il proc. pen. n. 4259/09 R.g.n.r. mod. 21 DDA nei confronti della cosca BELLOCCO di Rosarno. Tale procedimento per il delitto di cui allart. 416 bis c.p. nei confronti di diversi esponenti della cosca BELLOCCO di Rosarno (RC) e per diverse ipotesi di reato di cui allart. 12 quinquies aggravato dallart. 7 L. n. 356 del 1992 scaturito da indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale di Bologna e da quella di Reggio Calabria (poi definitivamente trasmesse per competenza a questo Ufficio), che hanno evidenziato la attuale operativit della ndrina BELLOCCO, che, tra Rosarno e Granarolo dellEmilia, ha continuato ad occuparsi non soltanto dei tradizionali settori di intervento mafioso, ma si da ultimo
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attivata, anche mediante il reperimento di armi, per fronteggiare il pericolo di una generalizzata aggressione ai suoi componenti da parte di un gruppo criminale, al momento presentatosi sotto le spoglie di AMATO Francesco, operativo nella zona di Bologna, ma con attuali collegamenti con il territorio di Rosarno. Straordinaria la mole di elementi di prova acquisiti, soprattutto grazie allattivit di intercettazione ambientale, che ha consentito di registrare in diretta un vero e proprio summit mafioso convocato per organizzare unazione militare armata volta al consolidamento della egemonia della cosca sul territorio di Rosarno. Lestrema gravit dei fatti e lassoluta urgenza di bloccare le imminenti condotte delittuose programmate hanno determinato questo Ufficio ad emettere nel luglio 2009 un decreto di fermo per tutti gli esponenti della consorteria, poi convalidato dal GIP, con emissione di misura cautelare della custodia di carcere (Operazione Rosarno nostro). In seguito, nel gennaio 2010, il G.I.P. su richiesta di questo Ufficio, ha emesso misura cautelare nei confronti di 17 soggetti per il reato di cui allart. 416 bis c.p. (cosca BELLOCCO) e per il reato di cui allart. 12 quinquies L. n. 356 del 1992, con sequestro preventivo di numerose attivit commerciali, di beni aziendali e di quote di societ con sede in Rosarno (RC) (Operazione Vento del Nord). Nel luglio 2010, si celebrata ludienza preliminare, a seguito della quale diversi imputati hanno scelto il rito abbreviato che si terr nellautunno del 2010, mentre i restanti sono stati rinviati a giudizio davanti al Trib. Coll. Pen. di Palmi (RC).

31. Il proc. pen. n. 881/07 R.g.n.r. mod. 21 nei confronti di Campolo Gioacchino. Il procedimento ha per oggetto una indagine nei confronti di Gioacchino CAMPOLO esercente, attraverso la Ditta Individuale A.R.E., la gestione ed il noleggio di apparecchi da gioco illegali - risultato utilizzare le ingenti somme provento di frodi fiscali, per acquistare, attraverso societ (tra cui la S.r.l. GRIDA di Reggio Calabria e la S.r.l. S.I.C.A.F. di Roma) a lui (ed alla moglie) di fatto riconducibili, ma formalmente amministrate da terzi soggetti, responsabili cos del reato di riciclaggio di denaro di provenienza delittuosa, un numero notevole di lussuosi immobili situati non solo nel centro della citt di Reggio Calabria, ma anche a Roma e Parigi. I complessi accertamenti bancari e patrimoniali, attivit tecnica di intercettazione ed istruttoria posti in essere hanno, inoltre, permesso di collegare tale personaggio a diverse cosche operanti in citt. In sostanza, emerso che CAMPOLO Gioacchino si stabilmente accordato con gli esponenti apicali di diverse ndrine, quali
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ZINDATO

Gaetano

Andrea

(della

cosca

ZINDATO,

egemone

nel

quartiere

Modena/Ciccarello), Mario AUDINO (della cosca AUDINO, egemone nel quartiere San Giovanello), Orazio DE STEFANO (della cosca DE STEFANO, egemone nel territorio di Reggio Calabria citt), stringendo un patto secondo il quale il sodalizio criminoso nel quartiere di competenza: 1) si sarebbe avvalso degli apparecchi della Ditta ARE nelle Sale Giochi direttamente o indirettamente riconducibili alla cosca; 2) avrebbe imposto agli esercenti commerciali di installare gli apparecchi della Ditta ARE del CAMPOLO, quale soggetto legittimato dalla cosca a gestire il mercato dei videopoker, obbligando gli imprenditori concorrenti a togliere le proprie macchinette. E il CAMPOLO in cambio avrebbe garantito alla cosca ZINDATO certamente un introito sulle entrate dellaffare, sostenendo le casse del gruppo criminale, anche finanziando con somme di denaro la cosca, in tal modo fornendo un apprezzabile contributo di rafforzamento alla stessa, che acquistava cos consistenti liquidit economiche da distribuire ai singoli affiliati. Nellambito di tale procedimento penale --- durante il quale si sono succedute diverse ordinanze cautelari personali e reali emesse dal G.I.P. a partire dal luglio 2008 sino al settembre 2009 su richiesta di questo Ufficio (per i reati di cui allart. 648 bis c.p., 12 quinquies L. n. 356 del 1992, artt. 629 c.p. aggravato dallart. 7 L. n. 203 del 1991 --- vi stato uno stralcio per la parte relativa alle estorsioni con dibattimento attualmente in corso davanti al Trib. Coll. Pen. Sez. II, mentre per la parte patrimoniale (art. 12 quinquies e riciclaggio) in corso ludienza preliminare davanti al G.U.P.

32. Il proc. pen. n. 2478/07 R.g.n.r. mod. 21 nei confronti di LOGIUDICE Luciano. Il procedimento ha per oggetto fatti di usura e di fittizia intestazione di beni (art. 12 quinquies L. n. 356 del 1992), nei confronti di LOGIUDICE Luciano (personaggio ritenuto elemento di spicco della consorteria mafiosa LOGIUDICE attiva nel quartiere di Santa Caterina di Reggio Calabria) e PERLA Antonino. In data 19/10/2009, su richiesta di questo Ufficio, il G.I.P. ha emesso ordinanza di misura cautelare personale e reale nei confronti di LOGIUDICE Luciano, con sequestro preventivo di diversi esercizi commerciali a questultimo fittiziamente riconducibili situati sia a Reggio Calabria, sia a Milano. Ancora, nel gennaio del 2010, il G.I.P. su richiesta di questo Ufficio ha emesso ulteriore ordinanza di custodia cautelare per il LOGIUDICE e per PERLA Antonino per il reato di usura. Infine, nel maggio 2010, il G.I.P. ha emesso altro provvedimento di sequestro preventivo di
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ulteriore attivit commerciale riconducibile al LOGIUDICE, ma fittiziamente intestata a prestanome. Attualmente, il procedimento penale ha avuto uno stralcio e, mentre per i fatti di usura in corso il dibattimento nei confronti di LOGIUDICE e di PERLA presso il Trib. Coll. Pen. Sez. I, per i fatti di cui allart. 12 quinquies L. n. 356 del 1992 sono ancora in corso le indagini preliminari.

33. Proc. pen. n. 4653/02 RGNR-DDA nei confronti di Tropea Domenico +18, indagati per i reati di cui agli artt. 110 c.p. , 12 quinquies l. 356/92 e 7 l. 203/91, 73 D.P.R. 309/90. Il Tropea Domenico, soggetto pi volte sottoposto a procedimento penale per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nonch per associazione per delinquere di tipo mafioso, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, aveva fittiziamente intestato a terzi societ ed immobili dei quali aveva la disponibilit. A seguito di richiesta del p.m. ed in accoglimento della stessa, con provvedimento del 13/ 3/2007 il GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria disponeva il sequestro preventivo di n. 13 appartamenti, di un albergo e del patrimonio sociale di una societ operante nel settore delledilizia; il provvedimento stato confermato dal Tribunale del Riesame. E stato richiesto il rinvio a giudizio degli indagati.

34. Procedimento penale 4963/03 R.G.N.R. DDA Tale procedimento riguardava una serie di operazioni societarie la cui finalit era di consentire a Leuzzi Cosimo, i cui beni aziendali erano stati confiscati a seguito di provvedimento del Tribunale di Reggio Calabria, sezione Misure di Prevenzione, di gestire di fatto lazienda confiscata e quindi di eludere lapplicazione della misura di prevenzione. Leuzzi Cosimo risultava essere stato condannato in via definitiva per il reato di cui allart. 416 bis c.p. nellambito del p.p. cosiddetto Stilaro. Al Leuzzi ed ai suoi correi sono stati contestati i reati di cui agli artt. 648 bis c.p. e 12 quinquies L.356/1992 aggravati dallart. 7 D.L. 152/1991. In sede di giudizio abbreviato il Gup di Reggio Calabria in data 29.9.2009 pronunciava sentenza di condanna nei confronti di tutti gli imputati riconoscendo la sussistenza dellaggravante di cui allart. 7 e

disponendo la confisca delle aziende in sequestro.

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35. Procedimento Penale n. 2986/09 RGNR DDA a carico di Canali Olindo per il reato di cui allart. 372 c.p., aggravato ex art. 7 l.203/1991. Il procedimento traeva le mosse dal suicidio del prof. Adolfo Parmaliana, avvenuto il 3.10.2008. Il prof. Parmaliana lasciava una lettera ai familiari in cui additava, quale responsabile dellinsano gesto, una certa parte della magistratura di Barcellona Pozzo di Gotto e di Messina inerte, a suo giudizio, rispetto alle denunce che il defunto presentava, anche quale segretario della sezione dei DS di Terme Vigliatore. Nellalveo delle investigazioni avviate da questo ufficio si inserivano le denunce dellavv. Fabio Repici, che evidenziavano la falsit della deposizione del dott. Olindo Canali, chiamato a deporre, nellambito del procedimento c.d. Mare Nostrum circa un memoriale di tre pagine riconosciuto come autografo dal magistrato. La falsit della deposizione su alcuni punti potrebbe - in ipotesi - consentire ai difensori di Gullotti Giuseppe (condannato a trenta anni di reclusione quale mandante dellomicidio del giornalista Beppe Alfano) di avanzare richiesta di revisione del processo a carico di questultimo, da cui la contestazione dellaggravante ex art. 7 l. 203/1991. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.

36. In data 10/07/2009 stata avanzata richiesta di misure cautelari personali e reali nei confronti di 18 indagati nellambito del procedimento penale n. 2038/04 RGNR DDA cd. Pettirosso. La richiesta stata accolta con ordinanza del 30/06/2010 con la quale stata disposta la carcerazione nei confronti di 10 indagati e il sequestro preventivo di bei 81 cespiti tra terreni e fabbricati. Il procedimento riguarda le indagini svolte nei confronti della cosca Bellocco di Rosarno ed erano incentrate prevalentemente alla ricerca dei latitanti Bellocco Gregorio e Bellocco Giuseppe entrambi catturati.

37. Nellambito del procedimento penale n. 4571/09 RGNR DDA, in data 01/11/2009 stato emesso un provvedimento di fermo nei confronti di 10 indagati per reati di associazione a delinquere ed estorsioni in danno di operatori nel settore del taglio di alberi per la produzione di legname nel territorio ricadente nel Comune di Giffone e zone limitrofe. Nei confronti del capo cosca, non ricompreso tra i fermati poich gi detenuto per altra causa, stata avanzata richiesta di applicazione di misura cautelare unitamente agli altri. La misura stata concessa dal GIP con ordinanza del 23/11/2009. Allo stato la
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posizione degli indagati colpiti da misura cautelare stata stralciata e riunita al procedimento n. 4801/09 RGNR DDA dove allo stato stato emesso avviso di conclusione indagini.

38. Il procedimento penale n. 1910/06 RGNR DDA denominato Maestro riguarda indagini per associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata anche allimportazione di merci in evasione dei dazi doganali. Nellambito del procedimento in data 21/07/2009 stata avanzata richiesta di applicazione di misure cautelari e reali nei confronti di 29 indagati. Il GIP ha accolto emettendo OCC in data 19/12/2009 nei confronti di 27 indagati e disponendo il sequestro preventivo del patrimonio aziendale di 4 S.r.l. per un valore di 50 milioni di Euro. Il procedimento stato esitato con richiesta di giudizio immediato in data 26/05/2010. 3 imputati sono stati rinviati a giudizio innanzi al Tribunale di Palmi con udienza fissata per il 24/09/2010 mentre per altri 16 fissata ludienza del 30/09/2010 per il giudizio abbreviato. E da notare che uno degli imputati, VIRGILGIO Cosimo, ha chiesto di collaborare con le Autorit dello Stato.

39. Nellambito del procedimento penale n. 4302/06 RGNR DDA cd. ALL INSIDE, in data 26/04/2010 stato emesso provvedimento di fermo nei confronti di 40 indagati appartenenti al clan mafioso dei Pesce di Rosarno per il delitto di cui allart. 416 bis c.p. e per altri gravi reati. Sono in corso le indagini preliminari.

40) nel processo n. 1673/04 RGNR DDA c.d. Pietrastorta il GUP ha pronunciato, in data 18.4.2010, condanna per il delitto di appartenenza ad associazione mafiosa nei confronti di CRUCITTI Santo (cl. 1963) ed altri soggetti ritenuti membri della cosca CRUCITTI, articolazione ndranghetistica attiva nel centro cittadino di Reggio Calabria e precisamente nel quartiere di Pietrastorta.

41) P.p. 7177/09 R.G.N.R. D.D.A. per i reati di cui agli artt. 317 c.p.; art. 322 c.p.; art. 319 c.p. e art. 7 L. 152/91; art. 326 c.p.; art. 326 e e art. 7 L. 152/91 + altro.Lindagine ha riguardato inizialmente militari della GdF che risultavano avere contatti con soggetti vicini alla criminalit organizzata; successivamente lindagine si sviluppata anche a carico di altri soggetti non appartenenti alla GdF ed ha riguardato svariate ipotesi di reato tra cui
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anche condotte di truffa, falsi e rivelazione del segreto di ufficio. Veniva richiesta misura cautelare per n. 4 persone sottoposte ad indagini (in particolare n.1 Ufficiale della GdF, n. 2 sottoufficiali e n. 1 commercialista), richiesta che il GIP in sede accoglieva applicando la misura della custodia in carcere per le persone sottoposte ad indagini per le quali veniva richiesta la misura. Applicazione che veniva confermata dal Tribunale di RC in sede di riesame, a tuttoggi i soggetti sono detenuti. Il procedimento in fase dibattimentale. C) Associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

1) proc. 2266/06 RGNR DDA (c.d. operazione eremo 2008). In data 8.4.2010 stata data esecuzione a 65 OCC per art. 74 comma VI e 73 DPR 309/90, in gran parte confermate in sede di riesame. Il processo pende nella fase del rito abbreviato, nei confronti degli imputati che hanno effettuato tale scelta processuale, ed in quella dibattimentale, innestata con il meccanismo del rito immediato, nei confronti di tutti gli altri.

2)procedimento 6233/2006/21 (cd. Operazione Tamanaco) avente ad oggetto associazione a delinquere internazionale di cui allart. 74 del d.p.r. 309/90, in cui sono state chieste ed ottenute 18 misure cautelari, con sequestri di cocaina per 670 chili e misure reali con sequestri societari per centinaia di milioni di euro, eseguiti contestualmente allemissione delle ordinanze cautelari: il procedimento ha evidenziato lesistenza di accordi tra esponenti della camorra casertana ed uomini della ndrangheta per lacquisto di stupefacente nonch riconfermato i contatti diretti con emissari dei trafficanti venezuelani e colombiani.

3. Nellambito della lotta al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, in data 10/06/2009, a seguito di una complessa attivit investigativa, svolta anche tramite la fattiva collaborazione di organi investigativi stranieri, si giunti al sequestro di 300 KG di cocaina e al conseguente arresto dei due corrieri che, attraversando loceano Atlantico a bordo di un veliero, trasportavano lo stupefacente dalle Americhe in Italia.

4. Procedimento 919/04 RGNR DDA. A seguito di indagini del GOA di Catanzaro (cd. operazione Perpignan) sono state emesse dal GIP, su richiesta di questo Ufficio, n. 49 ordinanze di custodia cautelare
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(quasi integralmente confermate dal Tribunale del Riesame), per i reati di cui agli artt. 73 e 74 DPR 309/90; nel corso delle indagini sono stati sequestrati ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti; stato altres disposto il sequestro dei beni degli indagati ai sensi dellart. 12 sexies l.356/92. 5.proc. pen. 611/08 RGNR DDA. A seguito di indagini dei Carabinieri del ROS Centrale e RC (cd. operazione Solare), in collaborazione con organi di polizia degli Stati Uniti di America, stata individuata una associazione finalizzata allimportazione in Calabria e in Italia di ingenti quantitativi di cocaina ( in parte sequestrati) provenienti dallorganizzazione messicana denominata Cartello del Golfo. Il 16 ottobre 2008, in contemporanea con numerosissimi arresti eseguiti negli USA, sono stati eseguiti dai carabinieri 16 fermi disposti da questo Ufficio per vari reati tra cui quello di cui allart. 74 D.P.R. 309/90. Il giudizio con il rito abbreviato si concluso con la condanna degli imputati.

6. Il procedimento penale n. 3887/04 RGNR DDA (che fa seguito all'operazione antidroga denominata JoTi). L'ordinanza di custodia cautelare veniva emessa il 16 gennaio 2008 nei confronti di ben 73 indagati, tra i quali alcuni esponenti di spicco della criminalit organizzata. I reati contestati sono stati quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, vendita, detenzione, trasporto e cessione illecita di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, metamfetamina e cannabis sativa (hashish e marijuana). Le investigazioni condotte dalla Polizia di Stato reggina hanno riguardato un traffico di sostanze stupefacenti gestito da unassociazione per delinquere articolata in alcune agguerrite ed efficienti consorterie criminali di narcotrafficanti prevalentemente operanti a Reggio Calabria, con articolazioni territoriali sia nel versante jonico che tirrenico della provincia ed importanti ramificazioni in altre regioni dItalia ed in alcuni stati nordafricani. Uno degli aspetti pi interessanti delle investigazioni costituito dal fatto che stata fatta piena luce sulle attivit di vendita e spaccio di droga allinterno di alcune scuole della Citt, anche nei confronti di studenti minorenni.
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Gran parte degli imputati stata giudicata con rito abbreviato, riportando condanna per i reati di cui agli artt. 73 e, in molti casi, 74 Legge Stupefacenti.

7. Il procedimento 670/04 RGNR - DDA a carico di Zampaglione + altri. Il procedimento si concluso in primo grado con le seguenti condanne: ZAMPAGLIONE Pasquale condanna alla pena di anni 23 di reclusione; PANZERA Santa condanna alla pena di anni 23 di reclusione; SANTORO Domenico condanna alla pena di anni 22 di reclusione; ZAMPAGLIONE Nicola condanna alla pena di anni 9 di reclusione e 30.000,00 di multa; BARILLARI Gaetano condanna alla pena di anni 5 di reclusione e 8.000,00 euro di multa.

8. Il proc. pen. 3801/06 RG DDA a carico di BRIGA Luciano + altri per il reato di cui allart. 74 D.P.R. 309/90. In sede di giudizio abbreviato dinanzi al GUP il procedimento si concluso con la condanna per BRIGA Luciano, DANIELE Antonio; DANIELE Michele, DESIDERATO Pasqualino per il reato di cui allart 74 co I, II III, 80 co B) DPR 309/90 e sentenza di non luogo a procedere per Siviglia Giuseppe.

9. il procedimento per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, recante il n. 515/04 RG DDA, a carico di Franco Demetrio + altri. Il procedimento si concluso in sede di giudizio abbreviato con la condanna degli imputati a pesanti pene detentive.

10. Il procedimento penale 4230/2004 RGNRDDA (pushers). Le investigazioni condotte dal Commissariato della Polizia di Stato di Siderno hanno riguardato un traffico di sostanze stupefacenti gestito da unassociazione per delinquere articolata in alcune agguerrite ed efficienti consorterie criminali di narcotrafficanti prevalentemente operanti nella zona jonica reggina, con ramificazioni in altre regioni dItalia.

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In data 26.5.2009 il Gup di Reggio Calabria emetteva sentenza di condanna nei confronti di 25 imputati responsabili del reato di cui agli artt. 73 e 74 DPR 309/90.

11. Va segnalata anche la definizione in primo grado, con il rito abbreviato, del procedimento definito Stupor Mundi contro Caridi Agazio Cosimo ed altri. I 21 imputati sono stati condannati per pi reati tra cui quelli di cui agli artt. 73 e 74 DPR 309/90. 12. Processo a carico di Semaan Georges (n.81/93 rgnr dda). Il processo in questione rappresenta lultima tranchedel pi importante e complesso processo relativo alla importazione di droga dal Marocco e dal Libano a cura della ndrangheta reggina. La vicenda prese lavvio dallo sbarco sulle coste calabresi di ingenti quantitativi di droga. Nel corso dei vari procedimenti emerse che almeno dieci tra le pi importanti cosche della ndrangheta reggina importavano droga dal Marocco ed armi e droga dal Libano. Tra gli altri, erano stati gi condannati MORABITO Giuseppe (detto Tiradritto) e PELLE Antonio (detto Gambazza), Romeo Giuseppe (detto Stacco) e Pisano Salvatore di Rosarno (detto i diavuli). Limputato Semaaan Georges, armatore della nave utilizzata per i viaggi dal Libano, stato condannato a 12 anni di reclusione.

13. procedimento penale nr. 669/04 R.G.N.R.- D.D.A. A seguito di indagini del GOA di Catanzaro (operazione Chiosco grigio) sono state emesse dal GIP 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere per i reati di cui agli artt. 73 e 74 D.P.R. 309/90. E stata conclusa la fase di primo grado per gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato.

14. P.P. 3560/08 RGNR DDA a carico di Bevilacqua Antonio ed altri in relazione ad unassociazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti operante nelle provincie di Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone, con base principale a Gioia Tauro. In particolare oggetto del procedimento la sussistenza di unorganizzazione, diretta a consumare pi delitti tra quelli previsti dallart. 73 dello stesso D.P.R., che si esprimeva sul territorio attraverso tre gruppi, il principale dei quali era radicato in Gioia Tauro e curava
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lacquisto e la fornitura dello stupefacente per tutti i sodali, tra cui quelli stabilmente operanti nei territori di Crotone e Catanzaro, E stata emessa ordinanza applicativa di misura cautelare a carico di 38 indagati. In data 08.09.2010, il GIP ha emesso decreto di giudizio immediato ex art. 453 comma 1 bis c.p.p..

15. P.p. 1224/09 R.G.N.R. D.D.A. per il delitto di cui allart. 74 D.P.R. 309/90. Lindagine ha riguardato un gruppo di soggetti residenti nella zona di Monasterace e dintorni, indagati per il reato di cui agli artt. 74; 110 c.p. e 73 D.P.R. 309/90. In fase di indagine sono state emesse dal G.i.p. presso il Tribunale di RC, a seguito di richiesta di misura cautelare presentata da questo Ufficio di Procura, ordinanza per 11 persone; misure cautelari che venivano quasi totalmente confermate dal Tribunale di RC in sede di riesame (limitandosi solo a sostituire la misura della custodia in carcere per alcune delle persone sottoposte ad indagini). A tuttoggi gli imputati sono sottoposti a misura cautelare. Il procedimento pendente in fase di udienza preliminare.

16. P.P. 5802/08 R.G.N.R. D.D.A. per il reato di cui all art. 74 D.P.R. 309/90. Si concluso il giudizio di primo grado dinnanzi al GUP con le seguenti condanne: BARRANCA Domenico 16 anni di reclusone e quarantamila euro di multa; BELCASTRO Girolamo 14 anni di reclusione e trentamila euro di multa; COMMISSO Giuseppe e COASTA Domenico 14 anni di reclusione e quarantamila euro di multa; NUCERA Vincenzo 10 anni di reclusione; FIMOGNARI Carmelo 8 anni di reclusione; Trichilo Cosimo 10 anni di reclusione e quarantamila euro di multa.

17.P.P.4532/08 R.G.N.R. D.D.A. per il reato di cui allart. 74 D.P.R. 309/90. Si concluso il giudizio di primo grado dinnanzi al GUP con le seguenti condanne: ALBANESE Luigi anni 4 e mesi 6 di reclusione: ARGIRO Maria teresa anni 5 e mesi 4 di reclusione; LAMANNA Diego anni 5 e mesi 4 di reclusione e 18.000 euro di multa; PUGLIESE Pasquale anni 9 e mesi 4 di reclusione; ROCCISANO Teresa anni 9 e mesi 4 di reclusione; SANSOTTA anni 8 di reclusione; SCHIRRIPA Anna Maria anni 9 mesi 4 di reclusione; SCHIRIPPA Pasquale: anni 9 e mesi 4 di reclusione

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18. P.P. 719/06 RGNR DDA nei confronti di Arriagada Ramos Alejandro Omar ed altri 64 indagati per i reati di cui allart. 74 DPR 309/90, per aver costituito e fatto parte di una associazione per delinquere strutturata gerarchicamente e dotata di un altissimo livello di organizzazione e carattere di stabilit articolata in alcune agguerrite ed efficienti consorterie criminali di narcotrafficanti, sovente consorziate tra loro, che operavano nella provincia di Reggio Calabria ed in Calabria, in altre regioni dItalia, in altre nazioni europee e in paesi sudamericani. Detta associazione era dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e, pi genericamente, alleffettuazione di una serie indeterminata di delitti in materia di sostanze stupefacenti. In data 10 luglio 2010 il Gip di Reggio Calabria emetteva ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli indagati. Il procedimento pendente per una parte degli imputati davanti al GUP con rito abbreviato mentre per gli altri in corso il dibattimento davanti al Tribunale competente.

D) Il reato di associazione finalizzato alla tratta di esseri umani e di riduzione in schiavit.

1. Il procedimento 814/08 RGNR DDA iscritto per i reati di cui agli artt. 416 bis; 601 e 600 c.p. in danno di cittadine rumene minori degli anni 18. Nel corso delle indagini veniva disposto il fermo (uno dei tre soggetti di nazionalit rumena veniva dichiarato latitante); il GIP convalidava il fermo ed emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere; successivamente veniva sostituita per TOMA Timea la misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari presso comunit, in quanto il GIP non riteneva adeguate le strutture sanitarie delle casa circondariale per lo stato di gravidanza e successiva assistenza alla maternit della TOMA Timea. Il procedimento stato definito con sentenza di condanna della Corte di Assise di Palmi per tutti i reati contestati per tutti gli imputati.

2. Il procedimento penale n. 5332/09 RGNR DDA, a carico di Crisan Vasile Gheorghe, cittadino rumeno, per violenza sessuale, anche di gruppo, e riduzione in schiavit in danno di una sua connazionale.
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Oggetto del procedimento un grave episodio di sfruttamento sessuale e segregazione avvenuto in un contesto sociale degradato e caratterizzato dalla prevaricazione padronale dellindagato nei confronti di una connazionale molto pi giovane di lui, che veniva privata del passaporto, reclusa in casa e ripetutamente minacciata, percossa e violentata per diverse settimane prima di riuscire a fuggire e a denunciare laccaduto. A seguito della richiesta di questo Ufficio, il 12.08.2008 stata applicata allindagato la misura cautelare della custodia in carcere. Il processo attualmente in fase di istruttoria dibattimentale.

3. P.P. 894/09 RGNR DDA a carico di Metodiev Tristo ed altri in relazione ad un associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitto di favoreggiamento dellimmigrazione e di riduzione in schiavit. Si tratta di una vicenda caratterizzata dallo sfruttamento della manodopera di immigrati clandestini provenienti dall Europa Orientale e dal Nordafrica da parte di alcune cooperative agricole nella zona di Rosarno realizzato attraverso un accordo tra i responsabili delle cooperative e mediatori bulgari che si occupavano del reclutamento dei braccianti da adibire alla raccolta di agrumi. Laffare era basato sulla possibilit da parte delle cooperative di gestire una considerevole offerta di lavoro e daltra parte sul condizionamento della libert di autodeterminazione delle persone offese a causa della loro condizione di clandestinit che li induceva ad accettare condizioni di lavoro, ampiamente sottoretribuito rispetto al minimo sindacale ed estremamente gravose per orario, ritmi, sottoposizione a controllo espletato anche con metodi violenti e minacciosi da parte dei sorveglianti ed in considerazione della sua prestazione in assenza di qualsiasi forma di tutela. I braccianti, quasi esclusivamente

cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno, vengono ingaggiati dai mediatori e costretti, a causa della loro condizione di estrema indigenza, e daltra parte a causa della concorrenza determinata dalla sovrabbondanza della domanda di lavoro rispetto allofferta, ad accettare di prestare la propria attivit lavorativa sottostando ai dettami impostigli sia per quanto attiene allorario di lavoro sia per quanto riguarda la retribuzione e soprattutto con riferimento alla totale assenza di quelle garanzie e protezioni che la normativa vigente appresta in favore dei lavoratori agricoli allo scopo di garantirne la dignit e la salute.
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Dopo il decreto di fermo emesso da questo Ufficio e lapplicazione della misura cautelare a carico degli indagati cittadini italiani da parte del GIP di Palmi mentre gli indagati stranieri si erano resi irreperibili, stata richiesta ed ottenuta dal GIP di Reggio Calabria la conferma della misura gi irrogata ai sensi dellart. 27 c.p.p. e daltra parte anche lapplicazione della misura cautelare della custodia in carcere a carico dei cittadini stranieri resisi irreperibili, per i quali stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere il 13.07.2009. Il processo, con rito abbreviato, si concluso con sentenza di condanna nei confronti degli imputati bulgari alla pena di anni 9 mesi quattro di reclusione per i reati di riduzione in schiavit, estorsione, favoreggiamento della prostituzione e dellimmigrazione clandestina e di due datori di lavoro italiani alla pena di due anni di reclusione e 6000,00 euro di multa per favoreggiamento dellimmigrazione clandestina.

E) Misure di Prevenzione

1. Procedimento n. 511/08 relativa al sequestro beni gi appartenuti a Princi Antonino. Il Princi Antonino era stato ritenuto dal GIP di Reggio Calabria nel gi citato procedimento penale cd. Saline, colpito da gravi indizi dio colpevolezza s da disporne la custodia in carcere. Il provvedimento rimaneva, tuttavia, ineseguito, in quanto qualche giorno prima della emissione dello stesso, il Princi rimaneva vittima di un attentato dinamitardo che lo riduceva, prima, in fin di vita sino a portarlo, poi, alla morte. Applicando la modifica intervenuta sulla legge inerente le misure di prevenzione patrimoniali, che permette laggressione di patrimoni illecitamente accumulati anche dopo la morte del titolare degli stessi, questUfficio ha chiesto ed ottenuto dal locale Tribunale, Sezione M.P., il sequestro di un patrimonio mobiliare ed immobiliare per svariate decine di milioni di euro. La procedura pendente, in attesa di definizione.

2. procedimento 67/09 R.M.P. relativo alla richiesta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di ALVARO Vincenzo. Si tratta di un procedimento di grande rilievo, la cui instaurazione stata resa possibile dalle nuove e pi ampie previsioni delle leggi 125/2008 e 94/2009 che consentono lapplicazione della misura patrimoniale indipendentemente dalla attualit della pericolosit del soggetto.
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Le grandi professionalit e limpegno profuso dal ROS dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza e la proficua collaborazione instaurata da questo Ufficio con la DDA di Roma hanno consentito di ricostruire quella che pu considerarsi la nuova frontiera degli investimenti della ndrangheta calabrese: stata avanzata e accolta conformemente dal Tribunale una complessa e articolata misura di prevenzione patrimoniale che ha riguardato un numero rilevante di locali pubblici, bar, ristoranti tutti siti nella Capitale. Per citarne solo alcuni, il noto locale Caf de Paris, simbolo della dolce vita romana, il lussuosissimo ristorante George, il ristorante FEDERICO I, nonch numerosi altri locali e societ, beni mobili ed immobili per un valore di oltre 250 milioni di euro, tutti beni ritenuti riconducibili ad ALVARO Vincenzo, ed intestati a nullatenenti prestanome.

3. procedimento nr. 557/08 RG MP relativo alla richiesta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di Piromalli Giuseppe. Nellambito di tale procedimento la richiesta di sequestro, accolta conformemente dal Tribunale, ha riguardato una serie immobili siti nel Comune di Gioia Tauro, compreso limmobile adibito a residenza familiare sito in via Monacelli di Reggio Calabria, considerato il fortino della famiglia PIROMALLI. 4. procedimento nr.. 560/08 RG MP relativo alla richiesta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di Piromalli Antonio, figlio di Giuseppe. Nellambito di tale procedimento la richiesta di sequestro, accolta conformemente dal Tribunale, ha riguardato aziende e immobili siti nel Comune di Gioia Tauro e Milano, citt questultima in cui la cosca ha prepotentemente esteso i suoi interessi ed investimenti.

5. procedura n. 01/09 Reg. Mis. Prev. nei confronti di INZITARI Pasquale Nei confronti dellINZITARI --- politico ed imprenditore di recente condannato, in esito al giudizio abbreviato nellambito del proc. pen. n. 1784/07 R.G.N.R. DDA, quale concorrente esterno nella commissione del reato di associazione mafiosa con la ndrina CREA di Rizziconi e con la ndrina RUGOLO di Castellane --- stata inoltrata da questo Ufficio al Tribunale Sez. Mis. Prev. proposta per lapplicazione di misure di prevenzione personale e reale, con richiesta di sequestro durgenza dellingente patrimonio immobiliare e societario riconducibile al proposto, favorito nella propria attivit imprenditoriale dagli accordi
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stabiliti con le citate cosche mafiose. La predetta proposta stata accolta con decreto n. 71/09 Reg. Mis. Prev. e n. 31/09 Seq., emesso dal Tribunale il 12/08/2009: sono stati sequestrati attivit commerciali, quote sociali e beni immobili per un valore stimato di circa 45 milioni di euro.

6. procedura n. 42/09 Reg. Mis. Prev. nei confronti di CREA Domenico. Nei confronti del CREA --- politico ed imprenditore di recente rinviato a giudizio nellambito del proc. pen. n. 1272/07 R.G.N.R. Mod. 21 DDA, quale concorrente esterno nella commissione del reato di associazione mafiosa con le ndrine MORABITOZAVETTIERI di Africo e Roghudi, CORDI di Locri e TALIA di Bova Marina -- stata da questo Ufficio inoltrata al Trib. Sez. Mis. Prev. proposta per lapplicazione di misure di prevenzione personale e reale, con richiesta di sequestro durgenza dellingente patrimonio immobiliare e societario riconducibile al proposto, favorito nella propria attivit politica dagli accordi stabiliti con le citate cosche mafiose. La predetta proposta stata accolta con decreto n. 110/09 Reg. Mis. Prev. e n. 44/09 Seq., emesso dal Tribunale il 29/10/2009.

7. procedura n. 103/10 Reg. Mis. Prev. nei confronti di CAMPOLO Gioacchino. In data 29/06/2010 questo Ufficio ha inoltrato al Trib. Sez. Mis. Prev. proposta per lapplicazione di misure di prevenzione personale e reale, con richiesta di sequestro durgenza dellingente patrimonio immobiliare e societario riconducibile al proposto, favorito nella propria attivit imprenditoriale nel campo degli apparecchi da gioco dagli accordi stabiliti con diversi esponenti di vertice delle cosche di ndrangheta (quali ZINDATO Gaetano Andrea, Mario AUDINO, Orazio DE STEFANO, PRINCI Antonino, Paolo IANNO, i LIBRI). Nel luglio 2010, il Tribunale ha in toto accolto la prospettazione della Procura secondo cui il patrimonio di CAMPOLO , "prima ancora che sproporzionato alle sue entrate lecite, interamente viziato dal modo criminale in cui l'interessato ha agito nell'esercizio delle sue attivit economiche". Il CAMPOLO, lungi dall'agire come un ordinario imprenditore e fondare quindi la sua attivit, la sua presenza sul mercato ed i suoi profitti sul rispetto della legge e sulla leale concorrenza con gli altri soggetti attivi nel medesimo settore, ha inteso invece servirsi costantemente e

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sistematicamente dei vantaggi illeciti derivanti dalla sua condizione di soggetto colluso con la 'ndrangheta" (pagg. 24, 25 decreto di sequestro). Il decreto di sequestro ricomprende n. 260 immobili, tra Reggio Calabria, Roma (tra cui una villa sull'Aventino di 26 stanze e un appartamento nei pressi di via Veneto), Taormina, Milano, Parigi (nei pressi di Place Vendome); n. 102 quadri di GUTTUSO, di DE CHIRICO, di PICASSO, di LIGABUE, DALI, TOZZI, ecc.; n. 16 autoveicoli; per un valore approssimativo oltre 300 milioni di euro.

8. procedimento 178/09 RGMP nei confronti di Polito Nicola. Il Polito stato condannato in primo e secondo grado per il delitto di partecipazione ad associazione finalizzata al narcotraffico (art. 74 DPR 309/1990), nellambito del procedimento c.d. Stupor Mundi. La proficua collaborazione con le autorit Olandesi ha consentito di ottenere il sequestro e la confisca di oltre 400.000 Euro in contanti, somme ritenute provento dellattivit illecita dellassociazione.

F) Altri procedimenti di particolare interesse

1. p.p. n. 3358/06 RGNR Trattasi di procedimento iscritto per il reato di associazione a delinquere finalizzata a delitti di concussione a carico di pubblici ufficiali, in particolare militari appartenenti alla GdF Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, in concorso con un dottore commercialista, iscritto allordine della citt di Reggio Calabria. E un procedimento di particolare complessit e notevole attivit istruttoria; veniva richiesta e adottata misura cautelare personale per tutti i soggetti indagati, poi confermata dal tribunale del Riesame; successivamente, a seguito di revoca della misura da parte del GIP, veniva proposto appello al Tribunale di Riesame che accoglieva le richieste del PM ; attualmente pende ricorso per cassazione presentato dagli indagati con riferimento allo stato cautelare. Si concluso il giudizio di primo grado dinnanzi il Tribunale di RC con la condanna degli imputati.

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2. p.p. n. 3994/07 RGNR (c.d. procedimento Leone) Lindagine ha consentito di individuare due organizzazioni criminali operanti sullintero territorio nazionale, dedite alla consumazione di reati di favoreggiamento dellimmigrazione clandestina; le indagini effettuate hanno permesso di disvelare un incredibile fenomeno economico-sociale: lesistenza di un circuito economico criminale di proporzioni sorpredenti, basato sulla disperazione di centinaia di persone di origine prevalentemente indiana e pakistana, alla ricerca spasmodica di un escamotage che permetta loro di regolarizzare lingresso e la presenza nel nostro paese, mediante la copertura giuridica apparente fornita prima da un provvedimento temporaneo di nulla-osta lavorativo, scaturito da una domanda di assunzione di un compiacente datore di lavoro italiano, e poi dalla stipula di un contratto di lavoro fittizio, al fine di ottenere il rilascio di un permesso di soggiorno formalmente regolare, ma nella realt basato su presupposti falsi ed inesistenti. Il tutto, a fronte dellesborso, da parte dellimmigrato ed in favore dellorganizzazione, di ingentissime somme di danaro pagate in successive tranches nel corso delloperazione.

Tale mercato viene gestito da sodalizi criminali (due dei quali individuati dalla indagine in discorso), diversi ma paralleli, strutturati in modo analogo ed organizzati in forma associativa, che agiscono su pi livelli, nellambito dei quali ciascun associato ricopre un ruolo ed una funzione specifica: in posizione apicale si pongono i soggetti, in assoluta prevalenza di origine indiana, incaricati di individuare ed acquisire lidentit ed i documenti della miriade di soggetti intenzionati a far ingresso regolare nel paese o a regolarizzare ex post la loro permanenza in Italia; altrettanto importanti sono poi gli intermediari italiani, incaricati di individuare sul territorio i datori di lavoro compiacenti; vi sono poi gli stessi numerosi imprenditori italiani, intenzionati ad entrare nel giro inoltrando varie richieste di assunzione, in relazione ai cc.dd. Decreti Flussi emessi annualmente dal Ministero, per lingresso di cittadini extracomunitari, in relazione a rapporti di lavoro rivelatisi assolutamente fittizzi, spesso gi sulla base dellanalisi della stessa domanda, per la concreta mancanza dei requisiti aziendali
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necessari per procedere alle assunzioni richieste o per altre ragioni poi via via evidenziate nel corso delle indagini; si aggiungono poi diversi soggetti, tra cui pubblici funzionari italiani, collocati strategicamente negli uffici amministrativi (Prefettura e Direzione del lavoro) o in organizzazioni sindacali, competenti allinstradamento, allistruzione ed alla definizione delle pratiche relative; infine, si pu dire quale ultima ruota del complesso ingranaggio, emergono una pluralit di compartecipi di origine indiana, entrati illegalmente col meccanismo in esame, che forniscono sempre nuova linfa allorganizzazione offrendo in continuazione ulteriori nominativi di persone intenzionate ad essere assunte, nel tentativo di guadagnare anche loro parte dei compensi;

Infatti, ci che comprensibilmente tiene assieme le associazione ai diversi livelli, sono le incredibili possibilit di guadagno offerte dal mercato, mediante le sorprendenti cifre che ciascun soggetto disposto a pagare, pur di regolarizzare formalmente la propria posizione in Italia: sino a 18.000 . - per come emerge dalle intercettazioni telefoniche - pagati come detto in successive tranche ed elargite ai vari accoliti, in relazione al ruolo ed alla funzione esercitata nellarticolato sistema.

Tale lucrosissima fonte di guadagno, non poteva sfuggire allattenzione della criminalit organizzata locale: ed infatti, dalle investigazioni emerso linteresse delle cosche Iamonte di Melito Porto Salvo e Cord di Locri.

Allesito delle investigazioni, oltre alla ricostruzione completa di tali traffici a livello nazionale ed internazionale, del sistema adottato, delle connivenze allinterno degli uffici pubblici interessati dalla procedura di regolarizzazione dellimmigrato, stato possibile richiedere ed ottenere la cattura di circa 60 soggetti coinvolti nelle citate attivit illecite. 3. proc. 5219/10 RGNR DDA. In data 3.6.2010 i CC della Staz. di Pellaro e della Compagnia di Reggio Calabria, nellambito di pi ampia attivit di controllo del territorio, rinvenivano un imponente arsenale composto da armi comuni e da guerra, munizioni ed esplosivi, occultato allinterno delle pertinenze di un casolare di campagna in loc. Pellaro,
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nella materiale disponibilit di tale LATELLA Carmelo, oltre che del di lui padre ultranovantenne, incaricati dal proprietario di ivi svolgere lattivit di custodi oltre che alcuni lavori agricoli. A seguito del rinvenimento i due LATELLA, padre e figlio, venivano tratti in arresto in flagranza. Successivamente, accertata la ricorrenza di gravi indizi nei confronti del solo LATELLA Carmelo, il GIP su richiesta del PM applicava a questultimo la misura cautelare della custodia in carcere per i delitti di detenzione di armi, munizioni ed esplosivi aggravati dalla finalit agevolatrice mafiosa. La misura cautelare tuttora in atto ed il procedimento pende in fase di indagini essendo in corso accertamenti sulla provenienza dellarsenale.

4. procedimento 1605/2007/21 in cui, tramite lo strumento delle intercettazioni telefoniche stato scoperto un accordo corruttivo tra il presidente della sezione distaccata del T.A.R. di Reggio Calabria ed un imprenditore del ramo navale, in virt del quale il magistrato, accettata la promessa di ricevere una consistente somma di danaro (pari a 200.000,00 ), si impegnava a favorire il detto gruppo imprenditoriale in diversi ricorsi presentati avverso provvedimenti della Capitaneria di Porto che negavano a detta societ il diritto di accosto al porto di Villa San Giovanni. E stata esercitata lazione penale per 9 imputati e per 7 ludienza preliminare ancora in corso, mentre il presidente del Tar ha richiesto giudizio immediato e la prima udienza non ancora stata celebrata.

5. P.P. 251/04 RGNR a carico di Caracciolo Antonino ed altri, per associazione a delinquere finalizzata alle truffe ad assicurazioni realizzate attraverso sinistri stradali simulati. A seguito della richiesta di questo Ufficio del 30.07.2008, stata applicata, in data 19.03.2009, la misura cautelare degli arresti domiciliari a Caracciolo Antonino e Cutr Clelia. Il processo, con rito abbreviato, si concluso con sentenza di condanna in data 15.07.2010 nei confronti di Caracciolo Antonino alla pena di anni quattro di reclusione e di Cutr Clelia alla pena di anni due di reclusione

6. P.P. n. 1006/04 RGNR DDA, a carico di Iaria Antonino ed altri, relativo ad associazione a delinquere finalizzata alle truffe, allusura ed altri reati.

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Dopo lapplicazione di misura cautelare a carico di 34 indagati e lesercizio dellazione penale, il GIP, in data 29.06.2010, ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti di otto dei dieci imputati che avevano formulato richiesta di giudizio abbreviato.

7. p.p. n. 4401/05 rgnr/mod.21 (c.d. operazione Giotto) Lindagine ha consentito di individuare una sorta di cartello di pi organizzazioni criminali operanti sullintero territorio nazionale, collegate tra loro, dedite alla consumazione di reati di fabbricazione e spendita di banconote e monete false e marche da bollo contraffatte; durante le indagini sono state sequestrate ingenti quantit di marche da bollo e banconote false (da 20, 50 e 100 euro), una zecca (per la produzione di monete da 2 euro) ed una stamperia clandestina; allesito delle investigazioni, oltre alla ricostruzione completa di tali traffici a livello nazionale ed internazionale, stato possibile richiedere ed ottenere la cattura di 100 soggetti coinvolti nelle citate attivit illecite. E stata esercitata lazione penale: la maggior parte degli imputati ha scelto labbreviato, che non stato ancora deciso, mentre 12 sono stati rinviati a giudizio ed il processo ancora pendente.

8. procedimento penale n. 1364/08 R.G.N.R. Mod. 21, trattato per competenza ai sensi dellart. 11 c.p.p. Una articolata di intercettazione, lassunzione di sommarie informazioni dalle persone offese e dalle persone informate sui fatti e lacquisizione documentale hanno consentito di richiedere e di ottenere dal G.I.P. nel maggio 2009 la misura cautelare degli arresti domiciliari (tuttora in corso) nei confronti di un magistrato (SICILIANO Giuseppe) della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, per una serie reiterata di reati di concussione e di svelare un modus operandi di 40 anni, di 45 anni, come rivelato dallo stesso indagato nel corso di intercettazione captata nel corso delle indagini. Lordinanza del G.I.P. stata totalmente confermata dal Tribunale del Riesame che, come gi sostenuto da questo Ufficio nella richiesta di misura cautelare, descriveva lattivit di SICILIANO come completamente dedicata ad obiettivi del tutto estranei alla funzione requirente tipica di un magistrato, uno strumento per accrescere la propria influenza, per orientare determinate vicende urbanistiche, amministrative, politiche, di rilevanza nel contesto locale e, in sintesi, per estendere il proprio potere
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personale, anche attraverso una rete di influenti personaggi, quali imprenditori, politici, funzionari pubblici.

9. procedimento penale nr. 4783/06 RGNR Trattasi di procedimento iscritto per i reati di malversazione e truffa aggravata ai danni dello Stato + altri (cd. operazione Symposium). Questo Ufficio formulava richiesta di misura interdittiva per n. 2 societ e richiesta di sequestro preventivo per circa 30 milioni di euro; richieste accolte dal Gip in sede, confermate dal TDL. Attualmente stato richiesto il rinvio al giudizio.

10. p.p. 3844/08 RGNR. Trattasi di procedimento iscritto per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti di abuso di ufficio e frode sportiva (cd. operazione time out) che ha interessato il mondo del Basket. Il P.M. presentava richiesta di misura interdittiva al Gip in sede che accoglieva la richiesta; misura confermata dal Tribunale del riesame.

11. p.p. n. 3781/07 RGNR . Iscritto per il delitto di concussione a carico di pubblici ufficiali, un procedimento di particolare complessit e spessore; veniva richiesta misura cautelare personale della custodia in carcere a carico di due sottoufficiali della Guardia di Finanza; misura che veniva applicata dal GIP e confermata dal Tribunale del Riesame; attualmente pende giudizio di primo grado dinnanzi il Tribunale in composizione collegiale per limputato che sceglieva il rito ordinario; mentre stata emessa sentenza di condanna di primo grado per limputato che chiedeva di essere giudicato con il rito abbreviato (condanna alla pena di anni 5 e mesi 6 di reclusione).

12. Proc. n 3204/2008 RGNR.Ha avuto per oggetto una serie di episodi di resistenza in mare posti in essere nellestate 2008 in danno di motovedette della Capitaneria di porto di Reggio Calabria da parte di titolari di pescherecci di Bagnara Calabra dediti alla pesca illegale attraverso le c.d. spadare. Lindagine ha riguardato pi in generale fenomeni di
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illegalit segnalati allinterno del porto di Bagnara

ed ha coinvolto in un separato

procedimento (n. 165/2009 RGNR) anche un componente della Polizia Municipale del luogo per il quale stato chiesto il rinvio a giudizio per corruzione e peculato. Sono state emesse ordinanze di custodia cautelare nei confronti di tre comandanti dei pescherecci individuati quali responsabili degli episodi accertati e gli stessi a conclusione del procedimento hanno patteggiato condanne a pene detentive (la pi alta ad anni due e mesi otto reclusione), accettando di consegnare alle autorit alcune migliaia di metri di attrezzi illegali di pesca ancora in loro possesso. Lazione giudiziaria sembra avere determinato nella stagione di pesca 2009 una sensibile riduzione delle violazioni accertate,

agevolando il regolare esercizio dellazione di vigilanza.

13. p.p. n. 5988/06 RGNR iscritto nei confronti di CASERTA Antonio + 15 E relativo ad unarticolata e complessa attivit dindagine in tema di gestione illecita di rifiuti. Le indagini si sono sviluppate, dapprima, attraverso metodi tradizionali quali acquisizioni documentali, sopralluoghi presso le imprese produttrici di rifiuti e presso le imprese sito di destinazione finale dei rifiuti con successiva verifica della regolarit della documentazione e poi sono proseguite attraverso attivit di intercettazione telefonica, disvelando unillecita attivit diretta, ufficialmente, al recupero presso la Ditta Caserta s.n.c. di uningente quantit di rifiuti, recupero finalizzato al riutilizzo dei rifiuti per la produzione di laterizi per ledilizia (in specie, mattoni) ma in realt finalizzata allo smaltimento illecito di rifiuti, anche pericolosi, mediante occultamento degli stessi nel suolo. Il procedimento che ha visto coinvolti anche dirigenti e funzionari della centrale ENEL di Brindisi, impresa produttrice di rifiuti, ha portato allemissione di dieci ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione per delinquere, associazione finalizzata al traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale. Si vuole evidenziare limportanza di tale procedimento, primo in materia di traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale nellambito delle attivit di questUfficio e per la rilevanza che ha assunto, negli ultimi anni, la materia della gestione dei rifiuti, tanto da fare gola anche alla criminalit organizzata locale. E stata presentata richiesta di rinvio a giudizio.

14. Il procedimento n.2855/06 RGNR DDA, nei confronti di TURANO Angelo + 8, indagati per i reati di cui agli artt.416, 353, 476-479, 640 cpv c.p.
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Nel luglio '08 venivano emessi avvisi di conclusione indagini del procedimento indicato nell'ambito del quale con ordinanza del 2.4.07, il GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria disponeva la custodia cautelare in carcere nei confronti di n.6 indagati ed il sequestro preventivo delle societ ATTIMED e TIMEDICAL. Anche questa indagine era scaturita dalle investigazioni compiute a seguito dell'omicidio dell on.FORTUGNO ed in particolare dall'approfondimento delle infiltrazioni malavitose nell'ambito dell'ASL n.9 di Locri, successivamente sciolta per infiltrazione mafiosa a seguito della cd."Relazione Basilone" e che era stata oggetto di numerose denunce ed interpellanze da parte della vittima. Le indagini hanno permesso di individuare una vera e propria associazione a delinquere composta da imprenditori senza scrupoli, funzionari componenti della direzione strategica dell'ASL e primari delle varie strutture sanitarie che si rendevano protagonisti di truffe e frodi in pubbliche forniture ai danni dell'ente pubblico. Ci, attraverso la fatturazione di centinaia di migliaia di euro per forniture concernenti strumenti e presidi sanitari, rivelatesi essere completamente false o totalmente inadeguate ai bisogni di cura. Nel mese di novembre previsto lavvio della fase dibattimentale.

15. Proc. 3434/08 RGNR (stralcio da 2855/06 RGNR). In data 20.10.2008 il GIP ha applicato misura cautelare interdittiva nei confronti di Rappoccio Pasquale, un imprenditore di Reggio Calabria, operante nel settore delle forniture di materiale sanitario alle strutture pubbliche, per ipotesi di corruzione, falso e frode nelle pubbliche forniture, connesse agli acquisti di prodotti sanitari (letti attrezzati per rianimazione e terapia intensiva) da parte della ex-ASL n. 9 di Locri. Tale procedimento stato riunito al n. 2855/06 RGNR e nel mese di novembre previsto lavvio del dibattimento.

16. p.p. n. 4027/2007 a carico di POLIMENO DEMETRIO+ 11 In materia di ambiente e rifiuti, si acclarata lesistenza di una vera e propria attivit organizzata, a partire dallanno 2004, in contrada Gallina, di gestione, da parte di

POLIMENO DEMETRIO e suo figlio Giovanni, di ingenti quantitativi di rifiuti in cui


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confluivano anche i rifiuti derivanti dai lavori di realizzazione del lungomare di Pellaro, concessi in appalto a Forte Paolo, ed in subappalto a Nocera Giuseppe tale da determinare la creazione di due terrapieni, costituiti da rifiuti speciali di diversa tipologia luno, di circa 10.000 mq, e laltro, di circa 15.000 mq, con invasione del demanio fluviale del Vallone Benefizio sfociante nel vallone Morloquio, deturpamento delle bellezze naturali e deviazione del corso delle acque. Nellarea adiacente alla discarica, di propriet del POLIMENO DEMETRIO si accertata altres la presenza di strutture costituenti impianto di tiro a volo (fossa piattelli, cabine comando, tettoie, bagni), completamente abusive, gestite in assenza di qualsiasi autorizzazione. Si in attesa della notifica del provvedimento ex art. 415 bis c.p.p. 17. p.p. a carico di VIZZARI Giuseppe, VIZZARI Carmelo, e VIZZARI Pasquale I VIZZARI, indagati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate ai danni dellAgenzia per lerogazioni in agricoltura (AGEA), hanno conseguito rilevanti provvidenze comunitarie destinate al sostegno per la produzione di olio di oliva; stato richiesto ed ottenuto il sequestro preventivo per equivalente delle somme conseguite per effetto dei reati, con il recupero di circa 100.000 euro.

18.p.p. 2885/08 R.G.N.R. per il tentato omicidio ai danni di BORRELLO Francesco. Il fatto, avvenuto a Melito P.S. il 6.06.08, ha destato notevole clamore, anche nell'opinione pubblica, in quanto nell'attentato stato ferito un bambino di tre anni, Antonino LAGANA'. Dopo mesi di indagini, in data 3.12.08 sono stati arrestati i presunti mandanti : FOTI Leonardo e FOTI Antonino (rispettivamente zio e nipote). Il delitto del 6.06.08 costituisce l'ultimo capitolo di una faida che va avanti dall'aprile 2004, quando a Melito P.S., a seguito di una lite per futili motivi, ZAMPAGLIONE Carmelo (cugino dei FOTI) e VERDERAME Giulio perdevano la vita e BORRELLO Francesco e FOTI Paolo (fratello dell'indagato FOTI Leonardo) venivano feriti. Per tali fatti FOTI Paolo e BORRELLO Francesco venivano tratti in arresto e condannati in primo grado. La sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di RC nell'ottobre 2007 (con la quale il BORRELLO veniva assolto dall'omicidio di ZAMPAGLIONE Carmelo e contestualmente scarcerato) faceva riemergere i vecchi rancori: nel Gennaio 2008 FOTI Annunziato (fratello dell'indagato FOTI Antonino) veniva arrestato per una aggressione ai danni del BORRELLO; nella circostanza interveniva
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anche FOTI Paolo, in soccorso del nipote, e veniva arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Infine, si arrivava ai fatti del Giugno 2008: nella circostanza il BORRELLO veniva ferito alle gambe, mentre il piccolo LAGANA' veniva colpito al capo da un proiettile vagante, riportando lesioni gravissime. FOTI Leonardo e FOTI Antonino sono tuttora detenuti per questa causa, il procedimento in udienza preliminare, prevista per il 2.11.09.

19. p.p.2858/08 RGNR a carico di TRIPODI Bruno e MORABITO Giacomo per rapina e sequestro di persona ai danni di un autotrasportatore. Le indagini, svolte attraverso la ricostruzione del percorso dellautocarro una volta entrato in possesso dei malviventi, le dichiarazioni della persona offesa e gli accertamenti dattiloscopici su una impronta rilevata allinterno dellautocarro, permettevano

lidentificazione certa di uno dei rapinatori-sequestratori. Lacquisizione poi dei tabulati telefonici consentiva di risalire allesistenza di rapporti assidui, in particolare nel periodo di tempo concomitante con lazione delittuosa, tra il soggetto di cui era stata accertata lidentit attraverso gli accertamenti dattiloscopici e il proprietario dellimmobile dove la merce rapinata era stata abbandonata. A seguito di richiesta di questo Ufficio, veniva applicata la misura cautelare della custodia cautelare. Veniva esercitata lazione penale mediante richiesta di giudizio immediato in data 09.10.2008 e a seguito del dibattimento veniva pronunciata, a carico di entrambi gli imputati, sentenza di condanna in primo grado alla pena di anni sei di reclusione e 1.500,00 euro di multa. 20. p.p.4468/08 RGNR a carico di BOUALLEGUI Kaola per rapina, sequestro di persona e tentato omicidio ai danni dellanziana Gulli Giovanna. Lepisodio, particolarmente inquietante dal punto di vista sociale, originava dal rapporto di lavoro domestico tra la giovanissima cittadina tunisina e lanziana donna, cieca ed affetta da rilevanti patologie che laveva assunta come badante. La badante, il 5 settembre 2008, dopo che lanziana aveva scoperto la sua responsabilit in relazione ad una serie di piccoli furti avvenuti in casa, laveva immobilizzata sulla sedia a rotelle e violentemente malmenata e percossa dopo averle tappato la bocca con del nastro adesivo, aveva tentato di soffocarla con
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un cuscino ed era poi fuggita dopo essersi impossessata di tutti i contanti che aveva trovato in casa nella convinzione della morte della vittima che era rimasta immobile fingendosi priva di vita. La cittadina extracomunitaria, gi condannata in precedenza a quattro anni di reclusione per violazione del T.U. sugli stupefacenti, si rendeva irreperibile. A seguito di decreto di fermo di questo Ufficio, la donna veniva bloccata a Palermo mentre era in procinto di lasciare il territorio italiano e sottoposta alla misura cautelare della custodia in carcere, poi confermata, il 20.10.2009, ai sensi dellart. 27 c.p.p. dal GIP di Reggio Calabria. In data 08.01.2009, veniva formulata richiesta di giudizio immediato e dopo la celebrazione del dibattimento veniva emessa, il 07.04.2009, sentenza di condanna in primo grado a quindici anni di reclusione. 16. p.p. n. 4200/09 a carico di MITEV Veselin, e ANGELOV Mihail, per favoreggiamento della prostituzione di cittadine bulgare mediante accompagnamento presso i luoghi ove le stesse si prostituivano con le proprie autovetture. I fatti di estrema attualit sono stati oggetto di osservazione diretta da parte della Polizia Giudiziaria che verificava gi in data 8 giugno 2009 la circostanza che gli imputati erano impegnati nel trasporto di alcune donne loro connazionali che svolgendo lattivit di meretricio venivano accompagnate nella zona di Reggio Calabria. I servizi di osservazione venivano predisposti dalle Forze dellordine nella notte tra il 20 ed il 21 giugno 2009 quando, sei prostitute di nazionalit bulgara venivano osservate mentre percorrevano a piedi le vie delle citt fino a raggiungere la stazione ferroviaria ove venivano prelevate dai ANGELOV e MITEV che le aspettavano a bordo delle loro autovetture. A seguito dellarresto avvenuto il 21 giugno questo ufficio chiedeva la convalida dellarresto e l applicazione di misura cautelare. Il giudice sottoponeva gli stranieri alla misura dellobbligo di dimora nel Comune di S. Ferdinando (RC) allontanarsi dallabitazione dalle ore 20.00 alle ore 6.00 di ogni giorno. Successivamente in data 17 luglio 2009 veniva formulata richiesta di giudizio immediato e richiesta di aggravamento della misura in atto a seguito di segnalazione da parte della P.G. di trasgressioni alle prescrizioni inerenti la misura dellobbligo di dimora. con divieto di

21.p.p.

5423/09 a carico di Mirzea Ion, cittadino rumeno per maltrattamenti ai danni di

Spinella Paolo, soggetto anziano ed invalido.


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La vicenda pur non essendo particolarmente grave riveste notevole importanza sociale inquadrandosi nel pi ampio contesto relativo alle problematiche della mancanza di idonee strutture atte alla cura ed al sostegno delle persone sole in et avanzata e colpite da gravi patologie. Lanziano signore, affidato alle cure di un badante straniero, veniva ritrovato dalle forze dellordine privo di coscienza e con un evidente ferita allarcata sopraciliare destra. Presentava inoltre ecchimosi su varie parti del corpo ed il personale sanitario intervenuto sul posto poteva riscontrare un trauma cranico. I vicini di casa dellanziano testimoniavano di avere udito le urla della vittima e di avere potuto assistere dal balcone alla scena dei maltrattamenti fisici da parte del badante. Luomo al momento dellarresto si trovava in stato di ebbrezza conseguente allabuso di bevande alcoliche. Veniva convalidato larresto ed applicata la misura dellobbligo di presentazione alla P.G. Il procedimento attualmente, a seguito di richiesta di giudizio immediato del 17.09.2009, pende avanti al Tribunale Monocratico di Reggio Calabria.

22. Processo contro AGOZ MURAT + 27 (n. 1806/02 rgnr). La vicenda oggetto del presente processo trae origine da una complessa indagine della Squadra Mobile di Reggio Calabria che, muovendo dagli accertamenti successivi a numerosi sbarchi di clandestini sulla coste calabresi, ha individuato i componenti di una associazione per delinquere finalizzata allimmigrazione clandestina. Lindagine, tra laltro, mirava anche ad accertare collegamenti tra la mafia turca e la ndrangheta calabrese. Il processo stato celebrato innanzi alla I Sez. Penale del Tribunale e si concluso con la condanna di tutti gli imputati. 23. Processo contro Misiti Massimo (n. 2577/07 rgnr).Limputato Misiti Massimo stato tratto a giudizio per omicidio preterintenzionale in danno di un soggetto anziano di Villa S. Giovanni. Al di l degli aspetti fattuali oggetto del processo, la vicenda ha assunto rilievo per laffermazione della responsabilit dellimputato, nella particolare prospettiva della sussistenza del dolo indiretto nelle ipotesi di omicidio preterintenzionale.

24. P.P.n. 8266/09 R.G.N.R. Mod. 21 nei confronti di 1. SAPIA Sebastiano Franco, 2. CHIARENZA Sebastiano, 3. MANNINO Matteo per il delitto p. e p. dagli artt. 99, 110, 56-

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628, commi 3 n. 1 cod.pen., e dagli artt. 99, 61 n.2, 81 cpv. e 110 cod .pen., 4 e 7 L. n.895/67, 4 cpv. L. 18.4.1975 n.110 In Reggio Calabria il 18 ottobre 2007 Alle ore 16.10 del 18 ottobre 2007, presso la filiale di Reggio Calabria della banca Monte dei Paschi di Siena, due malviventi travisati da cappelli e sciarpe, armati di pistola, entravano da un ingresso posteriore della banca, precedentemente forzato, e sotto la minaccia delle armi rinchiudevano gli impiegati nel bagno dellistituto di credito. La rapina non veniva consumata con limpossessamento del denaro custodito nellistituto a causa della presenza di un temporizzatore della cassaforte che non ne permetteva lapertura. Lattivit d'indagine all'epoca esperita si concludeva con esito negativo. Le indagini condotte da parte del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Grosseto che, con informativa datata 12.10.2009 n. 65/6-1-230 di prot., ha riferito in merito all attivit investigativa svolta in relazione ad una serie di rapine da parte di un gruppo di malavitosi provenienti dalla Sicilia, hanno permesso di acquisire, tra laltro, elementi significativi anche in ordine alla rapina in danno della banca Monte dei Paschi di Siena verificatasi in Reggio Calabria il 18.10.2007. Tali nuovi elementi emergono dallanalisi di tabulati telefonici acquisiti, la cui elaborazione ha portato ad accertare il dato oggettivo della presenza dei soggetti responsabili della rapina di Grosseto a Reggio

Calabria e nelle zone limitrofe in occasione della tentata rapina al Monte dei Paschi di Siena: gli utilizzatori delle schede telefoniche analizzate erano a Reggio Calabria sia nei giorni precedenti alla rapina che il giorno della rapina. Veniva applicata a seguito di richiesta di questo Ufficio la misura cautelare della custodia in carcere ai soggetti individuato mediante gli accertamenti esperiti e successivamente veniva esercitata lazione penale mediante richiesta di giudizio immediato in data 14 settembre 2010 e attualmente tale richiesta pendente avanti al GIP del Tribunale di Reggio Calabria. 25. p.p.n. 4758/09 R.G. Mod. 21 nei confronti di TEDESCHI Mario, per il delitto p. e p. dagli artt. 99 nn. 1,2,3,4,5, 110 e 628 commi 1, 2 e 3 n.1), cod.pen., commesso in Reggio Calabria il 10.07.2009. In data 10 luglio 2009 due malviventi si introducevano allinterno della Banca CARIME agenzia di Reggio Calabria, viale Calabria, dove ponevano in essere una rapina e si impossessavano della somma di 24.500,00 euro prelevati dal bancone e dalle casse dellagenzia di credito.
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Le bussole di ingresso allistituto bancario oggetto della rapina sono regolate da un sistema che consente laccesso allinterno della banca solo a coloro che lasciano le proprie impronte digitali su un sensore apposito. Le indagini svolte mediante la ricostruzione dei fatti fornita dai testimoni presenti e

mediante gli accertamenti dattiloscopici sul frammento digitale recante limpronta del pollice rilasciata attraverso lapparecchiatura presente allingresso dellistituto bancario (cd rilevatore di sicurezza biometrico). La consultazione della banca dati in uso alle Forze di Polizia a mezzo della comparazione con una delle impronte in archivio di quella rilevata presso la Banca CARIME agenzia di Reggio Calabria, viale Calabria, permetteva lidentificazione certa di uno dei rapinatori-sequestratori: TEDESCHI Mario. A seguito di richiesta di questo Ufficio, veniva applicata la misura cautelare della custodia in carcere al soggetto individuato mediante gli accertamenti tecnici dattiloscopici. Veniva esercitata lazione penale mediante richiesta di giudizio immediato in data 12.07.2010 e attualmente il procedimento pendente avanti al Tribunale di Reggio Calabria 1^ sez. Coll..

26. p.p. n.8365/2009 R.G.N.R. nei confronti di Fio Leonardo per il delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv, 609 quater, comma 1 lett. a) c.p., .dagli artt. 81 cpv, 61 n.2, 609 quinquies c.p., dagli artt. 81 cpv, 527 c.p. e dallart. 648 c.p. In Reggio Calabria gennaio/maggio 2009

Il procedimento penale nasce, in modo indiretto, dalla denuncia sporta presso gli Uffici della Questura di Reggio Calabria, Squadra Mobile, Sezione 3^, in data 26/05/2009 dalla signora Lingurar Marandita, relativa allallontanamento del proprio figlio minore Lingurar Ionel, gi rintracciato, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Melito Porto Salvo, la sera del 25/05/2009 da personale della locale Stazione dei Carabinieri e ,successivamente, collocato dagli stessi in una casa daccoglienza minorile. Nel corso dellattivit investigativa espletata al fine di ritrovare il minore, si controllato il telefono cellulare in uso allo stesso,nella circostanza nella materiale disponibilit della madre. Dallanalisi delle telefonate ed sms giunti sullutenza mobile utilizzata da Ionel emergeva lesistenza di un amicizia dai contorni equivoci con un certo Antonio. In particolare, si evinceva, dal numero delle chiamate e dal tenore degli sms in entrata, che la relazione
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amichevole veniva instaurata dalladulto al fine di incontrare il minorenne per abusarne sessualmente. E sono proprio gli esiti dei sopralluoghi effettuati dal personale della Questura di Reggio Calabria, Squadra Mobile, Sezione 3^, con il minore Ionel e a conferire oggettiva credibilit alle dichiarazioni rese da Ionel e, pi in generale, alle affermazioni delle diverse persone informate sui fatti. In data 19 ottobre 2009, si procedeva al sopralluogo del posto che Ionel indicava essere la dimora di Antonio, cio di Fio Leonardo. A seguito di richiesta di questo Ufficio, veniva applicata la misura cautelare della custodia in carcere a FIO Leonardo e successivamente veniva espletato incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni del minore in vista dellla fase dibattimentale. Veniva esercitata lazione penale mediante richiesta di giudizio immediato in data 26 marzo 2010 e attualmente il procedimento pendente avanti al Tribunale di Reggio Calabria. 27. P.P. N. 4223/2009 R.G.N.R. a carico di Riac Giovanni per il delitto p.e p. dallart. 572 c.p. , delitto p.e p. dagli artt. 624, 625 n. 2 c.p., delitto p. e p. dallart. 612 bis c.p., delitto p. e p. dallart. 594 c.p., delitto p. e p. dallart. 581 c.p., In Cardeto, luglio 2009 novembre 2009. La vicenda nasce dalle denunzie di Corsaro Daniela nei confronti del marito per le continue violenze fisiche e psicologiche subite durante la loro convivenza e viene segnalata perch si inserisce nel fenomeno dello stalking , grave per il contesto sociale nel quale si inserisce, Gli alterchi violenti le sopraffazioni e le percosse da parte del Riac ai danni della moglie ed in genere la condotta tenuta dal Riac in un momento successivo allallontanamento dalla casa coniugale stata ritenuta idonea ad integrare il reato cd di stalking, della quale presenta, tutti gli elementi costitutivi, trattandosi di condotta ingiuriosa, molesta e fortemente minacciosa, reiterata in un determinato lasso di tempo, seppur relativamente breve, tale comunque da indurre, anche alla luce della personalit dellautore, e della sua indole violenta, nella persona offesa un particolare stato d'animo nella vittima, alterandone in modo fastidioso o importuno l'equilibrio psichico e le abitudini di vita.

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Veniva, a seguito di richiesta di questo ufficio applicata la misura coercitiva di divieto di avvicinarsi ai luoghi determinati abitualmente frequentati dalla moglie Corsaro Anna Maria e successivamente veniva esercitata lazione penale.

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Il Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone

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