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La persistenza della memoria

(1931)
Salvador Dalí (surrealista spagnolo)
L’ENIGMA DEL PASSATO

La Memoria è del passato


È un errore pensare il passato come un
luogo in cui si depositerebbero le
esperienze vissute. Dopo che sono
pasate.
I. IL REFERENTE DELLA MEMORIA E DELLA STORIA

- La memoria non ha bisogno de mobilitare il futuro


per dare senso a ciò che afferma. Il presente è in
effetti implicato nel paradoso della presenza
dell’assente.
- Marc Bloch: “la storia è la scienza degli uomini nel
tempo”, ma gli uomini nel tempo sono infatti gli
uomini di un tempo, vissuti prima che lo storico
scriva su di essi.
ENIGMI DEL PASSATO

1. Il lessico e la sintassi della temporalitá: “cio che


non è più” (ha un carattere negativo: non più); oppure
come l’essente stato (nomenclatura dei tempi verbali,
carattere positivo); parlare di passato come trascorso
significa voler dire che l’oggetto del ricordo reca
indelebile la marca della perdita. L’oggetto del
passato è un oggetto perduto.
ENIGMI DEL PASSATO

2. L’enigma del eikon: eikon riveste le due forme di presenza


dell’assente: quella dell’assente come irreale e quella dell’anteriore
come passato.
 L’enigma dell’impronta: è presente. Un’impronta deve comportare
una dimensione di alterità riguardo all’origine dell’impronta, rinvio
a qualcos’altro, a un originale significato, rappresentato.
 L’enigma della somiglianza: l’impronta è il segno di qualcos’altro,
è necessario che in qualche modo indichi la cuasa che l’ha
prodotta.
 Ma, rappresentare è presentare di nuovo?
ENIGMI DEL PASSATO

La traccia è un’impronta offerta alla decifrazione,


ma per decifrare la traccia è necessaria la
testimonianza.
La testimonianza sposta la problematica della
traccia: è necessario pensare la traccia a partire
dalla testimonianza, si puo dire che il testimone ci
ha fatto assistire al fatto raccontato.
L’ENIGMA DEL RITRATTO

Il ritratto a che fare con la traduzione. Tradurre è


tradire, ma il tradimento dipende della
testimonianza. Prima di parlare, il testimone ha
visto, sentito, provato, è stato “impressionato”,
raggiunto e toccato dal fatto. Tramite il racconto
l’uditore si trova a propria volta posto sotto
l’effetto del fatto di cui la testimonianza trasmette
l’energia oppure la violenza.
II. IL PASSATO E LA DIALETTICA TEMPORALE.

La memoria e tutto ciò cha abbiamo per


assicurarci che qualcosa è effettivamente
accaduto un tempo, la memoria è del passato.
Si affaccia così il compito di inserire la
memoria nel scambio con l’atessa del futuro e
la presenza del presente
È impossibile la totalizzazione delle tre
dimensioni temporali.
Per Agostino e il presente che esplode in tre direzioni:
il presente del passato è la memoria, il presente del
presente la visione, il presente del futuro è la attesa.
Un presente triplice.
Quanto a Heidegger il problema della differenza fra le
tre istanze sia posto a partire dalla loro presunta unità,
al di sopra della pluralizzazione sta la questione della
loro articolazione. Il tempo è il precorrimento della
morte.
Cartesio: il desiderio è il principio delle
passioni che induce a guardare molto più
all’avvenire che non al presente o al
passato.
La morte è una situazione limite che
dipende dalla struttura finita
dell’esistenza. Mi aspetto di morire, non
aspetto la morte, mi auguro di rimanere un
vivente fino alla morte.
III. La passeità nel movimento della temporalità.

L’indecidibilità sullo statuto veritativo della


memoria e della storia.
Il metodo retrospettivo dello storico si mostra
limitato.
Ma, chi è lo storico?
È un individuo dotato di passioni, cittadino
responsabile.
…lo storico

Proprie atese, propri desideri, proprie utopie…


Questo rapporto con il presente e il futuro
influisce la scelta del suo oggetto di studio.
La memoria rimane legata al presente e al futuro
(Agostino, Heidegger).
Lo scopo è mantenere passato, presente e futuro
allo stesso livello di originarietà.
Denuncia la imposibilità di una loro
totalizazzione.
Quale fenomenología?
Una fenomenologia aperta alla futurità in contrasto a una
fenomenologia chiusa del essere per la morte.
Dimensione triplice del tempo è la dialettica della
coscienza storica.
La storia subisce anche un’orientamento verso al futuro,
l’orizzonte dell’atesa.
Nella rapresentazione storica si incrociano passato e
futuro.
Questo viene mostrato da due sperienze: il limite della
colpa e del perdono.
Verità e fedeltà.

La memoria, rivisitata dal proggetto del futuro, offre il


modello alla conoscenza storica.
La temporalità dello storico non può sfuggire alla struttura
tripartita di ogni conoscenza storica.
Verità-fedeltà non sono virtù opposte, devono essere
formulate in funzione tra memoria e storia.
Verità e fedeltà.

Memoria privata della dimensione critica della


storia potrebbe sodisfare l’imperativo di fedeltà.
Memoria sottoposta alla prova critica della storia
non può mirare alla fedeltà senza essere passata
alla prove della verita.
La fedeltà della memoria aiuta la verità della
storia, e viceversa.
«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Non è qui, è risorto.

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