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La politica, le lobby e il prezzo della corruzione

Mario Chiesa, il mariuolo del Pio Albergo Trivulzio, divenuto, suo malgrado, larchetipo dellItalia corrotta da quando ha cercato di far sparire 7 milioni di lire nello scarico del water del suo ufficio durante lirruzione la Guardia di Finanza. Anche se le mezzette Chiesa le incassava dal 1974, quel luned 17 febbraio 1992 fu indicato come linizio della stagione di Mani Pulite che avrebbe portato alla fine della Prima Repubblica e allinizio della Seconda . Mario Chiesa racconta anche lestendersi di quella stagione fino ad oggi. Il 31 marzo del 2009 viene arrestato per traffico di rifiuti: non aveva ricevuto tangenti, le aveva solo distribuite. Pattegger tre anni e sei mesi di pena, ma nel 2011, dopo larresto di Viscardo Paganelli, un imprenditore romano che cercava in tutti i modi di accreditarsi come fornitore della Sanit lombarda grazie ai 10mila euro che avrebbe versato al leghista Max Bastoni, ecco rispuntare Mario Chiesa nel ruolo di mediatore. Non sono dunque bastate le condanne, la censura sociale, il discredito a bloccare lattivit di Chiesa. E, soprattutto, il suo curriculum non bastato perch il mondo politico lo considerasse un paria, un intoccabile. Sta tutto qui il dramma della corruzione dilagante, quella che ha denunciato la Corte dei Conti stimandone i costi in 60 miliardi allanno. LItalia il paese pi corrotto, avverte il Consiglio dEuropa stimando che nel nostro Paese si concentri il 50 per cento delle mazzette pagate nellintero continente. La classifica di Transparency International ci colloca al 69mo posto in una lista die peggio di noi fanno in Europa Romania, Bulgaria, Serbia e, naturalmente, Grecia. Tutto questo non basta per far votare una legge contro la corruzione che attende da quando lItalia ha sottoscritto, si direbbe a propria insaputa, la Convenzione di Strasburgo del 1999. Per completare il quadro, si aggiunga che dei 60 miliardi di cui parla la Corte di Conti, nel 2011 sono stati recuperati soltanto 70 milioni di euro. Chi segue le cronache delle malefatte della politica e dei politici, non far fatica a trovare riscontri al diffondersi della corruzione, quanto meno vedendo ricomparire il nome del Pio Albergo Triviulzio. Ma, forse, non ne percepisce ancora un dato. Nel 1993, si scopr che con 150 miliardi di lire Montedison intendeva comprare lintera politica italiana, non solo il governo, ma anche lopposizione. La si defin maxitangente: ma quei 150 miliardi di lire, rivalutati e convertiti, varrebbero oggi circa 120 milioni di euro. E per far diventare Bettino Craxi il villian della politica nazionale bast accusarlo di aver incassato, per il suo partito, poco meno di 2 milioni di euro, quando Filippo Penati ne avrebbe utilizzati 1,4 solo per la sua campagna

elettorale. E Pierangelo Dacc avrebbe fatto fruttare le sue mediazioni con il sistema sanitario lombardo, delle quali Roberto Formigoni nulla saprebbe, 60 milioni di euro. Non solo dunque corrotti e corruttori tengono la scena, complice una giustizia indebolita dalle leggi ad personam e strutturalmente inefficiente, ma il prezzo che impongono alla collettivit si alza di anno in anno e va a finanziare, non pi le strutture della politica, ma le lobby che la dirigono o ne vengono dirette. E un sistema, diverso da quello venuto alla luce nel 92, ma dagli effetti non meno micidiali che ha corroso maggioranze e opposizioni che, al contrario di allora, non riescono neanche pi a riconoscere le proprie responsabilit trincerandosi dietro gli istituti di una difesa penale che nulla ha a che fare con quella politica. Un sistema che, come allora, sta franando, ma senza che nessuno si preoccupi di evitare che qualcuno scappi con la cassa. Per ricomparire fra qualche anno come mediatore daffari della Terza Repubblica. (la Repubblica Milano, 9 luglio 2012)

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