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649004
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
venerd 23 marzo 2012
Unicuique suum
Anno CLII n. 69 (46.015)
.
Per una fine immediata di tutte le violenze e di ogni violazione dei diritti umani
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Mali e ha chiesto il ritorno del potere costituzionale il pi presto possibile. Noi condanniamo la presa di controllo del potere da parte dei militari e la sospensione della Costituzione, ha detto lalto rappresentante della Politica estera e di sicurezza dellUe, Catherine Ashton. Appello degli Stati Uniti per la fine delle violenze in Mali. Le tensioni che dividono il Paese afferma il dipartimento di Stato americano devono essere risolte attraverso il dialogo. Le autorit
statunitensi invitano quindi i cittadini americani in Mali a non uscire di casa fino a che perdureranno gli scontri in atto. Anche la Francia ha auspicato elezioni prima possibile nel Mali. A dichiararlo il ministro degli Esteri francese, Alain Jupp. Teniamo al rispetto delle regole democratiche e costituzionali. Chiediamo il ritorno allordine costituzionale, delle elezioni, erano in agenda per aprile, devono svolgersi prima possibile.
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Per Osborne linflazione scender all1,9 per cento
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GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
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Sospesi i colloqui di pace con le autorit della Nigeria
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modalit dellassistenza ai civili colpiti dal sanguinoso conflitto. Attualmente, non vi sono obblighi internazionali affinch le parti coinvolte nel conflitto in Somalia risarciscano i civili colpiti dalle operazioni militari. Tra le raccomandazioni del rapporto vi listituzione di un meccanismo atto a tracciare, analizzare, investigare e rispondere a tutti gli episodi di danno alla popolazione civile, tra cui la perdita di propriet, degli arti o della vita.
Dopo essersi detto seriamente preoccupato per i ripetuti episodi di violenze, lAlto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati secondo quanto riferisce lagenzia Ansa ha esortato tutte le parti coinvolte nel conflitto in Somalia a porre fine agli attacchi sulla popolazione civile e sulle agenzie umanitarie, o nei quali vi sia un alto rischio di arrecare danno ai civili situati vicino allobiettivo.
Per verificare la regolarit delle elezioni suppletive del prossimo primo aprile
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Raccolte in un volume le lezioni tenute negli anni Settanta alla Facolt teologica del Triveneto
Il professor Joseph Ratzinger accanto a padre Cornelio Del Zotto (Roana, 2 aprile 1975)
redo che la storia dello sviluppo delle parole sia come uno specchio in cui leggere il progredire del pensiero umano. Il termine felicit ha sostituito progressivamente, nel sentimento e nel parlare comune fuori dellarea teologica, il termine classico di salvezza. Ci ha significato la perdita della pregnanza cosmica contenuta nel concetto cristiano di salvezza. Col termine salvezza era connotata la salvezza del mondo, entro la quale si realizza quella personale. Invece felicit,
ella logica trinitaria di Gioacchino da Fiore lo Spirito Santo nella storia viene individuato come stimolo a un momento che va ben oltre il Figlio: inizia cos un cammino che fa gi uscire dal cristianesimo e che successivamente porta ben lontano dallo stesso Spirito Santo in direzione dello spirito del mondo (inteso nel senso pi vasto del termine). La forma propriamente cristiana di una filosofia della storia la intravedo invece in Ireneo, che parimenti poggia sulla problematica storica il suo intero progetto teologico, ma vede in modo esattamente opposto la successione trinitaria, conservando cos intatto il mistero dellunit nella Trinit santa. Secondo il vescovo di Lione il cammino della storia sale dallo Spirito Santo al Figlio e dal Figlio al Padre. Anche per Ireneo vale il principio che la storia pu avere pienamente senso solo se si lega a Dio, e che essa pu legarsi a Dio solo perch Dio Trinit. Anche per Ireneo la storia in definitiva logica in quanto fondata sulla Trinit, ma una simile logica viene garantita cristianamente proprio per il fatto che essa non per niente la logica della storia. Il vescovo di Lione ha indicato con acutezza, nella sua polemica con gli eretici suoi contemporanei, che la gnosi valentiniana, nella sua pretesa di uno status pneumatico riservato agli gnostici, naturalizza lo Spirito e in tal modo lo emargina.
Poich non c spazio qui per ricerche storiche lunghe e approfondite, vorrei esporre semplicemente il significato che per lattuale situazione nel campo del pensiero offre la prospettiva di santIreneo. Ci si potrebbe esprimere approssimativamente cos: come ogni gnosi, anche lidealismo hegeliano in definitiva un naturalismo; lo spirito, che diventa logica della storia, segna il passaggio dalla libert alla ne-
sta formulazione io vedrei anche la regola fondamentale per ogni cristiano nel discernimento degli spiriti: lo Spirito si autentica per il fatto che egli conduce al Cristo. Qualora provocasse allontanamento dal Cristo e dal suo vangelo, non avrebbe niente a che fare con lo Spirito Santo attestato dalla Bibbia, bens sarebbe anti-Spirito. Lo Spirito si autentica ancora ogniqualvolta, attraverso il Cristo Figlio, egli porta al Padre: qualora Cristo si presentasse come la forma definitiva e il cammiLuomo spirituale in senso cristiano colui no della vita cristiana non proseguisse verso il Padre, di nuovo non si che nella storia sviluppa forme di vita tratterebbe pi del Cristo della Biboltre e sopra la storia stessa bia (essenzialmente Figlio), bens di un anti-Cristo. Tentando di riassumere in due righe quancessit, e la sua necessit sul piano filosofico diventa infine costrizione nel campo poli- to sono andato esplicitando in queste pagine, potremmo affermare che la pneumatolotico. A questo idealismo e naturalismo va con- gia cristiana non filosofia della storia, ma trapposta la esteriorit dello Spirito, che ha a che fare con essa in misura essenziale in sola rende possibile la responsabilit etica quanto appella a Qualcuno che dal di fuori fondata sulla libert, e come tale ne permette interpella la storia e la misura. Luomo pneumatico perci sar colui lautenticit. Proprio questa prospettiva Ireneo racco- che prende posizione contro una storia che mandava vivamente contro gli spirituali gno- si chiude in se stessa (e che perci stesso si stici, secondo i quali lthos veniva sostituito autodistrugge); sar colui che apre la storia a dalla semplice e automatica appartenenza al partire dalla sua vera ragione e dal suo senso pi profondo, rendendo cos possibile vivere partito dei giusti. In armonia con questa visione si costruisce nella storia proprio perch luomo spirituale lordine della storia quale cammino dello in senso cristiano sviluppa in essa forme di Spirito verso il Figlio fino al Padre. In que- vita oltre e sopra la storia.
Mentre limpero cristiano sostituiva quello pagano Cesarea sostituiva Alessandria Una svolta culturale religiosa che si affiancava a quella politica
posta sotto la lente cristiana. Questo provoca ovviamente un certo processo di assimilazione, ma anche un controllo e una presa di possesso, bilanciati dallonesta responsabilit di tramandare ai posteri la ricchezza della cultura classica. Nella Praeparatio evangelica voluta da Eusebio come una dimostrazione di erudizione e come una biblioteca, da una parte, e il suo discorso apologetico, dallaltra, queste due componenti interagiscono profondamente. Costruendo questopera come unaccumulazione di citazioni, dove sono associati autori pagani, giudei e cristiani, Eusebio presenta un quadro della cultura cristiana che alla fine vuole mostrare la sua superiorit e il trionfo su ogni altra alternativa. Eusebio ha raccolto leredit della Scuola alessandrina trasferita e rinnovata da Origene e Panfilo a Cesarea; Eusebio, tramite i suoi scritti eruditi, storici, esegetici e teologici, tramite la Scuola di Cesarea che ha formato tanti personaggi chiave, e tramite tutta lorganizzazione editoriale e libraria, ha quasi provocato come una sostituzione di unantica istituzione con una nuova; e, mentre lImpero cristiano sostituiva quello pagano, Cesarea sostituiva Alessandria. Una svolta culturale religiosa si affianca dunque a quella politica e costituisce con essa lunica svolta costantiniana.
corte, attaccandogli questa etichetta per pi di un secolo, parte dallo storico dellarte e storiografo Jacob Burckhardt con la sua opera Die Zeit Konstantins des Groen (1853) fino a Henri Grgoire (1938), per arrivare a oggi, in cui si contano ancora, anche se pochi, detrattori di Costantino e comunque negatori della sua conversione al cristianesimo. Tutto ci ha creato una idiosincrasia verso le opere di Eusebio, cos che esse non sono state n conosciute n lette, causando un pregiudizio di dispregio su di lui. Il servizio che Eusebio intendeva prestare alla causa dellimperatore, che aveva liberato la Chiesa dalla
Congresso a Barcellona
Nel testo qui pubblicato riportiamo stralci della relazione inaugurale del congresso internazionale Constantinus, El primer Emperador cristiano? Religin y poltica en el siglo IV, in corso fino al 24 marzo a Barcellona nella Facultat de Teologia de Catalunya.
ora, riduce il contenuto della salvezza a una sorta di benessere individuale, a una qualit del vivere delluomo inteso come individuo; in questa prospettiva il mondo non viene considerato pi per se stesso e globalmente, ma solo in funzione individualistica. Si ha cos un depotenziamento del contenuto teologico della salvezza. Se non che al termine felicit sta subentrando prepotentemente un altro termine pi fortunato, vale a dire il termine futuro. Questo termine per cos dire, riabilita lintenzione profonda che era nascosta nel termine salvezza. La felicit fu intesa sempre pi in senso autonomo e opposto, rispetto al salvarsi lanima. Ma cos luomo, affamato di piacere, chiuso nellorizzonte ristretto dei suoi sogni immediati, ha cominciato a confrontarsi con gli altri, con i pi fortunati e pi felici di lui. Non potendo sopportare la presenza di altri uomini pi felici di lui, ha cominciato a sognare e a lottare per un futuro di uguaglianza per tutti. Lideale borghese non basta pi, perch luomo non puo restare isolato, da solo; ha fame di una felicit totale, pi grande. Ritorna allora lintenzione rivolta al mondo, alla salvezza del mondo, nel senso di operare un cambiamento del mondo, tale che offra condizioni per una felicit pi piena per tutti. Il futuro pertanto assorbe nella sua utopia ci che prima poteva evocare di senso e significato sia il termine salvezza, sia il termine felicit. Futuro, ecco la nuova parola: il marxismo su di essa gioca la sua chance. Nei confronti di questa storia dei termini, la teologia deve confessare di essersi lasciata compromettere nel processo di riduzione, di caduta, di perdita di senso nel genuino concetto biblico di salvezza. Duplice riduzione, anche in teologia: anzitutto privatizzazione e interiorizzazione della salvezza, che la riduce a problema della pura e semplice salvezza dellanima; e poi adattamento al modello borghese, senso individualistico della salvezza. Il risultato che oggi la vera risposta della fede pu essere oscurata da due parti. Dalluna parte, la memoria eucaristica dellamore del Signore e della sua promessa viene cambiata in una memoria pericolosa (Bloch), strumento di una religione dellinvidia. Dallaltra parte, il cristianesimo pu essere considerato come fattore di mantenimento della situazione attuale del mondo, privilegiante piccoli gruppi potenti. Oggi, poi, si sentono voci di stanchezza e di rassegnazione anche da parte di coloro che hanno patrocinato il superamento dellimmobilismo e la radicale immissione nella lotta per il nuovo. Il momento euforico della ragione tecnologica dO ccidente e della ragione rivoluzionaria dOriente sembra passato. Sta subentrando una crisi di stanchezza. Occorre reagire. La teologia stessa deve aiutare luomo doggi a trovare possibilit, le pi profonde e vere, di cambiamento del mondo. Una tale strategia deve essere nuova nel senso che sia capace di allargare e superare appunto i cerchi sia della razionalit tecnologica occidentale, sia della razionalit rivoluzionaria orientale. Luomo non si accontenta pi di un supplemento, di una aggiunta quantitativa di felicit; n di una semplice distribuzione pi equa dei beni presenti. Egli domanda qualcosa di totale, di veramente nuovo, di pi profondo. Perci, per comprendere e per rispondere a questa domanda radicale delluomo, a questa sua sete di felicit, la prima cosa da fare di avere il coraggio di appellarsi a una ragione totale, vale a dire a una ragione che non sia soltanto produttiva, che non prenda la realt come oggetto, ma che sia anche aperta allascolto del tu, dellamore, anche dellamore eterno e della sua forza trasformatrice. Svegliare la ragione, perch non si addormenti nel dato, anche quello calcolato e prevedibile. Le sue fortune vengono anzi proprio da ci che non abbiamo previsto!
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La ricerca e ledizione dei carteggi di Giuseppe Toniolo
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n Chadzi-Murat, racconto di Tolstoj del 1912 ambientato nel Caucaso dove lautore era stato da giovane ufficiale, si parla di uccelli rapaci in due occasioni. La prima nel quarto capitolo, quando il ribelle ceceno che d il titolo al racconto fugge dal villaggio di Machket per sventare il tentativo di catturarlo messo in atto dagli uomini fedeli al suo avversario Samil. Fuga che avviene a cavallo, nel silenzio notturno interrotto solo dal gorgogliare di un torrente e dal pianto dellallocco, rapace della famiglia degli Strigidi. Nella seconda occasione protagonista un falco. Stando a una favola nota tra i valligiani della Tavla, tornato sui monti dopo essere vissuto prigioniero tra gli uomini, detto falco era stato respinto dai compagni per via delle zampe impastoiate e dei sonagli sulle pastoie, segni del suo antecedente stato di detenzione. Episodi che risalgono alla seconda met dellOttocento quando il silenzio notturno, privo di interferenze artificiali, poteva essere popolato dai suoni offerti dalla natura. Diversamente da oggi quando non solo difficile che richiami emersi da rapaci arrivino alle nostre orecchie, ma raro che questi provengano dal profondo di un camino di casa. Perch qui che la nostra attenzione si fissa, allinterno di un camino trasformato da circostanze eccezionali in una cassa di risonanza di presenze anchesse notturne. Premesso che il camino assurto al centro della storia di cui viene offerto un breve resoconto non pi usato da anni e che la sua funzione resa significativa dal fatto che la parete che ospita la cappa sovrastante occupata da un pastello di grandi dimensioni che raffigura frontalmente il volto e parte del busto di un Labrador nero dalle sembianze di una divinit notturna, successo che da qualche sera la bocca del camino in questione ha cominciato a emettere degli strani suoni, anchessi rigorosamente notturni. Fruscii, frullii, soffi, brusii, mormorii, sussurri, ronzii, borbottii e fin anche qualche gemito leggero, suoni, questi, non definibili con precisione e intervallati in ogni modo da grandi silenzi. Escluso che da essi si possa risalire alleventualit che si tratti di un nido di vespe in via di formazione malaugurata ipotesi che avrebbe imposto lintervento sollecito dei pompieri si deciso di rimandare al giorno successivo la decisione di prendere in mano la situazione, qualsiasi cosa questo voglia dire. In effetti, i rumori si sono resi pi insistenti, con laggiunta di qualche breve fischio, leggero e ripetuto. Particolare, questo, che se fa pensare a un volatile in difficolt, bisognoso di aiuto, non esclude che possa riferirsi a qualcosa daltro. Il che ha suscitato nuovi sospetti e allarme. Stando cos le cose, il mattino stabilito si provveduto a liberare la bocca del camino dagli alari in ferro e ottone e dalla rete parafuoco, dopo di che, armati di torcia elettrica, di guanti di pelle e di un manico di scopa, si dato inizio allispezione. Operazione che tuttavia durata poco, il tempo necessario a illuminare il corpo di un essere delle dimensioni di uno stivale, corpo abbarbicato alla parete del camino. Il quale (volatile), nel vedersi colpito da un fascio di luce, ha cominciato a scuotersi e a cercare di estendere le ali nonostante langustia del luogo. Perch di un volatile si trattato e non di un uccellino, e dalle dimensioni sopraddette, rese sul momento gigantesche dal tentativo fallito di aprire le ali. Fatto sta che, guidato da mani esperte nonch guantate e posto in una reticella, lospite inatteso stato aiutato a lasciare il suo rifugio, generando qualche difficolt nello stabilire di chi sia stato maggiore lo spavento: se di chi tra i presenti non ha mai visto un barbagianni al vero, il suo viso, i dischi degli occhi dilatati, o se del barbagianni stesso, a giudicare dal suo pallore, dalle penne scompigliate, i ciuffi grigi e scomposti, laspetto in disordine e laria smarrita dopo i giorni di prigionia. Perch questo proprio quanto
Storia di un salvataggio
1953 nella sesta serie degli Opera omnia per le cure di Guido Anichini e di Nello Vian, potevano aprirsi con queste parole: La documentazione della personalit scientifica e morale del grande sociologo ed economista cristiano che fu Giuseppe Toniolo rimarrebbe incompleta, se accanto alle opere maggiori e minori, rivelatrici del suo pensiero, non figurassero anche i documenti epistolari della sua vita privata e pubblica, che spesso del pensare e delloperare scoprono le ragioni e gli impulsi profondi. Lepistolario pertanto viene naturalmente a far parte degli Opera omnia e giover a mostrare, del Toniolo, il genuino pensiero e la direttiva, le relazioni familiari ed esterne durante circa un cinquantennio, introducendo quasi il lettore nellintimit della sua vita e del suo modo di pensare e di esprimersi. Giuseppe Toniolo fu scrittore di lettere copioso e instancabile. Fin da giovane, eccitatore quale fu di energie ed educatore dintelligenze, sent il bisogno di formare e di indirizzare al bene, accettando a sua volta modestamente i consigli altrui; e i suoi scritti dissemin perci con generosa larghezza, in ogni ordine di persone in mezzo alle quali riteneva di poter far breccia e raccogliere qualche frutto. Con questi intenti, sempre alti e disinteressati, si rivolse a compagni di studio e a colleghi di cattedra, corrispose con dotti e con indotti, mantenne intensi legami con uomini di pensiero e uomini dazione, rappresentanti in Italia e in altri Paesi del movimento sociale cristiano. Una parte rilevante del carteggio rivolta a esponenti della gerarchia, prelati, vescovi, cardinali, e al clero dato al ministero e agli studi, in nome degli stessi ideali sociali dei quali si era fatto apostolo. Ma specialmente frequenti sono le sue lettere ai giovani, verso i quali il Toniolo ebbe sempre una predilezione e dei quali non dubit di assumere in certe difficili circostanze le difese, ben sapendo di coltivare in essi i futuri sostenitori del pensiero cristiano e della stessa opera sua. D ellincessante travaglio di pensiero e di cos dinamica azione, le lettere segnano i passi, numerano le difficolt e le superate fatiche, con le conquiste e le aspirazioni sempre pi alte e pi vaste concepite da quella mente cos elevata e nutrite da quel cuore cos aperto e ardente; e costituiscono, nel loro pi vasto
vari processi informativi ordinari in diverse diocesi e giunta nel gennaio 1951 al decreto di introduzione. Per ledizione erano state selezionate le lettere che abbiano un reale interesse storico, biografico e morale, da una parte documentando lazione e le molteplici influenze esercitate dal Toniolo nel suo tempo e in mezzo ai suoi contemporanei, dallaltra illuminando il temperamento, lo spirito, la piet delluomo, cos alto per il prestigio della sua scienza ma pi ancora per leroismo
Gli amici conservavano con cura le sue lettere E Georges Goyau volle ricopiare di sua mano i messaggi delleconomista veneto
significato, una serie di testimonianze rispecchianti la storia stessa della Chiesa in Italia e del progresso dellidea cristiana nel campo sociale, nel quale furono a lui riserbate parti di primo piano per lavvio di quel movimento contemporaneo che doveva mettere capo a mete dimportanza storica. I tre volumi delle Lettere, con ledizione di 640 fra lettere, biglietti, cartoline scritti da Toniolo, erano nati a margine della causa di beatificazione, di cui Anichini era postulatore, ed ebbero il merito di portare per la prima volta alla luce una documentazione nuova, solo in parte utilizzata da Francesco Vistalli nella biografia che sarebbe uscita, postuma, nel 1954, e precedentemente quasi ignorata se non per la minima parte resa pubblica da un intelligente volumetto curato nel 1925 da Ernesto Vercesi. Nelledizione di Anichini e Vian spiccavano nuclei cospicui e importanti di lettere, come quelle ai maestri universitari di Toniolo, alla fidanzata e poi moglie Maria Schiratti, a esponenti dellallora nascente movimento cattolico laicale, a giovani amici, a rappresentanti del mondo femminile. Le lettere a prelati testimoniavano poi i legami e i contatti di Toniolo con le figure pi rappresentative della Santa Sede e della Chiesa italiana. Le lettere erano pervenute agli editori specialmente in copie adunate dalla postulazione della causa di beatificazione, inizialmente auspicata e promossa, a partire dal 1933, nei circoli della Federazione universitaria cattolica italiana (di cui Anichini proprio dal 1933, succedendo a Giovanni Battista Montini, era divenuto assistente centrale), sviluppatasi nei
delle sue virt cristiane. Nelledizione furono tralasciate soprattutto le lettere di carattere familiare, che rivestivano solo carattere privato, e molte altre occasionali, scritte giorno per giorno ad amici e compagni di lavoro, per stabilire incontri, indire adunanze, dare avvisi pratici e di circostanza, frutto di un carteggio che in qualche modo si esauriva con lazione stessa. Nella faticosa raccolta dei documenti, dispersi in una molteplicit di direzioni, la postulazione della causa e gli editori avevano potuto fruire dellaiuto di persone diverse, in primo luogo di quello determinante dei familiari di Toniolo: la figlia Teresa, che rest nella casa di Pisa a custodire le memorie paterne con pia e intelligente premura; Luigi Ferrari, lantico direttore della Biblioteca Marciana, entrato nella famiglia Toniolo per aver sposato la figlia Elisa, che fece opera accurata di scelta e di trascrizione di molti documenti, provenienti tra altro da casa Schiratti di Pieve di Soligo, avendo per collaboratori la moglie stessa e il figlio sacerdote don Agostino, benemerito della pubblicazione delle intere Opera omnia. Per concessione di Pio XII erano state trascritte, dallArchivio della Segreteria di Stato, trasferito in Archivio Vaticano, lettere indirizzate al cardinale Rampolla, al cardinale Rafael Merry del Val e a Pio X . Per interessamento del vescovo di Bergamo, Adriano Bernareggi, erano pervenute importanti corrispondenze di Toniolo con personaggi di quella diocesi; altre similmente dalle curie arcivescovili di Pisa e di Lucca, e dai seminari di Padova e di Venezia, depositario il primo del copioso carteggio con il cardinal Callegari e con altri prelati della diocesi e laltro dellintero archivio dellO pera dei Congressi. Altre lettere erano inoltre pervenute da Treviso, Rovigo, Monselice, Milano, Verona, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo; e da corrispondenti che avevano conservato lettere: monsignor Giandomenico Pini, il marchese Crispolti, il canonico Giuseppe Faraoni di Firenze, il vescovo Ballerini, le famiglie Olivi e Salvioni (congiunta questa da parentela al Toniolo), lamico e collaboratore conte Luigi Caissotti di Chiusano, monsignor Pietro Pisani (che collabor con Toniolo a varie iniziative per gli emigranti italiani allestero). Tra coloro che cooperarono alla raccolta venivano ancora ricordati Augusto Grossi Gondi, che ricopi lintera corrispondenza con monsignor Venceslao Giannuzzi Savelli di Roma (interessante per i primi contatti avuti da Toniolo con i circoli romani); ed Elena de Carli, custode dellarchivio di Luigi Luzzatti, per la cortesia della quale fu possibile pubblicare varie lettere dirette al suo antico maestro. Fra gli amici di altri Paesi, veniva ricordato Georges Goyau, dellAcadmie de France, che volle ricopiare di sua mano le lettere di Toniolo che conservava.
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LOSSERVATORE ROMANO
Di fronte alla crisi proposte strategie ad ampio raggio
si legge nel testo con chi stato licenziato o con chi rischia ogni giorno di perdere il posto di lavoro. Senza per dimenticare il dramma di tante piccole e medie imprese che subiscono il contraccolpo di questa situazione economica e rischiano di scomparire. Altro tema affrontato dal consiglio della Caritas portoghese quello delle migrazioni. I migranti, i rifugiati che chiedono asilo, fuggiti da persecuzioni, violenze e situazioni angoscianti che mettono in pericolo la loro vita, hanno bisogno di comprensione e accoglienza, di rispetto della loro dignit umana, di tutela dei diritti, nonch della consapevolezza dei doveri. La loro sofferenza richiede dalle istituzioni e specialmente dalla comunit cristiana atteggiamenti di mutua accoglienza, superando timori ed evitando forme di discriminazione. E occorre provvedere a rendere concreta la solidariet anche mediante adeguate strutture di accoglienza, di ospitalit e programmi di reinsediamento. In tal senso, per programmare interventi mirati, stato annunciato, per il 18 e 19 aprile a Lisbona, un incontro tra i leader della Caritas e i responsabili di questo settore pastorale. Si tratta secondo il presidente della Caritas, Eugnio Fonseca di un momento significativo per assicurare un impegno in primo luogo sul versante educativo, da condurre insieme a
tutta la Chiesa portoghese, in modo da restituire alla formazione specifica la sua adeguata collocazione nel quadro di una formazione globale della persona in cui tutte le dimensioni sono chiamate ad armonizzarsi: una formazione globale della persona che formazione del cittadino. Perch ha evidenziato ancora il presidente della Caritas senza un nuovo senso di cittadinanza non ci pu essere una nuova politica tesa a risolvere i gravi problemi che affliggono molte famiglie, anziani e bambini. Occorre cio riscoprire il senso vero della partecipazione, intesa come testimonianza ordinaria, vissuta nella quotidianit. La testimonianza, infatti, non va intesa in maniera eroica, come espressione di un atteggiamento straordinario, bens va praticata quotidianamente, come tratto distintivo di quella cittadinanza responsabile, che diviene corresponsabile quando promossa insieme agli altri per il bene comune. Partecipazione e testimonianza divengono dunque i due volti di una sola medaglia: quella ha concluso Fonseca di una testimonianza intesa come espressione globale della persona, come disegno coerente di fede e partecipazione attiva, che a sua volta si sostanzia, attraverso la partecipazione, in servizio quotidiano rivolto in particolare ai fratelli pi bisognosi, agli ultimi della societ.
Venerd 23 in oltre 120 citt statunitensi la marcia di protesta contro le disposizioni della riforma sanitaria
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La comunit cristiana messicana dopo Aparecida
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AllAvana si lavora per allestire laltare per la messa del Papa in piazza della Rivoluzione
Nuovi orizzonti
di BRUNO MUSAR* Fin dallannuncio del viaggio apostolico di Benedetto XVI, dato ufficialmente dallo stesso Pontefice il 12 dicembre scorso durante lomelia della messa celebrata nella basilica di San Pietro in occasione del bicentenario dellindipendenza della maggior parte dei Paesi dellAmerica latina, unimmensa gioia si andata diffondendo tra il popolo cubano, dai vescovi ai fedeli cattolici, ma anche fra coloro che affermano di non credere o professano unaltra religione. Il Papa atteso qui come pellegrino della carit, sulla scia dei tanti pellegrini che questanno si recano al santuario della Vergine della Carit del Cobre per venerare la Virgen Mambisa, come viene anche chiamata, patrona di Cuba e madre del popolo cubano. Il pellegrinaggio del Pontefice, come quello dei cubani, vuole essere anche un ricambiare la visita che limmagine della Madonna ha appena compiuto a tutta lisola, in preparazione allanno giubilare mariano, indetto dai vescovi e iniziato il 7 gennaio scorso per celebrare il IV centenario del suo ritrovamento. La venerata immagine si recata in tutte le citt e nei villaggi grandi e piccoli; neppure quello pi sperduto sulla Sierra Maestra stato escluso dal privilegio di ricevere la Madre del Signore. La peregrinatio Mariae, con i messaggi A Jess por Mara (A Ges attraverso Maria) e La Caridad nos une (La Carit ci unisce), stata loccasione per un inatteso e commovente atto di fede e di devozione da parte di migliaia e migliaia di persone, vicine o lontane dalla Chiesa, ma che tutte, giovani o anziane, dotte o gente del campo, riconoscono nella Vergine del Cobre la loro madre e regina. Come successore dellapostolo Pietro, Benedetto XVI viene per confermare i fratelli nella fede, secondo il mandato che Ges affid al principe degli apostoli durante lultima Cena, e per animare alla speranza, alla pace e alla riconciliazione. La fede, la speranza, la pace e la riconciliazione sono stati i temi predominanti della catechesi dei vescovi cubani durante il pellegrinaggio della Madonna del Cobre. Questo pellegrinaggio ha fatto riscoprire ai cubani la loro fede, li ha animati alla speranza e li ha esortati alla pace e alla riconciliazione. Su questa scia si collocher il viaggio apostolico del Papa, da Santiago de Cuba, arcidiocesi in cui si trova il santuario mariano del Cobre, a La Habana. La presenza di Benedetto XVI metter pure in risalto il dinamismo e la creativit della Chiesa pellegrina in Cuba, esultante di gioia nellaccogliere il successore di Pietro. Questa Chiesa, gi visitata da Giovanni Paolo II nel gennaio 1998, stata sempre fedele allannuncio del Vangelo, anche in circostanze difficili. Dopo pi di 14 anni dalla precedente visita pontificia, tante cose sono cambiate nella vita della nazione; lo Stato sta procedendo a delle riforme in campo economico che fanno sperare in un futuro migliore per tutti; lindulto del presidente della Repubblica Ral Castro a circa 3000 detenuti prima di Natale, in occasione dellanno giubilare mariano e dellannunciata visita del Papa, ha riportato la serenit e la gioia a tante famiglie; il dialogo tra Chiesa e Stato, che nel 2010 ha dato come frutto la liberazione di 75 prigionieri politici, sta facendo cadere tanti pregiudizi. In questo nuovo clima, che si spera vada crescendo, sempre pi vivo il desiderio dei cubani di ascoltare le parole del Pontefice e nutrirsi dei suoi insegnamenti e incoraggiamenti per andare avanti con rinnovata fiducia. Ricordano tutti qui con viva riconoscenza le parole profetiche di Giovanni Paolo II: Cuba deve aprirsi al mondo e il mondo a Cuba!. Ecco la realt che Benedetto XVI sta per incontrare. La Chiesa locale ha fatto di quellesortazione solenne un impegno costante, non senza andare incontro a critiche o incomprensioni, per contribuire a suscitare fra tutti i cubani, quelli viventi sullisola e quelli che ne sono partiti recentemente o da tempo, i fermenti di un dialogo veritiero e fecondo, primizia di una riconciliazione che non pu mancare per un avvenire di pace e di giustizia. Cuba cambiata in questo senso e lentamente si delinea un nuovo orizzonte che tutti portiamo nella preghiera e che tra non molti giorni conoscer anche il Papa, il quale verr da lontano per incoraggiare gli sforzi di verit e di pace, in nome del Vangelo. soprattutto unimmensa speranza che ha suscitato lannuncio della visita di Benedetto XVI a Cuba. La speranza spinge il cuore di tutti i cubani a incontrare il dolce Cristo in terra, sicuri di trovare una guida sicura e una forza spirituale per poter andare avanti con serenit e fiducia sulla via dellamore e della riconciliazione. Si sa che sono tante le tentazioni di violenza e di antagonismi provenienti da ogni parte, mentre cos poche sono le voci che invitano alla pace e alla riconciliazione. Una voce sola ora qui aspettata: quella del Pontefice, del pastore della Chiesa universale, che viene a ripetere a tutti: La Carit ci unisce e ci spinge verso lamore fraterno, verso il perdono e verso la riconciliazione. Tale realt e tali propositi sono senza dubbio elementi appropriati per la nuova evangelizzazione, tanto desiderata e promossa da Benedetto XVI, che tutti ci auguriamo porti a quella primavera della fede di cui ha giustamente parlato il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo di San Cristbal de La Habana, a proposito del pellegrinaggio nazionale dellimmagine della Madonna del Cobre. Il nobile popolo cubano si prepara a ricevere il Papa con affetto e rispetto, secondo lespressione usata del presidente Ral Castro Ruz. Benvenuto, Santo Padre! esclameranno tutti i cubani. Confermaci nella fede, nella speranza e nella carit, perch possiamo percorrere strade nuove verso un domani migliore!. *Nunzio apostolico a Cuba
La Chiesa in Messico
Il 92 per cento della popolazione della Repubblica federale del Messico si professa di religione cattolica. Le circoscrizioni ecclesiastiche sono 93, le parrocchie 6.744, alle quali vanno ad aggiungersi altri 7.169 centri pastorali. I circa cento milioni di cattolici messicani sono assistiti da 163 vescovi, 12.328 sacerdoti diocesani, 3.906 sacerdoti religiosi, 827 diaconi, 1.735 religiosi non professi, 28.288 religiose professe, 505 membri di istituti secolari, 25.846 missionari laici e 295.462 catechisti. Gli alunni dei seminari minori sono 4.524, quelli dei maggiori sono 6.495. Le scuole gestite dalla Chiesa sono 6.639 tra materne e primarie, che contano 897.613 alunni; 1.735 medie inferiori e secondarie, per un totale di 375.425 studenti; e 617 superiori e universit, che contano 583.697 studenti. Sono direttamente gestiti da enti ecclesiastici 257 ospedali, 1.602 ambulatori, otto lebbrosari, 372 case per anziani, invalidi e minorati, 329 orfanotrofi, 2.134 strutture per famiglie e protezione della vita, 1.822 centri di educazione o di rieducazione e altre 340 istituzioni.
La Chiesa a Cuba
Secondo il censimento del 2002 la popolazione della Repubblica socialista di Cuba stimata in 11.177.743 unit. Alcune stime del 2010 rivelano che in effetti oggi la popolazione aumentata di circa 64.000 persone. I circa 7 milioni di cattolici rappresentano il 60,19 per cento dellintera popolazione. La Chiesa suddivisa in undici circoscrizioni ecclesiastiche, nelle quali sono presenti 304 parrocchie, e in oltre 2.100 altri centri pastorali. I fedeli cattolici sono assistiti da 17 vescovi, 190 sono i sacerdoti diocesani e 171 quelli religiosi. Sono affiancati da 71 diaconi permanenti, 37 religiosi non professi, 619 religiose professe, 24 membri di istituti secolari, 2.122 missionari laici e 4.130 catechisti. I seminaristi minori sono tredici e i maggiori settantotto. Nelle quattro scuole materne e primarie gestite da enti ecclesiastici sono seguiti 153 bambini; nelle sei medie inferiori e secondarie 560 e nelle due superiori 400. Nel campo sociale la Chiesa gestisce due ambulatori, otto lebbrosari, otto case per anziani, disabili e minorati, tre orfanotrofi, dieci centri educativi e tre altre istituzioni sociali.
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(Afp)
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LOSSERVATORE ROMANO
Iniezione di speranza
di MARIO PONZI La visita del Papa in Messico giunge in un momento particolare. Il Paese soffre la violenza legata al narcotraffico, c disparit nelle possibilit di accedere al lavoro, i poveri diventano sempre pi poveri mentre i ricchi diventano sempre pi ricchi, laccesso allacqua comincia a essere un privilegio per pochi, soprattutto nel nord del Paese. Non ci attendiamo che il Papa con la sua venuta possa risolvere tutti questi problemi dice nellintervista al nostro giornale monsignor Jos Gudalupe Martn Rbago, arcivescovo di Len, prossimo ospite di Benedetto XVI in Messico ma ci aspettiamo da lui una parola di conforto che ci aiuti ad affrontare con pi vigore le sfide del tempo. Come pu la visita di Benedetto XVI aiutare il Messico ad affrontare e superare le sfide che ha davanti? Intanto il solo annuncio della sua visita ha dato al popolo messicano una grande gioia. E in questo particolare periodo che sta attraversando il Paese, questa gioia certamente motivo, per la Chiesa e per il nostro popolo, di grande speranza. I messicani non aspettano altro che seguire il loro pastore verso sorgenti di acqua cristallina e su pascoli abbondanti, in un momento in cui soffrono in modo particolare a causa della violenza e del narcotraffico, oltre che per la siccit che colpisce soprattutto nel nord del Paese. Vogliono ascoltare dalle labbra del suo pastore le verit del Vangelo di Ges Cristo. Attendon0 di udire la voce profetica di chi annuncia lamore di Dio per tutti, ma soprattutto per i poveri e i bisognosi. Sperano che siano denunciate le ingiustizie che feriscono tanto i figli di Dio. Sappiamo che luomo emarginato occupa un posto speciale nel cuore del Papa e speriamo che le sue parole siano di stimolo per il nostro popolo, affinch non smarrisca la via che porta alla realizzazione di ogni u0mo, che in Cristo trovi il senso della sua umanit e segua le orme di Ges nel cammino di salvezza. La Chiesa in Messico ricca di usi e di costumi. da oltre cinquecento anni che il Paese stato evangelizzato e ciononostante cerca ogni giorno di rinnovarsi, diffondendo il Vangelo non solo fino ai confini estremi della terra, ma anche fino agli ultimi recessi del cuore, lottando contro il relativismo che il mondo gli presenta per fare proprie le parole di Ges, che sono la via, la verit e la vita. Di fatto, solo Ges ha parole di vita eterna e sappiamo che tali parole saranno pronunciate dal suo vicario in terra. Qual il quadro sociale ed ecclesiale che il Papa trover in Messico e in particolare a Len? Il Papa si trover innanzitutto di fronte a un popolo che nutre aspettative di pace di fronte alla violenza generata dalla lotta al narcotraffico degli ultimi anni. Molte persone hanno perso la vita per linganno insito nella tossicodipendenza e nelle altre forme di dipendenze. Il Messico ferito dalla violenza e dallinsicurezza. Regna un clima di stanchezza di fronte a promesse non mantenute e a progetti non realizzati. Ci ha portato a un atteggiamento dindifferenza nella partecipazione alla vita sociale del Paese. I giovani non vedono pi di buon occhio le promesse delle varie campagne politiche. Non credono molto in un futuro promettente perch sentono che la situazione sempre la stessa e che tutto si riduce a mere parole. Molti messicani, e in particolare gli abitanti di Len, hanno anche sofferto per la concorrenza sleale in ambito lavorativo, poich il lavoro non stato sufficientemente valorizzato e debitamente remunerato, come la sua dignit esige. Ci ha portato anche a una maggiore disuguaglianza tra ricchi e poveri. Lofferta e la domanda sono a favore di chi possiede di pi; chi possiede meno viene sempre pi sfruttato e il suo lavoro meno valorizzato, anche quando veramente di qualit. Questa situazione ha fatto s che molti messicani abbiano cercato di varcare illegalmente il confine nord con gli Stati Uniti dAmerica, cosa oggi pi difficile perch il Governo americano ha inasprito sempre pi le leggi migratorie. E in conseguenza di ci si sono verificate separazioni tra i genitori dai figli. Molti hanno perso la vita nel tentativo di giungere in un mondo con maggiori opportunit. Purtroppo in alcuni ambiti fondamentali dei nostri diritti non c sufficiente tolleranza, come in quello della libert di espressione e della libert religiosa, sebbene negli ultimi tempi si siano compiuti passi in avanti molto significativi. Nonostante questo panorama desolante della nostra vita quotidiana, ci sono molti altri aspetti positivi che ci fanno sperare in un Messico migliore. Per esempio? Sono nate molte iniziative con lo scopo di cambiare il volto al Paese. Ci sono persone che lavorano con i bambini abbandonati e sfruttati, che cercano di frenare la delinquenza attraverso la diffusione e lesperienza dei valori umani, gente che lotta a favore della vita, che lavora accanto ai migranti nazionali, centroamericani e sudamericani, che si schiera accanto agli indigeni. La Chiesa, non solo in Messico ma in tutta lAmerica latina, ha invitato alla missione permanente promossa dalla V Conferenza dei vescovi del Celam ad Aparecida, in Brasile, per fare di tutti dei discepoli e dei missionari di Ges. Un invito che stato ben accolto ovunque. Si anche cercato di promuovere la vita parrocchiale affinch non sia solo unamministrazione dei sacramenti, ma anche uno stile pastorale che vede il parroco e gli agenti di pastorale andare alla ricerca della pecora smarrita. Il Vangelo diventato un Vangelo itinerante per dare impulso alla comunione e alla partecipazione a partire dalla nostra identit di battezzati e di figli di Dio. La catechesi cerca di essere pi impegnata e pi graduale. Accompagna i sacramenti quale evento della vita spirituale o persino della vita sociale, per dare maggior spazio alleducazione ordinata e graduale alla fede. Quale ruolo occupano in queste attivit i laici? Un ruolo fondamentale. La formazione degli agenti laici stata una priorit e si sta lavorando a fondo affinch quanti collaborano nelle diverse parrocchie e negli apostolati sappiano render conto della propria fede. C maggior consapevolezza del bisogno di conoscere meglio la dottrina sociale della Chiesa e la Caritas ha intensificato la sua attivit giungendo fino ai pi bisognosi. Si lavorato duramente affinch, partendo dalle parrocchie, tutto ci diventasse operativo attraverso i gruppi parrocchiali di pastorale sociale. A sostegno di questo c lincontro con Ges Cristo vivo e risorto in tutte le parrocchie, perch nessuno pu dare ci che non ha. E se non si ha Ges nel cuore, saranno solo parole vuote o cimbali assordanti. Quali sono i frutti che si attendono dalla visita di Benedetto XVI in Messico? Credo che quello che tutti noi messicani ci aspettiamo da questa visita sia che la pace e la speranza regnino nelle nostre famiglie e nei nostri cuori. Siamo consapevoli che egli star con noi solo per tre giorni e poi andr via. Il Papa non pu risolvere la vita di ognuno di noi, ma le sue parole ci renderanno consapevoli di essere tutti figli di Dio e, come tali, fratelli. Per questo sono certo che il frutto di cui beneficeremo sar la pace che regner nei nostri cuori grazie alle parole di amore che il Pontefice ci rivolger a nome di Ges Cristo. Questa terra del Bajo non ha mai ricevuto la vista di un Papa e quando avremo il privilegio di averlo fra noi certamente la voce dellaraldo del Vangelo ci confermer nella nostra fede. Speriamo che questa visita porti a un maggiore impegno, che le nostre Chiese locali dimostrino uno zelo sempre pi grande per il Vangelo e che la buona novella perduri nei nostri cuori fino alla fine dei tempi. Speriamo che la presenza e le parole di Benedetto XVI ci incoraggino a continuare con maggior dinamismo i piani di pastorale che abbiamo gi stabilito. La visita del Papa sar un evento straordinario che rafforzer i processi pastorali in atto.
Il cardinale Ortega y Alamino accoglie larrivo in processione della Vergine della Carit del Cobre (Ap)
comprensione delle proprie radici nazionali, un apprezzamento dei valori lasciati dalla fede cristiana nella vita personale e sociale e una rinnovata accettazione di tali valori. Dinanzi a una visita pastorale come quella di Giovanni Paolo II a Cuba tutto cambia nella sfera spirituale della vita dei popoli e ci costituisce una pietra miliare che perdura nei suoi effetti. Come cambiata da allora ad oggi la situazione nel Paese e nella Chiesa? Sono trascorsi quattordici anni da quella visita, che avvenuta in un momento economicamente molto pi difficile per Cuba di quello attuale. Oggi ci sono nuove strutture nel governo; quattro anni fa c stato un cambiamento nella presidenza con ministri e funzionari nuovi. stata avviata una riforma economica importante per quanto riguarda la coltivazione della terra, la costruzione di alloggi, la legalizzazione dei lavori in proprio e di cooperative private, il credito, lacquisto e la vendita di case e di automobili, la creazione di piccole imprese private. La Chiesa ora dispone di pi agenti pastorali: sacerdoti e religiose. Larrivo di missionari consentito, la Chiesa ha pubblicazioni proprie, un maggior accesso ai mezzi di comunicazione, sebbene ancora non sistematico. AllAvana abbiamo costruito un nuovo seminario nazionale, aumentato il numero dei seminaristi e le celebrazio-
Castro ha concesso lindulto a 3.000 detenuti comuni condannati a pene pi lunghe, per buona condotta e per motivi di salute. Come sono i rapporti oggi con le autorit del Paese? Il rapporto pi diretto e fluido. La partecipazione al processo di scarcerazione dei detenuti ha permesso a me e al presidente della Conferenza episcopale dincontrare in diverse occasione il presidente Ral Castro, con il quale abbiamo potuto affrontare temi dinteresse nazionale o relativi alla Chiesa a Cuba. La preparazione della visita del Papa stata realizzata in un clima positivo, con tutte le agevolazioni necessarie per la sua organizzazione. Quali aspettative dalla visita di Benedetto XVI? Il popolo cubano sa gi cosa significa la visita di un Papa, ma molti di coloro che erano bambini quando venuto Giovanni Paolo II oggi sono dei giovani. Il popolo oggi esprime la sua fede di pi rispetto a quattordici anni fa. La Chiesa diventata pi presente e il tema religioso non pi un tab. Il pellegrinaggio nazionale della Vergine della Carit stata unautentica dimostrazione di fede popolare e i sentimenti religiosi che sembravano sopiti o spenti si sono manifestati in modo molto evidente. questo il clima spirituale che il Papa trover. Al passaggio della Vergine pellegrina il popolo ci chiedeva la benedizione che noi sacerdoti e i diaconi abbiamo dovuto dare personalmente fino allo sfinimento. Quando, nelle grandi celebrazioni pubbliche, dico che il popolo cubano anela alle benedizioni di Dio e che il Papa viene a visitarci per portarci la benedizione del cielo, tutti applaudono. Le aspettative del popolo sono certamente aspettative di fede, ma includono anche il bene del Paese, il benessere delle famiglie, la riconciliazione tra i cubani, la speranza di un futuro migliore. Noi che siamo stati per tanti anni i pastori di questa gente sappiamo quanto importante per il popolo cubano che il Pontefice venga a benedire Cuba. (mario ponzi)
Larcivescovo Martn Rbago e il nunzio apostolico Pierre durante una conferenza stampa a Len alla vigilia del viaggio (Reuters)