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Alfa Romeo Giulia e 2000 Berlina

Negli anni Settanta, le berline dell’Alfa Romeo erano tra le auto più veloci e maneggevoli. L’ideale per chi, in Italia e all’estero, si aspettava dalla sua macchina sicurezza e piacere di guida. La gamma comprende tre varianti: “1750” prima serie, “1750” seconda serie e “2000”, tutte praticamente con la stessa carrozzeria. All’epoca, qualche critica venne indirizzata a una certa mancanza di personalità, soprattutto paragonando la “1750” alla “Giulia” che l’aveva preceduta. A distanza di trent’anni, invece, anche le “1750” e “2000” rivelano un carattere deciso e, soprattutto, una sobria eleganza, determinata dal profilo pulito della fiancata e dall’equilibrio delle linee disegnate da Bertone. La “1750” (prodotta in 101.883 esemplari) fu presentata nel 1968 e venne ritoccata circa un anno più tardi, per il “model year” 1970, dando vita a quella che gli alfisti identificano come seconda serie. Le differenze più evidenti tra le due versioni riguardano i fanalini anteriori (spostati dal paraurti agli angoli della carrozzeria), i ripetitori di direzione laterali, la targhetta di identificazione posteriore, i pedali del freno e della frizione (incernierati in alto nella seconda serie) e il volante, che fu dotato di corona in legno. Più radicali furono le modifiche apportate alla “2000”, presentata nel 1971 e rimasta in produzione sino al 1977, per una “tiratura” totale di 89.840 esemplari. Si riconosce a colpo d’occhio dalla “1750” per i quattro fari di uguale diametro, i nuovi cerchi e i gruppi ottici ridisegnati. Ma diversi sono pure volante, cruscotto, sedili e tappezzeria. L’aumento della cilindrata a due litri permise di guadagnare 18 CV (da 132 a 150 SAE, sempre a 5500 giri/min) e di migliorare coppia e elasticità di marcia.