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particolare lunghezza donda della luce bianca. Tale fenomeno fa si che il materiale manifesti il colore complementare.( Rubini e Smeraldi). grazie allassorbimento della giusta quantit di energia, pu accadere che un elettrone di valenza si trasferisca da un atomo allaltro (spesso di un elemento completamente differente). (Zaffiri e Lapislazzuli)
spesso a causa dellincidenza di radiazioni possono essere ossidati o addirittura rimossi degli atomi provocando la formazione di centri di colore. Tali atomi possono avere degli elettroni spaiati che tendono ad assorbire energia e, quindi, creare colore.(Ametista, Diamanti verdi e Topazi)
nei materiali isolanti o semiconduttori pu esistere un gap di energia tra la banda di valenza e la banda di conduzione nella struttura elettronica di unatomo. Se questo gap di energia comprende energie rientranti nel campo della luce visibile questo causa colore. (Diamanti e Cinabro) qualora sulla superficie del materiale siano presenti microgranuli di sostanze solide o liquide o si verifichino delle collisioni tra le molecole di gas, queste possono provocare il diverso scattering delle diverse lunghezze donda e quindi far emergere un colore piuttosto che un altro.( Moonstones)
quando la luce attraversa obliquamente materiali con indice di rifrazione diverso si verificano fenomeni di interferenza che generano colori.
Tali propriet fondamentali sono: modi vibrazionali delle molecole, inclusioni, disordini strutturali, etc.
Dal punto di vista prettamente mineralogico, un cristallo di carbonio a sistema cubico di abito generalmente ottaedrico mentre pi rari sono dodecaedro, cubo o combinazioni di altre forme.
Gemme colorate
IL CORINDONE
Fra le pietre colorate il corindone con le sue variet rubino e zaffiro ha sicuramente una posizione predominante. Il corindone un ossido di alluminio ( Al O ) a sistema trigonale con abito prismatico tozzo o con combinazioni di bipiramidi. Le variet sono appunto rosso (rubino), blu (zaffiro), giallo, verde e incolore.
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I rubini di migliore qualit provengono da sempre da Birmania, Thailandia, Sri Lanka e Tanzania. Anche per lo zaffiro le localit di provenienza sono simili a quelle del rubino e comunque oggi il corindone viene prodotto sinteticamente con risultati eccellenti in tutte le colorazioni
IL CRISOBERILLO e LO SPINELLO
Questi due minerali sono entrambi ossidi di formula generale AB O con A = Be e B = Al nel crisoberillo e A = Mg, Fe e B = Al nello spinello.
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Il crisoberillo comunemente giallo verdastro o verde ma due sue variet sono particolarmente pregiate: lalessandrite e locchio di gatto. L alessandrite una gemma estremamente rara che presenta il fenomeno del metamerismo cio cambia di colore se si osserva in luce diurna (verde) o artificiale (rossa). Locchio di gatto presenta il fenomeno del gattegiamento
Lo spinello nobile una delle pietre pi preziose anche se le sue variet rossa e blu sono state surclassate dai parenti ricchi rubino e zaffiro.
Per il crisoberillo i giacimenti classici sono quelli degli Urali che hanno fornito i migliori esemplari di alessandrite anche se esemplari molto pregiati provengono dallo Sri Lanka e dal Brasile. Gli spinelli migliori provengono da Sri Lanka, Birmania e Brasile.
GRANATI
Gemme del sistema cubico di formula generale X Y Si O .
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Le variet gemmologiche pi importanti sono piropo, rodolite e almandino. Si tratta di un gruppo comunque molto complesso dal punto di vista della cristallochimica e delle variet gemmologiche.
PERIDOTI (olivina)
Gemme del sistema rombico di formula generale (Mg,Fe) SiO .
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TANZANITE (zoisite)
Sorosilicato complesso di Ca e Al.
TORMALINA
Ciclosilicato di formula molto complessa contenente elementi particolari quali Li e B.
TOPAZIO
Caratterizzato da una lucentezza vitrea. Le variet pi comuni sono incolore, giallo, rosa e arancio.
GIADA
Sistema monoclino di composizione NaAlSi3O8 e abito policristallino e fibroso. Le variet sono traslucida, verde e biancastra e di tenacit estremamente elevata.
Quando parliamo di giada parliamo di una roccia pi che di un minerale, costituita prevalentemente da pirosseni, nel caso della giadeite, o anfiboli, e in questo caso si parla di nefrite.
Le propriet fisiche sono mediocri, molto tenera e infiammabile, ma sempre stata molto apprezzata per il suo particolare colore e per la frequente inclusione di frammenti vegetali o insetti.
PERLE
Sono concrezioni costituite da carbonato di calcio e da una sostanza organica nota come conchiolina. Vengono prodotte da lamellibranchi simili alle ostriche sia in acqua salata che in acqua dolce e derivano dalla reazione dellanimale a un corpo estraneo accidentale o, nel caso delle perle coltivate, introdotto appositamente.
Attualmente quasi tutte le perle sono coltivate e le tecniche di coltivazione si sono sviluppate principalmente in Giappone e , pi recentemente, in Australia.
Gemme e Spettroscopia
Dato lelevato valore e pregio delle gemme che abbiamo appena citato, queste sono spesso utilizzate per rifinire o decorare oggetti darte oltre ad essere loro stesse, in molti casi, o i gioielli che le contengono, considerati beni culturali. Questo fa si che tali gemme siano frequentemente sottoposte alle analisi e agli interventi che si rendono necessari per qualunque bene culturale. Tra queste rientrano anche le tecniche spettroscopiche e, fra le pi utilizzate in questo campo, citiamo: Spettroscopia Raman FTIR
XRF
PIXE
Spettroscopia Raman
Uno dei principali problemi che negli ultimi anni ha interessato il campo delle gemme quello relativo alla produzione di falsi o di pietre alterate e comunque non originali. Questa, accanto allo studio delle gemme costituenti i beni culturali, forse la principale attuale applicazione della microspettroscopia Raman in questo campo, grazie alla minima preparazione che le analisi richiedono e soprattutto alla non distruttivit di tale tecnica.
Quando una radiazione entra in contatto con una molecola, nella maggioranza dei casi, i fotoni vengono riemessi dagli elettroni degli atomi alla stessa frequenza della radiazione incidente (scattering elastico). Si parla di effetto Raman quando questi fotoni vengono riemessi ad una frequenza inferiore o superiore a quella incidente poich cedono o assorbono energia dalla molecola. (scattering anelastico)
Dato quindi lo spettro della luce incidente, lo spettrometro deve valutare se vi siano frequenza diverse nella luce diffusa poich tali frequenze saranno quelle caratteristiche della molecola. Il Raman infatti si presta molto allo scopo richiesto, perch crea delle impronte digitali della gemma in esame che permetteranno di distinguerla anche da alterazioni o contraffazioni future.
Sempre per questo motivo le gemme in assoluto pi studiate con la spettroscopia Raman sono anche quelle pi falsificate: il diamante e le perle. Ma non sono le sole
Infine, vediamo che il Raman non usato soltanto per lidentificazione delle gemme ma anche per riconoscere i trattamenti che tali gemme subiscono. I trattamenti in questione sono, nella maggioranza dei casi, volti a conferire alla pietra maggiore lucentezza, un colore pi nitido o a risanare eventuali fessurazioni o danneggiamenti.
Si riescono in questo modo a riscontrare anche trattamenti realizzati a temperature e pressioni molto elevate e, addirittura, colori conferiti artificialmente, il caso delle perle e del corallo.
FTIR
La tecnica della spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier anchessa largamente usata nella caratterizzazione di molte gemme, ma uno dei campi in cui pi viene sfruttata quello dello studio dei diamanti. Lapplicazione della FTIR riesce a distinguere tra diamanti sintetici e naturali ma anche tra differenti esemplari tutti naturali.
La tecnica sfrutta una radiazione monocromatica che viene inviata su un particolare dispositivo noto come intereferometro di Michelson. Tramite linterferometro riusciamo a suddividere londa in due componenti e a gestirle di modo che possano entrare nel campione con un ritardo di fase definito.
Una volta che la radiazione entra nel campione alcune sue componenti vengono assorbite. Confrontando lo spettro di emissione della radiazione con lo spettro della stessa dopo che ha attraversato il campione notiamo quali frequenze mancano, quelle saranno state assorbite e in corrispondenza troveremo i picchi di assorbimento del campione Tutti i diamanti analizzati appaiano uguali sia dal punto di vista strutturale che chimico ma i cristalli presentano difetti locali nella struttura cristallina ed molto difficile che anche questi difetti siano identici per tutti i diamanti analizzati. Ecco quindi che le imperfezioni registrate nello spettro infrarosso permettono di distinguere tutti gli esemplari gli uni dagli altri. Quella per lo studio dei diamanti solo la pi diffusa tra tutte le applicazioni che vedono la tecnica FTIR protagonista nella gemmologia.
XRF e PIXE
Nello studio della particolare classe di materiali che stiamo analizzando pu diventare molto importante e produttivo luso combinato di differenti tecniche di analisi. Le tecniche XRF e PIXE sono proprio due di queste che vengono sovente usate in modo complementare XRF La tecnica si basa sullinvio di un fascio di raggi x sugli atomi che fanno si che si liberino elettroni dai livelli pi interni. Quando accade questo gli elettroni dei livelli pi esterni si muovono per colmare la lacuna emettendo a loro volta raggi x identificativi dellatomo. PIXE Anche questaltra tecnica si basa sullanalisi dei raggi x emessi da un campione, questa volta per stimolato da un bombardamento di particelle, spesso protoni. Anche in questa tecnica i raggi x emessi sono caratteristici degli atomi bombardati.
L uso complementare di queste tecniche permette di avere una conoscenza veramente approfondita sulla natura chimica del materiale, compresi gli elementi in tracce, sulla sua lavorazione e anche sulla sua storia e questo fornisce un importante contributo anche allarcheologia per quel che riguarda le rotte commerciali, le tecnologie di produzione e lavorazione e le risorse naturali XRF PIXE
Attenzione
Studiando o analizzando le gemme si pu incappare anche in molti tranelli. Abbiamo infatti gi detto che tradizionalmente le gemme sono sempre state imitate o soggette a vari tipi di trattamento per migliorarne le caratteristiche.Tali trattamenti, pi o meno accettabili, comprendono: Metodi di intensificazione del colore Impregnazione con resine, olii e cere per riempire eventuali fratture superficiali. Trattamenti termici per ottenere particolari colorazioni. Tecniche di irraggiamento con radiazioni ad alta energia per eliminare eventuali impurezze. Altro importante elemento da considerare sono le inclusioni, ossia qualunque disomogeneit presente nella gemma che pu essere visibile sia ad occhio nudo sia al microscopio e che pu falsare i dati della mia analisi.
Le inclusioni possono essere allo stato solido, liquido o gassoso e, una volta identificate, possono risultare molo utili per accertare la natura e la provenienza di una gemma nonch per conferire a questa caratteristiche colorazioni.
Lultima precisazione che occorre fare per evitare di incappare in errori grossolani, riguarda le gemme sintetiche, che non sono imitazioni poich sono del tutto equivalenti a quelle naturali, salvo che per la genesi.
Le prime pietre artificiali ottenute furono sicuramente dei rubini, ottenuti per cristallizzazione con fondente verso la met del XIX secolo. Dopo qualche anno si svilupparono i primi metodi a livello industriale che prevedevano metodi di fusione in fornaci. Oggi tutte le ricerche sono indirizzate verso la sintesi di una delle poche gemme che ancora non si riesce a produrre artificialmente: il diamante.
Sia per quel che riguarda i trattamenti sia in merito ai metodi di sintesi esiste ancora e da sempre nella gioielleria una sorta di segretezza che rende ancora pi complessa, molte volte, linterpretazione dei risultati di unanalisi o comunque la valutazione di una gemma.
Casi di Studio
Gran parte delle scienze archeologiche si basano su reperti riconducibili allambito della gioielleria o comunque della metallurgia. Oggetti di questo tipo hanno sempre dato un apporto notevole allo studio delle materie prime, delle tecnologie di produzione, delle rotte commerciali, ma anche e soprattutto delle culture, delle religioni e dello stile di vita dei popoli. I gioielli sono manufatti che rientrano nella sfera della quotidianit ma allo stesso tempo se ne distaccano poich non possono essere considerati al pari di un contenitore da cucina in quanto hanno un valore che trascende questo, un valore spesso simbolico e rappresentativo delle ambizioni e dello status sociale di una persona e di un popolo.
Lo studio presenta i risultati delle analisi gemmologiche e geochimiche condotte su smeraldi che erano parte di una collana doro rinvenuta durante gli scavi di una villa romana a Oplontis, oggi Torre Annunziata ( Na ).
Durante gli scavi, cominciati nel 1964, vennero alla luce due ville suburbane sepolte dalleruzione del Vesuvio del 79 a.C. La prima, decorata con sontuose decorazioni, sembra essere appartenuta a Poppea,moglie dellimperatore Nerone. Oggi la collana parte della collezione della Soprintendenza di Pompei ( Na ).
La collana lunga 58 cm ed costituita dalla successione alternata di 24 ovali dorati e 19 cristalli esagonali di smeraldo caratterizzati da un pleocroismo giallo-verde in luce normale e azzurro-verde con particolari fonti di illuminazione. Lindice di rifrazione di tali gemme appare molto elevato il che suggerisce unelevata presenza di allumino allinterno della struttura. Lassorbimento spettrale quello tipico dello smeraldo:683.5 e 680.6 nm.
Per determinare la composizione chimica e la struttura degli smeraldi sono state usate due tecniche di analisi. Uno Electron Probe Micro Analysis (EPMA) e laltro micro FTIR. Per quel che riguarda le analisi FTIR vediamo che tutti i picchi degli smeraldi, che rappresentano le vibrazioni dei legami Si-O, Al-O e Be-O, si trovano al di sotto di 1400 cm-1.
Tutte le 19 gemme della collana di Oplontis mostrano un comportamento infrarossso simile. Per questo ne sono stati selezionati quattro, rappresentativi di tutti, per determinarne la composizione chimica e soprattutto larea di provenienza.
Per lo stesso scopo sono state sfruttate anche tecniche di analisi recentemente sviluppate basate sullemissione di raggi X e gamma indotta da protoni (PIXE e PIGE ). Tali tecniche possono arrivare a differenziare anche i diversi depositi originari delle gemme. I risultati ottenuti dalle gemme di Oplontis sono stati comparati con quelli ottenuti da esemplari di provenienza nota e la loro origine sembra essere dalle miniere del sud-est dell Egitto, Russia, Pakistan, Afghanistan, India e Austria.
Infine gli smeraldi sono anche stati sottoposti ad analisi con tecniche distruttive come la diffrazione di raggi X (XRD) e la gas cromatografia (GC).
Conclusioni
I test gemmologici e le analisi spettroscopiche hanno dimostrato lomogeneit delle gemme di Oplontis, dovuta alla loro origine comune ma non alla loro provenienza. Ci confermato anche dalle analisi chimiche che mostrano una composizione molto simile.
Le analisi mineralogiche mostrano delle importanti sostituzioni di alluminio nei siti ottaedrici e la maggiore o minore presenza di tale elemento pu essere considerata indicativa della diversa provenienza geologica. Comunque la maggioranza delle analisi supporta lipotesi che gli smeraldi di Oplontis furono importati dal deposito di El Sikait, uno dei pi famosi siti di estrazione egiziani, anche se nemmeno la provenienza dall Austria pu essere esclusa.
In particolare, le tecniche non invasive hanno fornito un apporto significativo allo studio delle collezioni di giade cinesi datate anche al periodo neolitico. Insieme tali tecniche forniscono una caratterizzazione della giada usata dagli antichi popoli cinesi e permettono di creare un database che permetta lo studio del materiale di provenienza incerta.
Ogni esemplare viene tagliato con un diamante in pi strati, ognuno di questi strati viene pulito su un lato e individualmente vengono cotti in una fornace, in atmosfera ossidante per 24 ore, fino a raggiungere temperature che vanno dai 500 ai 1100 c. Molto importanti diventano anche le analisi in situ ed in particolare XRD e Raman. Le analisi XRD hanno dimostrato come questa giada sia composta di ferroactinolite con qualche impurezza di cloro.
In alcuni campioni era presente soprattutto actinolite mentre in altri tremolite anche se comunque lintensit dei picchi non corrisponde perfettamente ai valori calcolati. Alcuni angoli di diffrazione risultano anomali, forse per lalto contenuto di ferro che si sostituisce al magnesio. Anche la tecnica ESEM/EDX ha permesso di definire la composizione: 8% di magnesio, 5% di ferro, 0,8% di alluminio e 0,3% di manganese.
Oltre alle tecniche gi citate, pero la spettroscopia Raman a dare il pi alto contributo in questo caso e spesso per individuare le caratteristiche spettrali si usa lazione combinata di tre laser diversi.
Tuttavia la tecnica Raman presenta, in questo caso, numerosi ostacoli. La fluorescenza infatti appare molto marcata e la bassa risoluzione di questi strumenti portatili limita la risoluzione delle bande nelle regioni tra i 200 e 300 e i 300 e 450 cm-1 dove si trovano le bande che permetterebbero di avere una chiara definizione della nefrite.
Il Raman pu comunque fornire importanti informazioni relative alla sostituzione cationica del magnesio col ferro che pu essere correlata allorigine del materiale. Inoltre ci permette di individuare i trattamenti che spesso vengono realizzati sulle giade che ci forniscono una profonda conoscenza delle tecnologie e anche della cultura di questi popoli. Infine, essendo un tecnica molto valida per caratterizzare gli ossidi, permette di individuare la causa della formazione dei colori rossi e neri sulle facce del materiale. Conclusioni Questo studio presenta un innovativo e totalmente non invasivo approccio allo studio delle giade cinesi finalizzato non solo a caratterizzare la nefrite ma anche a valutare importanti parametri quali colore, origine geologica e alterazioni naturali o dovute allazione delluomo.
Agli inizi del 2003 venne presentata al mondo una strana gemma: un berillo, molto ricco in cesio, proveniente da una regione del Madagascar, che cre stupore e eccitazione tra collezionisti e intenditori per il suo colore rosa intenso. Ben presto ci si accorse che le sue propriet erano molto diverse da quelle di un berillo, forse a causa dellelevata concentrazione di cesio. Nel settembre 2003 fu approvato per la gemma il nome Pezzottaite dal nome dellitaliano Federico Pezzotta che fu il primo a investigare questa nuova specie del gruppo dei berilli.
Pochi anni pi tardi si sanc che la Pezzottaite era una gemma romboedrica identificabile non come un berillo ricco di cesio ma piuttosto una nuova specie minerale strettamente connessa al berillo. Questo studio vuole fornire informazioni in merito a storia,geologia, composizione e propriet di questa nuova gemma.
Nel dicembre 2002, Laurent Thomas misur un indice di rifrazione su una faccia di questo cristallo pari a 1,619, troppo alto per un cristallo di berillo e invi lesemplare al Dott. Pezzotta. Le analisi chimiche preliminari dei due esemplari e lo studio con raggi X rivelarono subito lanomala concentrazione di cesio. La prima attivit di estrazione del nuovo minerale fu guidata proprio da Pezzotta nel luglio del 2003 in un luogo molto complesso da raggiungere.
La Pezzottaite venne rinvenuta in una formazione di pegmatite granitica di caratteristiche variabili. Caratterizzata da una porzione esterna costituita da Kfeldspati, quarzo, plagioclasi e miche scure e da una porzione interna costituita da miche scure e violacee, quarzo, albite, zirconi e ossidi. La pezzottaite venne rinvenuta proprio a livello della porzione pi interna della formazione.
I cristalli che possono avere la qualit richiesta per una gemma sono tipicamente molto piccoli, pesano meno di 1-2 grammi, e la quantit totale di materiale cavato molto difiicile da stimare.
Le propriet geologiche della gemma sono state ricavate dallo studio di 19 esemplari utilizzando gli strumenti geologici standard.
I risultati dimostrarono che la pezzottaite un cristallo a simmetria esagonale che presenta tre forme principali: pinacoidale, piramidale e prismatica. E un cristallo uniassico negativo, di dicroismo poco evidente e tutti i cristalli non interferiscono con le radiazioni UV o comunque a basse lunghezze donda. Indagini spettroscopiche Con il fascio orientato lungo lasse c, lo spettro di assorbimento nel Vis-NIR dominato da una banda centrata a 494 nm e da una a 476 nm. Vi sono comunque anche altre bande caratterizzanti a 563, 820, 630 e 400 nm. La trasmissione nelle altre regioni dello spettro concorre invece a produrre il tipico colore rosa. La caratteristica che definisce lo spettro Raman della pezzottaite una banda a 1100 cm-1 che non mai stata osservata negli spettri degli altri berilli rosa o rossi. Anche la diffrazione ai raggi X non presenta i picchi tipici del berillo o comunque sono di intensit molto molto minore.
Conclusioni
Larea in cui si trova questa nuova gemma viene tuttoggi estratta con metodi artigianali e tutta la futura produzione dipender proprio dallo sviluppo, soprattutto con mezzi meccanizzati, di questa attivit estrattiva. Sicuramente per, il riconoscimento di questo materiale come una nuova gemma ne permetter il rinvenimento in altre pegmatiti granitiche.