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MARX (1818 1883)

VITA ED OPERE Il marxismo rappresenta una delle componenti intellettuali e politiche pi importanti dellepoca moderna. Marx nasce a Treviri nel 1818 da una famiglia ebrea, agnostica. Dal padre, Marx riceve una educazione di stampo razionalistico e liberale. Si iscrive alla facolt di Giurisprudenza. Entra in contatto con il Club dei giovani hegelianie studia a fondo la filosofia di Hegel. Si dedica successivamente al giornalismo politico. Divenuto caporedattore della Gazzetta renana, costretto a trasferirsi a Parigi in seguito allinterdizione del giornale da parte del governo (1843). Si sposa con Jenny von Westphalen. Nel 1843 termina la stesura dellaCritica della filosofia del diritto di Hegel, in cui comincia a misurarsi polemicamente con i problemi della filosofia politica moderna. A Parigi stringe con Engels unamicizia che durer per tutta la vita. Espulso dalla Francia, su insistenza del governo prussiano si trasferisce a Bruxelles. Si distacca polemicamente da tutta la filosofia tedesca con la Tesi su Feuerbach e soprattutto Lideologia tedesca (184546) scritta in collaborazione con Engels e rimasta inedita, in cui vengono poste le basi della concezione materialistica della storia. Nel 1847 si tiene a Londra il primo Congresso della Lega dei comunisti e Marx che non pu partecipare, viene rappresentato da Engels. Sempre nel 1847 Marx viene incaricato dalla Lega di elaborare un documento teorico programmatico, che viene pubblicato a Londra in collaborazione con Engels; con il titolo di Manifesto del Partito comunista (1848 ). Nel 1849 la vittoria della controrivoluzione tedesca provoca lespulsione di Marx dalla Germania. Marx si rifugia a Parigi da dove per emigra subito per Londra, in seguito a difficolt sorte con il governo francese. Dopo un tentativo di riorganizzazione della Lega, che si conclude per con il suo scioglimento, Marx si ritira dalla politica attiva ed inizia a lavorare al British Museum. Per lui e la sua famiglia sono anni difficili, soprattutto a livello economico. Collabora con il New York Tribune. Sempre pi attento ai problemi economici scrive dal 1857-1859 Lineamenti fondamentali della critica delleconomia politica e nel 1859 Per la critica delleconomia politica Nel 1864 viene fondata lAssociazione internazionale dei Lavoratori, nella quale Marx figura dominante. Nel 1866 inizia il primo libro del Capitale, che viene pubblicato ad Amburgo nel 1867 (il secondo ed il terzo volume, grazie al lavoro di Engels, che ne decifrer i manoscritti appariranno postumi nel 1885 e nel 1894). Nel 1881 muore la moglie Jenny e due anni dopo Marx (1883), compianto da Engels e dal movimento operaio internazionale. OPERE Critica della filosofia del diritto di Hegel Tesi su Feuerbach Lideologia tedesca Manifesto del Partito comunista Lineamenti fondamentali della critica delleconomia politica Per la critica delleconomia politica 1

Il primo libro del Capitale LA CRITICA AD HEGEL Il punto di partenza della filosofia di Marx rappresentato da un confronto con le posizioni di Hegel. Secondo Marx lerrore pi grave di Hegel consiste nel fatto che egli fa delle cose concrete, manifestazioni necessarie dello Spirito Assoluto. Ci significa che invece di limitarsi a constatare che in certi ordinamenti politici esiste la monarchia, Hegel afferma che lo stato presuppone per forza una sovranit, la quale si incarna necessariamente nel monarca, che la sovranit statale personificata. Inoltre, poich ci che necessario ,per Hegel, anche razionale,, egli deduce la piena logicit della monarchia, identificandola con la razionalit politica in atto. Marx definisce questo procedimento misticismo logico, perch in virt di esso le istituzioni, anzich comparire per ci che di fatto sono, finiscono per essere allegorie o personificazioni di una realt spirituale che se ne sta occultamente dietro di loro. Marx arriva perci alla conclusione che c un capovolgimento idealistico tra soggetto e predicato, concreto ed astratto. Lidealista stravolge lordine delle cose poich egli, anzich considerare come soggetto ci che nella realt soggetto, e considerare come predicato, manifestazione derivata, ci che nella realt predicato, trasforma il predicato in soggetto e viceversa. Lidealismo fa dunque del concreto la manifestazione dellastratto, e di ci che viene prima la manifestazione di ci che viene dopo. Oltre che essere fallace sul piano filosofico, il metodo mistico di Hegel anche conservatore sul piano politico poich porta a santificare la realt esistente, ossia a razionalizzare i dati di fatto, trasformandoli in manifestazioni razionali e necessarie. Di conseguenza il Giustificazionismo speculativo di Hegel (ci che reale razionale) diventa Giustificazionismo politico. La demistificazione dellhegelismo non toglie che Marx riconosca ad esso dei meriti notevoli, che consistono nella sua visuale dialettica, ossia nella concezione generale della realt come totalit storico processuale, costituita da elementi concatenati tra loro e mossa dalle opposizioni. M. accusa per Hegel di aver cercato una troppo facile mediazione e sintesi tra gli opposti, dimenticando che nella realt gli opposti stanno invece come due armate nemiche fra cui non c sintesi, ma solo lotta o esclusione (schema che in seguito Marx applicher al rapporto proletariato borghesia).

LA CRITICA DELLA MODERNIT E DEL LIBERALISMO Alla base della teoria di Marx e della sua adesione al comunismo vi una critica globale della civilt moderna e dello stato liberale, che rappresenta uno dei nuclei teorici pi importanti del marxismo. Mentre nella Polis greca lindividuo si trovava in ununit sostanziale con la comunit di cui faceva parte e non conosceva antitesi fra ego pubblico ed ego privato, fra sfera individuale e sfera sociale, fra societ e stato, nel mondo moderno luomo costretto a vivere due vite: una in terra come borghese, cio nellambito dellegoismo e degli interessi particolari della societ civile, e laltra in cielo come cittadino, ovvero nella sfera superiore dello stato e dellinteresse comune. Tuttavia il cielo dello stato, secondo Marx, puramente illusorio, poich la pretesa di porsi come organo che persegue linteresse comune verificabilmente falsa. Infatti anzich essere lo stato che imbriglia la societ civile, innalzandola al bene comune, piuttosto la societ civile che imbriglia lo stato abbassandolo a semplice strumento degli interessi particolari delle classi pi forti. 2

In altre parole, lo stato, ben lontano dal perseguire mete generali, non fa che riflettere e sanzionare gli interessi particolari dei gruppi e delle classi. LA CIVILT MODERNA In sintesi la civilt moderna rappresenta, al tempo stesso, la societ dellegoismo e delle particolarit reali e della fratellanza e delle universalit illusorie. Secondo Marx la falsa universalit dello stato deriva dal tipo di societ che si formata nel mondo moderno. Marx scorge i tratti essenziali della civilt moderna nellindividualismo, nellatomismo ossia nella separazione dellindividuo dal tessuto comunitario. Lo stato post - rivoluzionario legalizza questa situazione riconoscendo quali diritti delluomo la libert individuale e la propriet privata. Questa critica filosoficopolitica allo stato talmente radicale, in Marx, da far s che egli rifiuti in blocco la civilt liberale compreso il principio della rappresentanza e quello della libert individuale, le due conquiste pi preziose della rivoluzione antifeudale ed antiassolutistica. Queste critiche allo stato moderno si comprendono adeguatamente solo in rapporto allideale di societ che Marx ha in mente, che si identifica con un modello di democrazia sostanziale totale in cui esiste una sorta di compenetrazione perfetta tra singolo e genere, individuo e comunit e nella quale ciascuno realmente solo un momento dellinteroDemos che rappresenta, insieme agli altri, se stesso e la societ. Negli annali franco-tedeschi e nei Manoscritti economico filosofici del 1844 larma cui fa appello Marx la rivoluzione sociale, di cui Marx ha individuato anche il soggetto esecutore: il proletariato. Infatti, per il giovane Marx, IL PROLETARIATO proprio la classe priva di propriet, ovvero la classe che soffre maggiormente dellalienazione prodotta dalla societ borghese, quella destinata ad eseguire la condanna storica della civilt proprietaria ed egoistica, e a realizzare la democrazia comunista Di conseguenza, allideale dellemancipazione politica, che mira alla democrazia e alluguaglianza formale, Marx contrappone lideale di unemancipazione umana che mira alla democrazia ed alluguaglianza sostanziale ovvero al recupero autentico dellessenza sociale delluomo

LA CRITICA DELLECONOMIA BORGHESE E IL TEMA DELLALIENAZIONE I Manoscritti economico-filosofici, composti a Parigi nel 1844, segnano il primo decisivo approccio di Marx alleconomia politica. Nei confronti delleconomia borghese latteggiamento di Marx duplice, poich da un lato egli la considera come unespressione teorica della societ capitalistica e dallaltro le muove laccusa di fornire unimmagine globalmente mistificata, cio falsa del mondo borghese. Leconomia borghese eternizza il sistema capitalistico, considerandolo come un sistema economico fra i tanti della storia, ma come il modo naturale, immutabile e razionale di produrre e distribuire la ricchezza. Inoltre leconomia politica non scorge la conflittualit che caratterizza il sistema capitalistico e che si incarna soprattutto nellopposizione reale tra capitale e lavoro salariato fra borghesia e proletariato. Nei manoscritti tale contraddizione viene espressa mediante il concetto di alienazione Questo concetto affonda le radici nella filosofia tedesca precedente (vedi Hegel e Feuerbach). Per Hegel lalienazione il movimento stesso dello spirito, che si fa altro da s nella natura e nelloggetto per potersi riappropriare di s in modo arricchito. In Feuerbach lalienazione qualcosa di puramente negativo, perch si identifica con la situazione delluomo religioso, che, scindendosi, si sottomette ad una potenza estranea (Dio), che lui stesso ha posto,estraniandosi in tal modo dalla realt. 3

Marx si rif a Feuerbach di cui accetta la struttura formale del meccanismo dellalienazione, intesa appunto come condizione patologica di scissione, di dipendenza, di autoestraniazione. Tuttavia, a differenza di Feuerbach, per il quale lalienazione ancora un fatto prevalentemente coscienziale, derivante da unerrata interpretazione di s, in Marx essa diviene un fatto reale, di natura socio-economica, in quanto si identifica con la condizione storica del salariato nellambito della societ capitalistica. Lalienazione delloperaio viene descritta da Marx sotto quattro aspetti fondamentali: 1. Il lavoratore alienato rispetto al prodotto della sua attivit, in quanto egli con il suo lavoro (forza lavoro) produce un oggetto (il capitale), che non gli appartiene. 2. Il lavoratore alienato rispetto alla sua stessa attivit, la quale prende la forma di unlavoro forzato o costrittivo, in cui egli strumento di fini estranei (il profitto del capitalista). 3. Il lavoratore alienato rispetto al suo stessoWesen, ossia alla sua essenza o genere. Infatti la prerogativa delluomo nei confronti dellanimale il lavoro libero, creativo ed universale, mentre nella societ capitalistica costretto ad un lavoro forzato e ripetitivo. 4. Il lavoratore alienato rispetto al prossimo, perch laltro, per lui, soprattutto il capitalista, ossia un individuo che lo tratta come un mezzo e lo espropria del frutto della sua fatica, facendo s che il suo rapporto con lui, e con lumanit in genere, sia per forza conflittuale. La causa del meccanismo globale dellalienazione risiede nella propriet privata dei mezzi di produzione, in virt della quale il possessore della fabbrica (il capitalista) pu utilizzare il lavoro di una certa categoria di individui (i salariati) per accrescere la propria ricchezza, secondo una dinamica che Marx descriver nel Capitale in termini di sfruttamento e logica del profitto. La disalienazione dellindividuo si identifica dunque, secondo Marx, con il superamento del regime della propriet private e con lavvento del comunismo. Questa dialetizzazione del corso storico rivela un evidente influsso dellhegeliana Fenomenologia dello spirito. Infatti, come per Hegel la coscienza, dopo essersi perduta in tante figure, ritrova finalmente se stessa nelleticit e nello spirito assoluto, cos, per Marx, luomo dopo aver smarrito se stesso nella civilt di classe, ritrova finalmente se medesimo nella societ assoluta del comunismo. Per Hegel non ha fotografato la storia vera ed il suo processo concreto di alienazione e disalienazione perch si limitato a descrivere una storia ideale ed astratta, che si svolge nel cerchio del puro pensiero e che non presuppone degli interventi pratici sul mondo. Ma lalienazione economica un fatto reale, che sta alla base di tutte le alienazioni, soprattutto di quella politica e di quella religiosa; lunico modo per abbatterla, secondo Marx, latto reale e non puramente pensato, della rivoluzione e dellinstaurazione del socialismo, inteso come umanismo giunto al proprio compimento. IL DISTACCO DA FEUERBACH Feuerbach appare a Marx il vero superatore della vecchia filosofia Feuerbach ha avuto il merito di teorizzare il rovesciamento materialistico di soggettopredicato, concreto-astratto, che ha permesso la demistificazione della dialettica hegeliana. Pur avendo sottolineato la naturalit delluomo (passo avanti rispetto ad Hegel), Feuerbach ( e questo il passo indietro rispetto ad Hegel), ha perso di vista la sua storicit, non rendendosi debitamente conto che luomo pi che natura societ, e quindi storia, in quanto in quanto lessere umano non unastrazione immanente allindividuo singolo, bens,linsieme dei rapporti sociali. 4

Rompendo con Feuerbach, che parlava delluomo come di unessenza atemporale, fornita di certe propriet immutabili, Marx sostiene che lindividuo reso tale dalla societ storica in cui egli vive, per cui non esiste luomo in astratto, ma luomo figlio e prodotto di una determinata societ e di uno specifico mondo storico. Un secondo punto che divide Marx da Feuerbach linterpretazione della religione. Pur avendo scoperto il meccanismo generale dellalienazione religiosa, per cui non Dio a creare luomo, ma luomo a proiettare Dio sulla base dei propri bisogni, Feuerbach, in virt della sua concezione prevalentemente naturalistica delluomo, non stato in grado, secondo Marx, di cogliere le cause reali del fenomeno religioso, n di offrire dei mezzi validi pere il suo superamento. Infatti, a F. sfuggito che chi produce la religione non un soggetto astratto, avulso dalla storia e immutabilmente uguale a se stesso, ma un individuo che un prodotto sociale. Le radici del fenomeno religioso non vanno cercate nelluomo in quanto tale, ma in un tipo storico di societ. Infatti, fin dagli annali franco-tedeschi, Marx andato elaborando la sua nota teoria della religione come Opium des Volks (oppio del popolo). Secondo questa dottrina, la religione in sostanza, un sospiro della creatura oppressa, ossia il prodotto di unumanit alienata e sofferente a causa delle ingiustizie sociali, che cerca illusoriamente nellaldil ci che le negato di fatto nellaldiqua. Se la religione, in quanto narcotico delle masse, il sintomo di una condizione umana e sociale alienata, lunico modo per eliminarla non la critica filosofica, (come pensava F.), ma la trasformazione rivoluzionaria della societ. In altri termini, se la religione il frutto malato di una societ malata, lunico modo per sradicarla quello di distruggere le strutture sociali che la producono. La disalienazione religiosa ha dunque come suo presupposto la disalienazione economica, ossia labbattimento della societ di classe. Un altro limite del pensiero di F. risiede nel contemplativismo e teoreticismo. Infatti egli ha ignorato laspetto pratico ed attivo della natura umana ed ha cercato la soluzione dei problemi reali nella dimensione della teoria, trascurando completamente laspetto della praxis rivoluzionaria. Al vecchio materialismo speculativo, contemplante, Marx oppone un nuovo materialismo, che considera luomo soprattutto come prassi, ritenendo che la soluzione dei problemi non sia da ricercare nella speculazione, ma nellazione: I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta per di mutarlo. LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA In una delle sue accezioni principali lideologia appare come unafalsa rappresentazione della realt ed allude al processo per cui alla comprensione oggettiva dei rapporti reali tra gli uomini sostituisce unimmagine deformata di essi. Lintento di Marx quello di svelare al di l delle ideologie, la verit sulla storia, mediante il raggiungimento di un punto di vista obiettivo sulla societ, che permetta di descrivere non ci che gli uomini possono apparire nella rappresentazione propria, bens quali sono realmente. necessaria linaugurazione di una nuova scienza, in relazione a cui la filosofia uno strumento di sintesi dei risultati astratti dallesame dello sviluppo storico degli uomini. Di conseguenza la storia non , propriamente, un evento spirituale, ma un processo materiale fondato sulla dialettica bisogno-soddisfacimento: E proprio questazione materiale che umanizza luomo: infatti essi incominciarono a distinguersi dagli animali allorch, in virt della necessit, cominciarono a produrre i loro mezzi di sussistenza. Alla base della storia vi dunque il lavoro, che Marx intende come creatore di civilt e di cultura e come ci attraverso cui luomo si rende tale, emergendo dallanimalit primitiva e distinguendosi dagli altri esseri viventi.

FORZE PRODUTTIVE E RAPPORTI DI PRODUZIONE 5

Nellambito della produzione sociale dellesistenza che costituisce la storia bisogna distinguere, secondo Marx, due elementi di fondo: le forze produttive e i rapporti di produzione. Per forze produttive, Marx intende gli elementi necessari al processo di produzione, ossia fondamentalmente: Gli uomini che producono (forza lavoro) I mezzi (terra, macchine ecc.) Le conoscenze (tecniche e scientifiche utilizzate per organizzare e migliorare la produzione) Per rapporti di produzione Marx intende i rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione e che regolano il possesso e limpiego dei mezzi di lavoro, nonch la ripartizione di ci che tramite essi si produce I rapporti di produzione trovano la loro espressione giuridica nei rapporti di propriet. Forze produttive e rapporti di produzione costituiscono, nella loro globalit il modo di produzione di un certo periodo. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo politico, sociale e spirituale della vita. Non la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma , al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. Ad un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della societ entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cio con i rapporti di propriet (che ne sono soltanto lespressione giuridica) dentro i quali tali forze per linnanzi si erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. EPOCHE DELLA FORMAZIONE ECONOMICA Marx distingue quattro epoche della formazione economica della societ: quella asiatica (fondata su forme comunitarie della societ) Quella antica di tipo schiavistico Quella feudale Quella borghese Per Marx il crollo del capitalismo segna la fine della preistoria, mentre con la nuova societ comunista ha inizio la storia vera e propria.

IL MANIFESTO Nel Manifesto del partito comunista (1848) Marx si propone di esporre gli scopi ed i metodi dellazione rivoluzionaria. I punti salienti di esso sono: 1. lanalisi della funzione storica della borghesia 2. il concetto della storia come lotta di classe e il rapporto fra proletari e comunisti 3. la critica dei socialismi non scientifici Nella prima parte del manifesto, Marx descrive la vicenda storica della borghesia sintetizzandone, dal suo punto di vista, meriti e limiti. A differenza delle classi che hanno dominato nel passato, che tendevano alla conservazione statica dei modi di produzione, la borghesia, secondo Marx, non pu esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione e tutto linsieme dei rapporti sociali Di conseguenza la borghesia appare una classe dinamica, che ha dissolto, non solo le vecchie condizioni di vita, ma anche idee e credenze tradizionali. 6

La borghesia ha modificato la faccia della terra in una misura che non ha precedenti nella storia, mostrando ai popoli che cosa possa lattivit umana La borghesia ha realizzato per la prima volta lunificazione del genere umano, poich il bisogno di uno smercio sempre pi esteso per i suoi prodotti lha spinta a percorrere tutto il globo terracqueo. Agevolando le comunicazioni e trascinando nella civilt tutti i paesi, assoggettando lOriente allOccidente, riuscita a costruire un mercato mondiale e a porre le basi per un reale cosmopolitismo. Nello stesso tempo ha assoggettato la campagna alla citt, distruggendo le antiche civilt contadine e creando centri urbani immensi. Senonch le moderne forze produttive, sempre pi sociali, si rivoltano contro i vecchi rapporti di propriet, ancora privatistici e sottomessi alla logica del profitto personale, generando delle crisi terribili che mettono in forse lesistenza stessa del capitalismo. Tanto che il proletariato, classe oppressa della societ borghese, non pu fare a meno di mettere in opera una dura lotta di classe, volta al superamento del capitalismo e delle sue forme istituzionali ed ideologiche. Il concetto della storia come lotta di classe uno dei pi significativi del Manifesto. Infatti, se precedentemente Marx propone come motore dello sviluppo sociale la dialettica tra forze produttive e rapporti di produzione, in questa opera individua come soggetto, autentico di storia, la lotta fra le classi. Significa, comunque, dire la stessa cosa. Marx non si mai attribuito il merito di aver scoperto lesistenza delle classi nella societ moderna, n la lotta esistente tra loro. Il suo contributo originale a questo proposito risiede piuttosto nellaver puntualizzato che: 1. Lesistenza delle classi legata a determinate fasi storiche 2. Le classi si definiscono essenzialmente in relazione alla propriet o meno dei mezzi di produzione, la quale fa s che in ogni epoca vi siano sempre due classi fondamentali 3. La lotta di classe conduce necessariamente, attraverso la dittatura del proletariato, alla soppressione di tutte le classi e ad una societ senza classi. Il marxismo distingue traclasse in s e classe per sCon questo Marx intende dire che un conto la classe intesa come aggregato di individui che in una data societ si trovano in una situazione economico sociale pressappoco identica (la classe in s), e un conto la classe intesa come unit autocosciente che lotta in modo solidale per i medesimi obiettivi (classe per s). Evidentemente una classe si trasforma in oggetto rivoluzionario solamente quando perviene alla coscienza di classe ed aderisce al Partito comunista. Conformemente alle sue analisi del Capitalismo come fatto mondiale, Marx insiste inoltre sullinternazionalismo della lotta proletaria e termina il Manifesto con il noto slogan rivoluzionario: Proletari di tutti i paesi unitevi.

IL CAPITALE a) economia e dialettica Il Capitale si propone di mettere in luce i meccanismi strutturali della societ borghese. Esso rappresenta il testo chiave della dottrina di Marx. Marx convinto che non esistano leggi universali delleconomia e che ogni formazione sociale abbia caratteri e leggi storiche specifiche (le leggi che valgono per il feudalesimo ad esempio non valgono per il capitalismo) in secondo luogo Marx convinto che la societ borghese porti in se stessa delle contraddizioni strutturali che ne minano la solidit, ponendo le basi oggettive della sua fine.

In terzo luogo, Marx persuaso che leconomia debba far uso dello schema dialettico della totalit organica, studiando il Capitalismo come una struttura i cui elementi (produzione, distribuzione, scambio, consumo) sono strettamente connessi. Unaltra caratteristica del metodo di Marx di studiare il capitalismo distinguendone gli elementi di fondo ed astraendo da quelli secondari, al fine di metterne in luce le caratteristiche strutturali e le tendenze di sviluppo, per poi formulare su di esso, alcune previsioni. Queste previsioni assumono talvolta il carattere di profezie e come tali sono state lette da parte del movimento operaio e dai critici di Marx b) merce, lavoro e plusvalore La caratteristica specifica del modo capitalistico di produzione la produzione generalizzata di merci. Innanzi tutto una merce deve avere un valore duso, in quanto deve poter servire a qualcosa. I secondo luogo la merce, per essere veramente tale, deve possedere un valore di scambio,che ne garantisca la possibilit di essere scambiata con altre merci. Ma in che cosa risiede il valore di scambio di una merce? Esso discende dalla quantit di lavoro socialmente necessaria per produrla. Pi lavoro necessario per produrre una determinata merce e pi essa vale. Secondo Marx, tuttavia, il valore non si identifica con il prezzo. Infatti su questultimo influiscono altri fattori contingenti, per esempio labbondanza o la scarsezza di una merce. Pertanto il prezzo di una singola merce pu superare il suo valore reale o stare al di sotto di esso. La consapevolezza che alla radice di tutto sta il lavoro porta Marx a contestare il cosiddetto feticismo delle merci, che consiste nel considerare le merci come delle entit aventi valore per s, dimenticando che invece esse sono il frutto dellattivit umana e di determinati rapporti sociali. Secondo Marx la caratteristica peculiare del capitalismo il fatto in esso la produzione non risulta finalizzata al consumo, bens allaccumulazione di denaro. Di conseguenza il ciclo capitalistico non quello semplice, prevalente nelle societ pre-borghesi e descrivibile con la formula schematica M. D. M.(merce-denaro-merce) che si pu esemplificare dicendo ad es. che il contadini vende il pane (Merce), ricevendo del denaro (D) che utilizza per comperare dei vestiti (Merce). Il ciclo economico peculiare del Capitalismo piuttosto quello descrivibile con la formula schematica D. M. D. (denaro- merce- pi denaro) Infatti nella societ borghese abbiamo un soggetto (il capitalista) che investe del denaro in una merce, per ottenere alla fine pi denaro. Da dove deriva questo pi monetario, ovvero tale plus-valore? Lorigine del plus-valore non va ricercata a livello di scambio delle merci , bens a livello della produzione capitalistica delle medesime. Infatti nella societ borghese il capitalista ha la possibilit di comperare ed usare una merce particolare che ha come caratteristica quella di produrre valore. Tale la merce umana ossia loperaio.. Infatti il capitalista compera la sua forza lavoro, pagandola come qualsiasi merce, ovvero secondo il valore corrispondente alla quantit di lavoro socialmente necessario a produrla, che, nel caso delloperaio, corrisponde a quello dei mezzi che gli sono necessari per vivere, lavorare e generare, ossia il salario. Tuttavia loperaio ed questa la fonte del plus-valore, ha la capacit di produrre un valore maggiore di quello che gli corrisposto con il salario. Il plus-valore dipende quindi dal plus-lavoro delloperaio e si identifica con linsieme del valore da lui gratuitamente offerto al capitalista. Con questa teoria Marx ha voluto fornire una spiegazione scientifica dello sfruttamento capitalista che si identifica quindi con la possibilit da parte dellimprenditore, di utilizzare la forza lavoro altrui a proprio vantaggio. 8

Ci avviene in quanto il capitalista dispone dei mezzi di produzione, mentre il lavoratore dispone unicamente della propria energia lavorativa ed costretto, per vivere, a vendersi sul mercato, in vista del salario Dal plus-valore deriva il profitto. Plus-valore e profitto per Marx, non sono tuttavia la medesima cosa, come talora impropriamente si afferma, in quanto il profitto, pur presupponendo il valore, non coincide con esso. Il plus-valore nasce solo in relazione ai salari, ossia al capitale variabile (in quanto pi aumenta il plus-lavoro pi cresce il plus-valore), il tasso del plus-valore risiede nel rapporto, espresso in percentuale, tra il plus-valore medesimo ed il capitale variabile. Plus-valore TASSO DEL PLUS-VALORE= ---------------Capitale variabile. Ma il capitalista per poter dirigere la fabbrica, costretto ad investire non solo in salari (capitale variabile), ma anche in impianti (capitale costante). Di conseguenza il tasso del profitto non coincide con il tasso del plus-valore, ma scaturisce dal rapporto, espresso in percentuale, tra il plusvalore da un lato e la somma del capitale variabile dallaltro. TENDENZE E CONTRADDIZIONI DEL CAPITALISMO Poich il Capitalismo si regge sul ciclo del D. M. D. il suo fine la maggior quantit di Plusvalore. Ci fa s che il Capitalismo cerchi tutte le vie possibili per raggiungere tale scopo, caratterizzandosi come tipo di societ retta dalla logica del profitto privato, anzich dalla logica dellinteresse collettivo. In un primo momento, il capitalismo cerca di accrescere il plus-valore aumentando la giornata lavorativa. Ma questa dilatazione dorario, pur generando maggior plus-lavoro e quindi maggio plus-valore, presenta dei limiti invalicabili, poich oltre un certo numero di ore la forza lavoro delloperaio cessa di essere produttiva. Allora necessario cercare unaltra strada.: se loperaio anzich impiegare sei ore per guadagnare il proprio salario, ne impiega quattro, evidente che il plus-valore intascato dal capitalista maggiore. Ovviamente, tutto ci si pu ottenere solo mediante una maggior produttivit del lavoro. Da ci discende la necessit strutturale, per il capitalismo, di introdurre, in continuazione, nuovi e pi efficienti metodi e strumenti di lavoro. Storicamente questo processo di produzione del plus-valore relativo passa attraverso tre fasi successive: a)la cooperazione semplice, b)la manifattura, c) la grande industria. La grande svolta del modo capitalistico di produzione la nascita dellindustria meccanica che introduce ne ciclo lavorativo la macchina ossia il mezzo pi potente per laccorciamento del lavoro, capace di aumentare enormemente la quantit di merce prodotta nello stesso tempo con lo stesso numero di operai e quindi di erogare maggior plus-valore relativo. Le macchine, che non hanno bisogno di riposo, permettono anche una maggior estrazione di plus-. valore assoluto allungando la giornata lavorativa. Inoltre rendendo meno faticose le operazioni lavorative, i capitalisti possono ricorrere alla forza lavoro delle donne e dei bambini, meno costosa e pi docile. Ma, mentre nella manifattura era loperaio ad usare gli strumenti di lavoro, ora la macchina ad usare il salariato che diventa solo unappendice o un servo della, macchina.. Mentre prima donne e bambini non erano forze concorrenti decisive, ora lo sono diventate favorendo il contenimento o labbassamento dei salari. Inoltre la velocit dei macchinari produce unintensificazione del lavoro, distruggendo non solo ogni creativit individuale, ma generando stress psico-fisico. Per tutti questi motivi tra lavoratore e macchina si instaura uninevitabile relazione di ostilit. Proprio laumento di produttivit, conseguito con luso delle macchine, guerra, accanto alla conflittualit operaia, il fenomeno delle crisi cicliche di produzione proprie del capitalismo.

Mentre nei secoli precedenti la crisi erano generate dalla scarsit di beni (a causa di carestie, epidemie, guerre ecc.), nel capitalismo sono provocate dalla sovrabbondanza di merci. Questo dovuto al fatto che il capitalismo (almeno ai tempi di Marx) risulta caratterizzato dal fenomeno dellanarchia della produzione la quale fa s che i capitalisti si precipitino alla cieca nei settori dove il profitto pi alto, facendo s che ad un certo punto, si verifichi un eccesso di produzione rispetto alle esigenze di mercato Tutto ci genera la crisi che, come effetti concomitanti, ha sia la distruzione capitalistica dei beni (spesso proprio quelli di cui avrebbero bisogno le classi pi povere: caff, frutta, ecc.) sia la disoccupazione che va ad accrescere il cosiddetto esercito industriale di riserva.

PUNTI CENTRALI DEL MARXISMO Punto chiave del marxismo: tradurre in atto lincontro tra realt e razionalit che Hegel aveva solo pensato e che Marx propone invece di attuare con la prassi, mediante ledificazione di una nuova societ Ideale da perseguire: Costruzione di una societ comunista, in cui luomo sia perfettamente padrone di s e della propria pi profonda natura. Alla base del marxismo: a. filosofia classica tedesca (da Hegel a Feuerbach) b. economia politica borghese (da Smith e Ricardo) c. pensiero socialista (da St. Simon a Owen) Capovolgimento idealistico tra soggetto e predicato / concreto ed astratto Non considera come soggetto ci che in realt soggetto. Non considera come predicato (manifestazione derivata) ci che in realt predicato MA, viceversa Critiche contro Considera le cose concrete manifestazioni necessarie dello spirito assoluto. Es.: cosa concreta: ordinamento politico monarchico. Razionalizza i dati di fatto trasformandoli in manifestazioni razionali 10 Analisi globale della societ (societ borghese) e della storia

MARXISMO Critica della modernit e del liberalismo. Critica delle posizioni hegeliane. Critica delleconomia borghese

HEGEL

Il concreto diventa perci manifestazione dellastratto e ci che viene prima manifestazione di ci che viene dopo

necessarie Giustificazionismo speculativo (ci che reale razionale) diventa giustificazionismo politico.

Hegel ha stravolto lordine delle cose, capovolgendole. Marx le ricapovolge, riconoscendo di nuovo ci che veramente sogg. e ci che veramente predicato. Accordo con Hegel sulla concezione della storia come percorso mosso dalle opposizioni. Interpretare materialisticamente il percorso compiuto dallindividuo, dal punto di vista idealista nella Fenomenologia dello spirito.

CRITICA DELLA MODERNIT E DEL LIBERALISMO Societ nellet classica Unit sostanziale dellindividuo con la comunit. No antitesi tra ego privato ed ego pubblico, tra societ e stato Mondo moderno Scissione tra stato e societ civile Duplice vita dellindividuo: a)come borghese (cura dei propri interessi personali egoistici)

Lo Stato Non organismo che persegue linteresse comune, ma strumento nelle mani delle classi pi forti per i propri interessi.

Caratteristiche della societ moderna Egoismo, individualismo, atomismo (separazione dellindividuo dal tessuto comunitario). Eguaglianza formale di fronte alla legge e disuguagl. sostanziale

Superamento:
con la Rivoluzione sociale per opera del Proletariato ( condanna della civilt proprietaria ed egoistica e realizzazione della democrazia comunista con leliminazione della propriet privata, causa di disuguaglianza).

ECONOMIA BORGHESE D unimmagine falsa del mondo borghese Si basa sulla propriet privata 11

Eternizza il sistema capitalistico considerandolo il modo naturale ed immutabile di produrre e distribuire ricchezza Non coglie lopposizione tra capitale e lavoro salariato

ALIENAZIONE HEGEL Movimento stesso dello spirito che si fa altro da s nella natura e nelloggetto. MARX Condizione patologica di scissione dipendenza ed autoestraniazione Fatto reale di natura socio-econom. che si identifica con la condizione storica del salariato nella societ capitalistica

FEUERBACH Situazione delluomo religioso che, scindendosi, si sottomette ad una potenza estranea che lui stesso ha creato (Dio), estraniandosi dalla propria realt. CAUSE La causa del meccanismo globale dellalienazione risiede nella propriet privata dei mezzi di produzione, in virt della quale il possessore della fabbrica (il capitalista) pu utilizzare il lavoro di una certa categoria di individui (i salariati) per accrescere la propria ricchezza, secondo una dinamica che Marx descriver nel Capitale in termini di sfruttamento e logica del profitto. DISALIENAZIONE Hegel afferma che luomo ritrova se stesso nelleticit e nello spirito assoluto. Feuerbach : luomo riscatta se stesso riappropriandosi degli attributi concessi a Dio. Marx: luomo riconquista la propria essenza attraverso la rivoluzione sociale, abolendo la propriet privata e con lavvento del comunismo. LALIENAZIONE DELLOPERAIO Lalienazione delloperaio viene descritta da Marx sotto quattro aspetti fondamentali: Il lavoratore alienato rispetto al prodotto della sua attivit, in quanto egli con il suo lavoro (forza lavoro) produce un oggetto (il capitale), che non gli appartiene. Il lavoratore alienato rispetto alla sua stessa attivit, la quale prende la forma di unlavoro forzato o costrittivo, in cui egli strumento di fini estranei (il profitto del capitalista). 12

Il lavoratore alienato rispetto al suo stessoWesen, ossia alla sua essenza o genere. Infatti la prerogativa delluomo nei confronti dellanimale il lavoro libero, creativo ed universale, mentre nella societ capitalistica costretto ad un lavoro forzato e ripetitivo. Il lavoratore alienato rispetto al prossimo, perch laltro, per lui, soprattutto il capitalista, ossia un individuo che lo tratta come un mezzo e lo espropria del frutto della sua fatica, facendo s che il suo rapporto con lui, e con lumanit in genere, sia per forza conflittuale.

LALIENAZIONE ECONOMICA

La societ moderna dellEuropa occidentale ormai dominata dal sistema di produzione capitalistico. In questo contesto storico- sociale va cercata la radice economica dellattuale conflitto di classe. Il conflitto tra la classe borghese (i capitalisti) e gli operai salariati dellindustria (i proletari). Lantagonismo determinato dal loro diverso ruolo per quanto riguarda la produzione: il capitalista impiega esclusivamente il capitale, il lavoratore, la forza lavoro, che viene retribuita secondo il numero di ore prestate. Materie prime e macchinari sono di esclusiva propriet del capitalista.

Il lavoratore non interviene in nessun modo nel processo produttivo con strumenti di sua propriet; offre solo il suo lavoro. Il lavoratore non viene in alcun modo coinvolto nellacquisto di materie prime e nella vendita del prodotto finito. Il prodotto del suo lavoro viene scambiato senza alcun suo intervento. Egli non progetta il lavoro n ha alcun potere decisionale nella fase di organizzazione del lavoro stesso. Il lavoro parcellizzato e ogni fase della lavorazione svolta da macchine ed operai diversi. Il suo compito quello di pensare il meno possibile e di svolgere lavori ripetitivi, senza comprendere il ciclo lavorativo complessivo.

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LA REIFICAZIONE Loperaio deve essere macchina egli stesso, deve disumanizzarsi e divenire una cosa (res in latino) per lavorare bene: pura forza lavoro. Che sia ridotto ad una cosa lo dimostra il fatto che le stesse ore di lavoro sono una merce, che viene scambiata sul mercato del lavoro, come qualsiasi altra, sottoposta alle stesse leggi di mercato.

MARX E FEUERBACH Feuerbach appare a Marx il vero superatore della veccia filosofia: Ha avuto il merito di teorizzare il rovesciamento materialistico di soggetto - predicato, concreto astratto dalla Ha sottolineato la naturalit delluomo, ma ha perso di vista la sua storicit non rendendosi conto che luomo, pi che natura, societ e quindi storia. Per Feuerbach lalienazione un fatto coscienziale derivante da unerrata interpretazione di s Per Marx lindividuo reso tale societ storica in cui egli vive, per cui non esiste luomo in astratto, ma luomo figlio e prodotto di una determinata societ e di uno specifico momento storico. Feuerbach ha ignorato laspetto pratico ed attivo della natura umana ed ha cercato la soluzione dei problemi reali nella dimensione della teoria

Lessere umano non unastrazione immanente allindividuo singolo, bens linsieme dei rapporti sociali.

RELIGIONE Espressione della volont di dominio della classe egemone, che si serve di questo strumento per mantenere un controllo sociale. Marx elabora una teoria della religione comeOpium des Volks (oppio del popolo), che in quanto Espressione della protesta delle masse contro la miseria materiale e morale a cui le costringono i rapporti di forze tra le classi, nella societ. Il popolo, vittima delle ingiustizie cerca illusoriamente nellaldil, ci che gli negato nellaldiqua. 14

narcotico delle masse il sintomo di una condizione umana e sociale alienata Attraverso le acquisizioni della critica filosofica, le masse devono acquistare la coscienza dellinganno implicito nel messaggio religioso e della illusione di cui sono vittime quando pongono in Dio la soluzione dei loro problemi

LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA Lintento di Marx quello di svelare al di l delle ideologie, la verit sulla storia, mediante il raggiungimento di un punto di vista obiettivo sulla societ, che permetta di descrivere non ci che gli uomini possono apparire nella rappresentazione propria, bens quali sono realmente. necessaria linaugurazione di una nuova scienza, in relazione a cui la filosofia uno strumento di sintesi dei risultati astratti dallesame dello sviluppo storico degli uomini.

Di conseguenza la storia non un evento spirituale, ma un processo materiale fondato sulla dialettica bisogno-soddisfacimento proprio questazione materiale che umanizza gli uomini: infatti essi incominciarono a distinguersi dagli animali allorch, in virt della necessit, cominciarono a produrre i loro mezzi di sussistenza. Alla base della storia vi dunque il lavoro, che Marx intende come creatore di civilt e di cultura e come ci attraverso cui luomo si rende tale, emergendo dallanimalit primitiva e distinguendosi dagli altri esseri viventi. FORZE PRODUTTIVE E RAPPORTI DI PRODUZIONE Nellambito della produzione sociale dellesistenza bisogna distinguere, secondo Marx,: le forze produttive e i rapporti di produzione. Forze produttive Per forze produttive, Marx intende gli elementi necessari al processo di produzione, ossia: a) gli uomini che producono (forza lavoro), i mezzi (terra, macchine ecc.) b) le conoscenze tecniche e scientifiche utilizzate per organizzare e migliorare la produzione

Rapporti di produzione Per rapporti di produzione Marx intende i rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione e che regolano il possesso e limpiego dei mezzi di lavoro, nonch la ripartizione di ci che tramite essi si produce I rapporti di produzione trovano la loro espressione giuridica nei rapporti di propriet. Forze produttive e rapporti di produzione costituiscono, nella loro globalit il modo di produzione di un certo periodo. 15

Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo politico, sociale e spirituale della vita. Non la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma , al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. Contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione Ad un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali (uomini che producono) entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cio con i rapporti di propriet (che ne sono soltanto lespressione giuridica) dentro i quali tali forze per linnanzi si erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. EPOCHE DELLA FORMAZIONE ECONOMICA Marx distingue quattro epoche della formazione economica della societ: Quella asiatica (fondata su forme comunitarie della societ) Quella antica di tipo schiavistico Quella feudale Quella borghese Per Marx il crollo del capitalismo segna la fine della preistoria, mentre con la nuova societ comunista ha inizio la storia vera e propria.

GLOSSARIO Prassi: azione sociale (economica ed insieme politica) delluomo. Struttura: insieme delle relazioni economiche che determinano la realt storico sociale delluomo ( la lotta di classe la vera struttura del mondo. Sovrastruttura: prodotto teorico della mente, la coscienza umana, il pensiero. Ogni costruzione concettuale affonda le sue radici nella struttura e di questa lespressione. La scienza, larte, la filosofia, la religione sono sovrastrutture Ideologia: in una delle sue accezioni principali lideologia appare come unafalsa rappresentazione della realt, secondo la quale, alla comprensione oggettiva dei rapporti reali tra gli uomini sostituisce unimmagine deformata di essi. Forma di pensiero che ha la pretesa di fondare in modo assoluto delle verit che invece sono funzionali ad un particolare momento del conflitto delle classi. Es. Hegel eleva a carattere necessario dello spirito oggettivo la propriet privata, come fondamento della libert delluomo. La religione stessa una ideologia Umanit specie evoluta, composta di individui associati che lottano per la propria sopravvivenza. Storia 16

non evento spirituale, ma processo materiale basato sulla dialettica:Bisogno Soddisfacimento Interpretata da Marx come il necessario movimento verso il superamento della estraniazione. La dialettica delle classi genera un movimento di opposizione, cio di reciproca negazione, ma il necessario crollo del regime capitalista porter ad una societ comunista in cui, sia pure attraverso complesse fasi, le classi dovranno sparire perch superate, negate, dalla riappropriazione che luomo compir verso se stesso. Proletariato La classe priva di propriet, ovvero la classe che soffre maggiormente dellalienazione prodotta dalla societ borghese, quella destinata ad eseguire la condanna storica della civilt proprietaria ed egoistica, e a realizzare la democrazia comunista. Alienazione economica Lalienazione economica un fatto reale, che sta alla base di tutte le alienazioni, soprattutto di quella politica e di quella religiosa; lunico modo per superarla, secondo Marx, latto reale e non puramente pensato, della rivoluzione e dellinstaurazione del socialismo, inteso come umanismo giunto al proprio compimento.

IL MANIFESTO
Nel Manifesto del partito comunista (1848) Marx si propone di esporre gli scopi ed i metodi dellazione rivoluzionaria. I punti salienti di esso sono: lanalisi della funzione storica della borghesia il concetto della storia come lotta di classe e il rapporto fra proletari e comunisti la critica dei socialismi non scientifici Nella prima parte del Manifesto, Marx descrive la vicenda storica della borghesia sintetizzandone, dal suo punto di vista, meriti e limiti: A differenza delle classi che hanno dominato nel passato, che tendevano alla conservazione statica dei modi di produzione, la borghesia, secondo Marx, non pu esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione e tutto linsieme dei rapporti sociali Di conseguenza la borghesia appare una classe dinamica, che ha dissolto, non solo le vecchie condizioni di vita, ma anche idee e credenze tradizionali. La borghesia ha modificato la faccia della terra in una misura che non ha precedenti nella storia, mostrando ai popoli che cosa possa lattivit umana La borghesia ha realizzato per la prima volta lunificazione del genere umano, poich il bisogno di uno smercio sempre pi esteso per i suoi prodotti lha spinta a percorrere tutto il globo terracqueo. Agevolando le comunicazioni e trascinando nella civilt tutti i paesi, assoggettando lOriente allOccidente, riuscita a costruire un mercato mondiale e a porre le basi per un reale cosmopolitismo. Nello stesso tempo ha assoggettato la campagna alla citt, distruggendo le antiche civilt contadine e creando centri urbani immensi.

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(Il Manifesto) LA STORIA COME LOTTA DI CLASSE Le moderne forze produttive si rivoltano contro i vecchi rapporti di propriet, ancora privatistici e sottomessi alla logica del profitto personale, generando delle crisi terribili che mettono in forse lesistenza stessa del capitalismo. Tanto che il proletariato, classe oppressa della societ borghese, non pu fare a meno di mettere in opera una dura lotta di classe, volta al superamento del capitalismo e delle sue forme istituzionali ed ideologiche. Il concetto della storia come lotta di classe uno dei pi significativi del Manifesto. Soggetto autentico di storia la lotta fra le classi. Il contributo originale di Marx a questo proposito risiede nellaver puntualizzato che: a. Lesistenza delle classi legata a determinate fasi storiche b. Le classi si definiscono essenzialmente in relazione alla propriet o meno dei mezzi di produzione, la quale fa s che in ogni epoca vi siano sempre due classi fondamentali c. La lotta di classe conduce necessariamente, attraverso la dittatura del proletariato, alla soppressione di tutte le classi e ad una societ senza classi. (Il Manifesto) CLASSE IN SE E CLASSE PER SE Il marxismo distingue traclasse in s e classe per s Un conto la classe intesa come aggregato di individui che in una data societ si trovano in una situazione economico sociale pressappoco identica (la classe in s), e un conto la classe intesa come unit autocosciente che lotta in modo solidale per i medesimi obiettivi (classe per s). (Il Manifesto) Evidentemente una classe si trasforma in oggetto rivoluzionario solamente quando perviene alla coscienza di classe ed aderisce al Partito comunista. Conformemente alle sue analisi del Capitalismo come fatto mondiale, Marx insiste inoltre sullinternazionalismo della lotta proletaria e termina il Manifesto con il noto slogan rivoluzionario: Proletari di tutti i paesi unitevi.

IL CAPITALE
IL CAPITALE Tre libri
1867 1885 1894

a. economia e dialettica
Il Capitale si propone di mettere in luce i meccanismi strutturali della societ borghese. Esso rappresenta il testo chiave della dottrina di Marx. 18

Marx convinto che non esistano leggi universali delleconomia e che ogni formazione sociale abbia caratteri e leggi storiche specifiche (le leggi che valgono per il feudalesimo ad esempio non valgono per il capitalismo) In secondo luogo Marx convinto che la societ borghese porti in se stessa delle contraddizioni strutturali che ne minano la solidit, ponendo le basi oggettive della sua fine. In terzo luogo, Marx persuaso che leconomia debba far uso dello schema dialettico della totalit organica, studiando il Capitalismo come una struttura i cui elementi (produzione, distribuzione, scambio, consumo) sono strettamente connessi. .Marx mette in evidenza le caratteristiche strutturali e le tendenze di sviluppo del Capitalismo e formula su di esso delle previsioni Queste previsioni assumono talvolta il carattere di profezie e come tali sono state lette da parte del movimento operaio e dai critici di Marx

b. merce, lavoro e plusvalore Caratteristica specifica del modo capitalistico di produzione, rispetto alle societ precedenti: produzione generalizzata di merci. Una merce deve avere un valore duso, in quanto deve poter servire a qualcosa. La merce deve possedere un valore di scambio,che ne garantisca la possibilit di essere scambiata con altre merci. Ma in che cosa risiede il valore di scambio di una merce? Dipende dalla quantit di lavoro socialmente necessaria per produrla: pi lavoro necessario per produrre una determinata merce e pi essa vale. Secondo Marx, il valore identifica con il prezzo. non si

Infatti su questultimo influiscono altri fattori contingenti, per esempio labbondanza o la scarsezza di una merce. Pertanto il prezzo di una singola merce pu superare il suo valore reale o stare al di sotto di esso. Poich alla radice di tutto sta il lavoro Marx contesta il cosiddetto feticismo delle merci, cio la considerazione delle merci come delle entit aventi valore per s, senza tener conto che invece esse sono il frutto dellattivit umana e di determinati rapporti sociali.

M. D. M.
Secondo Marx la caratteristica peculiare del capitalismo il fatto che in esso la produzione non risulta finalizzata al consumo, bens allaccumulazione di denaro. Di conseguenza il ciclo capitalistico non quello semplice, prevalente nelle societ pre-borghesi e descrivibile con la formula schematica M. D. M.(merce-denaro-merce) che si pu esemplificare dicendo ad es. che il contadini vende il pane (Merce), ricevendo del denaro (D) che utilizza per comperare dei vestiti (Merce).

D. M. D.
Il ciclo economico peculiare del Capitalismo piuttosto quello descrivibile con la formula schematica D. M. D. (denaro- merce- pi denaro) Infatti nella societ borghese abbiamo un soggetto (il capitalista) che investe del denaro in una merce, per ottenere alla fine pi denaro. Da dove deriva questo pi monetario, ovvero tale plus-valore? 19

IL PLUS - VALORE Lorigine del plus-valore non va ricercata a livello di scambio delle merci , bens a livello della produzione capitalistica delle medesime. Infatti nella societ borghese il capitalista ha la possibilit di comperare ed usare la merce umana ossia loperaio che produce valore. Il capitalista compera la sua forza lavoro, pagandola come qualsiasi merce, secondo il valore corrispondente alla quantit di lavoro socialmente necessario a produrla, che, nel caso delloperaio, corrisponde a quello dei mezzi che gli sono necessari per vivere, lavorare e generare, ossia il salario. Tuttavia loperaio, ed questa la fonte del plus-valore, ha la capacit di produrre un valore maggiore di quello che gli corrisposto con il salario. Il plus-valore dipende quindi dal plus-lavoro delloperaio e si identifica con linsieme del valore da lui gratuitamente offerto al capitalista. Con questa teoria Marx ha voluto fornire una spiegazione scientifica dello sfruttamento capitalista che si identifica quindi con la possibilit da parte dellimprenditore, di utilizzare la forza lavoro altrui a proprio vantaggio. Ci avviene in quanto il capitalista dispone dei mezzi di produzione, mentre il lavoratore dispone unicamente della propria energia lavorativa ed costretto, per vivere, a vendersi sul mercato, in vista del salario. Dal plus-valore deriva il profitto. Plus-valore e profitto per Marx, non sono tuttavia la medesima cosa. Il profitto, pur presupponendo il valore, non coincide con esso.

Il plus-valore nasce solo in relazione ai salari, ossia al capitale variabile (in quanto pi aumenta il plus-lavoro pi cresce il plus-valore) Il tasso del plus-valore risiede nel rapporto, espresso in percentuale, tra il plus-valore medesimo ed il capitale variabile. Plus-valore TASSO DEL PLUS-VALORE = --------------------------Cap. variabile Il capitalista per poter dirigere la fabbrica, costretto ad investire non solo in salari (capitale variabile), ma anche in impianti (capitale costante). Di conseguenza il tasso del profitto non coincide con il tasso del plus-valore, ma scaturisce dal rapporto, espresso in percentuale, tra il plus-valore da un lato e la somma del capitale variabile dallaltro. TENDENZE E CONTRADDIZIONI DEL CAPITALISMO Poich il Capitalismo si regge sul ciclo del D. M. D. il suo fine la maggior quantit di Plusvalore. Il Capitalismo cerca tutte le vie possibili per raggiungere tale scopo ed agisce secondo la logica del profitto privato, anzich secondo la logica dellinteresse collettivo. In un primo momento, il capitalismo cerca di accrescere il plus-valore aumentando la giornata lavorativa. Ma questa dilatazione dorario, pur generando maggior plus-lavoro e quindi maggior plus-valore, presenta dei limiti invalicabili, poich oltre un certo numero di ore la forza lavoro delloperaio cessa di essere produttiva. 20

Allora necessario cercare unaltra strada: se loperaio anzich impiegare sei ore per guadagnare il proprio salario, ne impiega quattro, evidente che il plus-valore intascato dal capitalista maggiore. Ovviamente, tutto ci si pu ottenere solo mediante una maggior produttivit del lavoro. Da ci discende la necessit strutturale, per il capitalismo, di introdurre, in continuazione, nuovi e pi efficienti metodi e strumenti di lavoro.

LA NASCITA DELLINDUSTRIA MECCANICA La grande svolta del modo capitalistico di produzione la nascita dellindustria meccanica che introduce nel ciclo lavorativo la macchina ossia il mezzo pi potente per laccorciamento del lavoro, capace di aumentare enormemente la quantit di merce prodotta nello stesso tempo, con lo stesso numero di operai e quindi di erogare maggior plus-valore relativo. Le macchine, che non hanno bisogno di riposo, permettono anche una maggior estrazione di plus-. valore assoluto allungando la giornata lavorativa. Inoltre rendendo meno faticose le operazioni lavorative, i capitalisti possono ricorrere alla forza lavoro delle donne e dei bambini, meno costosa e pi docile. Ma, mentre nella manifattura era loperaio ad usare gli strumenti di lavoro, ora la macchina ad usare il salariato che diventa solo unappendice o un servo della, macchina.. Mentre prima donne e bambini non erano forze concorrenti decisive, ora lo sono diventate favorendo il contenimento o labbassamento dei salari. Inoltre la velocit dei macchinari produce unintensificazione del lavoro, distruggendo non solo ogni creativit individuale, ma generando stress psico-fisico. Per tutti questi motivi tra lavoratore e macchina si instaura uninevitabile relazione di ostilit. AUMENTO DI PRODUTTIVIT CRISI DI PRODUZIONE Proprio laumento di produttivit, conseguito con luso delle macchine, genera, accanto alla conflittualit operaia, il fenomeno delle crisi cicliche di produzione proprie del capitalismo. Mentre nei secoli precedenti la crisi erano generate dalla scarsit di beni (a causa di carestie, epidemie, guerre ecc.), nel capitalismo sono provocate dalla sovrabbondanza di merci. Questo dovuto al fatto che il capitalismo (almeno ai tempi di Marx) risulta caratterizzato dal fenomeno dellanarchia della produzione la quale fa s che i capitalisti si precipitino alla cieca nei settori dove il profitto pi alto, facendo s che ad un certo punto, si verifichi un eccesso di produzione rispetto alle esigenze di mercato Tutto ci genera la crisi che, come effetti concomitanti, ha sia la distruzione capitalistica dei beni (spesso proprio quelli di cui avrebbero bisogno le classi pi povere: caff, frutta, ecc.) sia la disoccupazione che va ad accrescere il cosiddetto esercito industriale di riserva. Nel Capitalismo c crisi non perch ci sia poca merce in circolazione, ma perch ce n troppa.

CADUTA TENDENZIALE DEL TASSO DI PROFITTO La necessit, per il Capitalismo, di un continuo rinnovamento tecnologico determina la caduta tendenziale del tasso di profitto. una legge per cui, di fronte ad una smisurata crescita del capitale costante (impiegato per le macchine e le materie prime), rispetto al capitale variabile, diminuisce per forza il tasso di profitto. Questa legge di fondamentale importanza per Marx e per comprenderla bisogna tener conto che: 1) Il plus valore non generato dalle macchine, ma dal lavoro vivo, che viene pagato con il capitale variabile (salari). 2) Il tasso di plus valore dato dal rapporto fra il plus valore stesso ed il capitale variabile 21

Plus-valore TASSO DEL PLUS-VALORE= ---------------Capitale variabile. 3) Il tasso di profitto dato dal rapporto tra il plus valore da un lato e il capitale costante e il capitale variabile dallaltro. TASSO DI PROFITTO= P (plus-valore) ------------------------c (cap. cost.) + v (cap. var.)

Risulta evidente che, se il capitale costante accresciuto, il tasso di profitto diminuisce. La legge della caduta tendenziale del tasso di profitto si identifica con la legge deirendimenti decrescenti che demotivante per gli investimenti dei capitalistici e rappresenta, quindi, il vero tallone dAchille del sistema capitalistico. A lungo andare i suoi esiti sono catastrofici per la societ borghese DUE CLASSI ANTAGONISTICHE La legge della caduta tendenziale del tasso di profitto, i fenomeni dellanarchia produttiva, la concorrenza e le crisi determinano la scissione della societ in due classi antagonistiche: i capitalisti, tra i quali in seguito alla concorrenza e alle crisi c stata una netta selezione, e la massa dei salariati(occupati e non).

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