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I 100 TEATRI DEI BAMBINI

STRUMENTI DI ESPLORAZIONE SCIENTIFICA NELLUNIVERSO DELLE COSE , DEL TEMPO E DELLA NATURA
di : Angelo Rimondi Formatore nella Didattica delle Scienze e dell Educazione Ambientale

PARTE TERZA LE OASI INCANTATE DELLA CONOSCENZA


I pensamenti dei bambini trovano dentro i discorsi narrativi e dentro gli scarabocchi di ogni tipo la loro collocazione pi vivace, la rivendicazione di una dignit intellettuale che chiede solo di essere ascoltata e riconosciuta nella sua complessit come una propriet peculiare dell infanzia, una propriet alla quale non si deve e non si pu rinunciare; una dignit intellettuale che non pu essere rimossa o cancellata perch ritenuta bizzarra o stravagante, ma che pu essere soltanto coltivata, smontata e continuamente rimontata per farla fiorire e germogliare. Il processo del pensare, del ragionare sulle cose, risulta nei bambini proprio dallo sforzo che essi producono per fissarlo nel linguaggio delle parole e dei colori, quando la pluralit delle descrizioni e delle rappresentazioni anche la conseguenza speculare delleffettivo modo di esprimersi di una realt naturale equipaggiata con una dovizia di relazioni e capace di parlare retoricamente in modi differenti in occasioni diverse e ad ascoltatori diversi. I bambini raccontano con i nessi, anche con quelli pi strampalati e inverosimili, scoprono o inventano le congiunzioni plurali, proprio perch diversa la loro sensibilit, la loro emozione, il loro accorgersi e percepire, la loro comprensione di fronte allenorme quantit di elementi al dettaglio e dei dettagli al contorno, che si intrecciano e che cooperano assieme alla determinazione dei fenomeni del mondo reale, quelli pi banali e quelli pi curiosi, quelli pi scontati e quelli normalmente inosservati. La capacit dei bambini di tenere discussioni, di sostenerle con passione per durate sorprendenti, dunque la dimostrazione che il pensiero e la parola costituiscono una delle esperienze pi soddisfacenti della vita infantile .

I semi e le impronte dei ragionamenti formali sono da subito, biologicamente e culturalmente, attivi e riconoscibili nei vissuti dei bambini e delle bambine. La costruzione e luso delle procedure cognitive a partire dal concreto quotidiano, insieme alla formulazione pi o meno sottintesa di teorie e di concezioni di ogni tipo, appaiono immediatamente nella forma ancora embrionale di modelli di interpretazione della realt : modelli che sono uno strumento per salvaguardare e sperimentare lesistenza, per muoversi nel mondo e per garantire le condizioni essenziali della sopravvivenza.

Fin dai primi anni, nella vita dellinfanzia, i campi di esperienza risultano profondamente ed emotivamente intrecciati con luniverso delle regolarit, delle generalizzazioni e delle astrazioni; le tecnologie della codificazione formalizzante, propria dei saperi in evoluzione, e le forme di rappresentazione della realt, progressivamente sempre pi congruenti ed esaurienti, accompagnano fin dallinizio in modo inconsapevole ( essi lo fanno, ma non lo sanno ) , ma ineluttabile ( essi lo modificano e lo perfezionano ) : A - Ogni aspetto delle attivit motorie : 1. Poich si tratta di cogliere e di esercitare con successo le strategie neuro-muscolari necessarie per dimensionare lo spazio, per posizionare le parti del corpo e per imparare ad afferrare quantit esatte (oggetti singoli) oppure approssimate (manciate) ; per imparare a spostare, a trasportare, a trascinare, a ruotare, a raddrizzare, a rilasciare, ad allineare, ad inserire, ad infilare, a trattenere, a separare, a selezionare ; per imparare a salire e a scendere le scale, a saltare e a saltellare, a spostarsi e a trascinarsi, ad arrampicarsi e a scavalcare, a tuffarsi e a scivolare, a mantenersi in equilibrio ; 2. Poich si tratta di esplorare, di caratterizzare e di metabolizzare ogni superficie di contatto: le sue dimensioni, le sue conformazioni, le sue consistenze, le sue pesantezze, le sue resistenze, le sue penetrabilit, le sue deformabilit e di memorizzarle quindi per allestire intorno ad esse una variet incalcolabile di immaginazioni ; 3. Poich si tratta di valutare percettivamente le posizioni e le collocazioni, le direzioni e gli orientamenti, le distanze che dividono e gli spazi da percorrere per raggiungere qualcosa o qualcuno, i tempi da impiegare e le velocit di avvicinamento o di allontanamento e di registrarle quindi in maniera coordinata per definire relazioni, proporzioni, intensit, soglie di attenzione

B - Ogni aspetto delle attivit manipolatorie : 1. Poich si tratta con le cose, con le sostanze, con la pluralit dei materiali a disposizione di imparare i tantissimi modi di selezionare e di combinare, di prelevare e di travasare, di mescolare e di agitare, di cospargere e di imbrattare, di tagliuzzare e di spezzettare, di frantumare e di setacciare, di amalgamare e di coagulare calibrando le forze, le pressioni, le energie necessarie per raggiungere quei risultati ; 2. Poich si tratta di collaudare e di replicare molteplici volte i gesti, imparando a regolare i movimenti delle mani, le impugnature degli utensili, i pulsanti dei dispositivi per determinare i dosaggi , i volumi e le saturazioni , per misurare i gradi di penetrazione, di lacerazione, di perforazione, di dilatazione , per orientare i livelli di densit e di compattezza, di morbidezza e di plasticit, di elasticit e di scorrimento, di appiccicosit e di adesione mano a mano che si vanno scoprendo come risultati o come propriet dei procedimenti, anche casuali, messi in cantiere ; 3. Poich si tratta di pilotare e di disciplinare le azioni , imparando insieme ad esercitare le posture, a concentrare gli sguardi, a focalizzare le perturbazioni, i viraggi, le transizioni di fase, le alterazioni, i cambiamenti di forma e di struttura

C - Ogni aspetto delle attivit antropologico-relazionali : 1. Poich si tratta di accedere alla conoscenza delle variet viventi, eseguendo delle previsioni e delle stime di natura fisiologica ed etologica intorno alle crescite e agli sviluppi dei diversi organismi nei loro cicli stagionali, intorno ai comportamenti o agli atteggiamenti pi o meno imprevedibili che vengono da essi declinati sulla scena ; 2. Poich si tratta di imparare a confrontare quelle evoluzioni, quei comportamenti e quegli atteggiamenti con quelli pi o meno ritualizzati degli adulti o degli altri bambini o degli organismi animali e vegetali meno comuni; o addirittura dei giocattoli pi o meno meccanizzati, dei macchinismi, degli elettrodomestici, dei congegni elettronici, degli automi e dei robot ; 3. Poich si tratta, infine, di imparare a riconoscere e a differenziare le consuete routine dalle manifestazioni singolari; ad osservare i movimenti concorrenziali per ideare e preparare giochi e stratagemmi, per smascherare i tranelli e gli imbrogli, per denunciare o inventare le bugie; ad utilizzare la memoria e i ricordi per esaminare e convalidare identit e differenze, per organizzare e rappresentare sentimenti ed affetti, per tratteggiare e prospettare possibili amicizie od alleanze, per progettare ed immaginare originali compagnie, bande, consorterie di ogni genere

Questo inventario di germinazioni intellettive non pu certamente bastare ad esaurire la complessit e la ricchezza degli esperimenti di teoria , degli esercizi di organizzazione e di lavorazione cognitiva , che provano a modellare un pensiero che tenta di giocare con il mondo !

E comunque sopra questa straripante e socialmente governata spontaneit di azioni e di meditazioni infantili che pu essere per la prima volta concepito e disegnato il paesaggio didascalico della conoscenza : lincontro con la scuola , con luniverso degli apprendimenti e degli interrogativi motivati, delle conversazioni e delle argomentazioni, delle dispute e delle risoluzioni, delle congetture e delle confutazioni Per realizzare questa comunione di intenti, questo problematico ed infinito intrattenimento fra i copioni impertinenti dei bambini (sapientemente concimati e veicolati dai bisogni anche commerciali delle comunit di appartenenza) ed i progetti speculativi e variamente sofisticati degli adulti (sapientemente alimentati dai bisogni delle tradizioni e delle culture pi codificate) , diventa importante allestire degli spazi, dei luoghi, degli ambienti, allinterno dei quali trasferire una quantit di natura la pi varia possibile, allinterno dei quali impiantare un volume di realt la pi estesa possibile : una realt - esibita nella forma di mostre, di esposizioni, di installazioni fatta di oggetti, di materie, di manufatti di ogni tipo, di strumenti e di attrezzature, di cianfrusaglie e di materiali di recupero; di presenze minerali, vegetali e alimentari; di prodotti cosmetici e sanitari; di organismi naturali vivi o in letargo o da cucinare; di apparati artificiali per produrre suoni e rumori, immagini ed illuminazioni, luci ed arcobaleni, per lanciare proiettili, per eseguire acrobazie, per cuocere e bruciare, per tingere e colorare, per lavare e schiumeggiare

Questi spazi, questi luoghi, questi ambienti - che si devono poter smontare e rimontare tante volte a guisa di angolini molto speciali oppure di laboratori variamente strutturati e tematizzati oppure di botteghe ed officine dal sapore intensamente artigianale ; o ancora nella forma di orti e di giardini, di chioschi e di fontane, di radure riccamente cespugliate ed animate dalla presenza di stagni, di terrari, di voliere o addirittura nella forma di parchi in miniatura (piccoli boschi a guisa di chiostri naturali) , attrezzati con immagini o cartelli disegnati per esplorare sentieri, per raccogliere campioni, per fabbricare piste e labirinti, per spiare e registrare presenze, per riconoscere orme ed impronte - possono alla fine diventare :

Oasi incantate della Conoscenza


delle vere e proprie biodimore , congegnate apposta per essere abitate e coltivate, agite e adoperate come strumenti per realizzare esperimenti multiformi, manipolazioni plurisensoriali, simulazioni organico-motorie ; luoghi specialmente, dove concentrare il riguardo e la cura, dove intensificare la considerazione delle cose ritenute conosciute e di quelle certamente sconosciute; luoghi finalmente dove imparare a confondere e a disciogliere il silenzio e le paure nel fare, nel dire e nellagire di ognuno dentro il coraggio del fare, del dire e dellagire di tutti. Dentro questi spazi cos sperimentali e pieni di suggestioni operative , importante che i bambini e le bambine acquisiscano gradualmente una confidenza con tutti i corredi e gli arredi a disposizione; che imparino e abbiano la facolt e la libert di poterlo fare a trasportarli, a trasferirli, a sistemarli nei posti pi opportuni per poterli trastullare, utilizzare, trasformare arrivando in questo modo a disegnare degli ambienti equipaggiati di una vitalit e di una fisionomia insieme personalizzata e condivisa, riconoscibili da tutti perch modellati e riplasmati dalle mani, dalle intenzioni e dai progetti di tutti. Se si vogliono costruire, allora, delle storie originali , fatte di lavori e di prodotti altrettanto originali e capaci di oltrepassare la spontaneit pi o meno naturale in dotazione a tutti, bello immaginare queste Oasi come una opportunit per dare forma a discorsi e a disegni singolari, a pensieri e a manufatti sorprendenti ( come pure a travestimenti adeguati a supportare giuochi di ruolo, fingimenti ed interpretazioni intensamente compromessi dentro la costruzione collettiva di spazi simbolici come le cucine, i negozietti, gli ambulatori, i ristoranti, i mercatini oppure a stimolare ideazioni di strutture e di prototipi come le tane e le casupole, i castelli e le imbarcazioni, gli aquiloni e le astronavi, i giganti e i dinosauri, le ragnatele e le balene : tutti proiettati ad amalgamare campi di esperienze differenti e ad articolare nuovi linguaggi e nuove ingegnerie ) e non come spazi confezionati, allinterno dei quali i fanciulli possono vivere i loro esperimenti, non in qualit di protagonisti, ma solamente come esecutori passivi di progetti e di percorsi da altri organizzati e in ogni caso immodificabili ... e perch lincanto sia in definitiva, non soltanto quello degli allestimenti progettati per meravigliare e per entusiasmare i bambini, ma soprattutto quello suscitato dallo spettacolo delle loro attivit, dei loro coinvolgimenti appassionati, delle concentrazioni anche silenziose che restano in attesa di sorprese, dei movimenti delle mani e dei pensieri che si mettono in azione mentre le mani e i pensieri degli adulti sanno rimanere sullo sfondo, come unabile ed insieme delicata rega !

Per traghettare i bambini e le bambine dalla gestione di uno spazio strettamente personale al riconoscimento di uno spazio comune e partecipato, di uno spazio sempre pi relazionato e condiviso e dentro il quale andare a fabbricare comprensioni sempre pi raffinate ed efficaci, opportuno sviluppare una dialettica concreta di gesti e operazioni che si vanno ad alternare senza soste fra un andare a vivere da soli i propri tentativi di ricerca e di scoperta e un ritornare ad esibirsi davanti a tutti per propagandare le proprie competenze e le individuali investigazioni; fino a scoprire, tuttavia, nella specificit di ogni ambiente e nelle sessioni di lavoro cooperativo i momenti pi significativi per desiderare di restare insieme per sempre , esplorando tutto lesistente disponibile ; verificando, ancora, se c proprio tutto quello che serve per soddisfare i bisogni di un immaginario in fermento o se appare indispensabile organizzare spedizioni pi estese e pi durature nella natura, onde reperire tutto quello che appare come insolito ed intrigante ed arrivando in tal modo a declinare le Oasi della Conoscenza con delle nuove presenze, non programmate fin dallinizio, e a renderle cos potenzialmente pi interessanti , pi complete ed istruttive. Questa iniziazione alla conoscenza, che cresce sullo stupore degli sguardi e sulla meraviglia di fronte ai processi e ai risultati delle operazioni che si vanno piano piano liberando, pu trasformarsi in modalit e in allestimenti gradualmente pi strutturati : si impara a fare i conti con dispositivi e attrezzature sconosciuti, con oggetti mai considerati, con funzionamenti del tutto inediti e comunque mai riflettuti, con applicazioni inconsuete, con materiali / organismi / apparecchiature traboccanti di saperi nascosti, con procedimenti decisamente forestieri e che si possono inventare solamente elaborando insieme strategie di adoperamento, dentro conversazioni oculatamente pilotate e complicate dalla natura sorprendente ed inattesa dei Teatri che intorno ad esse possono essere montati e che vanno a reclamare competenze non ancora germogliate, maturate e sviluppate. Tutto questo, proprio allinizio, sembra assumere la forma di un gioco molto speciale; se, per giocare veramente, per sviluppare una intelligenza ludica cooperativa, prima, ed una intelligenza ludica codificatrice di norme da rispettare, da praticare e da modificare consapevolmente, poi, dovranno passare ancora numerosi anni, fra i 3 e i 6 anni, invece, la struttura del gioco viene identificata e vissuta per la prima volta come una rivelazione : lattenzione improvvisa che si manifesta di fronte alle regolarit dei fenomeni e dei fatti che si producono nel fare, nel manipolare, nello sperimentare, e con tutta la voglia di ripetere ogni esperienza per confermare la gioia di vederli ritornare ; fino a verificare che, combinando le cose in molteplici altri modi, emergono altre regolarit stupefacenti, altri comportamenti, altri funzionamenti, altri cambiamenti. La finalit di ognuna delle Oasi proprio quella di comunicare significati, di insegnare a respirare atmosfere concettuali sempre pi dense, di problematizzare le manipolazioni e le sperimentazioni in corso e di stimolare lelaborazione delle interpretazioni ; di imparare a progettare e a fabbricare strutture in miniatura o gigantesche e di incoraggiare la formulazione di soluzioni costruttive razionali e convincenti. Tutto questo, avendo la consapevolezza che dai materiali e dai contenuti specializzati pensati e predisposti dentro ognuno dei diversi ambienti di ricerca possono scaturire situazioni di apprendimento che andranno ad arricchire i differenti profili educativi : quello linguistico e quello cognitivo, quello motorio e quello operativo, quello creativo e quello espressivo, quello relazionale e quello cooperativo.

Lo scenario deve dunque spalancarsi su Esposizioni bene organizzate di materiali, oggetti, organismi , ammucchiati alla rinfusa e in modo apparentemente casuale oppure sistemati con cura secondo i criteri e le combinazioni pi originali; in ogni caso tenuti insieme da uno o pi filamenti educativi : mostre che, senza mediare direttamente sulle operazioni da intraprendere, hanno lobiettivo di stimolare linizio di un pensamento scientifico volto a scovare, a confrontare, a caratterizzare, a collegare gli aspetti pi ordinari e ricorrenti o quelli pi inconsueti e stravaganti. Moltissimi sono i tipi di raccolte, le categorie di prodotti, le collezioni di manufatti che si possono presentare : larte didattica della messa in scena presume che si fornisca ai piccoli allievi una riga di sceneggiatura , un segmento narrativo , un documento problematico della natura o dellindustria umana; un qualcosa o una parte di qualcosa da osservare, un corpo o un organismo da toccare, qualcosa ancora sopra il quale o con il quale fare qualcosa Quello che appare come rilevante riuscire a costruire curiosit , anche a partire da un solo elemento, avendo la consapevolezza adulta della enorme quantit di conoscenza che pu esserci dentro, di quanti saperi nascosti pu essere compagno, di quante manipolazioni / conversazioni / rappresentazioni si possono costruire attorno ad esso. Si arriva allora a scoprire come, parlando quasi di inezie, di dettagli, di minuzie di niente diventa possibile osservare cose impensate e inusitate; diventa possibile inventare parole e linguaggi mai utilizzati , quando, come per maga , si riescono ad aprire discorsi quasi illimitati sulle ruvidezze, sulle trasparenze, sulle elasticit, sulle increspature, sulle pastosit, sulle scivolosit, sui rigonfiamenti, sulle schiumosit, sugli imprigionamenti : fatti, fenomeni, episodi, accidenti che tradiscono itinerari ricchi di storie e di saperi , i ricami concettuali di una complessit tutta da imbastire intorno a problemi di forma e di grandezza, di struttura e di coesione, di trasformazione e di metabolismo, di regolazione e di interazione. Ma i bambini e le bambine mostrano di starci , dimostrano di avere un fiuto lungimirante e speciale per tutte le cose complicate, rivelano interessi del tutto singolari intorno ad avvenimenti e processi densi di implicazioni filosofiche e scientifiche : si comportano da esperti di fronte alle fiabe della natura e dellarte umana, poich a tutti i livelli dimostrano di sapere cogliere lemergere di elementi narrativi, di novit meravigliose, di eventi inattesi e strabilianti e mostrano competenze ancora pi sorprendenti, quando incominciano discorsi sulla natura dei buchi, degli assorbimenti, delle appiccicosit, delle penetrazioni, delle screpolature, delle ferite, delle alterazioni di ogni tipo certamente artefici spudorati e protagonisti di quelle consolidate drammatizzazioni ! Per questo, di fronte a tanta esibizione di corpi, di sostanze, di materie e materiali pi o meno sconosciuti, manifestano un agio che lascia stupefatti, come se fossero immersi da sempre nel loro ambiente abituale e , quasi continuando un esercizio a lungo collaudato, si mettono a questionare, a fare commissioni e comunicazioni di lavoro, a prendere appuntamenti di intervento; si mettono a toccare, ad assaggiare, ad annusare, ad esaminare e ad accertare, a paragonare idee e percezioni, per nulla preoccupati di stare a misurare il senso del percorso o il grado di controllo esercitato dai grandi onnipresenti ! Vanno avanti, cos, sperimentando nuove sensazioni, costruendo nuovi dialetti e nuove cognizioni, liberi di confrontare i ricordi con la natura delle cose che hanno davanti, con le cose della natura che stanno setacciando fino a quando, sopra questa spontaneit cos generosa e spesso straripante, sullo stupore che si manifesta di fronte ai risultati di certe operazioni pi o meno consapevoli, sulla produzione di parole che accompagnano le attivit del guardare, del rigirare fra le mani, del raschiare le materie per vederne le reazioni non interviene allimprovviso l insegnante a scompaginare le naturali evoluzioni e ad avviare una danza di domande, di questioni e di problemi che scandiscono linizio della scuola veramente !

A. Cos / da cosa si vede che / come fatto / di cosa fatto / da dove viene / dove lo si pu trovare / che cosa ci si pu fare / come e in quanti modi si pu usare / ( davanti per esempio a un : alimento, congegno, oggetto, manufatto, trottola, meccanismo, organismo, attrezzo, citrato, muffa, fornello ) B. Cosa entra / cosa esce / cosa c dentro / come funziona / come cambia o si trasforma / cosa succede se, mentre, durante / cosa ci vuole per / quanto ci mette per / cosa deve succedere perch si formi / quanto manca perch / quanto ce ne vuole per / ( davanti per esempio a un : seme, uovo, zolla, lombrico, spugna, candela, aragosta, ortaggio, lavatrice, pulcino, giocattolo, bambino, ) E dunque luniverso dei cosa e dei come , dei quando e dei quanto , dei prima e dei dopo , dei mentre e dei durante , degli invece e degli intanto , dei se e degli allora , dei dove e dei fin dove : quel formidabile complesso di particelle interrogative che vengono ben presto assimilate ed integrate dai bambini dentro le loro strategie comunicative; dentro il ciclo delle argomentazioni e delle contro-argomentazioni nelle discussioni fra pari; dentro i meccanismi recitativi di opposizione e di approvazione, che sono propri della natura teatrale delle loro conversazioni pubbliche e private, dei loro dibattimenti esclusivi e singolari. Nellimparare a rispondere agli interrogativi che nascono dallincontro con i fatti, dentro ognuna delle Oasi incantate della Conoscenza , ogni bambino incomincia a sensibilizzarsi con lidea che ogni parola adoperata, ogni gesto utilizzato, ogni sostanza consumata, ogni scarabocchio disegnato, ogni ricordo rievocato e ragionato sono gravidi di sviluppi imprevedibili; che dentro ogni formulazione di pensiero ci sono articolazioni di percorsi e sfumature di interpretazione copiose e produttive; che ogni quesito somministrato con astuzia, nel posto giusto e nel momento pi opportuno, pu diventare il segnale per nuove spiegazioni, lavviso per scoperte insospettate e che ogni risposta, infine, non altro che una nuova domanda, presentata allinsegnante, perch possa continuare a interrogare e a valutare, a prospettare questioni sempre pi interessanti e sempre pi intrecciate con la complessit dei fenomeni e delle storie che vengono studiate perch, alla fine, la trasmissione vera dei saperi avviene proprio nella novit e nella inconsueta pertinenza delle domande che vengono sottoposte agli alunni e nella curiosit che esse dimostrano di sapere stimolare ; perch, alla fine, i veri contenuti della conoscenza vengono seminati e tramandati proprio attraverso la densit e la singolarit s-concertante dei problemi che vengono per la prima volta prospettati e disciolti dentro il pensare germogliante dei piccoli bambini e dentro i loro modelli primordiali E lapertura infinita di un dialogo , di una scenografia che annuncia una giostra di pensamenti e di ripensamenti, di un torneo circolare dentro il quale ogni fanciullo viene riconosciuto come significativo per le cose che racconta ed ascoltato ( se non altro per il gusto tutto intellettuale di poterlo smentire e contraddire ) ; e quando il tema, loggetto, il frammento di partenza la memoria ancora calda delle esperienze appena assaporate, non c quasi nessuno che non provi a sciogliere la lingua e a stuzzicare quella degli altri, per contribuire al gioco teatrale dentro il quale si va a sviluppare lintero esperimento didattico : il Teatro come spazio degli incontri e degli scontri , dei consensi e dei dissensi, come luogo delle dispute interminabili e delle dimostrazioni, come foro delle argomentazioni cooperative e delle strumentazioni oratorie progressivamente pi facoltose.

Educando ad inclinare il pensiero verso finestre mai spalancate, verso paesaggi e sentieri mai esplorati, verso immaginazioni mai esercitate, e senza disperdere i sussurri e i bisbigli, la volatilit dei linguaggi impegnati, la confusione dei confronti, la trascrizione degli schizzi e degli abbozzi, la scoperta dei personali ritmi cognitivi : si prova a dare fiducia a ogni espressione di pensiero e di ragionamento attraverso un ascolto paziente e illimitato, dando significato ad ogni tentativo di parlare e di sbagliare, alla ricchezza degli errori che vengono elaborati in quanto tentativi in formazione di raccontare e di interpretare il mondo. Tutte le differenze, allora, devono essere accolte come un patrimonio da tutelare e da valorizzare; tutte le prospettive, le precisazioni ed i chiarimenti, tutte le proposte di soluzioni devono essere accettate, assumendo come obiettivo quello di illuminare con il proprio pensiero e con la propria ricerca quelli di tutti, nessuno escluso. Questa modalit di fare scuola deve potersi sviluppare nella forma di un canovaccio teatrale molto progettato e molto lavorato, e tuttavia consapevole insieme ed aperto ad ogni imprevisto di percorso: perch importante immaginare e simulare solo come adulti tutte le ipotesi dellitinerario che si vanno a formulare e tutte le direttrici che si possono tracciare dentro le Oasi della Conoscenza, non lasciando nulla di intentato nel prevederne gli andamenti e ogni possibile ramificazione; nel puntualizzarne le tappe o, meglio ancora, tutte le possibili mediazioni, i materiali da usare e da aggiungere, i tempi e le scansioni, gli spazi ed i movimenti, gli spostamenti e le deviazioni; nel valutare le soluzioni problematiche e tutti gli ostacoli possibili, tutte le domande necessarie per fare maturare il pensiero : questa, anche, una parte sostanziosa di tutto il lavoro docente! Ma una volta avviato il cammino, importante esplorarlo assieme agli alunni e senza sostituirsi ad essi, imparando a negoziare con loro le direzioni del viaggio o delle storie che si vogliono con loro costruire. Soltanto in questo modo possibile acquisire la certezza di non avere costruito tutto fin dall inizio , constatando allora con stupore il dilagare dei linguaggi, dei disegni e delle narrazioni, lemergere continuo di una variet di pensieri incontenibile; la capacit, soprattutto, di auto-imparare dalle individuali e dalle condivise esperienze e di ridisegnare se stessi adulti e bambini molteplici volte, attraverso una pluralit ininterrotta di accomodamenti e di adattamenti, capaci di selezionare i cammini di realizzazione pi convincenti ed emotivamente pi coinvolgenti. Questo pu segnare il passaggio da una pedagogia dellascolto, comunque irrinunciabile, ad una forma ancora pi complessa di pedagogia : la pedagogia del ritocco cognitivo (1) , di una lavorazione a lunga percorrenza architettata sopra una storia indefinita di aggiustamenti, di miglioramenti e di sistemazioni; una pedagogia che, assumendo come sfondo integratore la teoria dellevoluzione naturale e culturale, prospetta quella transizione dalluniverso della spontaneit alluniverso della complessit che, attraverso la proposizione progressiva di complicazioni di pensiero senza confini, va a determinare la costituzione di un sodalizio chiaramente abilitato a parlare del mondo, a interpretarlo e a modificarlo. (continua)

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(1) Lintero Volume V della Collana Gaia Scienza I Teatri della Formazione. Pensare per problemi, pensare per modelli dedicato alla illustrazione dettagliata di questa proposta .

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Bibliografia
F.Alfieri, M.Arc, P.Guidoni (a cura di) Il senso di fare scienze Ed. Bollati Boringhieri, Torino 1995 G. Cavallini La formazione dei concetti scientifici Ed. La Nuova Italia, Firenze 1995 S.A. Costa La scuola e la grande scala Ed. Sellerio, Palermo 1990 P. Perticari Attesi imprevisti Bollati Boringhieri, Torino 1996 D. Vallario Il cerchio per parlare le parole. La conoscenza come conquista Ed. Junior, Bergamo 2009 M. Sala Il volo di Perseo. Bambini e adulti verso unecologia delleducazione scientifica Ed. Junior, Bergamo 2004 A.A.V.V. Bambini, spazi, relazioni. Metaprogetto di ambiente per linfanzia Domus Academy Research Center Reggio Children 1998 A. Rimondi Gaia Scienza Voll. 1,2,3,4 Ed. Junior, Bergamo 2003-2004 L.Mortari, R.Zerbato Avventure in natura Ed. Junior, Bergamo 2007 F. Caggio, M. Noziglia Bambini a Milano Ed. Junior, Bergamo 1999 M. Salvadori (a cura) Scienza in gioco. Costruzioni dacqua di adulti e bambini Ed.Junior, Bergamo 2004 AA.VV. La cosa pi difficile farlo stare in piedi Ed. Junior, Bergamo 2008 J.H.Quick, J.H.Duncan, J.A.Malcolm Jr. Tempi Standard Work-Factor per la misurazione del lavoro manuale e intellettuale 2 Voll. Ed. Franco Angeli, Milano 1967 P.L. Volzing La capacit argomentativa del bambino Ed. Giunti Barbera, Firenze 1985 W.A. Corsaro, T.A. Rizzo La discussione e lamicizia nella cultura italiana dei pari in : R.A. Le Vine, R.S. New Antropologia e infanzia Ed. Raffaello Cortina, Milano 2009 T.Spini, S.Spini Togu na . La casa della parola Bollati Boringhieri, Torino 2003 A. Bondioli (a cura) Ludus in fabula: per una pedagogia del narrare infantile Ed. Junior, Bergamo 2004 R. Nozick Spiegazioni filosofiche Ed. Il Saggiatore, Milano 1987 M. Waldrop Complessit Ed. Instar Libri, Torino 1996 A. Rimondi Gaia Scienza Vol. 5 I Teatri della Formazione Ed. Junior, Bergamo 2007

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