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Arin-Berd: unA fortezzA dellet del ferro nellA vAlle dellArAsse

roBerto dAn e riccArdo lA fArinA1

L
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a collina di Arin-berd si trova presso la periferia sud-orientale di Erevan, attuale capitale dellArmenia 2, ai margini settentrionali della valle dellArasse. Qui sono visibili le vestigia di una antica fortezza fondata dai sovrani di Urartu, regno che tra la seconda met del IX e la seconda met del VII secolo a.C. controll una vasta area compresa tra lAnatolia orientale, il Caucaso meridionale e lAzerbaigian iraniano 3.

Si ringraziano il dott. Gagik Gyurjyan Direttore del Museo Erebuni per averci permesso di effettuare misurazioni e foto nella fortezza; il prof. Felix Ter-Martirosov per aver discusso con noi alcune specifiche problematiche emerse dagli scavi da lui condotti, ed il dott. Miqaiyel Badalyan per la cortesia e per la disponibilit nel guidarci allinterno del sito e per le informazioni sugli ultimi scavi inediti diretti da Ashot Piliposyan. Desideriamo inoltre ringraziare il prof. Mirjo Salvini per le numerose discussioni di carattere storico ed epigrafico, e non da ultimo per il materiale fotografico inedito messoci a disposizione; il prof. Raffaele Biscione per i suggerimenti di carattere archeologico. Per la revisione del testo si ringraziano il dott. Francesco Di Filippo e la dott.ssa Giorgia Neri. Naturalmente ogni errore nel testo da considerarsi esclusiva responsabilit degli autori. Per quanto concerne il contributo R. Dan ha scritto i paragrafi II, IIIa, IIIc, IIId, IV mentre R. La Farina ha scritto i paragrafi I, III.b e III.e ed i riferimenti alla bibliografia in lingua russa; lintroduzione ed il paragrafo conclusivo sono stati scritti congiuntamente. 2 In armeno Arin-berd significa fortezza di sangue (LOSEVA, M., CHODZAS, S.I., Desjat let rabody GMII im A. S. Pukina po raskopkam urartskogo goroda Erebuni (Irpuni), in Soobenija Gosudarstvennoj muzeja izobrazitelnych iskusstv im A.S. Pukina 2, 1964, pp. 16-33 (16). Da adesso in poi abbreviato in LOSEVA - CHODZAS 1964). La collina era altrimenti nota con il nome tartaro di Ganli Tapa (NIKOLSKIJ M.V., Klinoobraznaja nadpis iz Ganli-tapa okolo Erivani, in Drevnosti Vostonija, Trudy Vostonoj Komissi Imperatorskogo Moskovskogo Archeologieskogo Obscestva II/1, 1896, pp. 24-27 (24). Da ora abbreviato in NIKOLSKIJ 1896). 3 SALVINI M., Il regno di Urartu (Biainili), in DE MARTINO S. (a cura di), Le Civilt dellOriente Mediterraneo, Storia dEuropa e del Mediterraneo I. Il Mondo Antico Sez. I. La Preistoria delluomo. LOriente Mediterraneo vol. II, Roma 2006, pp. 459-503 (459); Da ora abbreviato in SALVINI 2006.

Oggi certo che questa fortezza sia da identificarsi con lantica Erebuni menzionata da numerose iscrizioni cuneiformi urartee. La prima lettura di tale toponimo risale agli inizi del secolo scorso, quando fu tradotto il testo degli annali rupestri del re urarteo Argiti I (785/780-756 a.C. 4), presso le rovine della loro capitale upa, lodierna Van in Turchia Orientale. Rimaneva ignota la precisa localizzazione di questa citt, ma un passo in avanti fu compiuto a partire dalla fine degli anni quaranta del secolo scorso, quando gli scavi della fortezza di Karwmir-blur (periferia sudoccidentale di Erevan) restituirono alcuni oggetti in bronzo recanti brevi iscrizioni urartee. Una, incisa su uno scudo, riportava: Al dio aldi, (suo) signore, questo scudo Argiti, il figlio di Minua, ha dedicato per la citt di Erbuni. (Io sono) Argiti, figlio di Minua, re potente, re di Biainili, signore per la citt di upa. Al dio aldi, (suo) signore, questo scudo Argiti, il figlio di Minua, ha dedicato nella citt di Erbuni. (Io sono) Argiti, figlio di Minua, re potente, re di Biainili, signore della citt di upa (trad. M. Salvini) 5. Era cos accertato che lantica Er(e)buni si trovasse nella valle dellArasse, ma solo i successivi scavi presso la collina di Arin-berd avrebbero fornito una risposta definitiva. Nelle pagine seguenti saranno prese in rassegna le principali evidenze monumentali del sito, visitato dagli autori nel maggio 2011, nel quadro delle attivit scientifiche dellICEVO in Armenia, dirette da R. Biscione.
Tutti i riferimenti cronologici inerenti ai sovrani urartei sono tratti da SALVINI, M., Corpus dei Testi Urartei, Vol. I-III, Documenta Asiana VIII, I-III, Roma 2008 (23); da ora in avanti abbreviato in SALVINI 2008. 5 CTU IV B 8-3. CTU IV = SALVINI, M., Corpus dei Testi Urartei, Vol. IV, Documenta Asiana VIII/IV, in preparazione.
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Fig. 1. Carta di distribuzione dei siti citati nel testo (foto satellitare da Google Earth) Elaborazione grafica R. Dan.

I. Storia delle ricerche Le indagini presso la collina di Arin-berd iniziarono nel 1879, quando ai piedi della collina fu scoperta una iscrizione del re urarteo Argiti I, figlio di Minua6. Dopo pochi anni (1894) segu una ricognizione guidata da A.A. Ivanovskij per conto della Societ Imperiale Archeologica Moscovita7. Una seconda ricognizione fu condotta da V.V. leev tra il 1947 ed il 1948, ma nei due anni successivi il sito serv da cava8. Infine ebbero luogo i primi scavi (1950-1951) guidati da K. Oganesjan con la consulenza di B.B. Piotrovskij, direttore degli scavi di Karmir-blur. Questo ha rappresentato un momento fondamentale poich furono rinvenute due iscrizioni cuneiformi, tra cui una inerente la fondazione della fortezza di Erebuni da parte di Argiti I9. Ci permise di identificare
CTU I A 8-28A. Cf. NIKOLSKIJ 1896: 24. Ibid. 24-27. 8 PIOTROVSKIJ, B. B., Il Regno di Van (Urartu)(trad. M. Salvini), Incunabula Graeca 12, Roma 1966 (25) (Da ora abbreviato in PIOTROVSKIJ 1966). 9 CTU I A 8-17A. OGANESJAN K.L., Arin-berd (GanliTapa) - Urartskaja krepostgoroda Irpuini, in Izvestija
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la Er(e)buni citata sugli oggetti scoperti a Karmir-blur, ma daltro canto indusse gli scavatori ad attribuire allepoca urartea la maggior parte degli oggetti e delle strutture successivamente rinvenuti ad Arin-berd. Dal 1952 in poi le indagini proseguirono per conto del Museo Statale di Arti figurative A.S. Puhkin di Mosca e dellIstituto di Archeologia ed Etnografia dellAccademia Armena delle Scienze, sotto la guida di I. Loseva ed Oganesjan (direttore generale)10. Si tratt di due missioni distinte che agirono su aree diverse, manifestando interessi diversi: larchitetto Oganesjan, pi attento alle strutture murarie e direttore dei restauri in cemento; la Loseva, gli archeologi e gli storici dellarte provenienti dal Puhkin pi interessati invece al dato archeologico. Indipendentemente dai differenti approcci lo scopo principale degli scavi fu mettere in luce quella che veniva considerata la parte pi antica della moderna citt di Erevan; cos nel 1968, in
Akademii Nauk Armjanskoj SSR, obestvennych nauk 8, 1951, pp. 75-88 (75). Da ora abbreviato in OGANESJAN 1951. 10 LOSEVA - CHODZAS 1964: 17.

occasione del 2750 anno dalla fondazione della fortezza e quindi della citt, le attivit archeologiche cessarono per permettere quei grandiosi restauri che ancora oggi si impongono agli occhi dei visitatori. Le monografie edite da Oganesjan chiusero la prima fase degli scavi ad Arin-berd11, determinando limmagine che del sito si avuta sino a pochi anni fa. A mettere in dubbio ci che pareva ormai accertato stanno contribuendo in maniera significativa nuove indagini metodologicamente pi accurate, iniziate nel 1998 da F. Ter-Martirosov12. Successivamente anche S. Deschamps, A.S. Piliposyan e D. Stronach hanno aperto altri scavi, tuttora in corso, dentro e fuori le mura13. II. Il materiale epigrafico ed il quadro storico La messe dei dati epigrafici rinvenuti nella fortezza notevole: nel corso degli anni sono state messe in luce 24 iscrizioni su pietra di epoca urartea, di cui rispettivamente 17 di Argiti I, 6 di Sarduri II (756-ca. 730 a.C.) ed una sola di Rusa III (seconda met del VII secolo a.C.)14. Ad
OGANESJAN, K., Erebooni, Erevan 1973 (da ora abbreviato in OGANESJAN 1973a); ID., Rospisi Erebuni, Erevan 1973 (da ora abbreviato in OGANESJAN 1973b); ID., Krepost Erebuni 782 A.C., Erevan 1980 (da ora abbreviato in OGANESJAN 1980). 12 TER-MARTIROSOV F. I., The typology of the Columnar Structures of Armenia in the Achaemenid Period, in NIELSEN I. (a cura di), The Royal Palace Institution in the First Millennium BC. Regional development and cultural interchange between East and West, Monographs of the Danish Institute at Athens 4, Aarhus 2001, pp. 155-163 (da ora abbreviato in TER-MARTIROSOV 2001); ID., The excavation in Erebuni 2006, The Grant Number 2005-RC001; ID., La forteresse dErbouni (Ervan), in Les dossiers dArchologie 321, 2007, pp. 64-67 (da ora abbreviato in TER-MARTIROSOV 2007); ID., Stamps and images on the ceramics of the urartian period from Erebuni, in Aramazd Armenian Journal on Near Eastern Studies IV/2, 2009, pp. 127-145. 13 DESCHAMPS, S., TER-MARTIROSOV F.I., Donnes rcentes sur lArmnie et lempire perse achmnide, in Les dossiers dArchologie 321, 2007, pp. 68-72; STRONACH D., TER-MARTIROSOV F. I., AYVAZIAN A., COLLINS W., GHANIMATI, S., Erebuni 2007, in Iranica Antiqua 44, 2009, pp. 181-205; STRONACH D., THRANE H., GOFF C., FARAHANI, A., Erebuni 2008-2010, in Aramazd - Armenian Journal on Near Eastern Studies V/2, 2010, pp. 99-132. Da ora abbreviato in STRONACH ET AL. 2010. 14 Argiti I : CTU A 8-17A, A 8-17B, A 8-18, A 8-19, A 8-20, A 8-21A, A 8-21B, A 8-23A, A 8-23B, A 8-23C, A 8-23D, A
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epoche pi tarde datano due monete milesie ed una di epoca augustea15. Dai dati testuali apprendiamo che la fortezza fu fondata da Argiti I16 durante il quinto anno (782/776) del suo regno, utilizzando prigionieri deportati dai paesi di atti e upani17. La costruzione di questa garant il controllo della pianura di Erevan e costitu, assieme alla fortezza di Argitiinili, la base per la futura conquista dellaltopiano armeno (fig. 1)18. La presenza epigrafica numericamente inferiore, ma comunque importante, del figlio e successore Sarduri II testimonia della centralit del sito e dellarea durante la fase di espansione urartea, che si concluder con loccupazione del lago Sevan19. Dopo Sarduri II la documentazione di entrambi i centri si interrompe, segno di un possibile ritiro degli urartei dallarea o della temporanea cessazione dei rapporti tra centro e periferia. Le sue prerogative probabilmente passarono a Karmir-blur, fortezza fondata sette chilometri pi ad Ovest da Rusa II nella prima met del VII secolo20. Unepigrafe di Rusa III, relativa alla fondazione di un magazzino 21, rappresenta lultima testimonianza della presenza urartea in quelle terre. Sulla fine della loro dominazione in questa regione e su quanto avvenuto successivamente pochi sono i dati certi. Sicuramente la collina, cos come tutto laltopiano armeno, entr a far
8-24, A 8-28A, A 8-28B, A 8-28C, A 8-28D, A 8-28E. Sarduri II : CTU A 9-20, A 9-21, A 9-22A, A 9-22B, A 9-23, A 9-24. Rusa III : CTU A 14-6. 15 OGANESJAN 1980 : 17-23. 16 CTU A 8-17A. 17 SALVINI, M., Ir(e)buni (con un addendum di P. Calmeyer), in Reallexikon der Assyriologie 5, 1997, pp. 159-160 (159); SALVINI 2006 : 482-483. 18 SALVINI 2006 : 483. 19 Sulla storia delloccupazione urartea dellaltopiano armeno si veda SALVINI, M., The Historical Geography of the Sevan Region in the Urartian Period, in BISCIONE, R., HMAYAKYAN, S., PARMEGIANI, N. (a cura di), The NorthEastern Frontier. Urartians and non-Urartians in the Sevan Lake Basin. I, The Southern Shores, Documenta Asiana VII, Rome, 2003, pp. 37-60. 20 SALVINI 1977: 159; SALVINI, M., Geschichte und Kultur der Urarter, Darmstadt, 1995 (105-106). 21 CTU A 14-6.

Fig 2. Pianta della fortezza di Erebuni. Elaborazione grafica R. La Farina.

parte del pi vasto impero achemenide (fine VI - fine IV secolo a.C.), e chiara testimonianza di una frequentazione del sito agli inizi del V secolo a.C. sono le due monete milesie. Sui secoli successivi non abbiamo alcuna informazione ad eccezione della moneta di epoca augustea, non associabile per ad alcun contesto archeologico. III. Larticolazione del sito Il sito nel suo complesso pu essere suddiviso, su base prettamente planimetrica, in cinque aree (fig. 2):

area di ingresso alla fortezza, caratterizzata dalla presenza di un portico monumentale che precede la porta vera e propria; porzione centrale, caratterizzato dalla sala colonnata e da una grande corte; settore meridionale, meno indagato archeologicamente, dove sono stati individuati anche resti di magazzini; settore settentrionale considerato il vero e proprio palazzo; settore orientale ancora occupato da magazzini e da aree artigianali.

Nelle pagine che seguono verranno analizzate alcune delle principali strutture di queste unit, spesso oggetto di controverse datazioni e attribuzioni funzionali. III. A. Il portico(?) dingresso Davanti allingresso della fortezza si innalza una struttura (fig. 2.A) che sin dallinizio delle indagini archeologiche fu definita come un monumentale portico per il ricevimento di ambascerie o un appostamento di guardia; secondo alcuni studiosi architettonicamente si trattava di un bitilani, ovvero una fabbrica caratteristica dellarea siriana nel I millennio a.C.22. Quanto oggi visibile invero il risultato dei significativi lavori di restauro che interessarono tutto il sito nel corso degli anni Sessanta. Purtroppo lunica documentazione grafica edita sono i disegni che registrano laspetto delledificio dopo i restauri: composto da un unico vano rettangolare aperto sul lato lungo meridionale, e fornito sulla fronte di sei basi di colonna in basalto precedute da una scalinata. La struttura presentava decorazioni circolari policrome su sfondo azzurro dipinte a secco, come testimoniato dai frammenti rinvenuti23. In antico la fabbrica doveva apparire molto diversa da oggi. Ci si evince chiaramente da alcune fotografie scattate nel 1968 (fig. 3), quindi precedenti il restauro, che mostrano come vennero rinvenute solo le basi di colonna ed i muri occidentale e meridionale. Infatti la struttura, come molta parte del sito su questo lato, risultava intaccata da un taglio profondo diversi metri, probabilmente prodotto dalla cava qui attiva pochi anni prima. Riguardo loriginale planimetria si pu supporre che si trattasse di una sala colonnata, forse parte di un pi vasto complesso di edifici esterno alle mura.
22 OGANESJAN 1973b: 75. Il bit-ilani una struttura caratterizzata da una scala di accesso, un portico colonnato in facciata e una sala di rappresentanza a sviluppo longitudinale. AKKERMANS, P.M.M.G., SCHWARZ, G.M., The Archaeology of Syria: From Complex Hunter-Gatherers to Early Urban Societes (ca. 16,000-300 B.C.), Cambridge University Press, 2003 (368-369). 23 OGANESJAN 1973b: 63-64.

Nel tentativo di precisare la cronologia si noti che nella tecnica costruttiva e nellaspetto generale non possibile trovare confronti simili nellarchitettura urartea, sia per le dimensioni dellalzato in pietra che per la forma24. Per quanto riguarda le basi di colonna, il diametro (75-81 cm) pressoch identico a quello degli esemplari epigraficamente datati ad Argiti I (77-82 cm), ma la forma non trova corrispondenze esatte con altri esempi urartei25. Forse in futuro sar possibile riconsiderare questa struttura, grazie alle nuove indagini che stanno migliorando la nostra conoscenza della topografia del sito. Certamente allo stato attuale della ricerca risulta arduo definirla come un portico dingresso. III. B. La grande sala colonnata Subito a Nord dellingresso (fig. 2.B) vi un ampio cortile, sul cui lato occidentale si apre la grande sala colonnata (fig. 2.C e 4a). La datazione della sala ancora incerta, dato che nella letteratura oscilla tra il periodo urarteo (prima ipotesi degli scavatori, ribadita di recente da A. Kanetsyan26) e quello achemenide (G. Tiratsyan, Ter-Martirosov27).
Lalzato conservato era superiore ai 2 metri; ci in disaccordo con quanto attestato nella maggior parte degli altri siti urartei indagati archeologicamente, dove lo zoccolo in pietra era assai pi basso, sormontato da un muro in mattoni crudi. Si veda a tal proposito il palazzo presso lacropoli di Yukar Anzaf, sulla costa orientale del lago Van. Belli, O., Yukar Anzaf Urartu Kalesinde bulunan resim ve ivi yazl bronz arlk, in Salamtimur, H., Abay, E., Derin, Z., Erdem, A.., Batmaz, A., Dedeolu, F., Erdalkran, M., Batrk, M.B., Konak, E. (a cura di), Altan ilingiroluna armaan yukar denizin kysnda Urartu krallna adanmi bir hayat, stanbul, 2009, pp. 753-767. 25 DAN, R., Basi di colonna e pilastri nellarchitettura urartea, in preparazione. 26 KANETSYAN, A., Urartian and Early Achaemenid Palaces in Armenia, in NIELSEN I. (a cura di), The Royal Palace Institution in the First Millennium BC. Regional development and cultural interchange between East and West, Monographs of the Danish Institute at Athens 4, Aarhus 2001, pp. 145-153 (149). 27 TIRATSYAN, G., The columned hall in Arinberd and the problem of satrap centers in the Armenian Highlands, tradotto in inglese e riedito in VARDANYAN R. (a cura di), From Urartu to Armenia. Florilegium Gevork A. Tiratsyan in memoriam, Civilizations du Proche-Orient. Srie I. Archologie et Environment 4, Neuchtel 2003, pp. 43-50; TER-MARTIROSOV 2001 : 158.
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Fig. 3a-b. Il cosiddetto portico dingresso in corso di scavo, visto da Sud (a) e Nord (b) (foto Salvini 1968).

Fig. 4a-b. La sala a trenta colonne (foto La Farina 2010), ed il particolare dello zoccolo in blocchi di basalto (foto Dan - La Farina 2011).

Si tratta di una sala quasi quadrata (29 x 33 m) delimitata da un muro con zoccolo in blocchi di basalto ben lavorati ed un alzato in mattoni crudi28. Chiaramente questi blocchi (fig. 4b) erano stati pensati per un edificio diverso, ed in base a forma e misure gi in altra sede abbiamo avanzato lipotesi che questi in origine fossero pertinenti al tempio di Karmir-blur costruito da Rusa II29. Su
OGANESJAN, K., Arin-Berd I. Architektura Zrebuni po Materialam Raskopok 1950-1959 GG., Erevan 1961 (88-97) (Da ora abbreviato in OGANESJAN 1961). 29 DAN R., LA FARINA R., Some remarks on Arin-berd Architecture (Armenia), poster presentato alla 57me Rencontre Assyriologique Internationale (RAI) (Roma 4-8 Luglio 2011). D. Stronach ha recentemente avanzato una ipotesi simile in STRONACH et al. 2010: 120.
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un piano storico ci significherebbe che la grande sala colonnata, cos come parte del sito, fu costruita solo in seguito alla distruzione della vicina Karmir-blur, avvenuta presumibilmente nella seconda met del VII secolo a.C.30. Allinterno la sala era inoltre fornita di 5 file di 6 basamenti per le colonne, di una panca in argilla lungo i muri e di ci che stato interpretato come un altare lungo il muro meridionale (fig. 9)31. Essendo priva di portici esterni, torri angolari
SALVINI, M., Il regno di Urartu (Biainili), in DE MARTINO S. (a cura di), Le Civilt dellOriente Mediterraneo, Storia dEuropa e del Mediterraneo I. Il Mondo Antico Sez. I. La Preistoria delluomo. LOriente Mediterraneo vol. II, Roma 2006, pp. 459-503 (498-499). 31 OGANESJAN 1961 : 80.
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e colonne di pietra, sicuramente non corretta la definizione di apadana, vale a dire la grande sala colonnata achemenide per eccellenza32. In base alla pianta della fabbrica ed ai blocchi di pietra grezzi usati come base per le colonne, i confronti pi vicini sono rappresentati dalle sale colonnate dei siti medi di Godin Tepe e Tepe Nush-i Jan (VIII-VII a.C.)33. Risulta quindi difficile seguire lidea che il sito, durante la dominazione persiana, fosse stata la capitale della satrapia armena34; del resto in Armenia e nella restante Transcaucasia sono noti palazzetti assai pi vicini agli esempi persepolitani35. III. C. Il settore palaziale ed il tempio di Iuba Il settore nord-occidentale, delimitato da un possente muro perimetrale, stato interpretato come il nucleo palatino; e forse non un caso che una iscrizione di fondazione provenga proprio dal vano di accesso36. Subito al lato di questo si trova una rampa di scale, che doveva mettere in comunicazione con il secondo piano. Il complesso organizzato intorno a due corti, che individuano due settori distinti. I maggiori spunti di interesse provengono dalla corte colonnata, posta a Sud-Ovest, in cui si trova un edificio quadrangolare con grandi blocchi di pietra e alzato in mattoni crudi (fig. 2.D e 5). Questo sicuramente da identificarsi come tempio torre (urarteo susi), grazie al ritrovamento in situ delle due iscrizioni dedicate al dio Iuba da parte di Argiti I37. Infatti, come dimostrato da Salvini, il termine susi denota una peculiare struttura cultuale urartea38: il tempio torre quadrato, monocellulare,
STRONACH D., Apadana, II: Building, in Encyclopedia Iranica vol. II, 1986, pp. 145-148. 33 GOPNIK H., Why columned hall?, in CURTIS J., SIMPSON St. J. (a cura di), The world of achaemenid Persia. History, art and society in Iran and the ancient Near East; proceedings of a conference at the British Museum, 29th September - 1st October 2005, London 2010, pp. 195-206. 34 Di questa idea invece tra gli altri TER-MARTIROSOV 2001 : 160. 35 Ad esempio Benjamin, Sari Tepe, Gumbati: KNAUSS F. S., Ancient Persia and the Caucasus, in Iranica Antiqua 41, 2006, pp. 79-118. 36 CTU A 8-20 37 CTU I A 8-21A e B 38 SALVINI M., Una bilingue Assiro-Urartea, in CARRUBA, O. (a cura di) Studia Mediterranea Piero Meriggi Dicata, Vol. 1, Pavia, 1979, pp. 575-593.
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fornito di contrafforti angolari (fig. 6). Di questa struttura sono stati rinvenuti la facciata con le iscrizioni (fig. 5), la parte orientale dei muri laterali e i resti di due muri di fondo paralleli alla facciata. I restauri di epoca sovietica hanno invece restituito una fabbrica monocellulare a pianta rettangolare, con cella a sviluppo longitudinale, assai differente dai caratteristici templi urartei (fig. 7)39. Tale ricostruzione deve essere rivista, poich non ha tenuto conto dei rimaneggiamenti certamente avvenuti in epoca post-urartea40. Le lievi rientranze sulla facciata del tempio, equidistanti dallingresso, sono chiara testimonianza dellantica presenza dei contrafforti successivamente asportati (fig. 5)41. Nonostante ci lingresso, il corridoio di accesso e la larghezza della cella (5,05 m) sono perfettamente compatibili con gli altri templi susi archeologicamente noti42. Appaiono tipiche dellepoca urartea le tecniche edilizie usate, ovvero imponenti mura a sacco realizzate con paramenti esterni di grandi blocchi basaltici, ben squadrati e perfettamente rifiniti, secondo i dettami della prima architettura modulare urartea43. Riprendendo un originale spunto di Peter Calmayer e Mirjo Salvini44, possibile proporre unipotesi di ricostruzione della pianta della prima fase urartea (fig. 7). In questa operazione si seguito come modello il tempio susi di Kayaldere
Si noti che la porzione occidentale non attestata. Un esempio la costruzione del grande tempio del fuoco(fig. 2. E) allinterno del portico : OGANESJAN 1980 : 101-105 41 Inoltre vistosa la diversa qualit di materiale e lavorazione tra i blocchi in opera quadrata della facciata, che doveva essere a vista, e quelli del resto della facciata e dei muri laterali che doveva essere coperta dai contrafforti. 42 In generale sui templi susi si vedano KLEISS, W., Zur Rekonstruktion des urartischen Tempels, in Istanbuler Mitteilungen 13-14, 1963-1964, pp. 1-14 (da ora abbreviato in KLEISS 1963-1964); SALVINI, M., Das susi-Heiligtum von Karmir-blur und der urartische Turmtempel, in Archologische Mitteilungen aus Iran 12, 1979, pp. 249-269. 43 Il principale esempio di questa peculiare architettura si trova nel cosiddetto Ukale di avutepe. TARHAN, M.T., A Third Temple at Cavustepe-Sardurihinili? U Kale, in ilingirolu, A., Sagona, A. (eds.), Anatolian Iron Ages 6. The Proceedings of the Sixth Anatolian Iron Ages Colloquium held at Eskiehir, 16-20 August 2004, Ancient Near Eastern Studies, Supplement 20, Leuven, Paris, Dudley MA, pp. 265-282. 44 SALVINI 1977: 160.
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Fig.5. La facciata del tempio di Iuba (foto Dan - La Farina 2011).

Fig. 6. Ricostruzione del tempio-torre urarteo di Altntepe (KLEISS W., Urartische Architektur, in KELLNER H.-J. (a cura di) Urartu. Ein Wiederentdeckter Rivale Assyriens, Mnchen, 1976).

ed i rapporti proporzionali tra le sue parti45, in base alla forte somiglianza della facciata di questultimo con le sopravvivenze di quello di Erebuni. Per collocare i contrafforti angolari, si tenuto conto della posizione delle riseghe in facciata, ancora visibili, funzionali allappoggio dei blocchi delle torri angolari piuttosto che alla collocazione dellintonaco come invece gi proposto dagli scavatori46. Secondo la nostra ipotesi il tempio di Iuba avrebbe avuto la facciata larga 10,9 metri, con contrafforti angolari larghi 3,1 metri e aggettanti dal muro di 0,5 metri. La cella quadrata avrebbe avuto dimensioni di 5,05 x 5,05 metri; e le sue pareti sarebbero state coperte da intonaco come testimoniato dalle due riseghe verticali ai lati dellingresso. In questo tipo di ricostruzione i piccoli vani a sud, pressoch adiacenti al muro laterale del tempio, andrebbero considerati come pertinenti ad una fase successiva del sito; in questo modo si potrebbe ipotizzare che anche il tempio di Iuba, cos come gli altri templi47, fosse originariamente inserito in un temenos porticato (fig. 8). III. D. Il tempio(?) di aldi In molte delle iscrizioni urartee, come in quelle di Erebuni, vi la frequente e generale dedica di edifici a aldi, la principale divinit del loro pantheon e titolare di un tempio in tutti i principali siti urartei48. Cos non sorprende che anche per Erebuni vi siano stati alcuni tentativi di identificarne uno. I primi scavatori proposero di individuarlo nella stanza lunga orientale (fig. 2.F e 9): si sarebbe dunque trattato di una struttura con ingresso a gomito, molto simile a quelli della tradizione architettonica mesopotamica49. La ragione princi45 Su Kayaldere vd. BURNEY, C.A., A First Season of Excavations at the Urartian Citadel of Kayaldere, in Anatolian Studies 16, 1966, pp. 55-111. 46 OGANESJAN 1973b: tav. 3. 47 KLEISS 1963-1964. 48 Per una introduzione alla religione urartea si veda BIGA, M.G., CAPOMACCHIA, A.M.G., Il politeismo vicino-orientale. Introduzione alla storia delle religioni del Vicino Oriente antico, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 2008 (421-426). 49 HEINRICH, E., Die Tempel und Heiligtmer im Alten Mesopotamien. Typologie, Morphologie und Geschichte,

Fig.7. Pianta del tempio di Iuba. Elaborazione grafica R. Dan.

Fig. 8. Ipotesi ricostruttiva del tempio di Iuba e dellarea circostante. Elaborazione grafica R. La Farina. Denkmler Antiker Architektur 14, Berlin, 1982.

mentre solitamente nei testi relativi alla costruzione di un tempio urarteo viene impiegata la terminologia specifica54. Il blocco su cui vi liscrizione, fornita di rientranze laterali per essere intonacata nel muro, appare essere una pietra riutilizzata gi in tempi antichi. Recenti scavi hanno portato alla luce il livello delloriginario pavimento della struttura su quel lato; liscrizione viene cos a trovarsi a quota 1,70 metri (fig. 10), troppo in alto per essere il testo di fondazione di un tempio urarteo55. Lingresso del vano in questione fu ricavato nella roccia, in posizione asimmetrica rispetto ai contrafforti angolari, in totale contrasto con qualsiasi altro tempio noto. In conclusione, tra gli elementi architettonici che contrastano con lidentificazione di questa struttura con un tempio susi vi sono le eccessive diFig.9. Pianta della sala a trenta colonne e del cosiddetto tempio di aldi. Elaborazione mensioni interne (9.48 metri grafica R. La Farina. di larghezza) ed esterne (16.50 templare, dato che frammenti simili sono stati rin- metri di lato), cos come la pianta asimmetrica dei venuti in altri ambienti50; b) una simile pianta non contrafforti angolari; la presenza di un corridoio troverebbe alcun confronto nellarchitettura tem- di accesso disassato ricavato nel letto di roccia, plare urartea. Inoltre non vi certezza riguardo che ci permette di escludere la possibilit che la lestensione di questo vano, dal momento che il porta originale fosse in un altro luogo, e il contemuro ovest, cos come lintero lato della collina, nuto e la posizione delliscrizione. quindi arduo riconoscere i resti di un tempio erano gi stati erosi naturalmente (fig. 2). Successivamente stato proposto di indivi- susi urarteo tra le strutture oggi visibili ad Arinduare i resti di un tempio di aldi in un altro berd; ma non comunque possibile escludere che, vano adiacente la cosiddetta apadana (Figg. 2.G come nella fortezza di avutepe, anche qui oltre e 9)51, e recentemente oggetto di indagine da par- al tempio per la divinit locale ve ne fosse un alte di Stronach e Deschamps. Si tratta di una stan- tro dedicato ad aldi, signore del pantheon. N la za quadrata, altres interpretata come ziggurat sala lunga, n il vano scala possiedono i requisiti o torre di avvistamento52. Sulla parete orientale per essere considerati come templi urartei e del redi questa si trova uniscrizione di Argiti I53, ri- sto, non c ragione di credere che ci fossero due guardante la costruzione di un edificio generico, strutture templari contemporanee (di Argiti I), ma cos profondamente diverse in molte caratteristiche, come lo sono il tempio susi di Iuba e le 50 OGANESJAN 1961: 65. 51 strutture appena descritte. Si veda tra gli altri TER-MARTIROSOV 2007: 66. pale di questa attribuzione risiedeva nella scoperta di alcuni frammenti di pittura, raffiguranti una figura stante su leone, subito interpretata come il dio aldi. Bisogna per criticamente riconsiderare questa ipotesi. Infatti: a) tali resti pittorici non possono essere ritenuti esclusivi di una struttura
CHODZAS, S., Die bildenden Knst in Erebuni, in Acta Antiqua 22, 1974, pp. 389-414 (392). 53 CTU A 8-24.
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Sullutilizzo del termine susi si veda SALVINI 1979. TER-MARTIROSOV 2007 : 65-66.

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III. E. I magazzini e la sala a cinque colonne

Originariamente si doveva accedere al settore orientale da Nord-Ovest, almeno sino a quando tale ingresso non fu inglobato in un edificio interpretato da Oganesjan come piccolo tempio del fuoco (fig. 2.H)56. Un ulteriore accesso rappresentato dalla scalinata presso langolo Sud-Est della corte centrale. Da qui si accedeva ad alcuni ambienti ricavati ad un livello inferiore, tra le mura esterne ed il muro meridionale del lungo vano (fig.2.I): si trattava di ambienti interrati e bui, come farebbe pensare anche il gran numero di lucerne ritrovate57, adibiti a magazzini forniti di grandi pithoi interrati secondo un uso comune a molte fortezze urartee58. A tal proposito da evidenziare come alcune iscrizioni menzionanti la costruzione di granai (ari) siano state trovate in giacitura secondaria proprio in questi ambienti59, probabilmente cadute dai muri Fig. 10. Il saggio di Ter-Martirosov addossato al muro orientale del cosiddetto in crudo entro cui erano inserite. tempio di aldi (foto Ter-Martirosov). Al centro di questo settore posto un lungo vano (37,8 x 13,2 m; fig. 2.L) riferiscono a granai e a misure di capacit di soliche ha restituito quattro grandi basi di colonna di (kapi), al contrario pressoch tutti gli ambienti recanti tutte la stessa iscrizione di Argiti I, rife- per immagazzinamento ritrovati erano destinati rentisi alla costruzione di un edificio generico60. alla conservazione del vino come testimoniano le Qui sono state rinvenute ancora in situ le parti iscrizioni su pithoi indicanti misure per liquidi62. Da questo lungo vano provengono anche nuinferiori di numerosi pithoi (sino ai 2,2 m di altezza), disposti in lunghe file parallele. Altri gruppi merosi frammenti di pitture a secco, spesso sodi pithoi, interi o frammentari, sono stati rinvenuti vrapposti luno allaltro. Allinterno di questi anche nei settori meridionale e settentrionale; si possibile distinguere due gruppi: uno, in uno stile pi rigido, raffigurante temi classici delliconografia urartea (teorie di sacerdoti/divinit, figure 56 OGANESJAN 1980: 105-109. 57 umane/mitiche ai lati di stendardi quadrati o alberi DEMSKAJA A. A., Kladovye rebuni, in Soobenija Gosudarstvennoj muzeja izobrazitelnych iskusstv im A. S. sacri, carri)63; e un altro, reso con uno stile pi naPukina 4, 1968, p. 176. Da ora abbreviato in DEMSKAJA 1968. 58 Sui magazzini urartei si veda SALVINI M., I granai delle citt urartee, in Eothen 9, 1998, pp. 131-149; ID., Geroglifici di cantina, in Eothen 11, 2002, pp. 677-693; BELLI O., SALVINI M., Pithoi with cuneiform and hieroglyphic inscriptions from Upper Anzaf Fortress, in Studi micenei ed egeo-anatolici 48, 2006, 55-72. 59 SALVINI M., Nuove iscrizioni urartee dagli scavi di Arin-berd, nellArmenia sovietica, in Studi Micenei ed Egeoanatolici 9, 1969, p. 8 n. 3. 60 CTU I A 8-23A-D DEMSKAJA 1968: 176-177. Fa eccezione un solo vano : vd. CHODZAS I. S., Speisekammern in Erebuni, in KLENGLEL H., RENGER J. (a cura di), Landwirtschaft im Alten Orient : Ausgewhlte Vortrge der XLI. Rencontre Assyriologique Internationale Berlin, 4.-8.7. 1994, Berliner Beitrge zum Vorderen Orient 18, Berlin 1999, p. 226. 63 Sulliconografia urartea si vedano ad es. VAN LOON M., Urartian Art. Its Distinctive Traits in the Light of New Exca61 62

pu ipotizzare, sulla scia di quanto fatto dagli scavatori, che si trattasse di magazzini diversificati in base al tipo (cibo, vino) o alla destinazione (regia, cultuale, etc.) delle derrate61. A questo proposito interessante notare che mentre tutte le iscrizioni su pietra relative a magazzini rinvenute ad Erebuni si

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Fig. 11. Arin-berd e dintorni: le aree con resti archeologici (foto satellitare da Google Earth). Elaborazione grafica R. La Farina.

turalistico, raffigurante inedite scene di vita agreste (greggi al pascolo, vitelli)64. La cronologia di queste pitture non certa: gli scavatori li datavano (insieme a tutta la fortezza) al periodo urarteo, ipotizzando per il gruppo naturalistico una maggiore autonomia delle maestranze dal canone ufficiale65; oggi invece si tende a datare questo secondo gruppo al periodo achemenide66 o pi genericamente post-urarteo67. Ritornando al grande vano lungo, certo che almeno in una fase della vita della fortezza questo ambiente rappresent il centro di una pi vasta area di immagazzinamento e lavorazione, come testimoniato anche dalla grande quantit di ceramica da fuoco e da dispensa rinvenuta soprattutto nei piccoli vani posti sui lati lunghi68.
vations, Istanbul, 1966; PIOTROVSKIJ 1966; G. AZARPAY, Urartian Art and Artifacts. A Chronological Study, BerkeleyLos Angeles 1968. 64 OGANESJAN 1973b : 64-75. 65 Ibid., pp. 70-75. 66 TER-MARTIROSOV F. I., Freski Erebuni urartskogo i achemenidskogo vremenj, in Vestnik Obscestvennych Nauk 1, 2005. 67 LA FARINA R., The Erebuni paintings in their archaeological and artistic context, in preparazione. 68 DEMSKAJA 1968 : 176-177.

IV. Labitato esterno alle mura Dalle poche notizie edite sappiamo che resti dellabitato sono stati identificati ai piedi della collina69. Le abitazione, molto vicine le une alle altre, presentavano notevoli somiglianze con quelle scoperte negli abitati di Karmir-blur e Armavir 70 ; potevano essere agglomerati di due o tre vani oppure pi grandi, impostate attorno a corti. Le abitazioni possedevano finestre solo sul cortile interno acciottolato, e muri ciechi verso la strada. La tecnica edilizia prevedeva uno zoccolo in blocchi tufacei ed un alzato in mattoni crudi, in alcuni casi conservato ancora per un metro di altezza. Allinterno dei fabbricati furono trovati pithoi (diametro 120 cm) e contenitori monocromi neri (altezza 70100 cm) interrati, adibiti alla conservazione delle
CHODZAS, S., Das Leben in der urartischen Stadt Erebuni, in Archiv fr Orientforschung 19, 1982, pp. 271-274 (271); da ora in poi CHODZAS 1982. 70 OGANESJAN, K.L., Karmir-blur IV, Architektura Tejebaini, Erevan, 1955 (18-35); MARTIROSJAN, A.A., Argitihinili, Archeologieskie Pamjatniki Armenii 8 (Urartskie Pamjatniki), Erevan, 1974 (47-73); da ora abbreviato in MARTIROSJAN 1974.
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derrate alimentari. La ceramica rinvenuta nellabitato corrisponde a quella proveniente dalla fortezza, compresa la caratteristica ceramica rosso lucida urartea71. Allo stato attuale delle ricerche non semplice attribuire una datazione certa a queste strutture abitative, cos come andranno riviste in futuro le datazioni degli altri abitati ritrovati attorno alle fortezze urartee. V. Conclusioni: problematiche e prospettive Risulta ormai evidente che laspetto di Erebuni non possa essere quello fissato dagli scavi e dai restauri sovietici, e che di conseguenza non possa essere considerato come un tipico forte urarteo. Il sito era sicuramente pi vasto, non confinato allattuale circuito murario, probabilmente articolato su pi alture (fig. 11)72; bisogna dunque superare linterpretazione di Erebuni come piccola fortezza o avamposto militare, per considerarla piuttosto una vera e propria citt, alla stregua della vicina Argitiinili73. Al fondatore Argiti I (inizi VIII secolo a.C.) sono attribuibili, oltre ad alcuni magazzini, anche un tempio dal tipico impianto urarteo, mentre rimane ancora indimostrabile la presenza di un tempio dedicato al dio aldi. Tra la seconda met del VIII e la seconda met del VII secolo, durante i regni di Sarduri II e Rusa III, il sito sub delle alterazioni, ad oggi documentate quasi esclusivamente su base epigrafica. Questo perch la visione delle architetture di periodo urarteo allinterno del circuito murario fortemente compromessa dagli interventi successivi. Un esempio rappresentato dalla grande sala a trenta colonne, in cui blocchi forse provenienti da Karmir-blur furono riutilizzati in un momento non meglio precisabile. Con questo interrogativo si passa ad unaltra questione ancora aperta nel dibattito scientifico: ovvero se il sito sia stato in uso durante i decenni oscuri seguiti al collasso dello stato urarteo, o piuttosto se la frequentazione sia ripresa in maniera significativa solamente con larrivo dei persiani, dopo una cesura di quasi un secolo.
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Di sicuro, a giudicare da quanto noto, il centro non presenta caratteristiche (architettura monumentale, iscrizioni) che permettano di identificarlo con la capitale della satrapia achemenide dArmenia. Grazie alle indagini in corso, e in attesa di un riesame dei materiali rinvenuti durante gli scavi di epoca sovietica, nei prossimi anni sar forse possibile comprendere meglio un sito importante per lo studio delle dinamiche storiche dellaltopiano armeno alla met del I millennio a.C.

CHODZAS 1982 : 271-272. OGANESJAN 1951 : 75-80. MARTIROSJAN 1974.

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