Вы находитесь на странице: 1из 12

k ronstadt 64

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011 ISSN 1972-9669

Diritti, non concessioni

E vedi di farteli bastare!


i paesi che sono usciti dalla crisi, una lezione da imparare
di Daniele Bianco

La storia adesso:

La difficile situazione dell'aborto: tra necessit e libert.


di Katya Shu

rima di affrontare e dare opportuna contezza al tema principale di questo articolo ci piacerebbe premettere un paio di cenni etimologici sulla parola crisi e sul suo significato. Crisi deriva dal verbo greco krin, ossia separare, (latino e italiano "de-cidere", tedesco Ent-schieden). La crisi quindi come momento decisivo di cesura, di separazione, il necessario passaggio da un "essere" a un "essere in altro modo", la crisi come un momento di dialettica e confronto, un occasione per l'elaborazione di soluzioni nuove. Ebbene, non si ha da revocare in dubbio come - soprattutto in campo economico-finanziario le crisi siano dei momenti di svolta e di evoluzione del sistema: si pensi alla crisi bancaria del 1873, che fu la prima occasione per la sperimentazione dell'intervento statale in econo-

mia, oppure alla crisi del 1929, dalla quale trasse origine il cosiddetto "new deal" rooseveltiano, oppure ancora alle crisi energetiche degli anni 70 dalle quali si origin una politica europea e americana volta ad una acuita sensibilit verso il risparmio energetico ed una maggiore indipendenza nei confronti dei paesi OPEC. In conclusione quindi, e un po' prosaicamente, potremmo timidamente affermare "non tutto il male vien per nuocere". Ora, non v' chi non veda come una nuova tempesta economica stia trascindando l'economia globale, europea e soprattutto la greca e l'italiana verso lidi sconosciuti; le schiere di pessimisti sono assai nutrite, tant' che v' chi pi che una crisi profetizza una vera e propria catastrofe, l'ultimo atto di una burrascosa tragedia.
continua a pagina cinque

n Italia presente una tendenza sempre maggiore all'obiezione di coscienza da parte dei medici nel caso di una interruzione volontaria di gravidanza. I motivi sono presto detti: retaggi religiosi, pressioni sociali e professionali nonch, in ultima analisi e conseguentemente a quanto gi detto, emarginazione lavorativa (medici costretti a fare solo aborti) e psicologica. E come non potrebbe essere cos se la professione medica e le strutture ospedaliere in generale hanno una forte tradizione (infiltrazione?) cattolica? Anche se di idee diverse si viene spinti a diventare obiettore.

intollerabile che lo Stato non garantisca fattivamente un diritto che ha concesso (quello della gestione del proprio corpo). Ricordiamo per, anche se il singolo medico NON perseguibile per la propria scelta, lo la struttura ospedaliera che non fornisce il servizio. Detto questo, se lo Stato a sancire un diritto sempre lo Stato a doverlo garantire fattivamente, per questo le dichiarazioni di Rodot (abolire l'obiezione di coscienza) sono estremamente pericolose.

continua a pagina sei

Democrazia si. Democrazia no.


La svolta tunisina
di Cabiria Rachid

E io pago!
di JCO

l personaggio: Gannouchi

a crisi economica che stiamo vivendo oggi in Italia ha caratteristiche differenti da quella che ha colpito l'intera economia globale nel 2008, anche se sicuramente a quest'ultima - almeno parzialmente - collegata. Ma mentre la crisi di tre anni fa stata una crisi della produ-

zione, come dimostrano i dati degli studi statistico della WTO che dimostrano come in quell'anno la produzione di tutti i Paesi ebbe una netta flessione, oggi invece la crisi principalmente legata alla crescita incontrollata del debito pubblico.
continua a pagina sei

Rachid Ghannouchi il leader del nuovo partito vincitore in Tunisia An-Nahda (Ennahdha), legalizzato solamente il primo marzo 2011. Nato nel 1941 a Belhama, in Tunisia, Ghannouchi di origine berbera. Nel suo percorso di studi vi lUniversit al-Zaytuna di Tunisi (uno dei maggiori centri islamici sunniti) dove si laureato in teologia. Alla fine degli anni Settanta fond il Movi-

mento della tendenza islamica. Nel 1984 fu condannato a morte. Ma fu salvato grazie a una serie di riforme. Nel 1991 il Movimento fu dichiarato dal presidente Ben Al fuori legge con laccusa di aver fomentato il rovesciamento violento delle istituzioni. Gannouchi fu quindi costretto a partire per il Regno Unito, combattendo da lontano ma in maniera attiva contro il regime repressivo di Ben Al.
continua a pagina tre

ormai da mesi che qualcosa di diverso si sente nellaria. Si sta diffondendo lentamente, ma chi ne viene toccato difficilmente riesce a far finta di nulla o a tornare indietro. Si potrebbe chiamarla coscienza di classe: la consapevolezza che gli scontri con tutti i sacrifici e le difficolt che la societ ci impone non di rado si tratta di non poter mettere insieme il pranzo con la cena non riguardano solo noi come individui, ma anche molte altre persone, non solo nel nostro Paese ma in ogni parte del mondo. In Italia da poco cambiato il governo e finalmente il popolo si risvegliato dal torpore dellepoca Berlusconi: non tanto perch la cultura che lex-premier ci ha lasciato in eredit sia improvvisamente estinta, quanto per la rivelazione che non fosse lui Il Male. Non passato neanche un mese dalla nomina di Monti, infatti, che gi ci pende sulla testa una serie di provvedimenti tuttaltro che equi. Mentre i gruppi pi disagiati dovranno fronteggiare almeno cinque anni di lavoro in pi rispetto al previsto, una pensione non rivalutata in base alla crescita del costo della vita o la nuova imposta sulla casa di per s anche ammissibile ma, rispetto a quando si pagava lICI, il valore catastale delle abitazioni verr aumentato, senza contare che, come orma in molti lamentano, i beni ecclesiali non verranno tassati i privilegi dei ricchi non saranno toccati: il loro pi grande sacrificio sar, probabilmente, pagare annualmente qualche centinaio di euro sui loro mastodontici yacht o i loro aerei privati. Nessuna traccia di qualsivoglia forma di patrimoniale, n di espedienti seri per combattere levasione fiscale, che da sola ammonta a 120-130 miliardi di euro. E piuttosto chiaro che, se non ci riprenderemo da soli i diritti per i quali tanti sono morti nel secolo scorso, nessuno ce li restituir o, al pi, li far passare per gentili concessioni. La chiave sta nella socialit e nella solidariet fra gli individui, per creare una coscienza generalizzata che venga da noi stessi nel confronto con gli altri.

Emme

2
Mondino,

Non c' lotta senza sacrificio e non vi libert senza lotta.

locale

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

1.7 milioni di rimborso agli studenti di Pavia


Quella volta che la via istituzionale port un risultato concreto

oltre il danno anche la beffa

utonomia Mutualismo Autoformazione. Questo era lo slogan principale con il quale un gruppo di studenti pavesi, mobilitatisi gi nellopporsi alla riforma Gelmini, insieme ad alcuni giovani lavoratori precari e disoccupati aveva occupato, tra gennaio e febbraio 2011, uno stabile abbandonato dellUniversit. Questo edificio, situato nel centro cittadino di Pavia (in via Palestro per la precisione), di propriet del demanio in concessione perenne all'Universit ex Clinica Casimiro Mondino per la cura di malattie neurologiche, lasciato in stato di decadimento per mancanza di fondi per la ristrutturazione era stato scelto dal movimento pavese contro la riforma Gelmini (appena approvata) per creare uno studentato autogestito. Un progetto avanguardistico, unico nel suo genere, almeno in Italia. Si trattava di creare uno Spa-

all'epoca delle prime battaglie del movimento operaio, quando il lavoratore industriale era reso schiavo da una situazione di totale precariet, senza contratto, senza sicurezza sociale o previdenziale, senza la sicurezza della paga. All'epoca, al fine sia di creare reti mutualistiche di protezione, sia per sostenere gli operai e le loro famiglie nei periodi di sciopero, erano nate le societ di mutuo soccorso, nelle quali i lavoratori producevano servizi sociali per altri lavoratori nelle stesse condizioni. Oggi la situazione che si trovano a dover affrontare i giovani lavoratori molto simile; le reti di protezione conquistate da un secolo di lotte come un contratto a tempo indeterminato, il welfare pubblico, la pensione, vengono progressivamente a mancare, fino a scomparire del tutto. Non stupisce dunque l'esigenza di guardare a quella

e tasse universitarie sono un bel problema: negli ultimi tempi, in particolare, sono diventate fin troppo alte rispetto ai servizi che lateneo pavese ci offre, in cambio. Lanno scorso se ne sono accorti alcuni studenti che, supportati dal Coordinamento per il diritto allo studio, hanno fatto ricorso al Tar d Milano. Secondo una legge del 1997, infatti, il totale delle tasse studentesche non deve superare il 20% del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), ovvero i fondi che arrivano alluniversit direttamente dallo Stato. A Pavia, lo scorso anno, le tasse hanno coperto una percentuale del Ffo che si aggirava intorno al 21,3%, andando dunque oltre la soglia legale. Nessuna meraviglia che lUniversit tenti di racimolare do-

ve pu, visti i tagli ai finanziamenti statali decretati dalle contestate riforme degli anni scorsi. Ma certo le tasse non si possono alzare in modo arbitrario. Per questo motivo il Tar ha sentenziato che lUniversit di Pavia dovr risarcire i propri studenti per un totale di circa 1.7 milioni di euro, oltre naturalmente a sobbarcarsi le spese legali, di cinquemila euro. Quanto avvenuto senzaltro notevole. Nonostante lUniversit abbia deciso di ricorrere al Consiglio di Stato per difendersi, la sentenza del Tar potrebbe scatenare una sorta di effetto domino e mettere in difficolt altri atenei italiani: sono infatti 33 su 61 quelli che superano la soglia del 20%, prima fra tutti lUniversit di Urbino (con il 36,57%), seguita da Bergamo (36,52%) e Venezia

(35,05%) [1]. Per quanto il contesto in cui ci troviamo potrebbe spingere ad affermare il contrario (a livello universitario, basti pensare alle recenti polemiche nate in seguito alle immotivate negazioni di spazi regolarmente richiesti dai gruppi studenteschi; pi in generale, a quanto solitamente la Giustizia abbia sempre un occhio di riguardo per il pi potente piuttosto che per chi effettivamente ha la ragione dalla propria), anche la via istituzionale, quando ben sfruttata, porta a buoni risultati.

Emme

[1] Lelenco completo dei 33 atenei allindirizzo http://bit.ly/soG13p.

zio di Mutuo Soccorso (SMS) per la produzione di servizi essenziali (ma sempre pi carenti in un'universit con vincoli di bilancio sempre pi stringenti) quali un dormitorio a costi popolari, una mensa, un servizio di aule studio ed un copy point. Lo spazio aveva oltretutto l'ambizione di creare al proprio interno sportelli di assistenza legale per lavoratori precari e per gli affitti, assistenza burocratica ai migranti, ma anche lezioni e seminari auto organizzati per promuovere il sapere critico ed attivit culturali quali cineforum e sale espositive. Un vero e proprio collegio universitario autogestito in risposta alla demolizione dell'universit pubblica. Fondamentale in tutto ci il concetto di mutualismo: come

esperienza: un luogo di produzione di servizi mutualistici per contrastare la crisi dell'universit e dell'economia. Gli studenti hanno dovettero per confrontarsi con un'universit sorda alle loro istanze: nonostante subito si apr il confronto con il rettore ed i vertici dell'Universit, questi furono chiari sulla propria indisponibilit a trattare, tanto meno con degli occupanti abusivi. Intanto per il progetto era partito, in due settimane molti locali erano stati puliti ed erano gi state predisposte delle stanze per dormire e per la mensa. Al rettore era stata inoltre presentata una bozza di progetto su cosa voleva essere fatto ed in quali locali. Ci non fu evidentemente sufficiente

per evitare lo sgombero, anche se questa miopia da parte dell'accademia spinse due studenti a salire sul tetto. Pressato dalla situazione e dall'esposizione mediatica dei due ragazzi sul tetto, il rettore promise la presentazione al Consiglio di Amministrazione del progetto degli studenti, senza tuttavia farsene promotore. Ma anche stavolta, nonostante l'impegno degli studenti nel redigere il progetto fin nei minimi dettagli, si arriv con molta amarezza, con poca sorpresa ad un nulla di fatto, con il CdA che bloccava la proposta. Passati i mesi, la protesta degli studenti, come al solito in primavera, si sgonfiata. Ed ecco che, dopo una estate nella quale la speculazione finanziaria materializza il rischio default per l'Italia, oltre a ben quattro finanziarie consecutive lacrime e sangue approvate dal parla-

mento italiano, all'inizio dell'autunno arrivano a 57 studenti e precari altrettante denunce d'ufficio, correlate ai fatti del Mondino. Un caso che siano arrivate proprio in autunno, il periodo in cui di solito la contestazione pi forte? O forse le autorit hanno voluto in questo modo zavorrare con una denuncia l'inizio di un periodo che si preannunciava caldo? Noi non lo possiamo dire. Di certo, la denuncia sembra diventata ora uno spauracchio che l'Universit non disdegna di usare, vista la minaccia tirata fuori dai vertici accademici a novembre, in seguito alla discesa di una cinquantina di studenti nell'aula magna sotterranea, con la volont di utilizzarla come snodo logistico per sensibilizzare la popolazione studentesca sui temi della crisi, del debito e dell'austerity. Che sia questo il nuovo modo di

rapportarsi dell'Universit (e delle autorit in generale) con gli studenti in mobilitazione, adatto ai tempi di Crisi? Prima la denuncia, poi si contratta? Noi ci auguriamo fermamente di no.

Luther Blissett

Segnaliamo che saranno organizzate alcune iniziative di autofinanziamento per le spese legali, alle quali invitiamo a partecipare. Per info sul'SMS e sulle iniziative di autofinanziamento: www.movimentopavia.org , cuapavia.noblogs.org Facebook: Studenti Incrisi Pavia, Kronstadt Rivista

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

Tutti nudi contro Putin

esteri
espresse dai paesi dell'UE. Una votazione che va contro tutti i sondaggi e i pronostici, ma che, pur nella sua radicalit, non costituisce nemmeno un preludio per la costituzione di uno stato palestinese. Se infatti Abu Mazen ha vinto questa sfida, solo grazie ad una encomiabile presa di posizione dell'Unesco, che a suo discapito ha deciso di andare contro i dogmi imposti dei governi occidentali. Le conseguenze del suo gesto sono state salatissime: gli Stati Uniti bloccano i finanziamenti all'Unesco che corrispondevano a circa un quinto del bilancio totale ed anche Israele blocca i finanziamenti e definisce la decisione dell'agenzia una tragedia. La reazione dello Stato Ebraico per molti versi incomprensibile, o meglio, non pu essere condivisa. Come pu essere una tragedia il riconoscimento della cultura e dell'arte di un popolo? E' vero, tra Israele e Palestina in corso un conflitto che va avanti da decenni, ma almeno per quanto riguarda la salvaguardia dell'arte, non si dovrebbe fare fronte comune? L'unico possibile problema nel quale gli Israeliani possono concretamente incorrere la negazione dell'accesso ai siti protetti dell'Unesco, ma considerando che lo scopo di questa agenzia appunto rendere la cultura un bene comune e proteggere il patrimonio artistico delle nazioni che ne fanno parte, chi scrive si auspica che l'esercito israeliano durante le sue missioni eviti sempre e comunque di danneggiare i siti da essa protetti. Quella dell'Unesco una scelta ardita: scegliere di dare la precedenza alla cultura, un valore attualmente svuotato del suo imponente significato, piuttosto che alla politica, all'economia, ai problemi internazionali tra i paesi. Quello che sionisti e filopalestinesi dell'intero mondo dovrebbero comprendere che la cultura un bene universale, un valore che non pu tener conto dei confini degli stati e anzi deve unirli sotto la bandiera dell'arte, della scienza e della storia. In una situazione come quella attuale, con i mercati e le borse che crollano, caratterizzata dalla crisi sistemica dell'economia finanziaria capitalista che aveva fatto dell'aumento dei consumi il suo motore, a maggior ragione importante rendersi conto che si deve adeguatamente valorizzare la cultura e tutti quei valori che arricchiscono l'animo umano. Ci che mi ha sempre affascinato della cultura appunto il

Il piccolo passo del popolo palestinese

utto cominciato con le Primavere Arabe, quando i popoli africani e medio-orientali hanno cambiato gli orizzonti geopolitici dell'Africa e del MedioOriente. Da allora in tutti gli stati vi sono tantissime persone che lottano per un cambiamento che oggi sembra possibile. Quel vento del Maghreb che ha portato i tunisini a scendere in piazza, che ha consacrato Piazza Tahrir come emblema della rivoluzione, riuscito a spronare tutti i popoli del mondo in una lotta per la giustizia sociale e per la democrazia. Non avr disegnato i confini di uno stato, non avr vinto l'isolamento internazionale n la diffidenza, ma la piccola nazione palestinese ha fatto un grande passo avanti, essendo riconosciuta come membro a pieno titolo dell'Unesco, l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. Lo ha decretato l'Assemblea generale dell'Unesco, in una votazione che ha visto 107 voti favorevoli, 14 contrari e 52 astenuti, tra i quali l'Italia. Sul fronte del no vi sono Stati Uniti, Germania e Canada, mentre sostengono la causa la Repubblica Popolare Cinese, India e la coraggiosa Francia che rema contro le idee

suo carattere intrinsecamente spirituale: tutti possiamo accrescere la nostra cultura e regalarla ad altre persone, e, mentre nel caso in cui doniamo un qualcosa di materiale necessaria-

mente ce ne priviamo, la cultura, anche se condivisa, ci rimane in tutta la sua grandezza.


Matteo Piras

continua dalla prima

Democrazia si. Democrazia no. La svolta tunisina


testa si d fuoco. Lui e la sua morte diventeranno il simbolo della lotta tunisina contro il regime corrotto. Ma chi era Bouazizi? Era un giovane uomo laureato in letteratura araba contemporanea, disoccupato che per vivere faceva il venditore ambulante. Quel giorno un agente di polizia gli confisc tutte le sue merci, perch non aveva i permessi amministrativi necessari (forse perch non aveva corrotto chi di dovere). La sua reazione, dettata dalla pi cieca disperazione, pass alla storia. In quei giorni, incentivati dalle lotte e dai primi segnali di rivolta che gi divampavano anche negli altri stati arabi, i tunisini iniziarono dei durissimi scioperi per protestare contro il regime. Le proteste inizialmente avvengono in modo pacifico fino a quando Ben Ali, il Presidente in carica, non da il via alle forze armate di reprimere con la violenza tutte le manifestazioni. E si arriva a marzo del 2011 quando Ben Al fugge. La Francia non lo accetta e lItalia non consente al suo aereo di atterrare in luogo italiano, si rifugia a Jedda Arabia Saudita. Con il vuoto di potere Rachid Ghounnuchi pu ritornare nel suo Paese, inizia la propaganda politica per le nuove elezioni. La data verr fissata nell'ottobre 2011. linizio di una nuova era: la Tunisia che si accinge a votare liberamente. La domanda da porsi : stata una vera rivoluzione? Mercoled 23 ottobre 2011. Il popolo tunisino si accinge a votare per la prima volta in modo regolare senza brogli n dittature. Ci che per noi la normalit per la maggioranza della popolazione tunisina non lo era. Il popolo chiamato a votare per i 116 partiti e gli oltre 10000 candidati che andranno a redigere il testo della nuova Costituzione. La vittoria. Le elezioni le vince An-Nahda, il partito di ispirazione islamica. Al-Nahda un partito che ha costruito la sua base di consenso mettendo in atto politiche di welfare alternativo a quello di uno stato troppo deficitario in questo campo: nei territori rurali della Tunisia, caratterizzati da una endemica e diffusa povert, ha distribuito sacchi di beni alimentari, ha pagato a chi non poteva permetterselo, matrimoni, libri scolastici, e per gli studenti pi indigenti persino materiale di cancelleria come penne, matite e quaderni. La strategia di al-Nahda in questo assolutamente comparabile a quella di tutti i partiti a fondamento islamico del mondo arabo. Lo stesso hanno fatto i Fratelli Musulmani in Egitto, un movimento al quale Al-Nahda si palesemente ispirato sin dal momento della sua nascita, ma riprendendo anche alcune delle teorie di Hezbollah in Libano e di Hamas a Gaza. La sfida che al-Nahda dovr affrontare il saper gestire nei migliore dei modi e di completare il processo di transizione democratica che in Tunisia come in Egitto in atto ormai da un anno, sapendo di avere puntati addosso gli sguardi curiosi degli osservatori internazionali. Le rivoluzioni arabe sono esperienze al contempo vicine ma anche distanti. La Tunisia ,come il resto dei paesi di cultura araba, uno stato che pu dare e che d alloccidente. Un Paese cos ricco di dinamismo culturale e di vivacit intellettuale. Ricordo quando, nellestate del 2009, andai in Tunisia per una vacanza-studio e feci una capatina a Cartagine, che, per chi non lo sapesse, era la residenza super-blindata del grande dittatore Ben Al. Ebbene, ancora oggi mi ricordo che la guida, in un pessimo francese, mi disse che era vietato fare foto perch vi era il rischio degli attentati. Vietato persino fotografare un museo allaperto pieno di resti archeologici dell'antichit romana e cartaginese. Laddove un tempo vi era la fiorente cultura del mondo classico, ora regnava la dittatura. Ma che mondo la Tunisia? Era ci che spesso mi chiedevo guardandomi intorno. Ma, una volta tornata al Suq di Tunisi, ho visto un'altra faccia della realt del Paese: un popolo dinamico, attivo, giovane e per il quale l'elemento femminile ha una enorme e indiscussa importanza. La Tunisia cos. Un Paese dove in ogni angolo senti e vivi la cultura. Dove i giovani sono pieni di vita e credono ancora che si possano cambiare le cose. La Tunisia: la nuova speranza. Un paese in costruzione.

Il suo esilio terminer solamente nel 2011 quando con la primavera araba il regime di Ben Al viene destituito. Tunisia dicembre 2010: ha inizio la rivoluzione dei gelsomini. Per cosa lotta il popolo tunisino? Per tutto. Per combattere la onnipresente corruzione, per guadagnare la libert di stampa e di espressione del pensiero, per laumento della disponibilit dei generi di prima necessit, per contrastare il forte clientelismo che il regime di Ben Al ha endemicamente impresso nel tessuto sociale e istituzionale del Paese. Il popolo tunisino arrivato a un punto di rottura. Tutto ha inizio con un il gesto eclatante di un uomo, Mohammed Bouazizi, il giovane venditore ambulante che per pro-

Cabiria

4
T
ra una battuta sul BungaBunga e una su Scilipoti, il 3 Novembre si alzato il sipario di Servizio Pubblico, il nuovo programma televisivo del giornalista Michele Santoro. Il conduttore di AnnoZero, che andava in onda ogni gioved su Rai 2, durante la scorsa stagione televisiva stato protagonista di uno dei pi palesi casi di censura del periodo Berlusconi. Il programma, e pi spesso la sua conduzione, stato continuamente bersaglio di polemiche e definito fazioso, fautore di un uso criminoso della televisione pubblica, assente di contraddittorio etc. Cos, a Giugno, si torna a parlare del cosiddetto editto bulgaro, un provvedimento con il quale nel 2002, per volere di Silvio Berlusconi, vennero banditi dalla televisione pubblica Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e lo stesso Santoro e che, in questa sua nuova incarnazione, oltre al gi una volta espulso Santoro dovrebbe mettere il bavaglio sia alla comica Serena Dandini, conduttrice su Rai2 del programma Parla con me, sia a Roberto Saviano, conduttore di Vieni via con me, andato in onda sulla terza rete. AnnoZero, dunque, chiude i battenti, ma per fermare linformazione non basta una telefonata in diretta dell-allora direttore generale della Rai, Mauro Masi, e il giornalista saluta i suoi fedeli otto milioni di spettatori con un arrivederci. Qualche mese dopo, da una mobilitazione nata su Internet, nasce la campagna 10 euro di tivv, sostenuta dal giornale il Fatto Quotidiano. Allinizio di Ottobre, nasce anche un sito, denominato www.serviziopubblico.it, sul quale Santoro registra un video messaggio invitando i cittadini ad affiancarlo nellimpresa: un contributo di 10 euro per una nuova televisione, con nuovi protagonisti contro quella televisione generalista che, perennemente in bala dei giochi del potere, servizio pubblico pi non fa. I sostenitori, in pochissimo tempo, raggiungono quota 100.000 e, nel giro di un mese, Santoro e la sua squadra sono pronti ad accendere le luci e riflettori di un nuovo studio televisivo. Il progetto veramente ambizioso ed ha in s tutto il potenziale per dare il via ad una nuova fase storica della televisione italiana: un programma in multipiattaforma, capace di sfruttare al massimo le potenzialit offerte dalla Rete, diffondendosi viralmente. Le puntate, infatti, vanno in onda, oltre che su Sky e su alcune reti private locali, in streaming sul si-

Le dichiarazioni della Mussolini sono un'istigazione all'attentato

media
Ser-Vizio Pubblico
to di Servizio Pubblico, su quello del Fatto Quotidiano, e su un apposito canale di YouTube, oltrech sulle frequenze di Radio Capital. Ma un ruolo sicuramente importante nella diffusione di questo innovativo programma anche quello giocato dai social network: la pagina Facebook e quella di Twitter permettono agli spettatori di commentare in diretta la puntata che stanno seguendo in streaming, accorciando le distanze tra chi fa informazione e chi la riceve. Ma fatti gli onori, sono necessarie le critiche, le quali traggono la loro origine da un interrogativo fondamentale: che prodotto Servizio Pubblico? Fondamentalmente si pu dire che un prodotto gi visto. Santoro lha presentato come una rivoluzione civile, democratica, pacifica, ma ci che chi scrive ha visto finora stata forse una rivoluzione della forma, ma non dei contenuti. I protagonisti sono gli stessi, i medesimi politicanti che possiamo trovare seduti sulle poltrone di tutti i talk show televisivi. Gli ascolti rimangono ottimi, ma si ha la sensazione che senza minacce e polemiche il duo Santoro-Travaglio non riesca a fare lo stesso giornalismo tagliente, tanto che la prima puntata tutto un raccontarsela e raccontarcela sulla casta, mentre fuori un governo sta per cadere e la nazione sul punto di fallire. A detta dello stesso Santoro, ci che ha sempre contraddistinto AnnoZero e che, con ancor pi vigore, avrebbe caratterizzato Servizio Pubblico la forma narrativa. A questa narrazione, per, manca il nemico di sempre, la tensione che teneva incollati allo schermo gli spettatori fino allultima vignetta di Vauro.

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

Web e informazione

Lucia Tolve

chi considera Internet come la terza rivoluzione nella storia della comunicazione, dopo la stampa a caratteri mobili, che ha portato la cultura fuori dalle elite, e la radio-televisione, che ha aggiunto al semplice scritto suoni ed immagini in movimento. Con Internet il fattore di novit stato molto pi profondo: non esiste pi, infatti, un ristretto gruppo di informatori che si rivolge ad una collettivit, bens si creata una reciprocit fra mittente e destinatario dei messaggi. Chiunque, in rete, pu creare informazioni e riceverne a sua volta, sfuggendo facilmente elemento di non poco conto al controllo del potere. Secondo il CENSIS, in Italia, solo il 21,8% della popolazione si informa su Internet (di cui il 41,4% su Google e il 26,8% su Facebook), contro l80,9% che ancora si affida alla televisione [1]. Questi dati suscitano due riflessioni: la prima che, molto probabilmente, essi siano frutto di una informatizzazione estremamente lenta del nostro Paese, che preclude laccesso alla rete ad una buona parte della popolazione circa il 55% [2]; daltro canto, per, la televisione possiede, almeno in Italia, unaura di attendibilit di cui Internet ancora non riesce del tutto ad ammantarsi. Naturalmente laffidabilit della televisione, come mezzo di informazione, piuttosto opinabile, data la

Lagonia del Ministero dellAmbiente

irca un anno fa riportavamo su queste pagine lallarme del WWF per i drammatici tagli imposti nella finanziaria del 2010 al ministero dellAmbiente. I fondi complessivi passavano da 1.2 miliardi di euro a soli 514 milioni. Analizzando in dettaglio gli stanziamenti previsti e confrontandoli con quelli relativi al 2009, emergeva che la riduzione del budget avrebbe comportato lannullamento di tutti i progetti a medio e lungo termine, necessari ad esempio - alla prevenzione del rischio idrogeologico. Le risorse disponibili sarebbero state sufficienti unicamente a sostenere i costi degli interventi di emergenza. Ad un anno di distanza, mentre il territorio italiano vie-

ne devastato da frane e alluvioni anche catastrofiche, come quella di Genova, i finanziamenti al Ministero subiscono ulteriori tagli. Il WWF denuncia che gli stanziamenti per gli interventi di difesa del suolo nel 2012 saranno ridotti di ben 124 milioni di euro, passando da 210 a 75,833 milioni di euro. Il bilancio complessivo del Ministero sar di soli 380 milioni di euro - paragonabile a quello di una citt di provincia di medie dimensioni. Per confronto si pensi che il bilancio del 2008 (governo Prodi) ammontava a 1 miliardo e 649 milioni di euro. Il Ministero della difesa nello stesso periodo ha visto invece crescere il proprio budget fino a superare i 21 miliardi di euro. Non dobbiamo stupirci, quindi,

quando il territorio ci invita a pagare il conto di anni di disinteresse o di cattiva gestione. Quel che si pu fare cambiare immediatamente rotta, tornare ad investire sulla prevenzione e, nel frattempo, mettere in atto le misure a costo zero che il WWF elenca in un documento indirizzato al neo ministro dellAmbiente Corrado Clini: in particolarredazione e dellapplicazione dei Piani di gestione delle acque e i Piani per la riduzione del rischio alluvionale, che devono contenere misure per ladattamento ai cambiamenti climatici.

facilit con cui pu essere controllata; Internet ha per il problema opposto: troppo libero. Vi , innanzitutto, un evidente problema di attendibilit delle fonti: tralasciando le grandi testate giornalistiche online le quali, almeno teoricamente, dovrebbero assicurare un alto grado di professionalit e, dunque, essere una garanzia spesso ci si trova davanti ad informazioni diffuse da un tal Mario Rossi qualunque, le quali potrebbero essere false o, comunque, condizionate dal modo di pensare di chi le produce. Difficile quindi distinguere fra contenuti attendibili, distorti o infondati. Altra questione, dal punto di vista della completezza delle informazioni, quella della lingua: nonostante la rete, infatti, abbia infiniti spazi di contenimento delle informazioni, non ovviamente possibile riceverle tutte. Molte sono e saranno scritte in lingue che non conosciamo e, spesso, non verranno mai tradotte, lasciando dunque vuoti di conoscenza che, per alcuni produttori di informazione, potrebbero tradursi in diffusione di notizie fondate su premesse lacunose. Un modo per barcamenarsi in questo flusso ininterrotto e incontrollabile di dati potrebbe essere la socialit. Piazze virtuali come Facebook ma, ancor di pi Twitter, per la sua essenzialit, possono diventare utili filtri di selezione della notizia reale, lasciando sempre pi indietro le fonti inaffidabili: grazie alla selezione che ogni utente fa, pi o meno coscientemente, delle notizie di maggior interesse, si delinea pian piano una lista di canali di informazione rilevanti e presumibilmente attendibili. Naturalmente questo presuppone un utilizzo consapevole dei social network. La rete dunque un buon canale di informazione e autoformazione ma, in quanto tale, richiede limpegno di ogni singolo affinch la comunit virtuale possa trovarsi davanti a contenuti sempre pi sicuri.

Emme

Makka

[1] Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2011, capitolo Comunicazione e Media http://bit.ly/v1opu1 [2] Informazione e Internet, Antonella Randazzo, 2008 http://bit.ly/vv4str

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

Monti sta organizzando un nuovo reality: il grande fardello. Alle telecamere ci pensano i leghisti 'gnuranti

corsi e concorsi
(Gi.P.Pa e OMP in prima fila, seguite poi da una vasta rete che collega molte realt pavesi e vorrebbe estendersi ancora), ossia, principalmente: - Maggio Pavese: durante il mese di Maggio, Pavia assume i toni di Festa! Durante tutto il mese ci saranno conferenze, concerti, cineforum, spettacoli, eventi culturali totalmente gratuiti. IV edizione, a cura di Gi.P.Pa. - PaviArt Poetry serie di eventi che mettono assieme poesia e arte, performances e cultura - Pubblicazioni indipendenti in copyleft. OMP si impegnata a produrre e diffondere materiale culturale (editoriale e audio) sotto il regime di copyleft. Per tenervi aggiornati Maggio pavese (pagina facebook) http://www.maggiopavese.org/ Multimediale pavese, Kronstadt rivista (entrambe su Facebook).

Pavia e il bando ANCI

avia ha vinto il bando ANCI dedicato ai servizi per gli studenti universitari. L'ANCI (associazione nazionale comuni italiani) ha giudicato il progetto P.A.V.I.A. come sesto dei circa 50 comuni partecipanti al bando e pertanto la citt si aggiudicata 200.000 euro di finanziamenti per alcuni progetti, tra cui una mappa visiva per far apprezzare anche ai non vedenti l'Universit centrale. Nel particolare per il momento, qua, ci vogliamo occupare dei progetti curati dalle associazioni giovanili

OMP HA BISOGNO DI TE!!

L'Officina Multimediale Pavese (OMP) un'associazione giovanile che promuove eventi culturali, concerti, festival, reading letterari, progetti editoriali e tanto altro. Vuoi partecipare e dare spazio alle tue idee,passioni e follie?
mupa@googlegroups.com

Kronstadt cerca collaboratori!


redattori, fotografi, vignettisti, impaginatori, grafici, interessati al locale (no, non quel tipo di locale), critici del locale (adesso s, quel locale), nerd, intervistatori, esperti ed aspiranti tali, sondaggisti, cameraman, (ir)responsabili della comunicazione, collusi con il web e assolti dall'Open Content. ..
Contattaci ad info@kronstadt.it oppure tramite Facebook: Kronstadt Rivista seguici online sul sito (www.kronstadt.it)

Concorso di Arti visive

a redazione di Kronstadt ha deciso di sfidarvi a trovare il posto dove ha fotografato il particolare (qua a sinistra) e l trarre ispirazione per un'opera riguardante il suddetto luogo. Opera visiva, si intende fotografia, disegno, quadri: quello che pi vi garba.Il premio per il primo classificato di ogni round (uno per ogni numero di Kronstadt) sar un buono consumazione da 10 euro da consumare presso il Commons, in vialeBligny 83, dove verranno esposti i lavori dei primi classificati per ogni round, fra qualche mese.Tutto il materiale pervenuto sar pubblicato sulla pagina Facebook di Kronstadt Rivista. Il limite temporale per il primo round il 17 Gennaio 2012.

Come partecipare:
1) prendere in mano un Kronstadt e cercare il luogo 2) trovare il luogo e farvi una foto 3) creare un'opera visiva 4) inviare via email opera e foto all'indirizzo info@kronstadt.it con oggetto "Koncorso" 5) incrociare le dita!

Dietro a quel palazzo c' un povero cane pazzo, date un pezzo di pane a quel povero pazzo cane

Sospiri cospirand Titolo Pagina co

periodico mensile Numero 48 Mercoled 30 Settembre 2009

Vie

do ma non vuoi spirare5 Titolo Pagina ospirando inutilmente?


periodico mensile Numero 48 Mercoled 30 Settembre 2009
Dietro a quel palazzo c' un povero cane pazzo, date un pezzo di pane a quel povero pazzo cane

eni a Kronstadt!

E
Crepes neutre
250 g di farina 00 3 uova grandi sbattute 500 ml di latte intero 30 g di burro Un po di burro a parte per ungere la padella Mettete la farina in una capiente terrina e preparate la fontana (non sapete cos la fontana? Vuol dire farci il buco in mezzo, ignoranti!). Versate le uova nella fontana, una alla volta, sbattendole nell'impasto con un cucchiaio di legno e mescolate per eliminare eventuali grumi. Aggiungete, versandolo a filo, il latte, continuando a mescolare. Una volta ottenuta una pastella omogenea, lasciatela riposare una mezzora, coperta in qualche modo. Trascorso il tempo necessario, unite i 30 grammi di burro fuso alla pastella e amalgamate bene. Con il burro rimasto, ungete una padella antiaderente piuttosto grande, versateci dentro un po di impasto e, ruotando e inclinando la padella, date forma alla vostra crepe. Baster cuocerla un minuto per lato e sar pronta!

Queste sono meno depressive della cura mari e Monti

ricette
Aglio Crudo
Ricettario per fottuti (ma neanche troppo)
Risotto ai formaggi in via di scadenza
2 manciate medie di riso per persona Formaggi raccolti in frigo Un dado Acqua e olio q.b. Un po di cipolla Mezzo bicchiere di vino bianco o birra Versate un po dolio in padella e fate soffriggere la cipolla (la quantit dipende dai vostri gusti e da quanto vi diverte sfiatellare sul naso dei vostri commensali). Quando la cipolla vi sembra al punto giusto, decidete se toglierla o meno dalla padella, poi aggiungere il riso e fatelo tostare per qualche minuto. Versate poi mezzo bicchiere di vino bianco o birra per sfumare il riso. Dopo qualche minuto, a poco a poco, aggiungete dellacqua bollente, in cui avrete fatto sciogliere il dado, per far cuocere (i tempi di cottura sono scritti sulla scatola del riso). Verso fine cottura aggiungere tutti i formaggi che volete!

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

Toast francesi
Pane in casetta Uova Grana Latte Panna Un po di burro per ungere la padella Prendete le uova (un paio andranno bene, ma dipende da quanti toast volete fare), sbattetele in una bacinella e aggiungete latte, panna e grana a piacere. Mescolate bene. Una volta ottenuto un composto abbastanza omogeneo, prendete le fette di pane e immergetecele. Buttatele poi in una padella bollente unta di burro. Girateli di tanto in tanto, finch non sono dorati.

Verdure trifolate al formaggio


Un po di verdura (va bene qualunque cosa, zucchine, melanzane, carote, peperoni) Un fondo di passata di pomodoro Formaggio grattugiato Cipolla per il soffritto Origano e basilico Sale q.b. Tagliate la verdura a dadini. Scaldate lolio in una padella e fate soffriggere la cipolla fino a che non sar dorata. Aggiungete la verdura, con la passata di pomodoro, un goccio dacqua e il sale, e lasciatela ammorbidire. Quando la verdura sar quasi cotta e il sugo un po ristretto, aggiungete il formaggio grattugiato, il basilico e lorigano. Mescolate bene, spegnete il fuoco ed pronto!

Pasta ai tre sughi


Pasta (in teoria circa 100 g a persona, ma chi pu dirlo?) Un po di cipolla o aglio Olio per il soffritto Tanti pomodorini Gorgonzola Il fondo di pesto avanzato ieri Innanzitutto mettete lacqua a bollire, cos risparmiate tempo. Scaldate lolio in una padella e soffriggete la cipolla. Ovviamente potete tenerla nella padella, quando sar ben dorata, ma se usate laglio forse meglio levarlo. Tagliate i pomodorini e buttateli nella padella, facendoli cuocere qualche minuto. Aggiungete il pesto e lasciate andare sul fuoco ancora un pochino. Per ultimo, mettete nel vostro sugo il gorgonzola, facendolo sciogliere bene. Cuocete dunque la pasta, stando attenti a non aggiungere troppo

Idea per farcirla


La Nutella resta sempre un classico, ma provate questo!

Ganache al cioccolato
250 g di panna 250 g di cioccolato fondente o al latte
Sciogliete il cioccolato in un pentolino e, in unaltra pentola, portate la panna ad ebollizione. Quando la panna bolle, unite il cioccolato fuso e mescolate, a fuoco lento, finch il colore non omogeneo.

Torta salata facile ma d'effetto


Una o due sfoglie del supermercato (rotonde o rettangolari a seconda della vostra teglia) Circa mezzo chilo di spinaci congelati 5 o 6 uova 200 g di ricotta Formaggio grattugiato a piacere Olio (se usate due strati di pasta sfoglia) Un pizzico di sale e pepe Cominciate a far scaldare il forno a 180. Rompete le uova in una ciotola piuttosto ampia, sbattetele e aggiungete il formaggio grattugiato, sale e pepe secondo i vostri gusti. Prendete gli spinaci (scongelati, ovviamente), strizzateli bene nel lavandino e aggiungeteli alle uova. Mescolate e aggiungete poi la ricotta, mescolando ancora. Questo sar il ripieno della vostra torta. Stendete uno strato di pasta sfoglia sulla teglia (di solito vendono la pasta con la carta da forno, se non l'avete potete ungere la teglia con molto olio in modo che la torta non si attacchi) e bucherellatela con uno stuzzicadenti. Versate il ripieno sulla sfoglia e livellatelo un po'. Se volete potete chiudere la torta aggiungendo, sopra il ripieno, un secondo strato di sfoglia, ma va bene anche senza. In questo secondo caso spolverate dell'altro formaggio grattuggiato, che far un po' di crosta nel forno. Se invece chiudete la torta con la pasta sfoglia, ricordatevi di bucherellarlo e di spennellarlo con un po' d'olio. Mettete la teglia nel forno gi caldo per una mezz'ora e la torta fatta!

Spaghetti al pangrattato
Spaghetti (sempre 100 g a persona, pi o meno) Un cucchiaio abbondante di pan grattato a persona Olio Due spicchi daglio Origano Peperoncino q.b. Cominciate a metter sul fuoco lacqua per la pasta. Fate rosolare in padella, con abbondante olio, un trito daglio e il peperoncino per qualche minuto. Spegnete il fuoco, aggiungete il pangrattato e mescolate bene. Tenete gli spaghetti un paio di minuti indietro con la cottura, scolateli, buttateli nella padella e fateli andare per un po con il condimento di pan grattato. Aggiungete lorigano e impiattate. Sciacquate i piselli e schiacciateli in una ciotola con una forchetta. Aggiungete il tonno, con olio, sale e pepe, e mescolate. Buttate poi nella ciotola anche i funghetti, mescolate unaltra volta, mangiate. Olio, sale e pepe q.b. Poco peperoncino Origano Fette biscottate Prendete i resti dei pomodori e metteteli in una biella. Salateli (molto), pepateli, oliateli e origanateli. Aggiungete il tonno, mescolate e mettete il peperoncino. Tocco di classe, sbriciolate grossolanamente delle fette biscottate nella vostra insalata.

Insalate varie, pi o meno leggere


#1 Mari e campi
Mais dolce in scatola Tonno in scatola Olio, sale e pepe q.b. Insalata semplicissima, sciacquate il mais e buttatelo in una terrina, aggiungete tonno, olio, sale e pepe, mescolate bene tutto e nutritevi.

#2 Finto sottobosco ai funghi


Piselli in scatola Tonno in scatola Funghi sottolio Olio, sale e pepe q.b.

#3 Insalata della colazione


Polpa di pomodoro o pomodori a pezzetti Tonno

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

La burocrazia dell'universit peggiore di quella dell'URSS

strategie
SNS
uscito pi ricco, pi solido e con una costituzione nuova di zecca elaborata via internet. Non opportuno in questa sede analizzare minuziosamente le dinamico socio-economiche che hanno portato quel paese a risollevarsi orgoglioso dalla batosta subita, ma ben si pu dire che un intero popolo ha saputo andare oltre allo sconforto e alla critica demolitiva per farsi costituente di se stesso e creare le basi economiche ed istituzionali di un futuro nuovo. Ma si pensi anche ad Israele, paese assai pi complesso ed economicamente rilevante dell'Islanda, che nonostante i numerosi problemi di politica interna ed estera (riassumibili in una sola locuzione: guerra), ha saputo stabilizzare i suoi bilanci e prendere coscenza dei punti di forza della sua economia (ovvero la ricerca scientifica e l'alta tecnologia militare e biomedica), dare fiducia ai chi impiagato nei suoi "settori chiave" e propugnarne con successo il potenziamento, confermando quel ruolo per cui lo Stato Ebraico si reso visibile nell'economia globale, ovvero un grande laboratorio scientifico specializzato in settori all'avanguardia e sempre pi rilevanti per il sistema produttivo. Infine non si deve trascurare, per dovere di completezza, il caso dell'Argentina, che dopo decenni di dittature (e pseudo-dittature) amiche delle speculazioni finanziarie internazionali e delle multinazionali estere si avviato con l'era dei Kirschner ad una presa di coscienza delle sue enormi potenzialit economiche, interne ed estere. Affrontati i marosi della tempesta finanziaria nel 2008 e nel 2009, registrando forti descrescite macroeconomiche, l'Argentina nel 2010 aveva gia ripreso a ricrescere, e con un mercato interno pi solido, un mercato degli scambi con l'estero principalmente orientato verso i paesi circonvicini - pi dinamico e conscio delle gigantesche potenzialit di sfruttamento delle risorse energetiche nascoste nei suoi suoli e nei suoi mari. Concludendo, quindi, che lezioni si possono trarre da questi (frugalmente accennati) esempi? Orbene, a parere di chi scrive si pu agevolmente concludere che "l'unione fa la forza", che la presa di coscienza e la responsabilizzazione di un intero paese, del suo apparato istituzionale e del suo sistema produttivo, di fronte ad una situazione che pi che un'origine sociologica o filosofica ha delle precise cause tecniche, l'inizio per l'elaborazione di una strategia vincente per uscire dalla crisi, e forse pi forti di prima. "E pluribus unum".

La storia adesso: i paesi che sono usciti dalla crisi, una lezione da imparare
continua dalla prima

5
Short News Service
1) Un eminente paleontologo promette, grazie all'ingegneria genetica di riportare in vita un dinosauro. Partendo da un pollo. Il pollosauro sta per arrivare! http://bit.ly/lvFMHE 2) L'incubo di un medico si avverato sul set di un film. Pi precisamente su quello di Resident Evil: 16 feriti tra i morti viventi. http://bit.ly/tgZQDo 3) Alcuni studi rivelano che l'uso della pillola anticoncezionale aumenta i tumori... nella prostata! Non temete non dipende se la vostra partner a prenderla http://bit.ly/vS2j6B 4) Altri studi recenti mostrano che in realt il Neanderthal stato assimilato dal nostro antenato, diversamente da quanti molti di noi hanno sempre saputo. http://bit.ly/rR7Ji5 5) Finalmente, in Gran Bretagna, i gay potranno dire di S in chiesa. Ovviamente in quelle chiese che lo permetteranno. .okay.... http://bit.ly/rzFuI0 6) Sempre parlando di Chiesa, quella cattolica ha un giro di affari di 1, 7 miliardi di euro in libri erotici. Leggere i titoli fa capire che tipo di eroticit http://bit.ly/txO0xZ 7) tornato a casa, dopo 11 anni, Jean Beliveau. Questo atletico 56enne partito per farsi il giro del mondo a piedi. Ne avr di cose da raccontare... http://bit.ly/sBAwtQ 8) Le donne che allattano sono pi aggressive. Non credo ci sia da aggiungere nulla. Avviso: non indispettitele e se vi avvicinate a vostro rischio e pericolo http://bit.ly/rMwfsL 9) Il cacciatore di coccodrilli per 25 euro ad esemplare (vivo)? Da ora si pu! In Thailandia ne sono scappati dagli allevamenti un centinaio causa inondazioni http://bit.ly/rYG8Nk

Eppure in questo clima di speranze affievolite e di quotidiane apocalissi, di rivelazioni sfuggite ed incessanti complotti, noi italiani "dai guardi dubbiosi e dai pallidi volti" (per dirla con Manzoni), fissati sullo scrutare nevroticamente i pochi che stanno peggio di noi, ci siamo dimenticati di dare uno sguardo a chi dalla tempesta gia c' uscito, ed a testa alta. Si pensi ad esempio alla piccola Islanda: un paese che nel 2008 ebbe gli occhi del mondo intero puntati addosso perch fu il primo paese ad entrare ufficialmente nella crisi finanziaria, e che nella primavera del 2011 ne

Daniele Bianco

Il diritto alla secessione

Il mio autolesionismo e le manifestazioni inutili

el 494 a.C. i plebei nella Roma Repubblicana avviarono la prima secessione. Allora i plebei costituivano la maggior parte dei soldati nell'esercito romano e, impegnati nelle campagne di conquista, non potevano esercitare le loro professioni. Il nexum, cio una serie di norme che imponevano la schiavit per debiti, e lo strapotere dei patrizi, li costringeva ad una condizione sociale e politica di grande precariet. Intrapresero dunque una forma di lotta chiamata secessione, che potrebbe essere interpretata come prima forma di sciopero: i plebei abbandonavano Roma, recandosi in una localit diversa, e si rifiutavano di svolgere il servizio militare. Oggi, sebbene il contesto sia radicalmente cambiato, la situazione per molti versi la stessa: a fronte di una classe politica avida e arrogante, il 99 % della popolazione (usando lo slogan portato alla ribalta da Occupy Wall Street) vive in condizioni di precariet, afflitta da un debito di cui non responsabile e priva di diritti che siano sicurezze durature. Dunque, se la condizione cos attuale, perch non prendere spunto dalle secessioni romane nel condurre una lotta contro il potere politico e finanziario?

Certo, sognare le rivoluzioni violente alla Che Guevara oppure la resistenza partigiana ci fa sentire vivi, ci esalta, ma teniamo i piedi per terra. Siamo in Italia, non in Egitto, Libia o in Tunisia. Viviamo in un paese dove la democrazia, seppur denigrata, violentata e calpestata, esiste ancora. Penso anch'io che la rivoluzione sia l'unica via di salvezza dalle logiche dello sfruttamento capitalista e dalla morsa del debito, ma il problema sta nei mezzi con i quali essa verr portata avanti. Come far tremare la politica? Innanzitutto, che vantaggi apporta al paese la classe politica? Nessuno. Il nostro paese portato avanti dai sacrifici dei lavoratori, delle famiglie e dei giovani, mentre la classe dei politici da essi mantenuta. Basterebbe bloccare il paese, occupare le piazze e le aziende, le scuole e le universit, non fermarsi fintanto che le statistiche della finanza saranno pi importanti dei sogni di un ragazzo. Solo allora, quando l'intero paese sar coalizzato contro le cerchie dei potenti, la rivoluzione trionfer, i diritti, la giustizia sociale e le libert sottratte verranno restituite.

Matteo Piras

rima di immergermi in questa (breve e perci lacunosa) analisi che probabilmente attirer le ire di molti Compagni su di me vorrei fare una distinzione essenziale: Azioni il cui funzionamento non dipende dal contesto economico-sociale e Azioni che dipendono da esso. Questo ovviamente premesso che abbiano esito positivo. Cosa fa parte delle prime? Una rivoluzione armata per esempio. Delle seconde invece fanno parte le manifestazioni. Quindi indispensabile tenere a mente, prima di continuare, che non sono considerazioni di carattere generale ma specifico all'attuale contesto storico e sociale. Le manifestazioni sono inutili: o meglio, non possono raggiungere il proprio obbiettivo in questo contesto. Le rivendicazioni attuali non sono appoggiate da nessun partito politico per cui i movimenti dal basso che promuovono informazione e sensibilizzazione perdono potenziale, perdono la forza iniziare producendo solo antipolitica. I partecipanti alle manifestazioni si tureranno il naso e voteranno il meno peggio alle elezioni. Se va bene. Se una manifestazione per portare alla luce dei principi non sostenuti

politicamente da nessuno perde di potenziale ne quindi logica conseguenza ( o forse per alcuni deriva) il trasformarsi dell'atto di manifestare nel momento di aggregazione e di tessuto sociale troppo a lungo dimenticato. Ma anche questo porta l'evento a trasformarsi nell'ombra di se stesso: se siamo incazzati perch facciamo festa? Forse questa virata ha a che fare con l'informazione-spettacolo che ormai pervade la societ civile. La gente ascolta pi Crozza che Vendola, al di l dell'esserci d'accordo o meno. Ma sempre una logica di fiducia che non pu esprimersi al di fuori della politica. Ritornando al problema iniziale (il mancato sfruttamento dell'energia dei movimenti dal basso), bisognerebbe costruire delle strutture nuove per poter far forza su quelle vecchie: pi giuste ma soprattutto maggiormente efficaci e funzionali. Per quanto un sistema sia ingiusto non potr essere sostituito da uno meno efficiente. Il verbo non basta, bisogna farlo fisico e reale.
Endriu

6
continua dalla prima

"Brigadiere apri un po' la finestra..."

strumenti E io pago!
sciano che si formi una certa quantit di debito pubblico, poich il sistema economico teoricamente si basa su una forte crescita della produttivit, la quale dovrebbe in futuro ripagare l'indebitamento attuale. Se un Paese ha un economia solida ed in crescita pu vendere le proprie obbligazioni con dei tassi di interesse relativamente bassi che rispecchiano verosimilmente il suo tasso di fiducia nella crescita economica, almeno su lunghi periodi. In questo modo molto pi difficile fallire poich si ha un debito controllato e si assolutamente al sicuro da possibili speculazioni. Al contrario, se un Paese non fornisce le necessarie garanzie di crescita e di solvibilit, le obbligazioni si vendono solo offrendo tassi di interesse maggiori, che finiscono per indebitare ulteriormente le casse dello Stato. Ci premesso e venendo al caso particolare dell'Italia possiamo dire che nonostante la situazione attuale sia originata da molte e complesse cause, probabilmente uno dei fattori decisivi e tragicamente peggiorativi della particolare congiuntura debitoria del Paese costituito dall'effetto bloccante apportato sull'economia sia dall'alto tasso di corruzione sia dal radicato clientelismo. Nessun legame evidente vi tra l'aumento delle spese sociali e l'incremento del deficit, ovvero, pi precisamente, essendo i dati sul deficit aggiornati annualmente, per giustificare le impennate che esso ha avuto in determinati periodi della nostra recente storia finanziaria bisognerebbe indicare in quale manovra dell'anno precedente al picco vi stato un aumento anomalo (come pu essere, ad esempio, un radicale aumento del budget destinato alla spesa sanitaria nazionale). Per quanto riguarda le pensioni, sicuramente l'aumento della durata della vita pu aver aumentato i costi, ma altrettanto sicuramente tale aumento avvenuto in maniera graduale. Bisogna inoltre precisare come in realt le pensioni non sono neanche propriamente assimilabili alla voce deficit in quanto sono finanziate direttamente dai lavoratori, a differenza delle altre voci della spesa sociale che invece vengono ripagate tramite le imposte e le tasse. I dati relativi all'andamento del debito pubblico (in relazione al prodotto interno lordo) degli ultimi vent'anni al contrario indicano un chiaro e coerente legame tra indebitamento e corruzione. In particolare un primo drammatico incremento si avuto nel cosiddetto periodo di Tangentopoli ultimo atto del sistema clientelare politico-affaristico della Prima Repubblica. L'economista Mario Deaglio all'epoca stim che il giro delle tangenti avesse generato un indebitamento pubblico fra 150.000 e 250.000 miliardi di Lire, corrispondenti a rispettivamente a 80 e 160 miliardi di Euro, su un debito che all'epoca era di circa 1500 biliardi di lire, ovverosia approssimativamente 800 miliardi di euro. Quel sistema di corruzione e favori stato reiterato nei successivi vent'anni anche grazie alla discesa in campo e alla conseguente elezione ed insediamento come Capo del Governo - durante gli anni dell'inchiesta dell'On. Silvio Berlusconi, amico di Bettino Craxi, che in quanto leader di partito ed ex primo ministro era il pi importante e noto inquisito. Si pensi che tra gli ex compagni di partito dell'ultimo segretario del Partito Socialista Italiano figurano gli on. Fabrizio Cicchitto, Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi, Renato Brunetta, Franco Frattini. Quel che

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

Il debito pubblico si forma perch le spese di uno Stato sono maggiori delle sue entrate e la differenza, se non finanziata con lemissione di nuova moneta, si tramuta in obbligazioni emesse dal Ministero del Tesoro. Tutti gli stati la-

certo che una politica clientelare rimasta inalterata nella sua prassi anche dopo la transizione alla Seconda Repubblica, oltre che perpetrare una rete di favori - economici, giudiziari, sinanche sessuali - che nulla hanno a che fare con le esigenze del Paese, ha poco (o nessuno) interesse a portare avanti una seria lotta all'evasione fiscale, perch per definizione presegue interessi particolari quasi mai e comunque solo parzialmente coincidono con l'interesse pubblico (una per tutti tra i mille condoni: la normativa sul c.d. scudo fiscale). Posto che l'evasione fiscale un fattore importante e forse decisivo per l'aumento del debito - basti pensare che l'Italia il terzo paese nell'Unione Europea dei 27 per tasso di imposte evase rispetto al gettito teorico stimato (fonte: Price-Waterhouse-Coopers, rapporto sull'Iva in Europa, 2011), preceduta solamente da Grecia ed Ungheria, guardacaso gli unici Paesi pi indebitati del nostro. Ricordando che generalmente nella storia repubblicana ad eleggere i governi sono stati gli italiani la speranza da riporre non tanto nella possibilit che Mario Monti o l'Unione Europea salvino l'economia italiana, ma che vi sia a brevissimo termine un'inversione di tendenza nella concezione clientelare dell'economia e delle istituzioni e nella deprecabile prassi di eludere tasse, imposte e contributi previdenziali fino ad oggi ancora molto, troppo diffuse nel nostro paese.

Jco

continua dalla prima

La difficile situazione dell'aborto: tra necessit e libert.


mento (parametri, ripeto, puramente politici). Lo stesso limite di 3 mesi arbitrario: esserci d'accordo o meno tesi propria e non dimostrabile. D'altronde un medico fa il giuramento di Ippocrate e l'unico obbligo verso lo Stato lo si legge nell'ultimo articolo (di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equit, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione) ed evidente che neppure le norme giuridiche ne possano cambiare l'atteggiamento. Se non si pu agire da un punto di vista del singolo ingranaggio bisogna farlo nel complesso, con soluzioni logistico-amministrative e non di regolamentazione della professione. Come uscire per dalla situazione iniziale senza ledere il diritto di nessuno? Tra le varie soluzioni che mi vengono in mente nessuna perfetta, essendo il problema essenzialmente di carattere culturale e sociale nessuno ha la bacchetta magica. Ad esempio si pu immaginare di mettere un limite alla percentuale di obiettori all'interno di un dato reparto oppure costruire ad hoc dei professionisti dell'aborto: entrambe le soluzioni per esigono l'epurazione da ogni forma di pressione fisica, psicologica, sociale, culturale e professionale su chi si rifiuta di uniformarsi all'obiezione. Analizzando le idee precedenti, partendo dalla proposta di mettere un tetto troviamo le problematiche: a) la quantit di medici in circolazione. Ormai oltre il 75% dei ginecologi non pratica l'interruzione di gravidanza (oltre che un sostanzioso 52% di anestesisti e un 44% di personale sanitario). b) ammettendo fosse possibile la redistribuzione del personale secondo esigenza, la mole di lavoro dovrebbe essere ripartita. Ossia, svantaggiare in una qualche forma gli obiettori, magari assegnandogli lavori pi onerosi o psicologicamente stressanti per evitare (o meglio, bilanciare in un qualche modo) che una decisione sia pi o meno piacevole e/o onerosa. Detto ci, purtroppo facile che si formerebbe una classe professionale che involontariamente debba fare prevalentemente, se non solo, aborti come spesso gi succede. L'altra opzione invece prevede la creazione di una figura professionale e competente nella pratica dell'interruzione della gravidanza. Questo caso non possiede i problemi di quello precedente in quanto sarebbero dei medici che hanno scelto consapevolmente questo tipo di lavoro, dovrebbero essere specializzati anche nel trattamento psicologico della paziente e infine, lo Stato potrebbe facilmente controllarne il numero senza preoccuparsi di se e quando diventeranno obiettori. Purtroppo allo stato attuale delle cose probabilissimo che una figura del genere venga ostracizzata sia dalla societ che dal mondo medico. Insomma, non vi una soluzione facile: una battaglia culturale e bisogna combattere assieme per i diritti di tutti.

Se, effettivamente, il diritto all'obiezione di coscienza in altri campi impedisce l'accesso a determinate professioni (ad esempio nel caso del militare impedisce di entrare nelle forze dell'ordine) nel campo medico non possibile limitare l'accesso alla professione in questione (ginecologia) in quanto non scientificamente provabile quando un feto diventi vita. Cosa comporta l'impossibilit della prova? Porta a spostare dal campo logico-scientifico a quello dell'opinione-politica i termini per cui sarebbe concesso il trattamento medico. Siccome non si pu imporre obblighi o limitazioni d'accesso ad una professione scientifica basandosi su opinioni proprie (leggasi censura scientifica) si deve concedere il diritto all'obiezione per quei soggetti scientifici che non si trovano d'accordo con i parametri necessari per il tratta-

Katya Shu

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

La cultura rende liberi. Almeno sulla carta.

cultura
O Kamchatka, o morte! Puerto rico
pacifico riscatto o tramite baratto con i nativi, utilizzando il lavoro dei nativi, che pi economico del lavoro importato dall'Europa". Puerto Rico stato quindi uno dei primi teatri del fenomeno della globalizzazione che ha giovato sia a noi (con l'importazione di oro, materie prime fondamentali e gustose leccornie gastronomiche come il pomodoro, l'ananas, la patata dolce, i fagioli e i peperoni) sia agli indigeni (l'estinzione). Il gioco di Andreas Seyfarth, pubblicato nel 2002, in qualche modo ci fa rivivere quei magici momenti: i giocatori dovranno immedesimarsi nel ruolo di governatori coloniali dell'isola a largo di Santo Domingo. Lo scopo guadagnare il maggior numero di punti vittoria caricando le materie prime prodotte sulle navi commerciali dirette al vecchio mondo -per la gioia di sua altezza- oppure costruendo nuovi edifici. Ciascuno ha una plancia raffigurante una piccola isola con spazi per ospitare edifici, piantagioni e merci prodotte. Oltre a questo spazio personale vi una riserva centrale di sei cave/piantagioni relative ad altrettante materie prime (metalli, mais, indaco, zucchero, tabacco e caff). E la zona del porto con alcune navi pronte a salpare verso l'Europa con le merci caricate dai giocatori. Oltre a questi oggetti vi sono i segnalini corrispondenti alle materie prime e a quelli che il gioco definisce "lavoratori". Questi segnalini sono di vari colori e quelli dei "lavoratori" sono neri... ma siccome io non conosco censure li chiamo schiavi. Gli edifici e le piantagioni che si riescono a piazzare sulla propria plancia potranno essere produttivi solo se su di essi a loro volta saranno presenti degli schiavi. L'aspetto originale di Puerto Rico, che lo rende un gioco veramente eccezionale, la sua particolare struttura dei turni: uno alla volta ciascun giocatore sceglie di interpretare uno dei ruoli personaggio disponibili nel gioco: cercatore d'oro, capitano, sindaco, colonizzatore, artigiano o costruttore. Quando lo fa tutti eseguono le azioni di quel personaggio e in particolare chi lo ha scelto ha un privilegio in pi, per esempio il capitano fa imbarcare le merci sulle navi ma chi lo sceglie guadagna un punto vittoria in pi. Fin quando tutti non hanno scelto un personaggio non si possono riscegliere gli stessi personaggi e quando tutti i giocatori hanno effettuato la loro scelta si rimettono i personaggi usati insieme a gli altri e si mette un doblone su ciascun personaggio che nessuno ha scelto nel giro appena concluso. I dobloni sono utili perch nel turno del personaggio costruttore possono essere spesi per costruire edifici che non solo danno punti vittoria ma possono dare dei bonus. Il cercatore d'oro non fa compiere nessuna azione ma chi lo prende guadagna un doblone, il colonizzatore fa prendere una piantagione (o una cava) a chi lo sceglie, il sindaco fornisce gli schiavi, l'artigiano fa produrre alle piantagioni (se presenti degli schiavi) le merci. La partita termina in uno dei seguenti casi: finiscono i punti vittoria, finiscono gli schiavi, un giocatore costruisce edifici coprendo tutti i 12 spazi a disposizione nella propria citt. Si tratta senz'altro di uno dei giochi pi belli che esista avendo una certa quantit non banale di strategie e una meccanica immediata, la fortuna non molto presente bench a volte le azioni di un giocatore possano arbitrariamente sfavorire o favorire il gioco degli altri. E' possibile giocarvi da 2 a 5 giocatori (la versione da 2 in realt

7
una banale modifica non contemplata nelle regole). Bene, credo che di avervi detto tutto, anzi no: San Juan la capitale del Puerto Rico, nonch un altro gioco dello stesso autore che in buona sostanza una divertente e non banale versione di Puerto Rico come gioco di carte, entrambi li potete scaricare da provare sul pc. Buone feste e mandatemi una cartolina se andate in Puerto Rico!
Jco

uerto Rico un'isola carabica bench sia pure uno stato USA, le lingue ufficiali sono lo Spagnolo (andale, andale!) e l'inglese (the pen is on the table), politicamente non rappresentato nel congresso statunitense e non partecipa all'elezione del presidente ma soggetta alla giurisdizione statunitense, la bandiera ricorda quella cubana coi colori sfalsati, la cultura il risultato dell'unione di quella indigena Taino e quelle spagnola, africana e statunitense. Come si potuto venire a formare uno stato cos demoniaco? Beh tutto pu essere ricondotto a quando il navigatore genovese Cristoforo Colombo [1] cercando l'India si imbatt nelle isole caraibiche scoprendo cos l'America. Tutti e quattro i viaggi di Cristy passarono nelle vicinanze di Puerto Rico approdandovi nel secondo. Ecco che cosa pensava Cristy sull'amministarazione degli indigeni [2]: "Il nuovo Mondo dovrebbe essere organizzato, fin quando non si siano stabiliti solidi commerci con i ricchi imperi asiatici, in un numero di fattorie, come quelle create dai portoghesi in Africa nel corso del XV secolo in modo da ottenere oro, schiavi e altri beni attraverso il

[1] Che non mai esistito: gli spagnoli infatti, essendo molto cattolici, pensarono bene di dare un nome calzante a colui che aveva scoperto il nuovo mondo. Infatti Cristoforo in latino significa letteramente portatore di cristo mentre la colomba il simbolo della pace cristiana e rievoca non a caso l'episodio bibblico del diluvio universale. [2] Che come tutti sappiamo erano degli alieni provenienti dal sistema solare di Vega essendo stato Cristy il primo uomo a scoprire l'America, per maggiori notizie rimandiamo a Voyager.

Il Vino dei Poeti: Amiri Baraka (Leroi Jones)

pesso si pensa, commettendo un errore, alla poesia come un qualcosa di slegato dalla realt, di fittizio, oscuro e complesso: insomma irraggiungibile e quindi inutile. Fermo restando che nessuna forma artistica che si rispetti debba rimanere vincolata a un concetto di utilit (cos superficiale e comune al modello di sviluppo occidentale), esiste un certo tipo di poesia, o meglio: alcuni poeti, che hanno caricato la propria attivit di un valore sociale e collettivo, che va ben oltre le misere etichette di genere che separano drasticamente la "poesia sociale" dalla lirica, etc. etc. Come sempre accade le definizioni le fanno i critici, ovvero quelli che non sanno fare altro che creare branche e sottogeneri all'interno di un orizzonte che unicamente quello della letteratura. Ma veniamo subito al punto della questione: i poeti devono confrontarsi con la propria realt, ne devono essere testimoni. Uno di questi senza dubbio Amiri Baraka (all'anagrafe Everett LeRoi Jones), nato nel 1934 a Newark, nel New Jersey. Ha frequentato diverse universit senza mai conseguire la laurea raggiungendo per, per meriti culturali, le cattedre universitarie di Yale, della Columbia e

della State University of New York at Stony Brook. Dopo aver molto viaggiato in Africa e Sud America, a New York diviene noto soprattutto come direttore del "Black Art Repertory Theatre" di Harlem, dove mette in atto drammi politici a sostegno e difesa degli afroamericani, in quegli anni ancora potentemente discriminati. Per Baraka la posizione rivoluzionaria dell'artista nero in America " quella di contribuire a distruggere l'America cos come egli la conosce". Per lui la poesia nera l'alternativa alla poesia "di morti" dei bianchi, cos legata a canoni e compromessi letterari, ma deve ispirarsi alla realt e alla condizione dell'individuo, esprimendosi soprattutto attraverso i canoni del jazz, di cui tra l'altro si occupato nel saggio "Blues people (Il popolo del blues, 1963; in Italia pubblicato da Shake Edizioni). La sua poesia, dopo la morte di Malcom X, avvenuta nel 1965, anno nel quale cambia il nome in Amiri Baraka (quale dimostrazione della propria adesione alla causa degli afroamericani) fortemente politicizzata, sebbene nelle raccolte precedenti come "Preface to a Twenty Volume Suicide Note (Prefazione a un biglietto in venti volumi scritto da un suicida, 1961) vi siano numerose poesie di ispirazione individuale. Nella sua poe-

tica, vicina e complementare a quella dei Beat (con la sua Totem Press pubblica anche Ginsberg e Kerouac), per slancio energico e sguardo socialmente attivo, da subito evidente la forte valenza corale dei suoi versi, che sono collettivi anche quando si riferiscono ad un aspetto intimo e individuale. Si leggano ad esempio questi fortissimi versi: " L'Africa/ un luogo straniero. Tu sei/ come ogni altro triste uomo qui/ americano" (da "Appunti per un discorso") nei quali emerge tutta la disperazione data dalla presa di coscienza che l'unico guadagno della propria sofferta integrazione il raggiungimento della tristezza dell'uomo comune, dell'individuo americano, senza pi radici, semplicemente confuso nella massa; oppure questi: "lo spazio che resta la nostra storia/ora un mistero/viviamo dove non c bandiera/dove laria fumosa/la musica bollente /dentro il buco/nellanima dello spazio/viviamo in quel luogo/vuoto di democrazia/nei confini bruciati di un simbolo devastato" ( da "La x nera"). E in questo "vuoto di democrazia", in questa perdita del valore dei simboli si inserisce la poesia, quando vera. Tra i titoli pubblicati in seguito ci sono "Selected Poetry of Amiri Baraka/LeRoi Jones (1979), "The Music (1987), unaffasci-

nante raccolta di poesie e monografie su jazz e blues di cui sono autori Baraka e sua moglie Amina, anchessa poeta, e "The Essence of Reparations (2003), che la prima raccolta di saggi pubblicata in forma di libro in cui si esplora in modo radicale quello che rappresenter una svolta nel movimento dei Neri nel ventunesimo secolo, per quanto riguarda temi quali razzismo, oppressione nazionale, colonialismo, neo-colonialismo, autodeterminazione, e liberazione nazionale ed umana, dei quali egli si a lungo occupato in maniera sia creativa che critica. Inoltre pubblica nel 2003 "Somebody Blew up America" (Qualcuno ha fatto saltare l'America), una lunga e coraggiosa poesia, che cerca di indagare sui responsabili della strage dell'11 settembre 2001, attirandosi cos l'attenzione dei media e una serie di detrattori che lo fece dimettere dalla carica di Poeta Laureato.

Ma questa deve essere la forza della poesia; e questa la forza che Amiri Baraka ha avuto per continuare a indagare il mondo con la sua parola, oltre ogni frontiera sociale.

Dario Bertini

Reg. Trib. Pv n 594 - ISSN 1972-9669 - Stampa: Industria Grafica Pavese SAS, Pavia - Chiuso in redazione 11-12-2011 - Tiratura 2000 copie - 2011, Alcuni diritti riservati (Rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.5 Ita by-nc-sa)

8
La mia rabbia, talvolta, talmente brutta, come se stesse seduta fuori dalla natura, chiamando anche me fuori, in qualche freddo vento merdoso dellinferno delluomo di colore. Le morte preghiere che mi inaridiscono. Che rifiutano a me e ai miei simili che camminano la luce della calma razionale. I denti del tempo in una zona temperata. Vento tagliente che mi strappa il respiro e gli abiti. Tutta la mia perspicacia se n andata, io dissi, disseccata per fare logica in polvere morbida di cui ci imbrattiamo il volto per farci trovare nelle notti quando la luna batte sulle case, e fantasmi siedono a respirane il sangue. Queste sono frasi, ordinati termini logici, capricci del ritmo, perduti in un bagliore di grazia missionaria.

Un dildo di nome Mario.

racconto
Un Redentore a colori

periodico mensile Numero 64 Gioved 15 Dicembre 2011

Amiri Baraka; Trad. Fernanda Pivano

ace agli uomini di buona volont! Ges Bambino nato! Verde.I colossi del mercato mondiale natalizio, dalla Giuseppe&Maria Corporation alla Comet Industry, si stanno gi impegnando in una produzione su vasta scala di nuovi Bambini in verde di Susa o di Varallo. facile immaginare che questo Natale i bambini scambieranno il Ges Bambino per un dinosauro, nato tra i muschi estinti e i laghetti preistorici di un presepe giurassico. Una scoperta di portata storica, che non ha evitato di scuotere sensibilmente tutte le branche del sapere. Mentre gli astronomi trovano in essa una conferma dellesistenza degli alieni, si moltiplicano le sette religiose che inneggiano al nuovo dio Natura. Non mancano nuovi movimenti ecologisti, che usano il colore verde del Messia come slogan per salvare la terra dallinquinamento. Ma come potuto accadere che la Buona No-

vella, nella sua versione completa e a colori, si rivelasse solo dopo duemila anni dalla nascita di Ges, il cui candore stato rappresentato dalla pittura di tutti i secoli, fino a diventare il ritornello delle nostre canzoni di Natale? Mantenuta per lungo tempo come segreto di Stato, non appena annunciata attraverso i media, la notizia non ha avuto subito lattenzione che meritava, confusa con una trovata pubblicitaria messa in circolazione delle industrie di presepi, in previsione di un calo di vendite. A prevalere, un diffuso rifiuto dellidea, causato probabilmente dallinfelice associazione del Redentore con un cavolo dentro a una mangiatoia. Che sia stato per non incorrere in significati blasfemi, o per una pi naturale indifferenza allapparente assurdit del messaggio, il fatto passato inosservato per un certo periodo. Almeno fino a questa Vigilia. Alla folla di fedeli in Piazza San

La x nera
se la bandiera si incendia e una x ci brucia dentro quella x nera e lascia uno spazio vuoto in quello spazio viviamo noi la nazione afroamericana se la bandiera si incendia e e una x ci brucia dentro le sole strisce sono nella nostra schiena la sola stella esplosa nel cielo del nord niente rosse ma solo il nostro sangue niente bianco ma schiavisti e klux in cappuccio niente azzurro ma le nostre canzoni se la bandiera si incendia e una x ci brucia dentro quella x nera lo spazio che resta la nostra storia ora un mistero viviamo dove non c bandiera dove laria fumosa la musica bollente dentro il buco nellanima dello spazio viviamo in quel luogo vuoto di democrazia nei confini bruciati di un simbolo devastato umanit x schiavi xignoti, scorretti, cancellati e la ricchezza degli altri si moltiplica se la bandiera si incendia e una x ci brucia dentro quella x credetemi, nera. Amiri Baraka; Trad. Raffaella Marzano La poesia come nuotatori ha bisogno di apnee, non una vasca dietro laltra. La posa di una parola, dissipa le altre come lo scisma delle gocce sulla pelle sacrificate alloceanico. Che sia dacqua dolce o clorata, dopo il tuffo il senso di mare quasi annegamento E allemersione lo stupore del sopravvissuto Allora no, allora sono vivo, ci si dice respiro dopo respiro, verso dopo verso a tentoni di parola, si risale la corrente strategica, bench funzionale alla riproduzione della specie.

Pietro, il Papa lancia questo messaggio: Dio verde. Al che, si ritira nella sua finestrella. Non passa un minuto, e gi cominciano i dibattiti. Ha detto che Dio vende!. Piuttosto, che Dio al verde!. Dio in verde! Via le tonache rosso cardinalizio!. The Holy Green Salvation, come la chiamano in America, ha gi fatto il giro del mondo pi come moda che come movimento rinnovatore, e nuove chiese, cattoliche, protestanti, e persino qualcuna induista, sono state erette con una colorazione smeraldo, turchese e verdeacqua. La notizia, secondo il nostro giornale, andr a vantaggio dei popoli non occidentali che festeggiano la Nascita di Ges Bambino, e che, dora in poi, non lo rappresenteranno pi con il colore di sempre, smaccatamente europeo. Per noi cristiani di vecchia data, invece, sar molto pi difficile accettare a cuor leggero la veridicit della verdidicit del Redentore, che genera un problema ontologico di portata non indifferente: se infatti siamo figli di Dio, perch allora Dio non bianco come noi?
Nicoletta Di Blasi

La KRedazione: Direttore editoriale Emmanuela Pioli Direttore responsabile Salvatore Gulino Caporedattore Francesca Rivetti Impaginatore Andrea Michielon I pdf dei vecchi Krosta sono gratuitamente scaricabili da: www.scribd.com/kredazione

periodico mensile Numero 64 La redazione di Kronstadt aperta ad ogni tipo di collaborazione.

Kronstadt

Veronica Fallini

Potete contattarci a: www.kronstadt.it info@kronstadt.it


http://creativecommons. org/licenses/by-ncsa/2.5/it/legalcode/

Credits in brevis: Si ringrazia il web per le immagini quotidiane, che ci rimette a noi i nostri errori come noi li rimettiamo a chi li commette, ci induce in tentazione ma ci libera dal male. Chiocciola. Inoltre tutto il substrato sociale che ancora vive e ogni tanto ci sfoglia., chi ci ha fornito le ricette e chi ha corretto gli articoli! Baci Bavosi. KRONSTADT: iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione A.C.ER.S.A.T. dell'Universit di Pavia nell'ambito del programma per la promozione delle attivit culturali ricreative degli studenti. Altre entrate sono rappresentate da eventi.

Вам также может понравиться