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Immagini di un viaggio nel tempo

La seconda rivoluzione industriale ha dato avvio ad un percorso


culturale, tecnico, scientifico e sociopolitico che è diventato
sempre più frenetico e rapido e ci ha condotto al mondo attuale.
Questo entusiasmante viaggio umano è stato documentato da un
nuovo strumento, che ha cambiato il modo di vivere e ricordare
ogni momento importante della nostra esistenza: la fotografia. La
cristallizzazione delle vicende umane in un’immagine ha, da
allora, accompagnato ed impresso nella storia progressi e
scoperte, successi e fallimenti, eventi positivi e negativi, che ci
hanno reso ciò che siamo. L’intenzione di queste righe è di
raccontare alcune delle tappe del predetto viaggio e del parallelo
sviluppo della rappresentazione fotografica che, in alcuni casi, è
intimamente intrecciata con i personaggi e gli eventi presi in
esame, tanto da essere parte della storia oltre che racconto della
stessa.
L’età vittoriana, periodo di riferimento per la
seconda rivoluzione industriale, ha
evidenziato come la fotografia fosse
destinata a scandire i tempi a venire. Per la
prima volta la regina Alexandrina Vittoria
appariva in un’immagine reale e non solo
dipinta, un’icona politica che dimostrava la
potenza anche tecnologica del Regno Unito.
Le sue fotografie – ne risultano più di
ventimila - proliferarono in tutti gli angoli
dell'immenso dominio britannico, fungendo
da collante emotivo e simbolo identitario per i
popoli più diversi.
Proprio nel pieno dell’età vittoriana, il
grande fisico scozzese James Clark
Maxwell, oltre agli studi
sull’elettromagnetismo, ha teorizzato e
realizzato la prima foto a colori.
Ancora la fotografia, anche con l’avvento delle
macchine fotografiche compatte, ha ricoperto un
ruolo rilevante nella letteratura francese di fine
ottocento, tanto da integrare l’approccio
scientifico alla letteratura del naturalismo. Il
rappresentante più fulgido di tale movimento,
Émile Zola, vedeva nell’immagine fotografica un
mezzo per sintetizzare la sua weltanschauung
(visione del mondo), in quanto espressione della
realtà “nuda e cruda”.
L’analisi dei rapporti umani in chiave
scientifica, così cara ai naturalisti,
l’elemento psicologico-sociale
presente nei loro scritti, ci porta col
pensiero alla ricerca delle profondità
della psiche di Sigmund Freud. Egli, tra
l’altro, nel suo percorso medico-
filosofico ha individuato nella lastra
fotografica una chiara analogia per
spiegare il fenomeno della rimozione
dei ricordi traumatici dell’infanzia, a
testimonianza di quanto la fotografia
sia divenuta emblematica nella
rappresentazione della realtà.
Una particolare fotografia, quella
della nostra essenza più profonda, è
stata realizzata da Rosalind Franklin,
che, mediante la diffrazione dei raggi
X attraverso lo spazio del reticolo
atomico in un cristallo, ha ottenuto
l’immagine della struttura a doppia
elica del DNA. Curioso come, a
distanza di tanti anni, il citato James
Clark Maxwell ne abbia ispirato in
qualche modo il metodo.
Nel corso degli anni, la fotografia, proprio per la sua caratteristica di
fermare un istante importante, emblematico del vivere, ha sviluppato
sempre più la connotazione di messaggio immediato e globale, tanto
forte da influenzare gli eventi. Come non citare le foto provenienti da
scenari di guerra e, fra tutte, quella della bimba vittima degli attacchi
aerei al napalm in Vietnam. L’impatto mediatico di quello scatto si
dimostrò decisivo nella politica di pacificazione statunitense. Il
parallelo tra l’utilizzo propagandistico delle immagini nell’età
vittoriana e la mobilitazione delle coscienze nel periodo del conflitto
vietnamita, indica come la peculiarità della fotografia, nella sua
accezione di potente messaggio, si sia evoluto nel tempo,
amplificato dai mezzi di diffusione massivi.
L’avvento di internet e delle nuove tecnologie ha aumentato la
diffusione delle immagini fotografiche e ne ha amplificato l’impatto
globale. Così come evidenziato in precedenza, nel passato le vite
delle persone sono state influenzate dalle immagini e, attualmente,
lo sono ancora di più, vista la facilità di circolazione delle stesse. La
pubblicazione di materiale fotografico via rete è divenuta massiva
sia sui social network che in file sharing. Da segnalare, quale
aspetto negativo, come negli ultimi anni, per alcune architetture di
trasferimento file – in genere peer to peer - si è notevolmente
incrementato anche lo scambio criminale di fotografie a sfondo
sessuale che coinvolge minori d’età.

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