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БЕЛОРУССКИЙ ГОСУДАРСТВЕННЫЙ УНИВЕРСИТЕТ

ФАКУЛЬТЕТ МЕЖДУНАРОДНЫХ ОТНОШЕНИЙ


КАФЕДРА РОМАНСКИХ ЯЗЫКОВ

ИТАЛЬЯНСКИЙ ЯЗЫК
(ПРАКТИКУМ УСТНОЙ РЕЧИ)

Учебное пособие
для аудиторной и внеаудиторной работы студентов I-III курсов
факультета международных отношений

Минск
2010

1
УДК 811.131.1(075.8)
ББК 81.2 Ита-923

Автор – составитель
Грекова Н.В.

Рецензент
Кандидат филологических наук, доцент Т.Н. Шишкова

Рекомендовано
Ученым советом факультета международных отношений
от 28 сентября 2010 г.

«ИТАЛЬЯНСКИЙ ЯЗЫК (практикум устной речи): Учебн. пособие для студентов


факультета международных отношений / Авт.-сост. Грекова Н.В. Мн.: БГУ, 2010. – 80
стр.

Настоящее пособие является дополнением к базовому учебнику итальянского языка.


Рекомендуется студентам факультета международных отношений для занятий по
практике языка, по домашнему чтению, аудированию и контролируемой
самостоятельной работе для начинающих и продолжающих изучать итальянский язык.

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ПРЕДИСЛОВИЕ

Предлагаемое учебное пособие является дополнением к базовому


учебнику для начинающих изучать итальянский язык (I-IV семестры) и
продолжающих (V-VI семестры). Предназначено для студентов всех
специальностей факультета международных отношений Белорусского
государственного университета.
Пособие построено по принципу возрастающей трудности и составлено
в соответсвии с требованиями учебной программы по итальянскому языку,
утвержденной кафедрой романских языков БГУ. Его цель – развитие и
совершенствование навыков устной речи и перевода, подготовка студентов
к монологической и диалогической речи. Тематика уроков полностью
соответствует лексическим и грамматическим темам, изучаемым в
соответствии с программой на этих этапах обучения языку.
Пособие состоит из двух частей. В первой части представлены 26
уроков. Каждый урок включает диалог и лексические упражнения,
ориентированные на совершенствование навыков понимания, расширение
активного словарного запаса, развитие и совершенствования навыков
говорения.
Вторая часть состоит из текстов по страноведению различной степени
сложности. Тексты пособия могут быть использованы в качестве
дополнительного материала при работе над темой, а также для
контролируемой самостоятельной работы.
Рекомендуется также всем желающим совершенствовать свои знания
итальянского языка.

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PARTE 1
UNITA’ 1
(essere – indicativo presente)
In treno. (v.c. 1)

Marianne e Paul sono stranieri. Marianne è una ragazza svizzera, Paul è un


ragazzo americano; lei è di Zurigo, lui è di Boston. I due ragazzi sono in treno.
Paul: Scusi, signora, è libero il posto?
Signora: Si, sono tutti e due liberi. Prego!
Marianne: Bene, grazie.
Signora: Voi non siete italiani, siete stranieri, è vero?
Paul: Si, siamo stranieri. Io sono americano, sono di Boston.
Signora: E Lei, signorina, anche Lei è americana?
Marianne: No, non sono americana, ma svizzera: sono di Zurigo.
Signora: Perche siete in Italia?
Paul: Noi siamo in Italia per studiare la lingua italiana.
Signora: Siete in Italia per la prima volta?
Marianne: Paul si, è in Italia per la prima volta; io, invece, sono spesso qui in
vacanza o per lavoro.
(Ora il treno è a Firenze)
Marianne: ArrivederLa, signora. Ah, io mi chiamo Marianne Pulz è lui è
Paul Lee. Lei come si chiama, signora?
Signora: Piacere! Io mi chiamo Sandra Rivelli. Arrivederci... e auguri!

1. Scelta multipla
1. Marianne è una ragazza italiana
svizzera
americana
2. Paul è un ragazzo brasiliano
argentino
americano
3. I due ragazzi sono in treno
in autobus
in aereo
4. I due ragazzi sono in Italia per viaggiare
per studiare
per lavorare
5. Paul è in Italia per la prima volta
per la seconda volta
per la terza volta

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2. Questionario
1. Chi sono Marianne e Paul?
2. Chi è Marianne?
3. Chi è Paul?
4. Chi è di Zurigo?
5. Di dove è lui?
6. Dove sono?
7. Perché Marianne e Paul sono in Italia?
8. Chi è in Italia per la prima volta?
9. Perché Marianne è spesso in Italia?
10. Come si chiama la signora?

UNITA’ 2
(avere – indicativo presente)
In segreteria. (v.c.2)

La signorina Daniella Blum è in fila davanti alla segreteria per l’iscrizione


a un corso di italiano. Finalmente è il suo turno.
Daniella: E’ permesso? Posso entrare?
Segretaria: Prego, si accomodi! Lei è la signorina..?
Daniella: Daniella Blum. Grazie. Sono qui per frequentare un corso di italiano.
Segretaria: Va bene. Ha un documento e quattro fotografie?
Daniella: Si, ho tutto: ecco il passaporto, le fotografie...
Segretaria: E questo che cos’è?
Daniella: E’ l’indirizzo del mini-appartamento che ho in questa città.
Segretaria: Ha anche il numero del telefono?
Daniella: No, perché il telefono non ce l’ho. E per la tassa?
Segretaria: Lì, alla banca.
Daniella: Senta, chi è il professore della mia classe?
Segretaria: Per ogni classe ci sono due insegnanti. Dal lunedì al venerdì ci
sono venti ore di lezione. Il sabato o la domenica c’è una
escursione organazzata dalla scuola. E questo è per Lei.
Daniella: Che cosa è?
Segretaria: E’ un libretto dove c’è tutto: orario delle lezioni, delle visite
guidate, nomi dei professori e altre informazioni utili.
Daniella: Grazie, Lei è molto gentile.

1. Scelta multipla
1. Daniella è in classe
in segreteria

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in biblioteca
2. Daniella ha una patente di guida
una carta di identità
un passaporto
3. Daniella ha una camera
una casa
un mini-appartamento
4. C’è lezione ogni giorno
dal lunedì al mercoledì
dal lunedì al venerdì
5. Il sabato o la domenica c’è una lezione
una escursione
un concerto
2. Questionario
1. Dove è Daniella?
2. Perché è in segreteria?
3. Che cosa ha Daniella?
4. Perché Daniella non ha il numero di telefono?
5. Quanti insegnanti ci sono per ogni classe?
6. Quante ore di lezione ci sono dal lunedì al venerdì?
7. Che cosa c’è il sabato o la domenica?
8. Che cosa c’è nel libretto?

UNITA’ 3
(le tre coniugazioni –indicativo presente)
A. Se permette, mi presento

Mi chiamo Jean Duvivier e sono un ragazzo francese. Vivo a Marsiglia,


dove lavoro in un ufficio commerciale.
Ora sono in Italia per imparare l’italiano, una lingua utile per il mio lavoro.
Abito in una pensione del centro e dalla finestra della mia camera vedo la
piazza principale della città; spesso guardo la gente che passa.
Per la pensione pago tanto, perciò cerco un appartamento in affitto a buon
mercato.
Studio all’università e seguo un corso elementare. Quando la lezione
finisce, torno a casa con una ragazza inglese e parliamo un po’ in italiano.

1. Test (vero o falso)


1. Jean vive in Italia.
2. Jean lavora in un ufficio commerciale.

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3. L’italiano è utile per il lavoro di Jean.
4. Jean abita in un piccolo appartamento.

2. Rispondete alle seguenti domande:


1. Di dove è Jean?
2. Che cosa studia in Italia?
3. Che cosa vede dalla finestra della camera?
4. Perché cerca un appartamento?
5. Quale corso segue all’università?
6. Che cosa fa quando finisce la lezione?

B. A sciare

Carlo: Ciao, Roberto! Che programmi hai per domenica?


Roberto: Penso di andare in montagna.
Carlo: Dove?
Roberto: Al Terminillo.
Carlo: Vai da solo o con qualche amico?
Roberto: Vado con Luigi e Giorgio. Perché non vieni anche tu insieme a
noi?
Carlo: Volentieri! Andiamo in macchina o in pulman?
Roberto: Forse con la macchina di Luigi.
Carlo: Che strada facciamo?
Roberto: Fino a Orte l’autostrada. Poi prendiamo la strada per Leonessa.
Carlo: A che ora pensate di partire?
Roberto: Fra le sette e le otto. Ti va bene?
Carlo: Sì, per me va bene.
Roberto: Allora a domani.

1. Test (vero o falso)


1. Roberto pensa di andare in montagna domenica.
2. Roberto ci va da solo.
3. Roberto e gli amici vanno in pulman.
4. Roberto e gli amici partono fra le sette e le otto.

2. Rispondete alle seguenti domande:


1. Che programmi ha Roberto per domenica?
2. Roberto va da solo o con qualche amico?
3. Roberto ed i suoi amici vanno in macchina o in pulman?
4. A che ora pensano di partire Roberto e i suoi amici?

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C. Una serata al cinema

Giuliana: Che facciamo stasera, Marco, usciamo?


Marco: Volentieri! Che ne dici di andare al cinema?
Giuliana: E’ una buona idea! Sai che film danno al “Lux”?
Marco: Un giallo di Dario Argento; all’”Imperiale”, invece, c’è una
comedia all’italiana con Alberto Sordi. Quale scegliamo?
Giuliana: Mah! Forse è meglio il secondo. Qual è il titolo?
Marco: “In viaggio con papà”.
Giuliana: Ah, sì! So che è molto divertente. Chiediamo a Giorgio e Paola se
vogliono venire con noi?
Marco: D’accordo, adesso telefono!
Giuliana: Sì, così facciamo in tempo per lo spettacolo delle dieci e mezzo.

1. Scelta multipla
1. Giuliana e Marco vanno al ristorante
a teatro
al cinema
2. Giuliana e Marco vanno a vedere un giallo
una commedia all’italiana
un western
3. Giuliana e Marco vanno allo spettacolo delle dieci e mezzo
delle sei e mezzo
delle otto e mezzo

2. Rispondete alle seguenti domande:


1. Dove vogliono andare Marco e Giuliana?
2. Che film danno al “Lux”?
3. E all’”Imperiale” che film c’è?
4. Quale film scelgono Marco e Giuliana?
5. A chi telefona Marco?
6. A quale spettacolo vanno?

D. Un incontro. (v.c.3)
Mario, che studia all’università, incontra alla fermata dell’autobus un suo
vecchio professore di scuola media.
Mario: Buon giorno, Professore!
Professore: Buon giorno...
Mario: Non ricorda? Sono un suo vecchio allievo della terza C.

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Professore: Aspetta!.. Ah sì, ora ricordo, la famosa terza C... Tu sei
Volpi...
Mario Volpi. Come stai, Mario?
Mario: Bene, grazie. E Lei? Insegna ancora nella stessa scuola?
Professore: No, non insegno più. Sono in pensione da due anni. E tu
che fai, lavori?
Mario: No, sono studente universitario, frequento l’ultimo anno di
medicina. Ho ancora un esame e la tesi di laurea per finire.
Professore: Allora studi molto!
Mario: E’ vero, professore. Non ho un minuto libero. La mattina
sono sempre a lezione; il pomeriggio passo molte ore in
ospedale o in biblioteca; la sera esco raramente. Invece di
uscire con gli amici, preferisco restare a casa per preparare
la tesi.
Professore: Bravo, sono contento di sentire queste cose.
Mario: E Lei, Professore, è sempre in mezzo ai libri?
Professore: La mia vita, adesso, è un po’ diversa da allora; ho più
tempo per leggere, per rispondere alle lettere che ricevo,
per viaggiare e per stare con i nipoti... Ma ecco, arriva
l’autobus per il centro. Prendi anche tu questo?
Mario: No, aspetto il numero ventidue per l’università.
ArrivederLa, Professore!
Professore: Ciao, ciao Mario!

1. Scelta multipla
1. Mario studia all’estero
alla scuola media
all’università
2. Il professore è in vacanza
in pensione
in servizio alla scuola media
3. Mario, il pomeriggio, passa molte ore in ospedale
al bar
al centro
4. Mario, la sera esce con gli amici
guarda la TV
prepara l sua tesi
5. Il professore ha più tempo per scrivere libri
preparare le lezioni
viaggiare e stare con i nipoti

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2. Questionario
1. Chi incontra Mario?
2. Dove incontra il suo professore?
3. Il professore insegna ancora?
4. Che cosa fa Mario?
5. Dove è Mario la mattina?
6. Che cosa fa il pomeriggio e la sera?
7. Quale autobus prende il professore?
8. Quale autobus aspetta Mario?

UNITA’ 4
(possessivi)
A. Una lettera

L’ingegner Roberto Magri è a Siviglia per motivi di lavoro. Scrive alla


moglie per dare le sue notizie.
Siviglia, 16 aprile
Cara Cristina,
Finalmente trovo un momento di tempo per scriverti. Come puoi
immaginare, le mie giornate sono molto intense e la sera torno a casa stanco
morto. Tutto sommato, però mi trovo bene qui.
Le mie primi impressioni su questo paese sono più che positive. Gli
spagnoli sono veramente simpatici e ospitali, ma devo dire che non è facile
abituarsi al loro modo di vita, così diverso dal nostro. E’ un’esperienza
senz’altro piacevole, tuttavia sento molto la mancanza tua e dei nostri figli e
ho una grande nostalgia della nostra casa. Spero di ricevere presto notizie tue e
dei bambini.
Ti abbraccio con affetto, tuo Roberto.

1. Test (vero o falso)


1. Roberto Magri è a Siviglia come turista.
2. Secondo Roberto Magri gli spagnoli sono simpatici e ospitali.
3. Roberto Magri sente molta nostalgia della sua casa.
2. Rispondete alle seguenti domande:
1. Perché Roberto Magri è a Siviglia?
2. Come sono le sue giornate?
3. Di chi sente la mancanza?
4. Come sono le sue impressioni sulla Spagna?

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B. Festa di compleanno. (v.c.4)

Silvia, che vuole organizzare una festa per il suo compleanno, telefona alla
sua amica Chiara.
Chiara: Pronto?
Silvia: Pronto! Chiara, sono Silvia. Senti, puoi venire oggi pomeriggio a
casa mia? Voglio organizzare una festa per il mio compleanno.
Chiara: Mi dispiace, Silvia, ma oggi non posso perché mia madre ed io
dobbiamo andare dal dentista.
Silvia: Ma a che ora vai?
Chiara: Ci vado alle quattro.
Silvia: Non puoi andarci più tardi?
Chiara: No, abbiamo l’appuntamento. Ma se per te va bene domattina,
vengo da te verso le nove.
Silvia: D’accordo. A domani alle nove.
(Il giorno dopo Chiara va da Silvia)
Silvia: I miei genitori dicono che la nostra casa è troppo piccola.
Chiara: Ho un’idea! Perché non chiedi a tuo nonno? La sua casa in
campagna ha un bel giardino.
Silvia: E’ una buona idea... Si, anche mio padre e mia madre sono
d’accordo. Devo domandare il permesso a mio nonno.
Chiara: Chi pensi di invitare?
Silvia: I nostri compagni di classe, tutti. E anche Marcello e Piero.
Chiara: I tuoi simpatici cugini Marcello e Piero con le loro fidanzate e
quel tuo amico inglese, che viene da Londra.
Silvia: Facciamo il conto: noi due con i nostri compagni di classe siamo
venti.
Chiara: Filippo è a San Marino dai suoi zii: venti meno uno fa
diciannove. Più le due coppie di fidanzati e l’inglese fa
ventiquattro.
Silvia: Allora panini, tartine, dolci e bibite per circa venticinque, trenta
persone.

1. Scelta multipla
1. Silvia vuole organizzare una cena
una festa
un pranzo
2. Chiara e sua madre devono andare dal dentista
dal medico

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dal parrucchiere
3. Preparano per la festa spaghetti
pizze
panini e tartine

2. Questionario
1. Che cosa vuole fare Silvia per il suo compleanno?
2. Perché l’amica non può andare da lei?
3. Perché Silvia non può fare la festa a casa sua?
4. Quale soluzione suggerisce Chiara?
5. Silvia chi pensa di invitare?
6. Quanti possono essere gli invitati?

UNITA’ 5
(indicativo: passato prossimo)
A. Paolo ha cambiato casa

Gianni: So che hai cambiato casa. Dove sei andato ad abitare?


Paolo: Ho comprato un appartamento in centro.
Gianni: E’ grande?
Paolo: Non tanto: due camere più servizi; ma in compenso c’è una bella
terrazza.
Gianni: Hai speso molto?
Paolo: Abbastanza! Ho finito quasi tutti i miei risparmi.
Gianni: In ogni caso sei stato fortunato! Di questi tempi è un vero affare
trovare un appartamento in centro.

1. Test (vero o falso)


1. Paolo è andato ad abitare in centro.
2. Per comprare l’appartamento Paolo ha finito quasi tutti i risparmi.
3. L’appartamento di Paolo è molto grande: ha anche una terrazza.

2. Rispondete alle seguenti domande:


1. Cosa ha fatto Paolo?
2. Dove è andato ad abitare?
3. Quante camere ha l’appartamento?
4. Perché Paolo è stato fortunato?

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B. Una gita(v.c.5)

E’ lunedì: una nuova settimana comincia. Neil e Pat sono in un bar al


centro della città.
Neil: Ciao, Pat, come stai?
Pat: Oh, ciao, Neil! Bene, grazie e tu?
Neil: Non c’è male. Prendi qualcosa con me?
Pat: Volentieri! Un cappuccino.
Neil: Non mangi niente?
Pat: No. La mattina mangio solo una mela.
Neil: (al cameriere) Un cappuccino e un caffè, per favore.
(a Pat) Ieri non sei venuta al centro.
Pat: Infatti sono andata ad Assisi con Annette.
Neil: Bellissima città: ci sono stato due settimane fa.
Pat: E tu che hai fatto?
Neil: Niente d’importante. Sono rimasto a Perugia. La mattina ho
incontrato gli amici al centro; abbiamo parlato di sport, di politica,
insomma del più e del meno. Nel pomeriggio ho dormito fino alle
cinque...
Pat: Annette e io siamo partite la mattina alle sette. Appena siamo
arrivate, abbiamo visitato la Basilica di San Francesco: gli affreschi
di Giotto sono splendidi. Poi la chiesa di Santa Chiara e la
Cattedrale di San Rufino. Verso mezzogiorno siamo salite a piedi
fino alla Rocca, ma ... con una fame!
Neil: Avete trovato qualche ristorante a buon mercato?
Pat: No, abbiamo pranzato al sacco. Più tardi siamo scese di nuovo in
città, abbiamo girato un po’ e prima di partire abbiamo comprato
qualche souvenir.
Neil: Bene. Avete passato una giornata interessante. La mia, al contrario,
è stata noiosa: tutto il pomeriggio a casa, solo; ho scritto una lettera
e ho ascoltato cassette con lo stereo.

1. Scelta multipla
1. Neil è stato ad Assisi due settimane fa
il mese scorso
la settimana passata
2. Neil e gli amici hanno parlato di teatro
del più e del meno
di economia

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3. Pat e Annette hanno visitato il museo
il palazzo comunale
la Basilica di S.Francesco
4. Le due amiche hanno pranzato al sacco
in trattoria
al ristorante

2. Questionario
1. Dove è stato Neil la domenica mattina?
2. Con chi è stato?
3. Dove è andata Pat?
4. Che cosa hanno visitato le due amiche?
5. Dove hanno pranzato?
6. Neil dove ha trascorso il pomeriggio? Che cosa ha fatto?

UNITA’ 6
(indicativo: futuro)
A. Un fine-settimana al mare

Enrico: Che farai questo fine-settimana, Alberto?


Alberto: Andrò al mare. E tu che pensi di fare?
Enrico: Non ho ancora deciso: forse rimarrò a casa.
Alberto: Perché non vieni anche tu a Roseto?
Enrico: E’ lontano?
Alberto: Mica tanto! Ci vorranno al massimo tre ore.
Enrico: Saremo solo noi?
Alberto: No, ci verranno pure Luigi e Franca. Dai, vieni via! Sono sicuro
che staremo bene! Faremo una bella nuotata e ... mangeremo
pesce fresco.
Enrico: Mi hai convinto! Passerete voi a prendermi?
Alberto: Senz’altro! Va bene alle sette?
Enrico: E’ un po’ presto, ma almeno non troveremo molto traffico.
Alberto: Allora alle sette saremo sotto casa tua.

1. Scelta multipla
1. Questo fine-settimana Alberto andrà in montagna
al mare
in campagna
2. Alberto partirà con gli amici
con la famiglia

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da solo
3. Alberto ed Enrico faranno una passeggiata
un giro in macchina
una nuotata
4. Alberto ed Enrico vogliono partire presto per non trovare troppo traffico
per non sentire troppo caldo
per non arrivare troppo tardi
2. Rispondete alle seguenti domande:
1. Che cosa farà Alberto questo fine-settimana?
2. Quanto tempo ci vorrà per arrivare a Roseto?
3. Che cosa faranno i due amici al mare?
4. A che ora partiranno Alberto ed Entico?
5. Perché pensano di partire così presto?

B. Due cartoline (v.c.6)

Doris è tornata da poco tempo in Germania e scrive una cartolina all’amica


Anna.
Cara Anna, da pochi giorni sono tornata a Berlino, ma già sento la
nostalgia dell’Italia. Ogni giorno con i miei parlo di te e della tua famiglia:
non dimenticherò mai la cortesia che ho trovato a casa tua. La prossima
estate, in luglio, prenderò ancora un mese di vacanza e tornerò certamente in
Italia. Dovrò lavorare molto per avere il denaro necessario, ma riuscirò a
realizzare il mio progetto. Porterò anche il mio fratello minore che, appena
avrà finito gli esami, comincerà a girare il mondo, a conoscere gente e ...
mangerà spaghetti italiani!!! Un caro saluto a voi tutti. Doris.
Anna risponde all’amica.
Cara Doris, ho ricevuto la tua cartolina e voglio dirti che tutti sentiamo la
tua mancanza. Qualche volta parlo di te anche con Roberto... Saremo molto
contenti se avrai con te tuo fratello l’anno prossimo; per lui cercheremo una
buona camera presso amici di famiglia dove pagherà sicuramente un prezzo
ragionevole e starà bene con persone gentili che lo aiuteranno in tutto.
Arrivederci fra un anno. Un abbraccio, tua Anna.

1. Vero o Falso?
1. Doris tornerà fra pochi giorni a Berlino.
2. Doris sente la mancanza dell’Italia.
3. La prossima estate prenderà due mesi di vacanza.
4. Dovrà lavorare molto per risparmiare denaro.
5. Il fratello di Doris abiterà con la famiglia di Anna.

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2. Questionario
1. Chi è Doris? Dove è tornata?
2. A chi scrive?
3. Che cosa non potrà dimenticare?
4. Quando prenderà ancora le vacanze? Dove andrà?
5. Che cosa dovrà fare per risparmiare denaro?
6. Chi porterà in Italia?
7. Anna con chi parla di Doris?
8. Con chi abiterà il fratello di Doris?

UNITA’ 7
(riflessivi e pronominali)
A. Nozze in vista

Carla: Sapevi che Rita si sposa?


Marina: Certo! Ho anche ricevuto l’invito.
Carla: Ah sì! Come mai ti ha invitato?
Marina: Siamo parenti alla lontana: sua madre e mio padre sono cugini.
Carla: Conosci anche sposo?
Marina: Naturalmente! Si chiama Gianfranco Rosi. E’ un ragazzo molto in
gamba. E’ ingegnere elettronico: si è laureato a pieni voti l’anno
scorso a giugno e due settimane dopo è entrato a lavorare
all’Olivetti. Lui e Rita si conoscono dai tempi dell’università.
Carla: E’ stato davvero fortunato a sistemarsi così presto! Si sposano in
chiesa?
Marina: No, in municipio. Preferiscono una ceremonia intima e breve.
Carla: Allora la sposa non si vestirà in bianco?
Marina: No, si metterà un abito celeste che si è fatta fare dalla sarta.
Carla: Dove andrete a pranzo?
Marina: All’Hotel Astoria.
Carla: E’ davvero un’ottima scelta. Si mangia molto bene in quel
ristorante! Sai anche dove andranno in viaggio di nozze?
Marina: Faranno una lunga luna di miele. Si fermeranno due giorni a
Venezia e poi andranno alle Maldive.
Carla: Lo immaginavo! Oggi, quando uno si sposa, preferisce di solito
fare il viaggio di nozze all’estero.

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1. Rispondete alle seguenti domande:
1. Perché Marina ha ricevuto l’invito alle nozze di Rita?
2. Da quando si conoscono Gianfranco e Rita?
3. Come si vestirà Rita per il matrimonio?
4. Perché si sposano in municipio?
5. Dove andranno in viaggio di nozze?

B. Una visita. (v.c.7)

Carlo Rossini si trova a Milano, grande città dell’Italia del Nord, per
lavoro. Si è sistemato in albergo. E’ qui da due giorni e alla fine di una
giornata faticosa, fa una visita ad Alfredo, conosciuto durante il servizio
militare.
Dopo che si è riposato un po’, si alza, si lava, si veste e si prepara ad uscire.
In casa di Alfredo i due amici si siedono in salotto e si mettono a parlare.
Alfredo: Ma che bella sorpresa! Da quanto tempo non ci vediamo! Ti
ricordi quante belle chiacchierate abbiamo fatto insieme?
Carlo: Mi ricordo tutto.
Alfredo: Hai rivisto qualcuno dei vecchi amici?
Carlo: No, non ho rivisto nessuno fino ad oggi.
Alfredo: Ma come mai sei qui a Milano? Quanto tempo ti fermi?
Carlo: Mi fermo due o tre giorni ancora: il tempo necessario per visitare
la mostra di elettrodomestici che si è aperta ieri.
Alfredo: Dunque ti occupi di elettrodomestici...
Carlo: Si, la ditta dove lavoro si chiama Eldom e si è specializzata nella
fabbricazione di piccoli elettrodomestici.
Alfredo: Come ti trovi nella tua ditta?
Carlo: Mi trovo bene. Ho molto lavoro e non ho il tempo di annoiarmi.
Alfredo: Bene. Ma ora dobbiamo organizzarci per la serata. Starai a cena
da me e poi con mia moglie andremo a vedere le corse dei cavalli.
Carlo: Non mi intendo di corse di cavalli, ma sono sicuro che ci
divertiremo.

1. Vero o Falso?
1. Carlo ha conosciuto Alfredo durante un viaggio nell’Italia del Nord.
2. I due amici parlano fra loro nell’ufficio di Alfredo.
3. Durante il servizio militare hanno fatto molte chiacchierate insieme.
4. La mostra si aprirà il giorno dopo.
5. Carlo e Alfredo ceneranno insieme.
6. Carlo è un intenditore di corse di cavalli.

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2. Questionario
1. Dove si è sistemato Carlo Rossini?
2. Dove decide di recarsi alla fine della giornata?
3. Che cosa fa dopo che si è riposato?
4. Quanto tempo si ferma a Milano?
5. Come si chiama la ditta dove Carlo lavora? In che cosa si è specializzata?
6. Come si organizzano per la serata Carlo e Alfredo?

UNITA’ 8
(pronomi diretti e partitivo “ne”)
A. In cerca di lavoro

Carlo: Sei riuscita a trovare lavoro, Marina?


Marina: Proprio ieri ma hanno offerto un impiego, ma sono ancora in
dubbio se accettarlo o meno.
Carlo: Che tipo di lavoro è?
Marina: Un posto di dattilofrafa nello studio di un avvocato.
Carlo: Non è un lavoro di grande soddisfazione, ma almeno è
conveniente dal punto di vista economico?
Marina: No, lo stipendio non è alto e inoltre l’orario di lavoro è piuttosto
pesante.
Carlo: Certo, con il titolo di questo studio che hai, puoi pretendere
qualcosa di meglio.
Marina: Lo so, ma con i tempi che corrono non si può scegliere molto.
Carlo: Comunque è sempre meglio un lavoro modesto che niente.
Marina: La mia situazione la conosci bene; ho bisogno di lavorare e devo
prendere quello che capita.
Carlo: Proprio per questo ti consiglio di accettare subito quel lavoro,
altrimenti lo prenderà qualcun altro.
Marina: Mi hai convinto: dovrò rassegnarmi a fare un lavoro che non mi
piace.
Carlo: In fondo gli stessi svantaggi li presentano tanti altri lavori,
compreso il mio.
Marina: Ma, almeno, tu puoi fare carriera!
Carlo: Questa prospettiva per ora tu non ce l’hai, ma in futuro forse puoi
cambiare lavoro.
Marina: Con la disoccupazione che c’è, sarà molto difficile.

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1. Rispondete alle seguenti domande:
1. Che tipo di lavoro hanno offerto a Marina?
2. E’ conveniente dal punto di vista economico?
3. Com’è l’orario?
4. Con quel lavoro può fare carriera?

B. Al bar (v.c.8)

Marcello incontra Giancarlo e poi Lucia e li invita al bar per prendere


qualcosa con lui.
Marcello: Lucia, che cosa prendi?
Lucia: Veramente ho un po’ fretta, ma una birra la bevo con piacere.
La vorrei molto fredda.
Marcello: E tu, Giancarlo, prendi un caffè con me?
Giancarlo: Grazie, lo prendo volentieri.
Marcello: Quanto zucchero? Ne metto due?
Giancarlo: Sì, due cucchiaini vanno bene.
Lucia: Ora, però, devo proprio andare. Ho una lezione importante. Vi
lascio al vostro caffè.
Marcello: Aspetta un minuto. Ti accompagno. Compro questi cioccolatini e ...
Lucia: Li compri, come sempre, per Claretta?
Marcello: Sì, ne compro una scatola; ma piccola, perché Claretta, la mia
nipotina, appena li vede, li finisce in un attimo.
Lucia: Mi accompagni all’autobus?
Marcello: No, voglio accompagnarti fino all’università, ho la macchina.
Giancarlo: Mi lasciate solo, eh?!
Marcello: Tu dove sei diretto?
Giancarlo: Ah, io vado in tutt’altra direzione!
Marcello: Allora mi scuserai se accompagno lei e lascio a piedi te.
Giancarlo: Certamente, si capisce: le donne hanno senpre la precedenza!..

1. Questionario
1. Chi incontra Marcello?
2. Dove invita gli amici?
3. Che cosa prendono Lucia e Giancarlo ?
4. Dove deve andare Lucia?
5. Chi accompagna Lucia all’università?
6. Quanti cioccolatini compra Marcello? Per chi li compra?

19
UNITA’ 9
(indicativo: imperfetto e trapassato prossimo)
A. Soggiorno di studio in Italia

Franco: E’ la prima volta che vieni in Italia, ma parli già bene. Che
corso hai frequentato?
Susan: Un corso per principianti, perché quando sono arrivata qui non
sapevo una parola d’italiano.
Franco: Complimenti! Hai fatto molti progressi in così poco tempo.
Susan: Grazie, ma il merito non è solo mio. Devo dire che le lezioni
erano ottime.
Franco: Hai avuto l’occasione di parlare italiano anche fuori della
classe?
Susan: Sì, ma per due settimane ho avuto molta difficoltà a capire e ad
esprimere ciò che pensavo.
Franco: E dopo come hai superato questi problemi?
Susan: Con le lezioni che seguivo ogni giorno e con il lavoro che ho
trovato quasi subito. Sono arrivata il 1 luglio e il 10 avevo già
un lavoro. Per tre mesi ho fatto la baby-sitter e mentre stavo con
i bambini praticavo la lingua.
Franco: Sei stata fortunata! Quando lavoravi e studiavi, hai fatto anche
qualche gita?
Susan: Sì, ogni fine-settimana sono andata in una città diversa, così ora
posso dire di conoscere abbastanza bene l’Italia.

1. Test (vero o falso)


1. Quando Susan è arrivata in Italia, sapeva qualche parola d’italiano.
2. Le prime due settimane ha avuto dei problemi con la lingua.
3. Ha superato questi problemi solo con le lezioni.
4. Ha trovato quasi subito un lavoro.
5. Durante il periodo di studio e di lavoro ha fatto anche qualche gita.

2. Rispondete alle seguenti domande:


1. Che corso ha frequentato Susan?
2. Perché Franco dice che Susan è stata fortunata?
3. Che tipo di lavoro ha fatto Susan?
4. Perché ora Susan può dire di conoscere abbastanza bene l’Italia?
5. Come ha superato i problemi che aveva all’inizio del corso?
6. Ha avuto occasione di parlare italiano anche fuori della classe?

20
B. Un giallo in TV (v.c.9)

Giorgio, appassionato di gialli, racconta a Paolo l’ultimo film poliziesco


che ha visto, la sera prima, alla TV.
Paolo: Sei uscito ieri sera, Giorgio?
Giorgio: No, Paolo, non sono uscito, perché non avevo voglia: ero molto
stanco.
Paolo: Che cosa hai fatto a casa?
Giorgio: Ho visto un bel film alla televisione.
Paolo: Che film hai visto?
Giorgio: Un film poliziesco.
Paolo: Ah, vado pazzo per i gialli. Qual era il titolo e chi era il regista
del film?
Giorgio: Non lo so, perché quando ho acceso il televisore, il film era già
cominciato e la polizia cercava un assassino che andava in giro di
notte ad uccidere donne giovani e belle.
Paolo: E come le uccideva?
Giorgio: Le uccideva con una calza di seta che stringeva intorno al loro
collo. Quando ho cominciato a vedere il film ne aveva già uccise
tre con questo sistema.
Paolo: Come è finito il film? Chi era l’assassino? La polizia è riuscita a
scoprirlo?
Giorgio: Non lo so. E’ un mistero.
Paolo: Perché è un mistero?
Giorgio: Perché alle dieci e mezza è andata via la luce e quando è
ritornata, dopo circa un quarto d’ora, il film era già finito e sullo
schermo c’era la pubblicità delle calze da donna... “Mistero”.

1. Questionario
1. Perché Giorgio non avava voglia di uscire ieri sera?
2. Che film ha visto alla TV?
3. Perché non sa il titolo del film?
4. Chi cercava la polizia?
5. Che cosa faceva, di notte, l’asassino?
6. Come uccideva le sue vittime?
7. Perché Giorgio non sa come è finito il film?
8. Che cosa è successo alle dieci e trenta?
9. Quando è tornata la luce, sullo schermo che c’era?
10. Che cosa presentava la pubblicità?

21
UNITA’ 10
(pronomi diretti e “ne” con i tempi composti)
A teatro. (v.c.10)

Ricardo rientra a casa all’ora di cena e parla con sua moglie che prepara da
mangiare.
Riccardo: Ciao, Lia, eccomi qua. E’ pronta la cena?
Lia: Quasi pronta, Riccardo. Ti sei ricordato dei biglietti per lo
spettacolo di questa sera? Il palco l’avevo già prenotato io.
Riccardo: Ce li ho, ce li ho! Li ha presi la mia segretaria.
Lia: Li ha comprati poi?
Riccardo: Sì, li ha comprati anche se ha dovuto fare la fila. Ma dove li ho
messi? Ah, eccoli qui.
Lia: Quanti ne ha fatti?
Riccardo: Ne ha comprati quattro: due per noi e due per i signori Santini.
Lia: Come? I Santini vengono con noi?
Riccardo: Sicuro. La volta scorsa, quando li abbiamo incontrati al tennis
club, io li ho invitati per questa sera con noi per vedere l’ultima
commedia di Eduardo De Filippo.
Lia: Ma, Riccardo, Ti ho detto tante volte che lei è antipatica: mi ha
incontrato spesso per la strada e non mi ha mai salutata.
Riccardo: Pazienza! Tu non sopporti lei, io non sopporto lui. Su, su,
dobbiamo cenare in fretta. Se ci mettiamo a discutere, faremo
tardi e non potremo entrare.

1. Questionario
1. Che cosa domanda Riccardo quando rientra?
2. Cosa vuol sapere Lia?
3. Chi ha prenotato il palco?
4. Chi ha comprato i biglietti?
5. Quanti ne ha comprati?
6. Perché Lia non ama la compagnia dei signori Santini?

UNITA’ 11
(condizionale)
A. A cena fuori

Oggi Lucio compie ventisette anni e ha invitato a cena i suoi amici più
cari, Franca e Mario.

22
Lucio: La specialità di questa trattoria è il pesce. Che ne direste di
cominciare con un antipasto di frutti di mare?
Franca: Magari! Io li mangerei sempre!
Mario: Anch’io li prenderei volentieri.
Lucio: Mentre aspettiamo il cameriere, potremmo scegliere il vino.
Franca: Con il pesce è indicato il vino bianco.
Mario: Sì, direi che potrebbe andar bene un Orvieto classico.
Lucio: Io non m’intendo di vini: decidete voi!
Franca: Insieme all’antipasto potremmo ordinare anche il primo e il
secondo, così non dovremo aspettare troppo tra un piatto e l’altro.
Lucio: E’ un’ottima idea. Tu che prendi?
Franca: Per primo mi andrebbero spaghetti alle vongole.
Mario: Quasi quasi li prenderei anch’io, anche se dovrei saltare il
primo...
Lucio: Io, invece, preferirei una zuppa di pesce. E per secondo che
prendiamo?
Franca: Che ne direste di prendere tutti e tre pesce arrosto con contorno
d’insalata mista?
Mario: Per me va bene.
Lucio: Sono d’accordo anch’io. Cameriere, c’è molto da aspettare?
Avremmo un certo appetito...
Cameriere: No, signore, arrivo subito!

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Perché Lucio ha invitato a cena i suoi amici più cari?
2. Secondo Franca, che vino è indicato con il pesce?
3. Perché Lucio lascia scegliere il vino agli amici?
4. Perché Franca propone di ordinare anche il primo e il secondo insieme
all’antipasto?
5. Perché Mario è in dubbio se prendere o no gli spaghetti alle vongole?

B. Un invito mancato

Lucio: Ieri ti ho cercato tanto; dov’eri finito?


Sergio: Sono stato tutto il giorno da Pino per aiutarlo a sistemare il nuovo
appartamento e sono tornato a casa soltanto dopo cena. Ma
perché mi hai cercato?
Lucio: Volevo invitarti a cena fuori insieme a Franca e Mario.
Sergio: Peccato! Ci sarei venuto volentieri. Avresti dovuto dirmelo per
tempo, così non avrei preso un altro impegno.

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Lucio: Immaginavo che ti saresti ricordato che ieri era il mio
compleanno e che avresti almeno telefonato.
Sergio: Scusami! Sono veramente distratto. Spero che non ti sarei offeso!
Lucio: No, affatto; ma mi dispiace per te. Avresti mangiato dell’ottimo
pesce e avresti rivisto due vecchi amici.
Sergio: Per farmi perdonare, vi invito domani sera a casa mia. Cucinerò
io stesso.
Lucio: Sono sicuro che Franca e Mario avrebbero accetato con piacere il
tuo invito, ma non potranno, poiché entro domani devono essere a
Milano per lavoro.
Sergio: Peccato davvero! Sarebbe stata una buona occasione per
rivederci.

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Perché Sergio è stato tutto il giorno da Pino?
2. Quando è tornato a casa?
3. Perché Lucio l’ha cercato tanto?
4. Perché Sergio ha preso un altro impegno?
5. Cosa immaginava Lucio?
6. Perché Sergio non si è ricordato del compleanno di Lucio?
7. Lucio si è offeso per questo fatto?
8. Perché Lucio dice a Sergio che gli dispiace per lui?
9. Cosa fa Sergio per farsi perdonare?
10. Franca e Mario possono accettare l’invito?

C. Un’intervista (v.c.11)

Un giornalista intervista alcuni ragazzi sui problemi del lavoro e


dell’occupazione giovanile.
Giornalista: Salve, ragazzi! Potrei farvi qualche domanda?
Ragazzi: Prego, dica.
Giornalista: Tu che fai? Sei uno studente?
Primo ragazzo: Sì, frequento l’ultimo anno del liceo scientifico.
Giornalista: Sei bravo?
Primo ragazzo: Abbastanza.
Giornalista: Quali programmi hai per il futuro?
Primo ragazzo: Vorrei diventare medico.
Giornalista: E tu cosa vorresti fare?
Secondo ragazzo: Io non studio più. Ho frequentato fino alla terza media, poi
ho smesso. Adesso lavoro in officina con mio padre.

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Giornalista: Come mai hai smesso di studiare?
Secondo ragazzo: Mio padre avrebbe voluto vedermi all’università, ma io
non avevo voglia di stare sopra i libri.
Giornalista: E tu. Studi o lavori?
Terzo ragazzo: Io frequento il terzo anno di ingegneria e mi piacerebbe
diventare uno specialista in elettronica.
Giornalista: Ma tu sai che in Italia ci sono tanti laureati senza lavoro?
Quale poterbbe essere, secondo te, la soluzione del
problema?
Terzo ragazzo: Molti dovrebbero smettere di studiare e imparare un buon
mestiere. Questa è la mia opinione; in ogni caso sarebbe
necessaria un’attenta analisi del problema.
Primo ragazzo: E Lei, cosa pensa di noi giovani?
Giornalista: Vorrei solo avere la vostra età!

1. Questionario
1. Che cosa fa il giornalista?
2. Su quale argomento il giornalista fa l’intervista?
3. Quale scuola frequenta il primo ragazzo? Che cosa vorrebbe diventare?
4. Che cosa fa il secondo ragazzo? Con chi e dove lavora?
5. Che cosa vorrebbe diventare il terzo ragazzo?
6. Che cosa dovrebbero fare tanti ragazzi, secondo lui?

UNITA’ 12
(pronomi indiretti – pronomi accoppiati)
A. In giro per acquisti

Signora Rossi: Vorrei vedere una camicia per mio figlio.


Commessa: Di che colore?
Signora Rossi: Non saprei ...
Commessa: Le consiglio il colore rosa. Se suo figlio segue la moda, gli
piacerà senz’altro.
Signora Rossi: Ma il rosa non è un colore un po’ troppo da donna?
Commessa: Prima era così, ma ora i giovani non badano a queste cose:
gli piace la moda unisex.
Signora Rossi: Mio figlio preferisce le camicie sportive e questa mi
sembra piuttosto elegante.
Commessa: Se è così, può prendergli una camicia a mezze maniche.
Signora Rossi: Vediamo!

25
Commessa: Ecco: c’è questa camicia a quadri. Come Le sembra?
Signora Rossi: Secondo me può andar bene; la prendo.
Commessa: Le occorre nient’altro?
Signora Rossi: Sì, mi interessa una gonna blu per mia figlia.
Commessa: Che taglia porta?
Signora Rossi: La quarantaquattro.
Commessa: Ora Le faccio vedere i modelli che abbiamo.
Signora Rossi: E’ ancora una ragazzina, ma le piace il classico.
Commessa: Allora le andrà bene una gonna a pieghe come questa, non crede?
Signora Rossi: Sì, è carina e anche la stoffa mi sembra di ottima qualità.
Commessa: Infatti è di pura lana. Vedrà che Sua figlia resterà contenta.
Signora Rossi: Speriamo!

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Che cosa vuol vedere la signora Rossi?
2. Perché la commessa consiglia il colore rosa?
3. Che genere di moda preferiscono i giovani d’oggi?
4. Che tipo di camicia prende la signora Rossi?
5. Che cosa vuol vedere la signora per sua figlia?
6. Che taglia porta la figlia della signora?
7. Perché la signora Rossi prende la gonna a pieghe?

B. Un favore (v.c.12)

Rodolfo deve portare la famiglia al mare. Ma la sua macchina è rotta...


Rodolfo: Ciao, Carlo. Mi faresti un favore?
Carlo: Se posso, volentieri.
Rodolfo: Devo andare a Rimini per accompagnare la famiglia al mare. Mi
presteresti la tua macchina? La mia è rotta.
Carlo: Certo che te la presto. Ma quando ti serve?
Rodolfo: Mi servirebbe domenica, se non è troppo disturbo per te.
Carlo: Mi dispiace, ma domenica serve a me. Posso dartela sabato se ti va bene.
Rodolfo: Sì, anche sabato mi va bene. Partiamo subito dopo pranzo e io
sarò di ritorno la sera tardi.
(Un ora dopo, a casa, Carlo parla con Cecilia, sua moglie)
Cecilia: E’ un mese che i ragazzi non vedono la nonna. Sabato mattina ci
piacerebbe andare a trovarla. Ci occorrerebbe la macchina.
Carlo: Impossibile. Sabato non vi posso dare la macchina: la presto a
Rodolfo.
Cecilia: A chi la presti? A Rodolfo?

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Carlo: Sì, a lui: perché?
Cecilia: Ma Rodolfo è imprudente! Guida come un pazzo!
Carlo: Gliela presto perché è un amico e non posso dirgli di no. Devo
prestargliela.
Cecilia: Fai come ti pare. Ma sei sicuro che te la riporterà tutta intera?

1. Scelta multipla
1. Rodolfo chiede a Carlo la macchina in affitto
in prestito
in vendita
2. Deve andare a Rimini per accompagnare la famiglia
concludere un affare
comprare un appartamento
3. La sua macchina ha una gomma a terra
è senza benzina
è rotta
4. Rodolfo partirà dopo pranzo
prima di cena
alle undici
5. Rodolfo sarà di ritorno sabato pomeriggio
sabato sera
sabato notte
6. Cecilia e i ragazzi andranno a trovare la nonna
la zia
la cognata
7. Cecilia e i ragazzi non vedono la nonna da una settimana
da un mese
da un anno
8. Rodolfo guida come un professionista
un pazzo
un principiante

2. Questionario
1. Che cosa deve fare Rodolfo?
2. A chi chiede un favore?
3. Quando gli servirà la macchina?
4. Quando servirà la macchina a Carlo?
5. Quando ritornerà Rodolfo?
6. Che cosa chiede Cecilia al marito?
7. Perché Cecilia non vorrebbe prestare la macchina a Rodolfo?

27
UNITA’ 13
(pronomi accoppiati nei tempi composti)
Un furto (v.c.13)

Gigi, ladro ben noto alla polizia, dopo cinque anni di prigione, è in libertà.
Ma ora si trova di nuovo al commissariato.
Commissario: Cinque anni di prigione non ti sono bastati! Ti sei subito
rimesso al “lavoro”. Adesso mi racconti quello che è
successo sabato notte in casa della marchesa.
Gigi: E va bene, Commissario, Le dirò tutto. Sabato, a mezzanotte
sono entrato nella villa della marchesa.
Commissario: Chi sono stati i tuoi complici? Fuori i nomi!
Gigi: Su questo non mi caverà una parola di bocca.
Commissario: Senti, amico, il furto non puoi averlo fatto da solo. Ti
conviene parlare. Come hai trovato i complici?
Gigi: Me li ha forniti la Sdentata.
Commissario: Ah, te li ha trovati la Sdentata?! E chi vi ha dato la pianta
della villa?
Gigi: No. Questo non posso dirglielo.
Commissario: Ricominci?
Gigi: Ce l’ha data il maggiordomo.
Commissario: E le chiavi della villa? E la combinazione della cassaforte?
Gigi: Ce le ha date... Commissario non posso ...
Commissario: Non fare storie! Chi ve le ha date?
Gigi: La cameriera personale della marchesa.
Commissario: Bene! Anche la cameriera! Adesso devi dirmi chi è entrato
con te nella villa.
Gigi: Sono entrati con me il Lungo e lo Smilzo.
Commissario: Voi soli?
Gigi: Sì, il Muto ci aspettava in macchina e il Tappo controllava la
situazione.
Commissario: E con i cani che ancora dormono, come avete fatto?
Gigi: Facile. Avevamo lo spray soporifero. Gliel’abbiamo
spruzzato sul muso... Gliene abbiamo spruzzato tanto.

1. Scelta multipla
1. Gigi è uscito da poco dall’ospedale
dal collegio
dalla prigione

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2. Deve raccontare quello che è successo il mese scorso
sabato notte
la settimana passata
3. La Sdentata ha fornito i complici
gli attrezzi
i soldi
4. La pianta della villa l’ha data il cameriere
il cuoco
il maggiordomo
5. La cameriera ha procurato le chiavi dell’armadio
le chiavi della cassaforte
le chiavi della villa
6. Il Muto aspettava in macchina
controllava la situazione
è entrato nella villa

2. Questionario
1. Chi è Gigi? Dove è stato negli ultimi cinque anni?
2. Chi sono i complici di Gigi?
3. Che cosa ha fatto la Sdentata?
4. Chi ha dato a Gigi la pianta della villa?
5. Che cosa ha procurato la cameriera personale della marchesa?

UNITA’ 14
(imperativo)
A. Muoversi in città

Turista: Scusi, mi sa dire come si arriva in Piazza Garibaldi?


Passante: Mi dia la pianta, così Le mostro quale strada deve fare.
Turista: Tenga! Ma non vorrei farLe perdere troppo tempo.
Passante: Non si preoccupi! Ho appena perso l’autobus e in ogni caso devo
aspettare il prossimo.
Turista: Allora mi faccia la cortesia d’indicarmi dove siamo ora.
Passante: Guardi! Ci troviamo qui. Piazza Garibaldi è al di là del fiume ...
eccola!
Turista: Arrivarci non è uno scherzo!
Passante: In macchina è abbastanza complicato, perché ci sono diversi sensi
unici. Se va con i mezzi pubblici, deve prenderne due.
Turista: Mi dia un consiglio!

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Passante: Se non è pratico della città, eviti di usare la macchina. A
quest’ora il traffico è intenso e in certi punti si formano degli
ingorghi terribili.
Turista: In effetti potrei lasciare la macchina in un parcheggio e prendere
un taxi.
Passante: Se non ha fretta, prenda l’autobus 86 e scenda al capolinea. Lì
accanto c’è la fermata del 42 che La porta a due passi da Piazza
Garibaldi.
Turista: Senta, un’ultima domanda! C’è un parcheggio qua vicino?
Passante: Sì, ce n’è uno a pagamento proprio di fronte alla fermata dell’86.
Per arrivarci, segua la freccia che indica il centro; al primo
semaforo giri a destra e poi vada sempre diritto.
Turista: Grazie infinite!
Passante: Di nulla!

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Cosa chiede il turista ad un passante?
2. Il passante dove gli mostra la strada che deve fare?
3. Perché il passante non ha fretta?
4. Perché e abbastanza complicato arrivare in Piazza Garibaldi in macchina?
5. Per quale ragione il passante consiglia al turista di evitare di usare la
macchina a quell’ora?
6. Cosa pensa di fare allora il turista?
7. Cosa chiede infine al passante?

B. Dal dentista (v.c.14)

L’infermiera apre la porta della sala d’aspetto e si rivolge ai pazienti in attesa.


Infermiera: Signora, tocca a Lei, venga. Signori Rossi, intanto Loro
passino in questa saletta e abbiano pazienza due minuti.
Dentista: Prego, signora, si accomodi qui.
Signora: Mi raccomando, dottore, non mi faccia male!
Dentista: Non si preoccupi. Mi faccia vedere... Qual è il dente che Le
fa male?
Signora: E’ questo qui, dottore; mi fa un male terribile. Sono due
notti che non dormo. Non ne posso più dal dolore.
Dentista: Vedo... Sì... questo molare ha una brutta carie. E’
necessario fare una radiografia. Vada nella stanza accanto.
Signorina!
Infermiera: Dica, dottore!

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Dentista: C’è bisogno di una radiografia per questa signora; gliela
faccia e me la porti subito.
(Pochi minuti dopo)
Dentista: Come temevo, c’è una brutta carie, però il dente possiamo
tentare di salvarlo. Dovrò usare il trapano. Ha paura del
trapano, signora?
Signora: un po’...
Dentista: Su, da brava, ora apra la bocca. L’apra bene... Così... così
va bene. Stia ferma... Non muova la testa... Non la giri.
Ecco fatto. Questa volta l’ho medicato. Ritorni fra sei
giorni.
Signora: Quanto è, dottore?
Dentista: Lasci stare. Non ci pensi. Ne parleremo quando avrò finito
il lavoro.

1. Questionario
1. A chi si rivolge l’infermiera?
2. Chi invita ad accomodarsi?
3. Che cosa dice ai signori Rossi?
4. Perché la signora non dorme da due notti?
5. Che cosa ha il dente della signora?
6. Per la radiografia dove deve andare?
7. Che cosa vuol tentare il medico?
8. Che cosa dovrà usare il dentista?
9. Di che cosa ha paura la signora?
10. Quando deve ritornare la signora?

UNITA’ 15
(imperativo tu\noi\voi)
A. Parlando di politica

Carlo: Leggi qui e poi dimmi se non ho ragione io!


Mario: Di che stai parlando?
Carlo: Di questo articolo nel giornale di oggi.
Mario: Fammelo vedere!
Carlo: Te lo dicevo io che anche il tuo partito è come gli altri!
Mario: Lasciami leggere e poi ne parliamo.
Carlo: Allora ...?
Mario: Un momento! ... Sto per finire.

31
Carlo: Scusami!
Mario: Sono veramente sorpreso di sapere che il mio partito è coinvolto
in un simile scandalo, te lo confesso.
Carlo: E tu gli hai dato il voto!
Mario: Sì, ma quando gliel’ho dato queste cose non succedevano.
Carlo: E ora che pensi di fare?
Mario: Non chiedermelo! Così su due piedi è difficile rispondere.
Carlo: Io non sono iscritto a nessun partito, e, a differenza di te, posso
criticare apertamente la politica della sinistra, della destra e dei
partiti di centro.
Mario: Io sono militante, ma posso esprimere ugualmente il mio dissenso
dal partito.
Carlo: Allora dimostralo!
Mario: Dammi il tempo di farlo. Prima voglio vederci chiaro in questa
faccenda.
Carlo: Senti, accetta un consiglio da amico: strappa la tessera!

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Cosa diceva sempre Carlo a Mario?
2. Di che cosa è sorpreso Mario?
3. Perché Carlo può criticare la politica di tutti i partiti?
4. Cosa può fare Mario, anche se è militante?
5. Cosa gli consiglia di fare Carlo?

B. Ferragosto (v.c.15)

Tempo di vacanze: molti italiani si mettono in viaggio con la famiglia e si


dirigono verso il mare, i laghi, i monti...
(Preparativi)
Giuseppe: Clara, passami quella valigia!
Clara: Quale?
Giuseppe: Quella grande. E prendi la sedia a sdraio.
Clara: Scusa, Giuseppe, ma non la vedo.
Giuseppe: E’ lì, dietro il tavolo da campeggio. Portala qui! Presto! Prendi
anche il cestino per il picnic.
Clara: E dove li metto?
Giuseppe: Dalli a me. E l’ombrellone? Cerca l’ombrellone!
Clara: Eccolo! Non ti innervosire!
Giuseppe: Ho fatto. Chiama i ragazzi! Si parte!

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Ragazzi: Possiamo portare anche le racchette da tennis?
Giuseppe: Fate come volete, ma muovetevi!
Ragazzi: Allora portiamole!
Giuseppe: Chiudete bene gli sportelli, allacciate le cinture. Partiamo!
(Sulla strada)
Clara: Giuseppe, mi raccomando, va piano!
Giuseppe: Ma vado a sessanta chilometri all’ora!
Clara: Vai troppo veloce per me; quindi fammi il piacere, rallenta!
Giuseppe: Così non arriveremo mai!
Clara: Non fa niente. Meglio arrivare tardi che mai. Fa attenzione a
quella bicicletta!
Giuseppe: La sorpasso!
Clara: No, non farlo! Non sorpassarla! Qui è pericoloso.
Giuseppe: Invece la sorpasso!
Clara: Metti la freccia! Suona!
Giuseppe: Non posso suonare, sono in un centro abitato.
Clara: E allora non suonare... Perché suonano le macchine dietro?
Giuseppe: Perché vado troppo piano.
Clara: E allora che aspetti? Il centro abitato l’hai superato. Va più
svelto! Sbrigati! Corri!

1. Scelta multipla
1. Giuseppe chiede alla moglie di passargli la borsa
la valigia
il sacco
2. La sedia a sdraio è dietro il tavolo da campeggio
dietro la porta
dietro la macchina
3. Giuseppe non riesce a trovare gli occhiali
la patente
l’ombrellone
4. Clara dice al marito di non preoccuparsi
innervosirsi
arrabbiarsi
5. I ragazzi chiedono se possono portare le racchette da tennis
le palle da tennis
le scarpe da tennis
6. Prima di partire, Giuseppe raccomanda di chiudere gli sportelli
l’acqua
il gas

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7. Giuseppe vuol sorpassare un’automobile
una bicicletta
un autotreno
8. Giuseppe non può suonare perché è in un centro abitato
vicino all’ospedale
vicino alla scuola

2. Questionario
1. Dove si dirigono gli italiani in vacanza?
2. Giuseppe che cosa carica in macchina?
3. Che cosa chiedono i ragazzi prima di partire?
4. Cosa risponde il padre?
5. Che cosa raccomanda alla famiglia al momento della partenza?
6. Clara che cosa raccomanda al marito?
7. La moglie è tranquilla o preoccupata quando il marito guida?

UNITA’ 16
(pronomi relativi)
A. L’italiano e i dialetti

Fred: Ormai capisco quasi tutto quello che leggo, ma ho ancora qualche
difficoltà a parlare e soprattutto a capire ciò che dicono le persone con
cui parlo per la prima volta.
Mario: Come vedi, non basta studiare. Chi vuole imparare presto una lingua,
deve praticarla stando con la gente.
Fred: Hai proprio ragione! E’ il caso di Marilyn, la ragazza di cui ti ho
parlato qualche giorno fa. Studia l’italiano da pochi mesi e già lo parla
fluentemente, anche se con qualche piccolo errore. Passa tutto il
tempo libero con i figli della signora da cui abita e con i loro amici,
nessuno dei quali sa inglese.
Mario: Certo! Se sta con persone che non conoscono la sua lingua, è costretta
a parlare solo italiano. Comunque, vedo anche tu te la cavi abbastanza
bene.
Fred: Grazie del complimento! Il mio problema è che quando una persona
ha un accento diverso da quello a cui sono abituato in classe, non
capisco un’acca.
Mario: Non preoccuparti! Spesso succede agli stessi italiani di non capire
bene una persona la cui pronuncia è diversa dalla loro, poiché parla
l’italiano della sua regione. Figuriamoci poi se quella persona si
esprime in dialetto!

34
Fred: Dunque è vero che gli italiani che vivono in regione diverse non
sempre si capiscono fra di loro?
Mario: E’ vero se si esprimono ciascuno nel proprio dialetto; se usano le
rispettive varietà regionali, hanno qualche difficoltà; se, invece,
parlano l’italiano standard, non hanno problemi a capirsi. In molte
famiglie si parla solo il dialetto, per cui quando i bambini vanno a
scuola imparano l’italiano come una lingua straniera. Oltre alla scuola,
contribuiscono a diffondere l’italiano standard anche la radio e la
televisione.
Fred: Mi hai dato una buona idea! Da oggi comincio anch’io a guardare la
televisione e ad ascoltare di più la radio.

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Che cosa bisogna fare, secondo Mario, per imparare presto una lingua
straniera?
2. Come mai Marilyn parla già fluentemente l’italiano?
3. Gli italiani di regioni diverse si capiscono sempre quando parlano fra di
loro?
4. Perché alcuni bambini italiani imparano l’ialiano come una lingua
straniera?
5. Quale tipo di lingua contribuiscono a diffondere la radio e la televisione?

B. Un acquisto (v.c.16)

Un signore entra in un negozio di calzature. Trovare un paio di scarpe


adatte ai suoi piedi non è cosa facile.
Commesso: Buon giorno, signore. Desidera?
Signore: Vorrei un paio di scarpe nere.
Commesso: Ha già un’idea del modello?
Signore: Sì, mi piacerebbe quel modello tipo mocassino che è in vetrina.
Commesso: Bene. Ho capito. Quale numero porta?
Signore: Quarantaquattro e mezzo, pianta larga.
Commesso: Gliele porto subito. Queste sono il quarantaquattro. Provi la
destra intanto. Come Le sta?
Signore: La sento un po’ corta.
Commesso: Provi allora anche questo modello che ci è arrivato stamattina.
Signore: Questa è un po’ stretta. In ogni caso preferisco il modello che
ho provato prima. Non ha un mezzo numero in più?
Commesso: La Sua non è una misura comune... Ma ecco il Suo numero.
Signore: Questa mi va proprio bene.

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Commesso: Adesso metta anche l’altra e provi a camminarci.
Signore: Sì, sì, vanno bene, sono comode.
Commesso: Veramente, signore, questa è una scarpa con la quale può fare
chilometri senza stancarsi. E’ la scarpa che fa per Lei.
Signore: Mi sembra anche elegante.
Commesso: Elegantissima. Lei acquista una scarpa alla quale non manca
niente: è comoda, elegante e anche robusta.
Signore: Sono convinto; ma quanto costano queste scarpe?
Commesso: Duecentocinquantamila.
Signore: Sono un po’ care!
Commesso: Care? Ma lei vuole scherzare!! Ascolti bene ciò che Le dico: un
signore tedesco, con cui scambio qualche parola, ma di cui non
conosco il nome, ne ha comprate due paia: uno per sé e uno per
suo figlio. Scarpe così comode, eleganti, morbide e robuste, a
questo prezzo sono regalate...

1. Scelta multipla
1. Il signore desidera comprare un paio di scarpe nere
stivaletti
sandali
2. Gli piace il modello che è in vetrina
porta il commesso
è più economico
3. Il cliente non porta una misura comune
eccezionale
piccola
4. Le scarpe gli sembrano abbastanza alla moda
eleganti
moderne
5. Gli sembrano care
economiche
a buon mercato

2. Questionario
1. In quale negozio entra il signore? Che cosa desidera?
2. Dove è il modello che desidera?
3. Quale misura porta?
4. Come sono le prime scarpe che prova?
5. Come è la scarpa che gli propone il commesso?
6. Perché le scarpe a quel prezzo sono regalate?

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UNITA’ 17
(congiuntivo presente e passato)
A. Progetti di viaggio

Giulio: Fare un programma di viaggio da soli è piuttosto complicato. Non


credi che sia meglio rivolgersi ad un’agenzia?
Marco: Penso proprio che tu abbia ragione. Per quanto uno sappia
esattamente cosa vuole vedere, non è facile orientarsi in un paese
sconosciuto.
Giulio: Sono contento che tu sia d’accordo con me. Allora non ci resta che
scegliere un’agenzia seria che ci possa suggerire un programma
interessante e alla portata delle nostre tasche.
Marco: Immagino che un paese in cui la vita è a buon mercato sia la
Grecia.
Giulio: Chissa! Forse è più conveniente la Jugoslavia, benché negli ultimi
anni il livello di vita sia cresciuto anche lì.
Marco: Non ti sembra che le bellezze naturali ed artistiche della Grecia
siano superiori a quelle della Jugoslavia?
Giulio: Non sono convinto che la Jugoslavia abbia qualcosa da invidiare
alla Grecia.Secondo me è altrettanto bella.
Marco: Potremmo sentire l’opinione di Gianni. Mi pare che sia stato più di
una volta in Jugoslavia e sono sicuro che conosce bene la Grecia.
Giulio: Intanto bisogna che uno di noi si informi sui prezzi e sulle
eventuali facilitazioni per studenti.
Marco: Prima di andare all’agenzia direi che sia meglio decidere quale
paese vogliamo visitare.
Giulio: Al limite, a me andrebbe bene anche la Spagna, anzi, la preferirei
perché so un po’ di spagnolo.
Marco: Ho l’impressione che tu non abbia le idee chiare a proposito del
viaggio da fare.
Giulio: Infatti. Allora sai che ti dico? Qualunque posto tu scelga mi sta
bene.
Marco: Insomma pretendi che sia io a decidere! E’ una grossa
responsabilità, ma l’accetto, a patto che poi tu non mi dia la colpa
di aver preso una decisione sbagliata.

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Perché Giulio crede che sia meglio rivolgersi ad un’agenzia di viaggi?
2. Perché Marco è d’accordo con lui?
3. Come dovrebbe essere, secondo Giulio, l’agenzia a cui rivolgersi?

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4. Di che cosa non è convinto Giulio?
5. Cosa suggerisce di fare Marco?
6. A quale condizione Marco accetta di decidere da solo?

B. Tempo libero e divertimenti

Franca: So che Carla e Marco hanno comprato una casetta in campagna. Tu


l’hai vista?
Giulio: Sì, ci sono stato diverse volte. Se venerdì farà bel tempo, ci andrò
di nuovo. E’ il luogo ideale per passare qualche ora nel silenzio più
assoluto e la salute ci guadagna.
Franca: D’estate io preferisco fare una corsa al mare, perché mi piace
molto nuotare e prendere il sole.
Giulio: Non t’interessa fare una volta un’esperienza diversa?
Franca: Perché no? Se Carla e Marco m’invitassero, accetterei volentieri di
passare una giornata all’aperto.
Giulio: Del resto potresti nuotare e prendere il sole anche lì. Non lontano
dalla casa c’è un laghetto artificiale, dove si può fare il bagno e
anche pescare in pace.
Franca: Dove si trova questa casa da sogno?
Giulio: Su una collina a pochi chilometri da qui. Per arrivare lassù bisogna
attraversare un bosco, percorrendo una stradina su cui passa appena
una macchina.
Franca: Sarà anche bello, non discuto, ma non è pericoloso vivere in un
posto così isolato? Io non avrei coraggio a starci da sola; vivrei
sempre con la paura dei ladri.
Giulio: Raramente Carla e Marco sono soli: hanno sempre qualche ospite.
E poi ci sono due cani da guardia.
Franca: Come passano il tempo? Lavorano forse la terra?
Giulio: Sì, e con ottimi risultati. Il loro passatempo preferito è coltivare un
pezzo di terra vicino a casa, per avere sempre verdura fresca.
Franca: A parte i due cani, hanno altri animali?
Giulio: Sì, hanno un bellissimo cavallo.
Franca: I cavalli sono stati sempre la mia passione. Allora ho deciso:
venerdì verrò con te da Carla e Marco apposta per fare una corsa a
cavallo per i prati.
Giulio: Se avessero saputo che era questo il tuo divertimento maggiore, ti
avrebbero invitato prima a casa loro.

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1. Rispondete alle seguenti domande:
1. Giulio è mai stato nella casa di campagna di Carla e Marco?
2. Perché d’estate Franca preferisce fare una corsa al mare?
3. La loro casa di campagna è lontano dalla città in cui vivono?
4. Perché Franca non avrebbe coraggio a starci da sola?
5. Qual è il passatempo preferito di Carla e Marco?
6. Che animali hanno?
7. Che cosa decide di fare Franca venerdì?

C. Il cucciolo (v.c.17)

La famiglia è andata a fare un picnic. Dopo la merenda sull’erba, i


bambini, Giuseppino e Pierino, giocando nel bosco vicino, trovano un
cucciolo.
Pierino: Giuseppino, guarda!! Che animale sarà?
Giuseppino: E’ un gatto.
Pierino: Un gatto così grande e con un muso così aguzzo? No. Penso che
sia un cucciolo di cane.
Giuseppino: Un cane con questa coda? No, non è un cane.
Pierino: E’ probabile che sia un lupacchiotto.
Giuseppino: Come cammina male! Forse ha una zampa rotta.
Pierino: No. E’ possibile, invece, che non sappia ancora camminare.
Prendiamolo e portiamolo con noi; il papà saprà che animale è.
(poco dopo)
Papà: Ve lo dico io che animale è. E’ un volpacchiotto.
Pierino: Senti che voce strana! Si lamenta? Piange?
Mamma: E’ facile che abbia fame o che chiami la mamma.
Giuseppino: Ma come mai era lì da solo?
Mamma: Penso che si sia allontanato dalla sua tana un po’ troppo e poi
non abbia più trovato la strada di casa.
Pierino: O può darsi che un cacciatore abbia ucciso la madre e abbia
catturato i figli; poi per strada abbia perduto un cucciolo. Io
propongo di portarlo con noi.
Giuseppino: Sì, avremo per lui tutte le cure.
Mamma: Calma! Ragazzi, calma! Voglio che comprendiate bene la
situazione. Se noi portiamo a casa questo cucciolo, temo che
muoia.
Pierino: Ma anche se lo lascimo qui, forse morirà!

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Papà: Anche questo è giusto. Allora faremo così: oggi lo portiamo a
casa, gli diamo del latte. Domani, però, bisogna che lo portiamo
allo zoo.

1. Scelta multipla
1. La famiglia è andata a fare un picnic
raccogliere le castagne
cercare funghi
2. I bambini hanno trovato un nido
un cucciolo
una tana
3. Giuseppino pensa che sia un cane
una volpe
un gatto
4. I bambini vorrebbero abbandonare il cucciolo
portare a casa il cucciolo
portare da un veterinario
7. La mamma non è d’accordo perché
teme che il cucciolo muoia
rovini la casa
crescendo diventi pericoloso
8. Il papà decide di portare il cucciolo in clinica
dal guardiacaccia
allo zoo

2. Questionario
1. Dove è andata la famiglia?
2. Che cosa hanno trovato i bambini?
3. Quale animale pensano che sia?
4. Che animale è?
5. Il cucciolo trema e piange. Cosa pensa la mamma?
6. Perché il cucciolo si trova da solo? Che cosa pensa la mamma?
7. I ragazzi dove vorrebbero portare il cucciolo?
8. Perché la mamma non è d’accordo?
9. Cosa decide il papà?

UNITA’ 18
(congiuntivo imperfetto e trapassato)
A. Luoghi comuni sull’Italia

40
Ann è appena tornata a Londra da un soggiorno di stidio in Italia. Quando
si presenta in classe, i compagni sono curiosi di conoscere le sue impressioni
sul paese di cui stanno studiando la lingua.
John: Allora, dicci, Ann: l’Italia è proprio come l’immaginavi?
Ann: Ad essere sincera, non esattamente. Tanto per cominciare, mi
aspettavo che splendesse sempre il sole, insomma che il cielo fosse
sempre sereno e azzurro, invece ho scoperto che talvolta c’è una
nebbia del tutto simile a quella di Londra e che spesso piove per
giorni e giorni, come da noi.
John: Visto che con il tempo non hai avuto molta fortuna, hai almeno
trovato una buona sistemazione?
Ann: Sì, almeno nel senso che intendo io. Sebbene la scuola avesse già
prenotato per me una camera alla casa dello studente, ho pensato che
fosse meglio vivere in un ambiente esclusivamente italiano. Così mi
sono messa alla ricerca di una famiglia con figli della mia età e dopo
molti tentativi sono riuscita a trovarla.
John: Dunque hai potuto avere una conoscenza diretta della gente italiana.
E che impressione hai ricevuto?
Ann: Un’impressione completamente diversa da quella che avevo prima.
John: E cioè?
Ann: Prima credevo che tutti gli italiani fossero bassi, avessero occhi e
capelli neri, suonassero la chitarra e cantassero con belle voci, si
esprimessero più con i gesti che con le parole, che facessero la corte
a tutte le ragazze e che mangiassero spaghetti a pranzo e a cena. Ben
presto, però, mi sono accorta che erano tutti luoghi comuni, come
quello per esempio, su noi inglesi, che saremmo tutti di ghiaccio.
Liza: Prima che tu dicessi tutto questo, ero già convinta che non si possa
conoscere un paese e la sua gente senza avere un’esperienza diretta.
Ma ora vorrei che tu finissi di dirci in che senso le tue idee sono
cambiate.
Ann: Quando da noi si parla degli italiani, si pensa di solito a quelli di
mezza età e soprattutto del Sud. Si dimentica che esistono tanti
giovani che invece non si distinguono da quelli di altri paesi.
Anch’io credevo che i ragazzi italiani avessero idee e gusti diversi
dai nostri, ma quando ho conosciuto da vicino i figli della padrona di
casa e i loro amici ho cambiato opinione.
Frank: Del resto una persona intelligente dovrebbe rifiutare i luoghi comuni.
Ann: E’ vero, ma a forza di leggere e sentire le stesse cose su un paese,
uno si convince che siano vere.

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1. Rispondete alle seguenti domande:
1. Che cosa sono curiosi di conoscere i compagni di Ann?
2. Cosa si aspettava Ann, andando in Italia?
3. Cosa ha scoperto, invece?
4. Che idea aveva degli italiani prima del viaggio in Italia?
5. Di che cosa era convinta Liza prima ancora di sentire il racconto di Ann?
6. Che cosa credeva Ann prima di conoscere da vicino i figli della padrona di
casa e i loro amici?
7. Che cosa succede, secondo Ann, a forza di sentire le stesse cose su un
paese?

B. L’artista (v.c.18)

Siamo tutti artisti...


Rosa: Ciao, Marisa. Sai che cosa ha fatto mio fratello Antonio?
Marisa: No, Rosa, dimmelo!
Rosa: Giorni fa è uscito di casa dicendo che voleva comprare tutto il
necessario per dipingere.
Marisa: Voleva ridipingere la sua stanza?
Rosa: Anch’io pensavo che volesse cambiare il colore delle pareti della
sua camera. Ma lui ha detto che voleva diventare pittore.
Marisa: No. Non ci credo!
Rosa: Nemmeno io ci credevo; pensavo che scherzasse. Invece è tornato
con colori, pennelli, tela, tavolozza e cavalletto...
Marisa: Insomma con tutto l’occorrente per dipingere.
Rosa: Si è chiuso a chiave in camera sua, perché io e la mamma non
guardassimo. Ma noi abbiamo visto tutto dal buco della chiave. Io
pensavo che avrebbe fatto un quadro mediocre. Mia madre, invece,
sperava che facesse un capolavoro.
Marisa: E poi, che è successo?
Rosa: Antonio si è messo a lanciare i colori sulla tela. A questo punto
temevo proprio che facesse una porcheria.
Marisa: E tua madre?
Rosa: Oh! Era tutta emozionata. Andava e veniva dalla cucina alla camera.
Marisa: E come è andata a finire?
Rosa: Alla fine Antonio è uscito dalla sua camera e ci ha mostrato il
quadro. Io non riuscivo a capire che cosa fosse... Poteva essere il
ritratto della vicina di casa; ma era anche possibile che fosse un
cesto di frutta.
Marisa: E tua madre che ne pensava del quadro?

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Rosa: Per lei era bello e ... basta. Io ero dell’opinione che mio fratello
avesse fatto una cosa decisamente brutta, volevo buttarlo prima che
qualcuno lo vedesse.
Marisa: Posso vedere il quadro?
Rosa: Qui sta il bello!... l’ha venduto!

1. Questionario
1. Che cosa racconta Rosa a Marisa?
2. Che cosa voleva comprare Antonio?
3. Che cosa ha pensato Rosa quando il fratello è uscito per comprare colori
e pennelli?
4. Perché Antonio si è chiuso in camera sua?
5. Rosa e la mamma da dove guardavano il lavoro dell’artista?
6. Che cosa temeva Rosa prima che Antonio cominciasse a lavorare?
7. E cosa sperava la madre?
8. Che cosa poteva rappresentare il quadro?
9. Che cosa pensava del quadro la madre?

UNITA’ 19
(periodo ipotetico)
A pesca (v.c.19)

Enzo e Silvano, vicini di casa, sono appassionati di pesca.


Enzo: Silvano, anche domani a pesca?
Silvano: Sicuro. Solita ora, solito posto. E tu, Enzo, che fai?
Enzo: Voglio ancora provare al vecchio molino.
Silvano: Perché non vieni dove vado io? Vedrai, se verrai, non ti pentirai.
Enzo: Dici sul serio? Se venissi alla curva del ponte, avrei più fortuna?
Silvano: Non c’è dubbio. Se ti deciderai a cambiare posto, prenderai tanto
pesce e mangerai pesce per una settimana e io regalerai anche
agli amici. Se vieni, avvertimi.
(il giorno dopo, i due pescatori sono in riva al fiume, alla curva del ponte)
Enzo: Sono due ore che abbiamo cominciato a pescare, ma ancora
niente. Sei sicuro che questo è il posto buono?
Silvano: Che domande fai? Verrei qui ogni domenica, se non prendessi
pesce?
Enzo: Forse se ci spostassimo più a valle, le cose andrebbero meglio.
Silvano: O forse sei tu che mi spaventi i pesci? Una sfortuna come oggi
non mi era mai capitata.

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Enzo: Così tu pensi che se io non ci fossi, tu prenderesti qualche pesce?
Silvano: Sì, ho la sensazione che tu mi porti sfortuna.
Enzo: Ho capito; me ne vado.
(Il lunedì mattina, andando al lavoro, i due vicini si incontrano)
Enzo: Allora, come è andata senza la mia presenza?
Silvano: Vorrei che tu mi scusassi per ieri.
Enzo: Lascia perdere, non importa! Allora, hai preso molti pesci, sì o no?
Silvano: Macché, nemmeno uno.
Enzo: Mi dispiace per te. Io ho riempito la mia cesta. Se avessi
cambiato posto, anche tu avresti riempito la tua!
Silvano: Magari ti avessi ascoltato!

1. Questionario
1. Qual è la passione di Enzo e Silvano?
2. Dove vuole ancora provare Enzo?
3. Quanto pesce prenderà Enzo, se si deciderà a cambiare posto?
4. Dove è l’appuntamento per il giorno dopo?
5. Dopo due ore, quanto pesce hanno pescato i due amici?
6. Cosa decide Enzo, dopo due ore di pesca inutile?
7. Perché, il giorno dopo, Silvano vorrebbe che l’amico lo scusasse?
8. Cosa comunica Enzo all’amico?
9. Qual è l’espressione di Silvano al sentire quanta fortuna ha avuto l’amico?

UNITA’ 20
(gradi dell’aggettivo)
A. Paese che vai, problemi che trovi

Sig. Miller: In questo paese non si può più vivere!


Sig. Rossi: Non esageriamo! La situazione non è certo tranquilla, ma non è
peggiore di quella di altri paesi.
Sig. Miller: Come fa a dirlo? Basta aprire il giornale: attentati, scippi, rapine,
omicidi, sequestri, atti di terrorismo ...
Sig. Rossi: Intende dire che qui il sistema democratico non funziona?
Sig. Miller: Appunto! In un paese dove ci sono più poveri che ricchi, non
esiste una vera democrazia.
Sig. Rossi: Ma qui abbiamo l’arma dello sciopero per protestare contro le
ingiustizie sociali.
Sig. Miller: Infatti quasi ogni giorno c’è uno scipero, ma in effetti nulla cambia.

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Sig. Rossi: Le conquiste in campo economico e sociale sono lente: è più
facile conservare che cambiare una situazione.
Sig. Miller: Secondo me, nel mio paese i sindacati sono più forti di quelli
vostri.
Sig. Rossi: Forse perché sono d’accordo sulle rivendicazioni da avanzare al
governo.
Sig. Miller: Quali sono i motivi per cui si sciopera di più?
Sig. Rossi: I contratti di lavoro delle varie categorie, le pensioni, l’aumento
del salario e la riduzione dell’orario di lavoro.
Sig. Miller: Se non sbaglio, c’è un numero altissimo di disoccupati,
soprattutto tra i giovani.
Sig. Rossi: In effetti il problema più grosso è la difesa del posto di lavoro.
Con le nuove tecnologie e con la crisi di certi settori, c’è sempre
minore bisogno di manodopera.
Sig. Miller: In questo senso la situazione del mio paese non è migliore di
quella dell’Italia.

1. Rispondete alle seguenti domande:


2. Perché, secondo il signor Miller, in Italia non si può vivere?
3. Cosa risponde il signor Rossi?
4. Perché, secondo il signor Rossi, l’arma dello sciopero non sempre serve a
cambiare le cose?
5. Quali sono i motivi per cui si sciopera di più?
6. Qual è il problema più grosso oggi?
7. Da cosa dipende il sempre minore bisogno di manodopera?

B. Il fadanzamento (v.c.20)

Adalgisa e suo non più giovane fidanzato.


Anna: Adalgisa si è fidanzata.
Paola: No, Anna! Non me lo dire. E con chi?
Anna: Con Aldo.
Paola: Cosa mi dici? Con Aldo Epifani? L’ingegnere?
Anna: Sì, proprio con lui.
Paola: Ma non è più giovanissimo, o sbaglio?
Anna: No, non sbagli: ha quasi cinquantacinque anni.
Paola: Allora Adalgisa è molto più giovane di lui.
Anna: Certo. Lei ha ventidue anni meno di lui. Aldo potrebbe essere
benissimo suo padre.
Paola: Era molto tempo che lui la corteggiava.

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Anna: E lei non voleva saperne; diceva che non avrebbe mai sposato uno
molto più vecchio di lei.
Paola: Come si è decisa a fare questo passo?
Anna: In montagna. Si sono incontrati nello stesso albergo; si sono messi,
una sera, a chiacchierare davanti al fuoco del caminetto. In
compagnia di una coppa di spumante, lei lo ha trovato meno brutto
di prima e più simpatico di quanto pensasse: anzi lo ha trovato molto
interessante. Adesso ne è innamoratissima.
Paola: Per me ha fatto una cattiva scelta; avrebbe potuto aspettare
un’occasione migliore.
Anna: Ma che dici?! Anche lei non è più giovanissima. Per me è la cosa
migliore che abbia potuto fare, perché la famiglia di lui sta molto
bene.
Paola: Davvero? Io sapevo soltanto che lui ha un’ottima posizione.
Anna: Sì, mia cara, gli Epifani sono ricchi sfondati.
Paola: Ah! Adesso capisco questa decisione cosi improvvisa quanto
sorprendente. Quando si sposeranno?
Anna: Prestissimo. A maggio del prossimo anno.

1. Questionario
1. A chi dice di “sì” la signorina Adalgisa?
2. Quanti anni ha il fidanzato?
3. Quanti anni ha Adalgisa?
4. Da quanto tempo Aldo la corteggiava?
5. Dove si sono incontrati?
6. Cosa avrebbe potuto aspettare Adalgisa?
7. Come sta economicamente la famiglia di lui?
8. Quando si sposeranno i due fidanzati?

UNITA’ 21
(indicativo: passato remoto e trapassato remoto)
A. Un popolo del tempo che fu

Brigitte: E’ vero che gli Etruschi vennero dal Nord attraverso le Alpi e la
pianura padana?
Sergio: Questa è soltanto una delle tre principali teorie sulla origine di
questa popolazione dell’Italia antica.
Brigitte: E le altre due quali sarebbero?
Sergio: Secondo alcuni studiosi, gli Etruschi arrivarono per mare
dall’Asia Minore nella prima metà del XII secolo avanti Cristo.

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Secondo altri, furono i più antichi abitanti della regione fra l’Arno
e il Tevere che da essi prese il nome, cioè l’Etruria.
Brigitte: Se non sbaglio, però, non si fermarono lì.
Sergio: Infatti rivolsero presto l’attenzione a Roma, dove si stabilì una
dinastia di re etruschi. Da Roma, l’influenza etrusca si estese a
tutto il Lazio e poi alla Campania, dove dominavano i Greci.
Nello stesso tempo si spostarono verso la pianura padana.
Brigitte: Accidenti! Erano un popolo davvero potente!
Sergio: Sì, ma a causa dell’organizzazione politica non perfetta, presto
subirono sconfitte dai Greci, dai Romani e poi dai Galli, che li
cacciarono dalla pianura padana.
Brigitte: Dunque dovettro rientrare nei confini dell’Etruria?
Sergio: Non solo, ma intorno alla fine del III secolo avanti Cristo caddero
sotto il dominio dei Romani.
Brigitte: Però non fecero solo le guerre!
Sergio: E’ evidente! Si dedicarono anche all’attività letteraria, di cui
purtroppo ci sono giunte notizie soltanto da autori greci e latini.
Brigitte: Come mai?
Sergio: La lingua etrusca è rimasta finora un mistero, perché è giunto fino
a noi un solo testo di una certa ampiezza. Inoltre, l’interpretazione
dell’etrusco risulta notevolmente difficile, in quanto non somiglia
a nessuna delle lingue a noi note.
Brigitte: Era importante per loro la religione?
Sergio: Sì, era fondamentale, come dimostra anche la cura che ebbero per
le tombe.

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. L’origine degli Etruschi è sicura?
2. Secondo la teoria che conosce Brigitte, da dove vennero gli Etruschi?
3. Dove si trovava l’Etruria?
4. Quale popolo dominava la Campania quando vi giunsero gli Etruschi?
5. Da quali popoli subirono sconfitte gli Etruschi?
6. Cosa successe agli Etruschi verso la fine del III secolo avanti Cristo?
7. Perché le notizie sulla loro attività letteraria ci sono giunte soltanto
attraverso autori greci e latini?
8. Perché l’interpretazione della lingua etrusca risulta molto difficile?

B. Una storia (v.c.21)


E’ freddo, fuori nevica. Nonno e nipotino sono nella grande cucina di una
villa in campagna, davanti al focolare.

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Nipote: Nonno, che cosa mi racconti oggi?
Nonno: Oh! Ti racconto una storia di milioni di anni fa. Quando ancora
l’uomo non esisteva, c’erano sulla terra animali grandissimi: i
dinosauri. Essi dominarono il mondo per cento milioni di anni e
più...
Nipote: Presero origine dai rettili ed ebbero le forme più strane, come il
tirannosauro che forse fu il più grosso bipiede mai esistito...
Nonno: Basta! Basta! Vedo che sei informatissimo.
Nipote: Ma sì, nonno, queste cose le conosco: me le racconta la TV.
Nonno: Capisco. Allora, allora ti racconterò una bella fiaba. C’era una
volta un re che aveva tre figlie: una bionda, una bruna e una
castana, tutte e tre bellissime e in età da marito. Un giorno arrivò
al castello un principe...
Nipote: Bussò alla grande porta e domandò di parlare con il re. Uffa!
Nonnoooo, questa me l’hai raccontata cento volte.
Nonno: Conoscevi anche questa eh? Adesso apri bene le orecchie: due
anni fa io e tua nonna andammo a Parigi.
Nipote: Durante il viaggio di ritorno incontraste in treno due distinte
persone, un uomo e una donna, che vi offrirono del caffè drogato,
vi fecero addormentare e vi derubarono.
Nonno: E’ difficile accontentarti oggi! Ma ecco, ho trovato. Circa
cinquanta anni fa, anno più anno meno non è importante, sono
andato a Londra. Che città Londra! Che atmosfera! Vi sono
rimasto tre mesi; ma quando l’ho lasciata, un po’del mio cuore è
restato ed è ancora là.

1. Scelta multipla
1. E’ freddo, fuori piove
nevica
tira vento
2. Nonno e nipotino sono davanti al focolare
alla TV
alla tavola apparecchiata
3. Il tirannosauro fu il più grande bipiede mai esistito
mai visto
mai incontrato
4. Il nonno racconterà al nipotino una bella novella
favola
fiaba

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5. Bussò alla finestra
alla porta
al cancello
6. Durante il viaggio di ritorno i nonni incontrarono due banditi
brave persone
ladri
7. I ladri offrirono ai nonni caffè corretto
drogato
amaro

2. Questionario
1. Dove sono il nonno e il nipotino?
2. Cosa fa il bambino quando è con il nonno?
3. E il nonno come si comporta nei confronti del nipotino?
4. Qual è la prima storia che il nonno prende a narrare?
5. E il bambino perché lo interrompe?
6. Quali sono le prime parole della fiaba?
7. Come si concluse il viaggio a Parigi del nonno e della nonna?
8. Il nonno quando è andato a Londra?
9. Quanto tempo è rimasto a Londra?
10. Come si presenta nelle parole del nonno la città di Londra?

UNITA’ 22
(forma passiva)
A. Una visita medica

Pietro ha sempre goduto di una salute di ferro, pertanto è per lui una brutta
sorpresa quando un giorno si sveglia con la febbre. Siccome si sente debole e
non riesce ad alzarsi, decide di chiamare il medico.
Dr. Rossi: Che sintomi avverte?
Pietro: Mi fa male la testa, mi brucia la gola e di tanto in tanto mi esce il
sangue dal naso.
Dr. Rossi: Ha la febbre?
Pietro: Quando l’ho misurata alle otto ne avevo qualche linea, ma sento
che ora è cresciuta.
Dr. Rossi: Ha già preso qualche medicina?
Pietro: No, ho preferito aspettare Lei.
Dr. Rossi: Ha fatto bene. Se una medicina è presa senza che ce ne sia
effettivo bisogno, può fare solo male. Nel Suo caso si tratta di una
banale influenza che normalmente viene curata con il riposo a

49
letto, con qualche aspirina ed, eventualmente, con degli
antibiotici. Comunque vorrei misurarLe la pressione. Vediamo ...
Pietro: E’ normale?
Dr. Rossi: No, è un po’ alta, per cui va tenuta sotto controllo. A parte
l’influenza, malattia che si prende facilmente in questa stagione,
Lei ha dei disturbi alla circolazione che non vanno trascurati se si
vogliono evitare complicazioni.
Pietro: E’ una cosa grave? Sono malato di cuore?
Dr. Rossi: E’ presto per dirlo. Appena sarà guarito dall’influenza, Le
consiglio di farsi ricoverare in ospedale dove potrà essere
sottoposto a tutti gli esami del caso.
Pietro: Intanto cosa mi prescrive?
Dr. Rossi: Per il momento pensiamo a curare l’influenza. Ecco a Lei la
ricetta. Queste compresse vanno prese due volte al giorno, prima
dei pasti principali. L’antibiotico, invece, va preso solo nel caso
in cui la febbre salga.
Pietro: Non è stata scoperta nessuna medicina che possa essere presa al
posto dell’aspirina? Ho sentito che questa fa male allo stomaco.
Dr. Rossi: Purtroppo per ora non c’è altro in commercio. Comunque non si
preoccupi: il problema esiste nel casi in cui la medicina debba
essere presa per lunghi periodi.
Pietro: Grazie, dottore!

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Pietro è stato spesso malato?
2. Cosa ha ora Pietro?
3. Cosa gli fa il medico?
4. Cosa gli dice a proposito dei disturbi alla circolazione?
5. Cosa gli consiglia di fare appena sarà guarito dall’influenza?
6. Che medicine gli prescrive?
7. Quando vanno prese?

B. Scoperta archeologica (v.c.22)

Una grande necropoli è stata scoperta vicino a Roma. Un gruppo di turisti


con guida si reca a visitarla. Più tardi, in una sala del museo, la guida spiega.
Guida: Questa collinetta, di cinquanta metri di diametro per tre di altezza,
è stata costruita con grosse pietre regolari.
Turista: Quante sono le sepolture ritrovate?

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Guida: Sono state ritrovate finora undici sepolture che risalgono al nono
secolo avanti Cristo.
Turista: Che cosa si spera di trovare ancora?
Guida: Non si esclude di trovare al centro del tumulo una grande camera
sepolcrale.
Turista: Su che cosa si basa questa previsione?
Guida: Il tumulo viene considerato dagli esperti um monumento funebre
usato come necropoli. E’ su questa interpretazione che ci si
aspetta di trovare una sepoltura centrale.
Turista: Quando è stata fatta la scoperta del monumento?
Guida: E’ recentissima. La notizia è stata data in occasione di un
convegno di archeologia che si è tenuto da poco a Roma; il
ritrovamento è stato definito “la scoperta dell’anno”.
Turista: A chi appartengono le sepolture?
Guida: Le sepolture appartengono tutte a individui maschi. Dai materiali
ritrovati, il tumulo sarebbe stato costruito in un arco di tempo
molto lungo: dal nono al quinto secolo avanti Cristo.
Turista: Quando finiranno i lavori di scavo?
Guida: Al momento, i lavori sono stati sospesi; saranno ripresi in
primavera.

1. Scelta multipla
1. E’ stata scoperta, vicino a Roma, una grande città
necropoli
vila
2. Le sepolture risalgono al primo secolo avanti Cristo
primo secolo dopo Cristo
nono secolo avanti Cristo
3. La scoperta è antichissima
recentissima
di alcuni anni fa
4. La notizia è stata data in occasione di un convegno
un congresso
una tavola rotonda
5. Il ritrovamento è stato definito la scoperta dell’anno
il successo dell’anno
la sorpresa dell’anno
6. Al momento, i lavori di scavo sono ricominciati
sospesi
conclusi

51
2. Questionario
1. Che cosa è stato scoperto vicino a Roma?
2. Quante sepolture sono state trovate?
3. Quali sono le dimensioni del tumulo?
4. Cosa potrebbe esserci all’interno dl tumulo?
5. In quale occasione è stata data la notizia?
6. Dove si trova il tumulo?
7. In quale periodo potrebbe essere stato costruito?
8. Come sono al momento i lavori di scavo?
9. Da dove è presa la notizia?

UNITA’ 23
(discorso diretto\indiretto)
A. Vita dura per i pedoni!

Anna è ricoverata all’ospedale a seguito di un incidente d’auto. Mentre


attraversava la strada sulle strisce, una macchina l’ha investita in pieno
insieme ad un altro pedone. Nella caduta ha riportato ferie alla testa, alle
braccia e alle gambe.
Accanto a lei c’era anche Rita, sua sorella, la quale per fortuna è rimasta
illesa. Appena appresa la notizia, Carla vuole che Rita le racconti come è
successo l’incidente e come sta Anna.
Carla: Con tutte quelle ferite, Anna soffre molto?
Rita: Credo di sì, ma lei ha molto coraggio. Ripete sempre: “Non
preoccupatevi per me! Le ferite alla pelle mi bruciano un po’, ma nel
complesso sto bene. Se penso che mi sarei potuta rompere la testa,
ringrazio il cielo per come sono andate le cose”.
Carla: Qual è la prognosi?
Rita: Il medico con cui ho parlato ha detto: “Cadendo a terra, la ragazza ha
battuto la testa, ma dalle radiografie non sembra che il colpo abbia
prodotto danni gravi. Anche le ferite alle braccia e alle gambe sono
lievi. Dunque, se non ci saranno complicazioni, la ragazza guarirà
entro un mese”.
Carla: Immagino che ad Anna non piaccia l’idea di stare tutto questo tempo
lontana da casa.
Rita: Infatti ha detto ai nostri genitori: “Non so come farò a resistere tanto
tempo in questo ambiente. Oggi, per fortuna, è venuta a farmi
compagnia una ragazza della mia età che sta nella stanza accanto.
Però domani uscirà, così io non avrò nessuno con cui parlare quando
non ci siete voi”.

52
Carla: A proposito, ti ha chiesto di me e degli altri amici?
Rita: Come no! Mi ha detto: “Di’ a tutti di venire a trovarmi, così mi
sentirò meno infelice”. Mi ha chiesto anche: “hai avvertito Giulio
che mi trovo in ospedale?”
Carla: Mi pare giusto che in cima ai suoi pensieri ci sia Giulio. E’ il suo
ragazzo, e per di più vive in un’altra città.
Rita: E’ bene che Giulio venga presto. Potrà aiutarci a seguire le cose con
l’assicurazione.
Carla: Perché? Il conducente della macchina che ha investito Anna non ha
fatto la denuncia?
Rita: Sì, l’ha fatta il giorno stesso e l’ha firmata in mia presenza; ma sai,
se uno non sta dietro alle cose, l’assicurazione non ha nessun
interesse a pagare subito.
Carla: Il conducente ha ammesso che la colpa dell’incidente era solo sua?
Rita: Sì, l’ha dichiarato anche alla polizia che è arrivata poco dopo. Ha
detto: “Quando all’incrocio ho visto un gruppo di pedoni che
attraversava, ho tentato di frenare in tempo, ma non ci sono riuscito.
So che c’è illimite di velocità, ma se i freni avessero funzionato
come al solito, l’incidente non sarebbe accaduto”.
Carla: Nella disgrazia, avete avuto la fortuna di trovare una persona
corretta, per cui non c’è bisogno di ricorrerre all’avvocato.
Rita: Consoliamoci così!

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Perché Anna è ricoverata all’ospedale?
2. Cosa si è fatta cadendo?
3. Come sta ora?
4. In quanto tempo guarirà?
5. Il conducente della macchina che ha investito Anna ha fatto la denuncia?
6. Ha ammesso che la colpa dell’incidente era solo sua?
7. In quale caso, secondo lui, l’incidente non sarebbe accaduto?
8. Cosa dice l’amica di Rita e di Anna a proposito di questo incidente?

B. In autostrada (v.c.23)

E’ un umoristico dialogo presso un casello dell’autostrada Milano –Torino.


Il signor Veneranda si fermò all’ingresso dell’autostrada Milano – Torino.
“Torino”, disse al bigliettaio. Il bigliettaio lo guardò e poi guardò attorno nel
piazzale dove non c’era nemmeno un’automobile. “Ma...ma....” balbettò il
bigliettaio, “e la macchina?” “Che macchina?” domandò il signor Veneranda.

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“L’automobile”, disse il bigliettaio, “Lei non ha l’automobile.” “Io no,” disse
il signor Veneranda, “io non ho l’automobile. Perché? Cosa c’è di strano? C’è
tanta gente che non ha l’automobile e perché la dovrei avere io?” “Io ... io non
so,” balbettò il bigliettaio, “ma se vuole andare a Torino con l’autostrada,
dovrà avere un’automobile.” “Io non vado a Torino con l’autostrada,” disse il
signor Veneranda, “non posso andarci appunto perché non ho l’automobile. E
poi cosa dovrei andare a fare a Torino?” “Non... non so ... è Lei che ha detto
Torino,” rispose il bigliettaio che non sapeva cosa dire. “Io ho detto Torino,
certamente, questo non lo nego. Ma tutti possono dire Torino quando
vogliono,” disse il signor Veneranda. “Non capisco perché quando uno dice
Torino dovrebbe, secondo Lei, andarci in automobile.” “Ma allora Lei, che
cosa vuole da me?” chiese il bigliettaio sempre più confuso. “Io niente.”
Continuò il signor Veneranda, “ho detto Torino come potevo dire Roma o
Genova o un’altra città”. “Se Lei non entra nell’autostrada con l’automobile,
mi lasci in pace,” concluse il bigliettaio. “Eh, accidenti!” gridò il signor
Veneranda “Adesso dovrò comprarmi un’automobile per far piacere a Lei!”

1. Scelta multipla
1. Il signor Veneranda si fermò all’ingresso di casa
della stazione
dell’autostrada
2. Il bigliettaio guardò nel piazzale
fuori
l’autostrada
3. Nel piazzale non c’era nemmeno un cane
un’automobile
una persona
4. Ma se vuole andare a Torino, dovrà avere l’automobile
il biglietto
la voglia
5. Il bigliettaio non sapeva cosa pensare
dire
chiedere
2.Questionario
1. Dove si fermò il signor Veneranda? Che cosa chiese il signor Veneranda?
2. Quale fu la prima reazione del bigliettaio?
3. Il bigliettaio cosa fece notare al signor Veneranda?
4. Perché il signor Veneranda non poteva andare a Torino?
5. Il signor Veneranda cominciava a protestare e cosa diceva?

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UNITA’ 24
(modi indefiniti)
Don Abbondio (v.c.24)

“I Promessi Sposi”. Capitolo primo.


E’ la storia di due giovani lombardi, Lorenzo Tramaglino e Lucia
Mondella, che vogliono sposarsi. Una lunga serie di disgrazie e disavventure
allontaneranno questo matrimonio provocando grandi sofferenze. Il parroco
del villaggio, Don Abbondio, ha incontrato, pochi minuti prima, i “bravi”
mandati da un prepotente signore, i quali gli hanno ordinato di non celebrare
le nozze, se vuole salvare la vita.
(Al rientro a casa)
“Misericordia! Cos’ha, signor padrone?” “Niente, niente,” rispose Don
Abbondio, lasciandosi andar tutto ansante sul suo seggiolone. “Come, niente?
Che cosa vorrebbe farmi credere, così brutto com’è? Qualcosa di grave è
avvenuto.” “Oh per amore del cielo! Quando dico niente, o è niente, o è cosa
che non posso dire.” “Che non può dire neppure a me? Chi si prenderà cura
della su salute? Chi le darà un parere? ...” “Ohimè! Tacete e non apparecchiate
altro: datemi un bicchiere del mio vino.” “E lei mi vorrà sostenere che non ha
niente!” disse Perpetua, riempendo il bicchiere, e tenendolo poi in mano.
“Date qui, date qui,”disse Don Abbondio, prendendole il bicchiere, con la
mano ben ferma, e vuotandolo poi in fretta, come se fosse una medicina.
“Vuol dunque che io sia costretta a domandar qua e là cosa sia accaduto al mio
padrone?” disse Perpetua, ritta dinanzi a lui, con le mani rovesciate sui fianchi,
e i gomiti puntati davanti, e guardandolo fisso. “Per amor del cielo! Non fate
pettegolezzi, non fate schiamazzi: ne va ... ne va la vita!” “La vita?” “La vita!”

1. Scelta multipla
1. Don Abbondio si lasciò andare sul seggiolone tutto tremante
tutto ansante
tutto sorridente
2. Don Abbondio non poteva rispondere a Perpetua perché Non sapeva niente
Non poteva dire niente
Non c’era niente di nuovo
3. Qualcosa di grave era stato detto
avvenuto
stato fatto
4. Don Abbondio voleva che Perpetua non apparecchiasse altro
dicesse altro
cucinasse altro

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5. Perpetua riempì il bicchiere dandoglielo
mettendolo sul tavolo
tenendolo in mano
6. Don Abbondio chiese da bere prendendo il bicchiere
allungando la mano
alzandosi dalla poltrona
7. Perpetua parlava stando seduta accanto a lui
piegata verso di lui
ritta dinanzi a lui
8. Perpetua parlava con le mani aperte sui fianchi
chiuse sui fianchi
rovesciate sui fianchi
9. Perpetua parlava con i gomiti puntati
gli occhi puntati
i piedi puntati
10. Perpetua parlava tremando tutta
guardandolo fisso
osservandolo attenta
11. Don Abbondio scongiurò di non fare pettegolezzi
maldicenze
chiacchiere
12. Ne andava della sua salute
della sua sicurezza
della sua vita

2. Questionario
1. Chi sono i protagonisti dei Promessi Sposi?
2. Perché non possono sposarsi?
3. Chi è Don Abbondio?
4. Chi è Perpetua?
5. Come si presenta Don Abbondio agli occhi di Perpetua al rientro?
6. Cosa fa Perpetua per conoscere il terribile segreto del suo padrone?
7. Che cosa racconta il povero parroco?

UNITA’ 25
(la concordanza dei modi e dei tempi)
Venerdi 17

Sergio: Dubito che Vincenzo venga con te a Bologna.


Franco: Ti ha detto lui che non verrà?

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Sergio: No, ma immagino che troverà qualche scusa per rimandare il viaggio.
Franco: Pensi davvero che abbia cambiato idea? Quando ci siamo visti, ha
detto che sarebbe venuto.
Sergio: Quando te l’ha detto forse non aveva pensato che la data della
partenza era proprio venerdì 17.
Franco: Vuol dire che è superstizioso?
Sergo: Proprio così. Sarà difficile che lo ammetta, ma io so che è vero.
Franco: Non avrei mai pensato che un ragazzo intelligente come lui potesse
essere superstizioso.
Sergio: Eppure i tipi così non sono rari. Ne conosco diversi anch’io. Per
esempio, una mia zia tiene in casa un ferro di cavallo, porta
addosso sempre qualcosa di rosso, e se per caso un gatto nero le
attraversa la strada, è pronta a tornare indietro o a fare un’altra via.
Franco: Ma tua zia appartiene ad un’altra generazione e in fondo non mi
stupisce che sia così.
Sergio: Tempo fa Vincenzo mi disse che era diventato superstizioso dopo
che aveva avuto un incidente proprio di venerdi 17.
Franco: Non sapevo che avesse avuto un incidente.
Sergio: Gli è successo diversi anni fa, quando aveva diciassete anni.
Franco: Ma allora comincio anch’io a credere che il numero 17 porti
sfortuna.
Sergio: Non mi dirai che anche tu non vuoi partire di venerdi 17, per paura
che ti succeda qualcosa?
Franco: No, non credo alla superstizione, comunque ... tocchiamo ferro!

2. Rispondete alle seguenti domande:


1. Perché Sergio dubita che Vincenzo vada con Franco a Bologna?
2. Cosa non ammetterà Vincenzo, secondo Sergio?
3. Perché Franco è sorpreso nel sentire cosa gli dice Sergio?
4. Quando gli è successo l’incidente che l’ha fatto diventare superstizioso?
5. Cosa comincia a credere Sergio dopo aver sentito il caso di Vincenzo?

UNITA’ 26
(le forme implicite: gerundio, infinito, participio)
Automobile, che passione!

Marco: Al prossimo distributore dobbiamo fermarci a fare benzina.


Sergio: Con l’occasione farò controllare anche l’olio e l’acqua.
Marco: Speriamo che non ci sia la fila. Dovendo aspettare sotto il sole,
moriremo dal caldo!

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Sergio: Stavo pensando proprio a questo. Avendo viaggiato per tante ore,
sarebbe il caso di fare una sosta al bar, dove c’è sicuramente l’aria
condizionata.
Marco: Se ci riposiamo un po’, io approfitterei per avvertire Angela che
stiamo per arrivare. Se ricordo bene, il prefisso è 02, vero?
Sergio: Sì, ma sarà difficile trovare gettoni o spiccioli.
Marco: Non c’è problema! Dopo aver avuto diverse esperienze negative, ho
preso l’abitudine di portare sempre con me una scheda magnetica.
Sergio: Eccoci arrivati! Sento che anche il motore ha bisogno di riposarsi:
l’ho spinto al massimo.
Marco: Fatti i conti, fra pieno e olio non te la caverai con meno di 60.000
lire. Non ti converrebbe comprare una macchina con motore diesel?
Sergio: Recentemente stavo per farlo, ma poi ci ho ripensato, perché la tassa
di circolazione è molto alta.
Marco: Con tutti i chilometri che fai tu e tenendo conto del fatto che il
gasolio costa la metà della benzina, ti conviene senz’altro.
Sergio: Dando indietro questa, ricaverei al massimo due milioni.
Sacrificando tutti i risparmi, arriverei a otto milioni: che ci faccio?
Marco: Potresti trovare un’auto di seconda mano, anche se non di grossa
cilindrata.
Sergio: Provata una macchina con motore diesel, uno se la tiene per anni.
Marco: Qualcuno potrebbe decidere di cambiare la propria macchina di
piccola cilindrata con una più potente.
Sergio: In ogni caso bisognerebbe conoscere il proprietario per sapere come
l’ha tenuta.
Marco: Mi sorge il dubbio che tu stia cercando dei pretesti per non separarti
dalla tua macchina.
Sergio: Chissà che in fondo tu non abbia ragione?

1. Rispondete alle seguenti domande:


1. Fermandosi al prossimo distributore, cosa pensa di fare Sergio?
2. Quando si fermano, cosa vorrebbe fare marco?
3. Perché potrà fare la telefonata anche se non troverà gettoni o spiccioli?
4. Cosa suggerisce Marco a Sergio?
5. Cosa gli risponde Sergio?
6. Perché, secondo Marco, a Sergio conviene comprare una macchina con
motore diesel?
7. Dopo aver sentito gli argomenti di Sergio, come conclude il discorso
Marco?

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PARTE 2

L’Italia
L’Italia è una Repubblica con 56 milioni e mezzo di abitanti. E’ divisa in
venti regioni. La capitale è Roma. Altre città importanti sono: Milano, Torino,
Venezia, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo. E’ una penisola di 301.000
chilometri quadrati. I paesi di confine sono: la Slovenia, L’Austria, la
Svizzera, la Francia. I suoi mari: l’Adriatico, lo Ionio, il Tirreno, il Ligure. Le
isole maggiori sono la Sicilia e la Sardegna. I fiumi più importanti: il Po, il
Tevere e l’Arno. I monti: le Alpi e gli Appennini. I laghi maggiori sono: il
lago di Garda, il lago Trasimeno, il lago Maggiore e il lago di Como.

Roma
Roma, città di storia, di arte e di tradizione, è la capitale d’Italia. Ha circa
tre milioni di abitanti. Sede del Parlamento Nazionale (Montecitorio e Palazzo
Madama), e del Governo (Palazzo Chigi), è il centro della vita politica
italiana. Migliaia di turisti di ogni parte del mondo sono ogni anno a Roma per
visitare i suoi monumenti più celebri: il Colosseo, Piazza San Pietro, La
Fontana di Trevi, il Foro Romano, Trinità dei Monti, ecc.
Il Colosseo è forse il monumento più famoso di Roma. Ha duemila anni di
vita. Costruito per spettacoli pubblici, è opera di Vespasiano e del figlio Tito
(80 dopo Cristo). Lungo 156 metri, alto circa 50. E’ il simbolo dell’eternità di
Roma.
La Fontana di Trevi è una delle più belle fontane di Roma e fra le più
celebri del mondo. Secondo una tradizione popolare, i turisti che gettano una
moneta nella fontana sono sicuri di tornare ancora a Roma.
Piazza San Pietro è una piazza monumentale, capolavoro del Bernini. Ai
lati ci sono 284 colonne che chiudono una grande superficie, come due grandi
braccia. Al centro c’è un obelisco alto 25 metri. Ai fianchi dell’obelisco ci
sono due bellissime fontane e, in fondo, la più imponente basilica della
cristianità, cuore del mondo cattolico.

La Città del Vaticano


La Città del Vaticano, situata nel cuore di Roma, sulla riva destra del
Tevere, è uno Stato indipendente. Il suo territorio è molto piccolo, circa mezzo
chilometro quadrato e con una popolazione che non supera i 2000 abitanti.
E’ la residenza del Papa, capo spirituale della Chiesa Cattolica.
Turisti e studiosi di tutto il mondo visitano la Città del Vaticano non solo
per motivi religiosi, ma anche per ammirare le sue immense ricchezze
artistiche. Fra queste ricordiamo:

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– La Basilica di San Pietro con la grandiosa Cupola opera di Michelangelo,
la Piazza e il Colonnato opera di Gian Lorenzo Bernini;
– I musei, le Galerie, le Biblioteche, gli Archivi, i Giardini;
– La Cappella Sistina con l’affresco del Giudizio Universale di
Michelangelo;
– Le stanze Vaticane dipinte da Raffaello.

La Repubblica di San Marino


La più piccola, la più antica repubblica del mondo.
E’ un altro piccolo Stato indipendente nell’Italia Centrale. Si trova tra le
Marche e la Romagna, sul Monte Titano, vicino al Mare Adriatico, con una
superficie di 61 chilometri quadrati e una popolazione di circa 20.000 abitanti.
La Città di San Marino, capitale dello Stato, presenta ancora oggi un tipico
aspetto medioevale.

Assisi
Nel cuore dell’Umbria, lungo il Monte Subasio e a 424 metri sul livello del
mare, è Assisi.
I turisti, che qui vengono durante tutto l’anno da ogni parte del mondo,
restano sorpresi e stupiti dai tesori d’arte e dai ricordi francescani che la città
conserva.
L’aspetto medioevale di Assisi si vede ancora intatto nelle strade strette,
nelle piazze, nei monumenti, nelle mura che la circondano, nella Rocca che
dall’alto la guarda e la protegge.
Il panorama che si apre su una splendida vallata, i tesori artistici, i
numerosi e confortevoli alberghi, fanno di Assisi il posto ideale per lunghi
soggiorni.
Basilica di San Francesco. Sono due chiese: la parte Superiore e l’Inferiore,
più la Cripta, dove è la tomba di San Francesco. Nella parte inferiore ci sono
affreschi di pittori famosi del ‘200-‘300 quali: Cimabue, Giotto; i Lorenzetti,
Simone Martini. La chiesa Superiore è splendida e preziosa per gli affreschi di
Giotto che descrivono la vita di San Francesco.

Perugia
L’origine della città è in periodo preistorico. Tra i secoli VI e III avanti
Cristo Perugia è etrusca. Dopo il 295 avanti Cristo è romana. Nel Medio Evo è
centro autonomo, molto attivo per la cultura (la sua Università è del 1308), per
la politica e per l’arte.
La Piazza IV Novembre. E’ il centro, è il cuore della città. In essa si
incontrano tutte le strade principali. E’ circondata dai monumenti più belli. Da

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un lato il Palazzo dei Priori, tra i maggiori esempi di edificio comunale d’età
gotica. Dall’altro lato il Duomo, che con la sua facciata laterale e i lunghissimi
scalini, occupa quasi tutta la piazza. Negli altri due lati c’è il Palazzo
Vescovile e di fronte il Palazzetto dei Notari (del Quattrocento). Nel centro la
Fontana Maggiore(1278), il più importante monumento di Perugia, dal punto
di vista artistico. Palazzo Gallenga, gia Palazzo Antinori, è il più bel
monumento del settecento a Perugia. Dal 1927 è la sede dell’Università
Italiana per Stranieri, proprio a fianco del celebre Arco Etrusco.

I pasti
I pasti principali in Italia sono due: il pranzo e la cena.
Il pranzo (dalle ore 13 alle 14) ha una importanza particolare nei giorni
di festa. Le fabbriche, gli uffici, le scuole, i negozi sono chiusi. La famiglia al
completo, libera da differenti impegni di lavoro unita a tavola. Il pranzo di una
famiglia media comprende in genere:
- un primo piatto di pasta con salsa (maccheroni, o spaghetti o tagliatelle
o rigatoni o tortellini o lasagne o risotto);
- un secondo piatto di carne varia o pesce, con contorno di verdura cotta o
insalata;
- dolce;
- frutta fresca di stagione.
La cena (ore 20 circa) comprende di solito:
- un primo piatto di minestra o brodo di carne;
- un secondo piatto di formaggi vari o affettati o uova con contorno;
- frutta fresca.
E’ importante ricordare che sulla tavola italiana non manca mai il vino e il
pane.
Al mattino, prima del lavoro, quasi sempre un caffè o un cappuccino e
una pasta sono la colazione di un italiano.
Alle undici e trenta, è diffusa l’abitudine di uno spuntino: un panino o
un succo di frutta o una pasta.
Alle diciasette è d’obbligo per i bambini la merenda: pane e cioccolata,
pane e prosciutto, pane e marmellata o frutta.
I maccheroni e gli spaghetti: li mangia tutto il mondo; sono presenti
oggi nei dizionari di tutte le lingue; sono considerati cibo italiano per
eccellenza.
La pasta fa ingrassare? Certamente non più di altri cibi. La pasta è
alimento base degli italiani, che pure, in generale, non sono più grassi di altri
popoli. Le fabbriche italiane producono più di seicento tipi di pasta.

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Ricetta: Spaghetti all’aglio e olio.
Per quattro persone:
4 etti di spaghetti,
2 spicchi d’aglio,
1 pezzetto di peperoncino rosso
olio d’oliva, sale.
Il tempo necessario: circa venti minuti.
Cuocere gli spaghetti. Qualche minuto prima di togliere gli spaghetti dal
fornello, far scaldare mezzo bicchiere di olio, aggiungere l’aglio e il
peperoncino tritati all’olio crudo.
Spaghetti alla carbonara
Per quattro persone:
4 etti di spaghetti
1 etto di pancetta di maiale
30 grammi di burro
mezzo etto di parmigiano (o pecorino) grattugiato
4 uova
qualche cucchiaiata di panna
olio, sale, pepe.
Il tempo necessario: circa mezz’ora.
Cuocere la pasta. Nel frattempo sbattere le uova in una capace terrina e
unirvi un pizzico di pepe, la panna e il formaggio. Far rosolare la pancetta
tagliata pezzetti con qualche cucchiaio di olio, poi toglierla dal fuoco. Scolare
la pasta, versarla nella terrina contenente le uova e mescolare con energia.
Versare sopra la pancetta con il suo grasso di cottura ben caldo e servire.

Industria
L’Italia è povera di materie prime. Ha solo scarse quantità di ferro (Isola
d’Elba), di carbone (Sardegna), di metano (Valle Padana), di petrolio (Sicilia):
eppure è il quinto Paese industriale del mondo.
L’Italia è diventata nazione industriale quando ha deciso di aumentare
l’esportazione verso i Paesi ricchi che non chiedevano più solo prodotti tessili
o agricoli.
Oggi l’Italia esporta autoveicoli, elettrodomestici, macchinari, materie
plastiche, tecnologia, prodotti cioè dell’industria siderurgica, chimica e
meccanica.
Oggi, industrie automobilistiche come la FIAT, meccaniche di precisione
come la OLIVETTI, gruppi che producono elettrodomestici, le industrie
dell’arredamento e della moda, gli impianti siderurgici dell’ITALSIDER,

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aziende dell’IRI e dell’ENI, sono tra i più grandi complessi industriali del
mondo.

Sport e tempo libero


Nell’Italia moderna lo sport ha un posto importantissimo. E’ infatti il
centro di attenzione di milioni di persone, specialmente giovani. L’argomento
centrale delle conversazioni, spesso animate, al bar, in ufficio, in fabbrica, in
famiglia sono le cronache, i fatti, i personaggi dello sport. L’Italia è,
probabilmente, il solo paese del mondo in cui ci sono cinque quotidiani a
diffusione nazionale che trattano esclusivamente soggetti sportivi: La Gazzetta
dello sport, il Corriere dello sport, Stadio, Sport Sud, Tuttosport, più una lunga
serie di riviste specialistiche che curano sport particolari.
Lo sport non è solo o esclusivamente “gioco” come attività piacevole, ma è
un buon metodo per impiegare il “tempo libero”, per dimenticare, almeno per
poco, i problemi di ogni giorno, per legare gioie, speranze, attese e malinconie
alla vittoria o all’insuccesso della propria squadra.
Il calcio. Il gioco del calcio, in Italia, è senza dubbio lo sport più praticato e
seguito ed è all’attenzione generale per molti motivi. In primo luogo per il
“tifo”, cioè la passione di masse enormi di gente che si identifica con la
propria squadra e i propri idoli-eroi; per il gioco delle “scommesse” legate alle
partite di calcio più importanti: quello che in Italia si chiama “totocalcio”; per
il grande numero dei praticanti a livello professionistico o dilettantistico; per i
successi che “la Nazionale” (gli”Azzurri”, come si dice dal colore delle
maglie) ha riportato nelle competizioni internazionala: storici si dicono gli
incontri Italia – Brasile, Italia – Inghilterra, Italia – Argentina, Italia –
Germania; per i ricordi appassionanti legati alla storia di squadre quali:
Juventus, Inter, Milan, Torino, Fiorentina, Napoli, ecc.
Tra gli altri sport più seguiti e praticati in Italia quali tennis, pallacanestro,
pallavolo, nuoto, sci, atletica leggera, particolare attenzione meritano: il
ciclismo, il pugilato, l’automobilismo.
Il ciclismo. Il ciclismo è lo sport della bicicletta, per il quale fanno il “tifo”
anche giovanissimi e sembra in genere più simpatico e povero di altri sport.
Ma è sport difficile che richiede grandi sacrifici e rinunce. I fatti più esaltanti
sono legati a nomi di grandi campioni: Bartali, Coppi, Moser ed altri.
Il pugilato. Il pugilato è sport duro, quasi disumano, tanto pericoloso
quanto antico: è nato con l’uomo.
L’automobilismo è lo sport che presenta i pericoli maggiori. Nella
competizione il pilota usa non soltanto le sue forze fisiche, ma la sua
intelligenza, la sua freddezza, il suo coraggio: ad ogni istante egli “rischia” la

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sua vita. La passione degli italiani per l’automobilismo è strettamente legata ai
nomi delle auto Ferrari, Lancia, Alfa Romeo, Lamborghini, Maserati.
Una menzione particolare meritano sport popolari in Italia rivolti più che
alla competizione, ad un sano impiego del tempo libero, quali il gioco delle
bocce, la caccia e la pesca.

Il cinema italiano
Dopo il Rinascimento, cioè dopo Leonardo, Michelangelo, Raffaello,
Galileo, la cultura italiana forse non ha parlato molto al mondo. Pittori,
letterati, filosofi, poeti, scenziati, architetti non hanno avuto, nei secoli
successivi, tranne alcune eccezioni, pari rilievo e prestigio. Per la musica,
certo, il discorso è diverso: Vivaldi, Verdi, Puccini, Bellini, Monteverdi sono
conosciuti anche dove non arriva la fama di personaggi quali Vico o Foscolo
fino a Leopardi o Manzoni.
La cultura italiana è tornata a parlare, senza complessi di inferiorità,
all’Europa e al mondo, è tornata a farsi ascoltare, seguire ed imitare, proprio
con il cinema.
Nel secondo dopoguerra il cinema italiano fa il giro del mondo: prima con
la grande lezione dei Maestri del “Neorealismo”, quali Rosselini e De Sica,
poi con il cinema geniale ed innovatore di Antonioni, Pasolini, Visconti, Petri,
Fellini.
L’Italia è sicuramente uno dei paesi che ha saputo usare ed innalzare a
dignità di arte vera questa nuova lingua universale, con maggiore intelligenza
e creatività. Nessuno scrittore o poeta italiano contemporaneo può dire di
avere fama internazionale quanto i nostri registi cinematografici.
In tutto il mondo milioni e milioni di persone hanno partecipato
intensamente, hanno portato negli occhi e nel cuore le sequenze di “Ladri di
biciclette”, una storia amara di gente povera; “Roma città aperta”, un grande
affresco sulla solidarietà umana; “La strada”, l’amore straordinario e totale di
una donna per un uomo rude e a suo modo generoso; “Sciuscià”, la giornata di
un bambino che vince fame, solitudine e morte tra gli orrori della guerra: “Il
generale Della Rovere”, cioè come recuperare, con un atto di eroismo, tanti
momenti di debolezza e vigliaccheria; “La dolce vita”, immagine di una Roma
borghese, superficiale e crudele.
I volti di Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, Vittorio
Gasmann hanno coperto i muri di tutte la città del mondo.
Anche in tempi più recenti il cinema italiano è vivo e vitale e continua la
sua tradizione di impegno morale, di cultura, di denuncia sociale con registi
quali Rosi, Bertolucci, (“L’ultimo imperatore” Oscar 1988), Wertmuller, Risi,

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i fratelli Taviani ed altri numerosissimi, tra cui ricordiamo Giuseppe Tornatore
con “Nuovo Cinema Paradiso”, Oscar 1990.

Teatro italiano del novecento


Luigi Pirandello (Agrigento 1867 – Roma 1936). E’ il più originale autore
di teatro di questa prima metà del secolo. Al teatro si avvicina molto tempo
dopo la pubblicazione del suo romanzo migliore e più noto “Il fu Mattia
Pascal” (1904), e la larga fama conseguita con le 246 “Novelle” destinate ad
essere raccolte nei 15 volumi di “Novelle per un anno”.
“Il fu Mattia Pascal” è la storia di un impiegato, Mattia Pascal, che non
potendo più sopportare i maltrattamenti di moglie e suocera, se ne va da casa
e, a Montecarlo, vince una grossa somma di denaro. Un giorno, aprendo il
giornale, legge di essere stato identificato nel cadavere di un annegato. Per
quanti lo conoscono, pertanto, egli è morto.
Quale occasione migliore? Decide di iniziare una nuova vita in piena
libertà, senza moglie, senza suocera, senza debiti e con tanti soldi. Cambia il
suo nome: d’ora in poi si chiamerà Adriano Meis e si costruisce una nuova
esistenza. A Roma, dove ha stabilito la sua dimora, si innamora di una ragazza
e desidera sposarla. – Impossibile, gli rispondono, Lei non può sposarsi,
perché ... Lei non esiste; Lei non è in nessun registro; Lei non è mai nato.
Subisce un furto che lo priva di tutto, ma non può ricorrere alla polizia perché
non ha documenti. Allora sente quasi di essre morto davvero. Torna perciò
alla vecchia città. Ma non trova la moglie, che si è risposata, e tutto lo
respinge. Si reca al cimitero per visitare la sua tomba. A chi gli domanda il
nome, egli risponde: - Io sono il fu Mattia Pascal!
In Pirandello, autore di testi per la scena, prevale la natura di scrittore di
letteratura drammatica rispetto a quella di completo uomo di teatro.
In questa situazione la parola ha il massimo peso, e sentimenti, passioni,
situazioni, dalla parola prendono vigore e concretezza.
Pirandello, oltre alla particolare interpretazione della società italiana che si
avvia al fascismo, sviluppa il grande tema della finzione e del suo rapporto
con la realtà, i casi limite e la pazzia.
Qualche titolo di commedia che anche all’estero gode di grande popolarità
e di moltissime traduzioni e repliche:
- O di uno o di nessuno; L’amicizia di due vecchi scapoli rischia di finire
per la nascita di un bambino di cui ognuno crede di essere il padre.
- Ma non è una cosa seria; la storia di un libertino che si sposa per
scherzo per non legarsi definitivamente ad una donna.
- Pensaci Giacomino! Un vecchio professore prega a lungo l’amante
della moglie di non lasciarla.

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- La patente; un povero “diavolo” ricorre al giudice non per avere
giustizia nei confronti di chi lo diffama, ma per esigere la “patente di iettatore”
e ottenere cosi da vivere.
- Il gioco delle parti; quando l’onore della moglie è offeso, l’amante
vero, non il marito, si deve battere in duello (e magari morire) per difenderlo.
- Enrico IV; un giovane di nome Enrico, cada da cavallo durante la festa
mascherata, batte il capo e diventa pazzo. Dal suo mondo di pazzia osserva ed
analizza le passioni e i tradimenti di tutti quanti lo circondano.
Potremmo continuare con altri titoli pure celebri e pure artisticamente
validi quali La giara, L’uomo dal fiore in bocca, Uno nessuno centomila, Le
lumie di Sicilia, Berretto a sonagli, ma ci limitiamo solamente a spendere due
parole per Sei personaggi in cerca di autore, proprio perché in questo testo
con l’artifizio del “teatro nel teatro”, rappresentando cioè una situazione essa
stessa teatrale, Pirandello ha dato rilievo e spessore al suo gioco scenico. Qui
il drammaturgo ci mostra tutto l’orrore di un mondo che crede di “fermarsi” in
valori definiti ed invece è vittima di un divenire continuo, che cambia volti e
nomi, che rende difficili gli stessi affetti, che fa dell’uomo un essere
“alienato”, incapace di ritrovare il suo centro di equilibrio.
Eduardo De Filippo (Napoli 1900 – Roma 1984)
E’ il solo autore, dopo Pirandello, che parli all’Europa. Le sue commedie,
scritte nella lingua di Napoli, sostiene il regista G.Strehler, non sono in
dialetto, ma commedie, dove il dialetto diventa lingua mediata, e quando
vengono recitate, per esempio in inglese da Lawrence Olivier, stanno in piedi
benissimo. Il teatro di Eduardo non è regionalista, ma universale. Fra lacrime e
risate l’autore e l’attore ha parlato di tutti noi.
Nasce a Napoli il 2 maggio 1900, muore a Roma il 31 ottobre 1984. Napoli
milionaria (1945), Questi fantasmi (1946), Filumena Marturano (1946), Le
voci di denaro (1948), De Pretore Vincenzo (1957), Sabato, Domenica e
Lunedì (1959), Gli esami non finiscono mai (1973), sono solo alcuni titoli di
opere di Eduardo.
L’ultima commedia che ha interpretato, l’ultima che lo ha visto in scena
come attore, è stata la prima che aveva scritto: Sik Sik, l’artefice magico. In
questo titolo si compendia forse la vita e l’arte di Eduardo De Filippo.

La scuola
“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto
anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i
più alti gradi degli studi...” E’ l’articolo 34 della Costituzione Italiana.

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Anche la scuola è un servizio pubblico ed è uno dei più importanti. Nel
bilancio dello Stato Italiano infatti la spesa per l’istruzione pubblica è al primo
posto.
In ipotesi ed anche su un piano pratico, il curriculum scolastico completo di
un cittadino italiano potrebbe cominciare a tre anni con la scuola materna e
concludersi con una laurea a venticinque. E tutto questo a spesa dello Stato.
Se vogliamo dare uno schema generale dell’istruzione in Italia, potremmo
indicare questi momenti principali:
- Scuola Materna (da tre ai sei anni) con 1.700.000 alunni circa;
- Scuola Elementare (dai sei agli undici nni) con 4.300.000 alunni circa;
- Scuola Media (dagli 11 anni ai 14 anni) con 2.800.000 alunni circa;
- Scuola Secondaria Superiore (da 14 ai 19 anni) con due milioni e mezzo
si studenti circa.
- Istruzione Universitaria (dai 19 anni alla laurea) con oltre un milione di
studenti.
Per quanto riguarda l’istruzione universitaria sarebbe bene ricordare che in
Italia non è previsto il “numero chiuso” per nessuna facoltà. Ognuno è libero
di iscriversi al corso di laurea che preferisce, senza alcuna limitazione. E la
durata dei medesimi corsi varia dai quattro anni per alcune lauree (Lettere,
Lingue, Economia e Commercio, ecc.) ai sei di altre (Medicina, Ingegneria,
ecc.).
La Scuola Secondaria Superiore, sempre della durata di cinque anni, è
riformata su nuove basi e nuovi principi.
Il primo e il secondo anno favoriscono l’orientamento e dovrebbero
permettere agli studenti la scelta giusta della propria specializzazione.
I tre anni successivi dovrebbero consentire la formazione culturale, la
preparazione professionale di base, e l’iscrizione all’università.
Pre un quadro riassuntivo della nuova struttura della Scuola Secondaria
Superiore proponiamo il seguente schema, con quattro settori di base.
Artistico – Arti visive e figurative – Musicale
Linguistico Letterario Storico Filosofico – Classico – Moderno
Scienze umane e sociali – Giuridico-economico – Psicopedagogico –
Turistico
Naturalistico Matematico Tecnologico – Agrario – Biotecnologico-
sanitario – Chimico-fisico – Elettrotecnico-elettronico – Matematico-
naturalistico – Meccanico – Scienze dell’informazione – Scienze del territorio
– Trasporti.
Per un rapido confronto, vediamo come sono organizzate alcune Scuole
Superiori Secondarie all’estero.

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BELGIO: un bienio comune, un secondo bienio con settori (generale,
tecnico, professionale, artistico) e un terzo bienio (per coloro che andranno
all’università diviso da quello per coloro che entreranno subito nel mondo del
lavoro).
DANIMARCA: dopo le medie inferiori è possibil scegliere tra indirizzo
generale e quello professionale: nel primo caso si passa poi ad un liceo
triennale; nel secondo caso c’è un biennio di preparazione agli studi superiori.
FRANCIA: dopo la scuola di base ci sono tre tipi di insegnamento della
durata di quattro anni secondo tre indirizzi: umanistico, scentifico,
professionale. C’è poi un corso triennale di formazione generale.
GERMANIA: pure con differenze tra Regione e Regione, l’organizzazione
scolastica prevede tre bienni per alunni dai 10 ai 16 anni: il primo di cultura
generale, il secondo di orientamento, il terzo specialistico.
INGHILTERRA: con una recente riforma è istituita una “scuola
comprensiva”, uguale per tutti, che comprende una larga scelta di indirizzi di
studio.
U.S.A.: ci sono differenze tra Stato e Stato, ma il sistema scolastico, per gli
alunni dai 14 ai 18 anni, ha come base l’High School, dove gli studenti vanno
avanti per “credits”: chi non ha crediti sufficienti per proseguire il corso, cioè
per passare all’anno successivo, deve frequentare lezioni di recupero durante
l’estate.

Sistema politico dell’Italia


Dal 1 gennaio 1948 l’ordinamento politico dell’Italia è regolato da un
documento importante: la Costituzione della Repubblica Italiana in 139
articoli.
Leggiamo: Articolo 1. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro. La sovranità appartiene al popolo...
Articolo 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo...
Articolo 3. Tutti i Cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti
alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali o sociali.
I principi che sono alla base della Costituzione Repubblicana sono:
democrazia, libertà, uguaglianza.
Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato, rappresenta L’unità
nazionale e inoltre nomina il capo del Governo.
Attraverso libere elezioni, il popolo vota per i vari partiti politici e sceglie
così i suoi rappresentanti in Parlamento.

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Il potere legislativo appartiene al Parlamento che comprende la Camera dei
Deputati e il Senato. Deputati e Senatori sono eletti ogni cinque anni.
Il potere esecutivo appartiene al Governo formato da un Presidente del
Consiglio o Primo Ministro e dai Ministri che lui stesso sceglie fra i deputati e
i senstori dei partiti della maggioranza.

Giornali e TV
Con la parola “giornale” intendiamo una pubblicazione non solo
quotidiana, che registra le notizie del giorno, ma anche settimanale,
quindicinale, o mensile di carattere politico, economico, scientifico, sportivo,
di attualità, di moda e di vita femminile, di costume ed altro.
Nel giornale italiano la disposizione della materia è generalmente la
sequente: nella prima pagina, che è poi la facciata del quotidiano e ce ne dà
l’immagine, c’è il titolo, il nome del giornale, la “testata”, come si dice, con la
presentazione degli avvenimenti di maggiore importanza e articoli di fondo
con commenti e analisi che chiariscono le intenzioni politiche che sono alla
base del giornale.
Nella seconda pagina, ci sono notizie sindacali e di politica interna.
Nella terza pagina si presenta una grande varietà di argomenti di natura
artistico-letteraria. E’ questa una caratteristica del quotidiano italiano che, con
la collaborazione di illustri scrittori, critici, saggisti, ha saputo avvicinarsi ad
una grande massa di lettori.
Nella quarta, quinta, sesta pagina, cronaca interna di argomento giudiziario,
notizie sul tempo metereologico, pubblicità, lettere al giornale, necrologi.
Nella settima pagina notizie dall’estero. Nelle pagine successive possiamo
seguire ancora rubriche di arte, musica, scienza, tecnologia, salute, bellezza,
libri, pubblicità. Seguono le pagine economiche e finanziarie con notizie sugli
affari, sulla borsa, sui mercati.
Una parte importante è riservata alle notizie dello sport ed alle cronache
locali, relative cioè alla città in cui il giornale ha prevalente diffusione.
Per quanto riguarda la lingua dei giornali, possiamo dire, con lo studioso
Bruno Migliorini, che il quotidiano è “il principale luogo di scambio tra la
lingua scritta e la lingua parlata”. Vi troviamo, infatti, tutte le varietà della
lingua scritta, da quella letteraria a quella burocratica, tecnica.
Quotidiani di maggior diffusione in Italia: Il Corriere della sera di Milano,
La Repubblica di Roma (non esce il lunedì), La Stampa di Torino, Il Giornale
di Milano, Il Giorno di Milano, Il Messaggero di Roma, Il tempo di Roma, La
Nazione di Firenze, Il Resto del Carlino di Bologna.
Organi ufficiali di partiti politici: La Voce Repubblicana del Partito
Repubblicano Italiano (Roma), Il Popolo della Democrazia Cristiana (Roma),

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L’Unità del Partito Comunista Italiano (Roma), L’Avanti! Del Partito
Socialista Italiano (Roma), Il Secolo del Movimento Sociale Italiano (Roma).
Stampa Cattolica: L’Osservatore Romano (Città del Vaticano), La Famiglia
Cristiana (Cuneo). Segue poi una lunga serie di settimanali illustrati, di
settimanali per la donna, di riviste scientifiche, di arredamento, di varia
divulgazione.
Grande spazio prende, oggi, la televisione, specialmente in Italia. Accanto
ad una TV di stato con tre programmi, ci sono un numero imprecisato di
trasmitenti private commerciali che non interrompono i loro programmi nelle
ventiquattro ore.

Italia oggi
L’Italia è una democrazia rappresentativa, fondata su grandi forze popolari
più sensibili a forme di solidarietà collettiva che a forme di individualismo. Il
governo è parlamentare, non popolare. L’economia, per vastissimi settori è, o
dovrebbe essere, governata dal Parlamento. Ed è divisa fra una parte privata
(le società) e una parte pubblica (le aziende ENI, IRI, ENEL, ecc.)
Esistono poi più centri che esercitano un potere non controllabile dal
Parlamento (la Magistratura, le Regioni, la Corte Costituzionale).
Lo Stato pertanto si può definire uno stato sociale con forti connotati.
La società politica italiana dal 1943-45, con la caduta del regime fascista e
la caduta del neo-fascismo (come minoranza che tiene il potere col supporto
militare nazista) è caratterizzata:
1. dalla centralità dei partiti antifascisti che hanno ricostruito l’Italia in
tutti i sensi nel vuoto della società civile delle istituzioni;
2. dalla pluralità dei partiti (favorita dalla legge elettorale, fondata sulla
proporzionale pura) nessuno dei quali gode della maggioranza assoluta;
3. dalla esclusione dal potere del neofascismo, che rifiuta la Costituzione
Repubblicana e del P.C.I (Partito Comunista Italiano), che rifiuta le alleanze
occidentali;
4. dalla necessità di ricorrere a coalizioni centriste, tra partiti non sempre
omogenei (ora di centro-destra, ora di centro-sinistra): coalizioni che, in
genere, sono assai instabili e talora anche conflittuali.
I partiti protagonisti della vita politica italiana del dopoguerra sono: D.C.
(Democrazia Cristiana), P.D.S. (Partito Democratico della sinistra), P.S.I.
(Partito Socialista Italiano), P.S.D.I. (Partito Socialista Democratico Italiano),
LEGA, RIFONDAZIONE COMUNISTA, P.R.I (Partito Repubblicano
Italiano), P.L.I. ( Partito Liberale Italiano), M.S.I. (Movimento Sociale
Italiano – Destra Nazionale)

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Natura diversa, più di movimento che di partito, anzi spesso di antipartito,
hanno il Partito Radicale e le Leghe che hanno raccolto percentuali
sorprendenti. E’ stata evidente la preminenza della D.C. e del P.C.I. (oggi
diviso in P.D.S. e del consenso elettorale. Per cui i possibili governi si devono
costruire attorno ad uno di questi partiti. Ma soltanto la D.C. è stata capace di
coalizzare altre forze o in posizione subalterna o in posizione paritaria. Quindi
il sistema si presenta come sisteme insieme instabile e stabilmente bloccato.

Tradizioni, feste e folclore


Ci sono giorni, nel corso dell’anno, nei quali tutte le attività lavorative si
arrestano.
L’Italia dell’industria, l’Italia della politica, degli affari, si ferma.
Sono pause che gli italiani dedicano alla celebrazione e alla rievocazione di
particolari momenti della loro storia.
Dal Trentino alla Sicilia si sviluppa, specialmente nella buona stagione
(primavera, estate, autunno), tutta una serie di manifestazioni religiose e
profane: sfilate in costumi storici, giostre, corse per il palio, competizioni
cittadine tra rioni, gruppi folcloristici, corsi mascherati, balli in costume.
In uno sfrenato impeto di musica, di sport, di orgogliosa esibizione del
proprio passato, il dovere primo è divertirsi e divertire.
In breve e rapida sintesi ecco una selezione, certamente incompleta e
parziale, di alcuni episodi del genere che si svolgono nella Penisola.
Il palio più antico d’Italia. Asti (Piemonte), il 16 settembre i rioni cittadini
e quattro comuni della provincia sono in gara per il “drappo” di San Secondo.
Al 1275, precisano gli Astigiani, risale il primo documento sulla corsa.
Ed è un palio vero, con cavalli, fantini, corse all’ultimo respiro,
imprecazioni, scommesse, sbandieratori e donzelle in abiti trecenteschi.
Il palio di Siena è la più emozionante e celebre gara tra le “contrade”. Si
corre nella piazza del “Campo” a forma di conchiglia, in cui convergono ben
11 strade della città, due volte all’anno, il 2 luglio e il 16 agosto. Dieci
contrade si contendono il “Palio”. La partecipazione alla gara, una corsa di
cavalli, lanciati all’impazzata in un percorso pericolosissimo, è corale e
appassionata. La vittoria si celebra con ricche cene all’aperto. A capotavola, al
posto d’onore, il cavallo vincitore.
Giostra del Saracino di Arezzo e Giostra della Quintana di Foligno
(Perugia) sono gare di sapore medievale. Vi partecipano cavalieri armati di
lancia che devono colpire, correndo a cavallo, uno scudo portato da un
fantoccio mobile.
I Ceri di Gubbio (Perugia). Una corsa a piedi in una salita proibitiva, dalla
Piazza dei Consoli alla Basilica di Sant’Ubaldo sul Monte Ingino. Si svolge il

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15 maggio di ogni anno con una partecipazione della gente tanto passionale da
raggiungere l’esaltazione e il fanatismo.
La regata storica di Venezia. Si celebra a settembre nello scenario sublime
del Canal Grande vestito a festa.
Sono le quattro celebri Repubbliche Marinare: Genova, Pisa, Amalfi e,
appunto, Venezia, che gareggiano tra loro.
Da qualche anno, anche il carnevale è diventato un grande affare, e in tutta
l’Italia si sono riscoperte tradizioni e attivate iniziative per celebrarlo con
divertimento e profitto.
Il Piemonte, ad Ivrea, si fa festa per il carnevale. Sulla piazza centrale
viene rappresentata una vicenda storica: la rivolta del popolo contro il tiranno,
che risale al 1194. Offerta di dolci e vini piemontesi.
In Lombardia, in varie località, in provincia di Mantova, il mercoledì delle
ceneri, si celebra una grande “spaghettata” con sfilata di “carri allegorici”. In
provincia di Brescia: sfilate di gruppi mascherati nei costumi tradizionali.
Nel Veneto, a Venezia, per dieci giorni sono previste varie iniziative che si
concludono con l’incredibile ballo generale mascherato in Piazza San Marco.
Nel Lazio è il carnevale di Ronciglione (Viterbo) che richiama attenzione e
curiosità.
In Emilia, in provincia di Modena, si elegge il “Re della briscola” con
danze, recitazioni e grandi cene.
In Toscana, a parte l’ormai celebre carnevale di Viareggio, in provincia di
Pistoia e di Arezzo si tengono, per l’occasione, singolari manifestazioni.
In Lucania sopravvive una tradizione antichissima che ricorda i riti di
primavera e le feste dei lontani abitanti della Basilicata: un uomo travestito da
albero bussa alle porte chiedendo offerte.
In Sardegna fino al secolo scorso era diffuso il gioco dell’anello, oggi
alcune cittadine (Oristano) celebrano questa giostra con il fasto di un tempo.

Made in Italy
Una figura sottile che si innalza leggera e lieve, dai tacchi lungo la linea
elegante della gonna o dei pantaloni e su fino al punto di vita, per aprirsi come
un fiore definitivamente nella bellezza delle spalle e del “decolleté”.
Questo è moda, questo è femminilità. Una moda che esprime e sottolinea,
con grande classe e fantasia, l’immagine di una vera signora, dinamica, figlia
del suo tempo, che guarda al futuro e che dimostra personalità e grande
sicurezza di sé. Questo è l’estro della moda italiana.
Da tempo ormai la moda italiana è “di gran moda” in Italia e nel mondo. E
non è già fenomeno leggero e vuoto. Anzi, oggi la moda è specchio del

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costume, dell’atteggiamento psicologico dell’individuo, della professione e del
gusto.
La moda è un fatto culturale intorno al quale ruotano innumerevoli attività,
si pubblicano libri, si aprono musei e mostre, si muovono grandi masse di
denaro, si coinvolgono Stati e si istituiscono centri di studio a livello
universitario.
Il”Made in Italy” o se preferite l’”Italian style” o l’”Italian look”, ha
conquistato il mondo.
Il fenomeno è di tale e tanta portata che a Firenze nasce L’Università
Internazionale della Moda. Si chiama “Politecnico” e costruisce un punto di
riferimento per tutti quanti operano nel settore, nelle varie specializzazioni,
dalla produzione dei tessuti al designer.
Sono chiamati a tenere cicli di lezioni i maestri della alta moda quali
Lancetti, Valentino, Balestra, Capucci, Armani, Versace, Coveri, Ferrè, ecc.
Si potrebbe continuare a lungo con il “Made in Italy” parlando della
lavorazione del vetro, della maiolica, del marmo e così via.
Sarebbe troppo lungo. Ma a proposito dell’oro, l’affascinante metallo
giallo, vale la pena di spendere qualche parola.
Pochi lo stanno, ma l’Italia è il massimo produttore mondiale di oro
lavorato. Un terzo delle circa 600 tonnellate d’oro utilizzato per l’oreficieria,
viene normalmente trasformato proprio in Italia. Questo fiume d’iro prende le
strade di Valenza Po, di Vincenza, di Arezzo, di Milano e non è destinato al
mercato italiano soltanto. I due terzi sono destinati all’estero con un export di
migliaia di miliardi di lire.
L’estero, la fantasia, la creatività, il rispetto della tradizione e le trovate
originali si fondono nella realizzazione di tutto quanto concerne
l’arredamento. Si può liberamente scegliere dal mobile, che profuma di buon
legno, fatto tutto a mano e ispirato a modelli tradizionali che parlano di
un’antica civiltà artigiana, a mobili tutti proiettati nel futuro, quando ai
materiali utilizzati, alle soluzioni originali e alla assoluta funzionalità.
La cucina, la sala da pranzo, il salotto e soggiorno, la camera dei bambini,
il bagno sono oggi il centro di attenzione di progettisti, architetti, arredatori,
designer. Tutto per rendere la casa, l’ufficio, l’automobile, la propria poltrona,
il luogo di lavoro più personalizzati, più a misura d’uomo, più comodi e più
godibili.

Ecologia
Da qualche anno vere campagne di promozione hanno stimolato grande
attenzione e vivo interesse verso l’ecologia.

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In Italia ci sono cinque parchi nazionali: Il Gran Paradiso, Lo Stelvio,
L’Abruzzo, Il Circeo e il Pollino in Calabria. Ma non solo questi: ormai tutte
le regioni italiane cercano di allestire un proprio parco o riserva, anche se
questo avviene tra le difficoltà provocate da numerosi interessi particolari
Il Comitato Nazionale delle Ricerche ha creato una riserva naturale
nell’isola di Montecristo di grande interesse per la flora, mentre luoghi protetti
per gli uccelli acquatici sono presso il lago Burano, di Orbetello (Grosseto), di
Bolgheri (Livorno).
Al parco del Gran Paradiso, per 60.000 ettari vive protetta una grande
quantità di animali, piante e un paesaggio alpino di straordinaria bellezza.
La creazione di altri parchi, in luoghi particolarmente importanti dal punto
di vista naturalistico, è prevista tra breve: avremo Le Dolomiti, Il Delta del Po,
I Monti dell’Uccellina in provincia di Grosseto, Il Gennargentu in Sardegna.
Ma attenzione particolare è rivolta in Italia ai mari e alle acque dei laghi,
più bisognosi di cure immediate e decise.
Si proibisce così la pesca in vaste zone, si vieta il passaggio di barche a
motore e si impone di mantenere le zone sempre pulite e sgombre da rifiuti
non biodegradabili. A questo scopo sono già in atto numerose proposte:
Promontorio di Portofino, Isola di Pianosa, zone costiere della Sardegna, Isole
Tremiti e molte altre.
C’è in tutto il Paese un grande fervore per sensibilizzare tutti i cittadini con
una attenta e continua opera educativa.
Tutti i mass-media sono mobilitati per questo, le autorità politiche e
soprattutto la scuola, svolgono questo compito importantissimo per rendere
l’Italia un paese pulito, con acque pulite, con aria pulita, con boschi puliti e
rispettati.
Siamo convinti che credere in un’Italia futura come un grande giardino,
non sia illusione.

La pittura italiana e Raffaello


La pittura italiana del ‘300, ‘400 e ‘500 è famosa in tutto il mondo
attraverso le opere di grandi artisti, tra i quali ricordiamo Giotto, la cui opera
si apre alla realtà quotidiana e all’ambiente circostante e precorre il
Rinascimento, Leonardo da Vinci, maestro delle luci e delle ombre,
Michelangelo Buonarroti, insuperabile nel suo vigore espressivo.
Un altro grande del Rinascimento è Raffaello Sanzio.
Il celebre artista nasce a Urbino nel 1483. Nato da un padre pittore, il
giovane Raffaello trova nella piccola ma fiorente città di Urbino un ambiente
favorevole allo sviluppo della sua vocazione artistica.

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Verso il 1499 Raffaello frequenta la scuola del Perugino e lo aiuta nella
decorazione pittorica del Palazzo del Cambio di Perugia.
Il celebre dipinto “Lo sposalizio della Vergine”, del 1504, ora nella
Pinacoteca di Milano, porta un elemento nuovo nella pittura di soggetti
religiosi: un paesaggio naturale nello sfondo del quadro.
Raffaello dal 504 al 1508 lavorava a Firenze. Di questo periodo sono alcuni
celebri ritratti: “La donna con il liocorno”, “La muta”, “Maddalena Doni” e
suo marito “Agnolo Doni” e alcune delle sue Madonne più famose: la
“Madonna detta del Granduca” e la “Madonna del Cardellino”.
Nel 1508 il Papa Giulio II chiama Raffaello a Roma, dove già lavoravano
Michelangelo e Leonardo. Nel periodo della sua maturità artistica e tecnica
decora gli appartamenti papali con monumentai affreschi: la stanza della
Segnatura con la “Disputa del Sacramento”, “La Scuola di Atene” e la stanza
di “Eliodoro”, con “La cacciata di Eliodoro” e il “Il miracolo di Bolsena”.
A Roma Raffaello dipinge altre Madonne “en plein air”, ritratti di Papi,
cardinali, gentildonne e popolane romane.
Decora palazzi e chiese e crea una Scuola di giovani artisti: artigiani e
architetti per abbellire la città dei Papi.
Uno dei suoi ultimi capolavori di pittura è “La Trasfigurazione”, quadro
che si ammira nella Pinacoteca del Vaticano.
Muore a soli 37 anni nel 1520 a Roma.

I sindacati
I sindacati sono nati in Italia tra fine dell’800 e primi del 900 come
organizzazioni di ispirazione rossa (di sinistra) e organizzazioni di ispirazione
bianca (cattolico-sociale).
In Italia sono piuttosto funzionali ai partiti (centralità dei partiti nella
democrazia rappresentativa italiana). Quindi più partiti e più sindacati
(Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Confederazione Italiana
Sindacati Lavoratori, Unione Italiana del Lavoro, Confederazione Italiana
Sindacati Nazionali dei Lavoratori).
Oggi le tendenze corporative della società civile favoriscono il formarsi di
sindacati autonomi.
Finché dura la solidarietà antifascista (1944-46) abbiamo l’unità d’azione.
Poi dal 1947 – 48 la diaspora e la perdita conseguente di importanza e di peso.
Soltanto dal 1968, quando il fiorire di movimenti, che scaturiscono
direttamente dalla società civile, appanna l’immagine dei partiti, i sindacati,
per circa 15 anni, assumono la parte di protagonisti, (anche la quasi piena
occupazione li aiuta) e invadono il campo politico con risultati importanti
(Statuto dei lavoratori, 150 ore di istruzione regolarmente pagare ogni anno,

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giusta causa per evitare licenziamenti arbitrari da parte del datore di olavoro)
anche se discutibili (appiattimento della qualità del lavoro) e tornano ad
operare unitariamente (esclusi il sindacato neofascista CISNAL e gli
autonomi).
Le confederazioni sono organizzate in:
- Sindacati di categoria (tessili, chimici, metelmeccanici, ecc.)
- Camere del lavoro, che operano per i contratti nazionali di categoria e
per i contratti aziendali.
L’arma di pressione di cui fanno uso i sindacati è naturalmente lo sciopero
nelle forme e negli usi tanto vari quanto previsti ed unanimamente accettati.

Viaggio nell’Italia dei grandi vini


Gli antichi abitanti della penisola italiana erano innamorati della vita e
sapevano apprezzare un buon bicchiere.
Vino rosso o vino bianco? Vino giovane o vino invecchiato? Vino amabile
oppure secco? Vino di fattoria o di celebre cantina?
Il vino è un complemento essenziale dell’alimentazione italiana, purché,
naturalmente, non se ne abusi ed ha precisi caratteri nutritivi e dietici.
Quando si parla di vino, si intende un prodotto che ha fisionomia e
personalità del tutto particolari, che vuole attenzione e rispetto, che, avvicinato
ai piatti giusti nei momenti giusti, darà il meglio di se stesso.
E’ vero: il vino è veramente qualcosa di vivo e di straordinario,
assolutamente unico. Il vino, questo ormai è risaputo, non sopporta rumori,
vibrazioni, cattivi odori, esalazioni, sbalzi di temperatura, luce troppo forte.
Ma prepararlo, curarlo, sistemarlo in modo idoneo, conservarlo e soprattutto,
oggi, farne “collezione” come di cosa preziosa, è diventata una passione e una
moda...
La preparazione idonea della vigna, preferibilmente posta in collina, la
scelta intelligente dei vitigni, la potatura e la cura attenta di ogni vite, la
selezione di uve maturate al sole robusto di fine agosto e settembre sono gli
elementi che concorrono alla nascita di un “buon vino”.
Regalare o ricevere una confezione di vini, che sia suggerita da una accorta
scelta personale o dal consiglio di un conoscitore, dà soddisfazione e prestigio.
Sono sempre moltissime in casa le occasioni per far bella figura mettendo
in tavola un vino sincero e genuino, che dimostri la competenza e il buon
gusto del padrone di casa.
Ci sono delle norme abbastanza precise e rigorose da seguire nel momento
in cui si propone un vino anziché un altro. Ma non è difficile ricordare i criteri
di base: VINI BIANCHI (sempre freschi o freddi) con antipasti, minestre,
pesce; VINI ROSSI (sempre a temperatura ambiente) con vari tipi di carne o

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altri piatti; SPUMANTI o VINI da DESSERT: i primi, secchi, si servono
anche come aperitivi; in tavola, con crostacei, frutti di mare, piatti di carne
bianche delicate; oppure, ancora del tutto fuori pasto, da conversazione; i
secondi, dolci, dolci e liquorosi, accompagnano pasticceria in genere.
“L’armonia tra i vini e i cibi segna il passaggio dall’artigianato all’arte, dal
mestiere all’ispirazione” dicono gli esperti e danno questi “comandamenti”
dell’amatore”:
- Non servire vini bianchi, dolci o alcolici, con carni scure o selvaggina.
- Non servire vini rossi con crostacei o pesci.
- Servire i bianchi secchi prima dei rossi.
- Servire i leggeri prima dei corposi.
- Servire i vini freddi prima dei vini riscaldati a temperatura ambiente.
- I vini vanno serviti in graduazione crescente.
- A ogni piatto il suo vino.
- Servire i vini nella loro miglior stagione.
- Tra un vino e l’altro bere un sorso d’acqua.
- Un gran vino non deve mai esser solo sulla tavola.

Italia: cento anni di storia


Unità politica
L’Italia è arrivata tardi all’indipendenza (dall’Impero d’Austria) ed
all’unità politico-territoriale. Roma è la sua capitale dal 1870. La sua forma di
governo è la Monarchia Costituzionale (Savoia). La sua classe politica è
liberale. Le elezioni sono di regola quinquennali. Il suffragio ristretto (fino al
1946) in base al censo e all’istruzione.
Evoluzione economica
La ritardata unità politica ha causato anche un ritardo sull’evoluzione
economica. La rivoluzione industriale incominciò dopo il 1880 per l’industria
di base e attorno al 1900 per l’industria pesante (l’industria leggera è vitale
ben prima). Con la rivoluzione industriale si inizia anche l’industrializzazione
dell’agricoltura.
Squilibri tra nord e sud
Ma sia la rivoluzione industriale, sia la industrializzazione dell’agricoltura
interessano il Nord ricco di acqua e pianura e non il Centro e soprattutto il
Sud. Quindi il Sud rimane fermo ad una agricoltura vecchia e di sfruttamento,
per cui milioni di contadini poveri emigrano nelle Americhe (l’emigrazione)
forma una delle maggiori fonti di ricchezza per l’Italia).
Nascita dei sindacati e dei partiti politici
Nel Nord invece la rivoluzione industriale produce il movimento operaio e
contadino che in Italia ha due volti contrastanti: quello socialista e quello

77
cattolico-sociale (nascono tra la fine dell’800 e i primi del’900 le
organizzazioni sindacali rosse e bianche ed il Partito Socialista Italiano,
Genova 1892, mentre il mondo cattolico comincerà ad esprimersi anche
politicamente soltanto dopo la Prima Guerra Mondiale).
La Prima Guerra Mondiale
La guerra (1915-18), combattuta a fianco di Inghilterra, Francia, Russa,
Stati Uniti, sarà il momento decisivo della storia dell’Italia unita per il
colossale sforzo umano, economico, finanziario e per la mobilitazione globale
della popolazione. Si delinea anche in Italia la civiltà di massa.
L’individualismo liberale tramonta e emergono i socialisti e i cattolici (il
Partito Popolare Italiano, nato nel 1919). Nel 1919-20 i primi, i socialisti,
sembrano destinati a prendere il potere sullo slancio dell’onda rossa che pare
diffondersi in tutta l’Europa.
Avvento del Fascismo
Ma l’onda rossa nel’20 è ormai in riflusso dovunque, per cui la speranza
rivoluzionaria, o il pericolo rivoluzionario, svanisce, lasciando però nel ceto
medio, nei proprietari terrieri di alcune regioni e nel movimento nazionalista
un misto di rancore e rabbia che alimenta la vittoriosa reazione fascista che si
esprime con la violenza organizzata delle sue “squadre” e delle sue “marche”.
Né liberali, né cattolici, faticosamente collaboranti nei giorni postbellici,
sono in grado di fermarla, dal momento in cui le istituzioni (monarchia,
esercito, burocrazia) incominciano a fiancheggiarla.
Nell’ottobre del’22 il re chiama al potere Benito Mussolini e inizia così per
l’Italia il ventennio del regime fascista, da una parte, ed il ventennio della
resistenza antifascista (comunisti, socialisti, cattolici, liberal-radicali e liberal-
moderati) dall’altra.
Il Fascismo
Il regime fascista si caratterizza come regime autoritario, poliziesco e
paternalista insieme, tendenzialmente autarchico in economia, deciso in
politica estera a immettere, anche con la forza, l’Italia fra le grandi potenze
europee. Realizza, attraverso il Partito Nazionale Fascista e la sua milizia,
nonché il controllo attento dgli strumenti di comunicazione di massa (cinema,
radio, giornali, teatro, scuola) una integrazione sociale mai conosciuta prima
in Italia. Di tale integrazione la spina dorsale sono il ceto medio in città e i
contadini in campagna. La conquista dell’Etiopia e la partecipazione alla
guerra civile di Spagna, possono, per un poco, dare l’illusione ai capi fascisti
di possedere un’efficace forza militare per impegni e scontri, a fianco della
Germania, assai più temibili e decisivi.
La Seconda Guerra Mondiale

78
Si va così rapidamente verso la tragedia della Seconda Guerra Mondiale
dalla quale l’Italia uscirà completamente distrutta, moralmente e
materialmente.
La ricostruzione
Nel dopoguerra, l’Italia si dà una Costituzione ispirata ad ideali
democratico-sociali, raggiunge un rapido sviluppo economico e scolastico-
culturale, abbandona ogni idea di grandezza militare, partecipa con vivacità
alla vita economica, culturale ed artistica dell’Europa ed in politica estera
Governo e Parlamento si orientano in senso nettamente europeistico e
atlantico.

L’antica Roma
Sul Tevere i resti del ponte più antico di Roma ricordana il guado dei
pastori dei mercanti, prima che nascesse la città. Al guado, ancora ben visibile,
si incrociavano due antiche vie e a quell’incrocio sarebbe sorta Roma.
Una via veniva dal mare, portava il sale verso le montagne: sarebbe poi
stata chiamata la Via Salaria. L’altra via andava dal Nord al Sud: veniva le
terre degli Etruschi a quelle dei Greci di Cuma e di Napoli.
A poca distanza da quel guado l’Isola Tiberina, isola che scegliamo per un
salto nel passato, sull’antica Roma dei Cesari. Quella Roma di cui solo il volo
su una ricostruzione ci permette di misurare la vastità di vere metropoli.
Il Colosseo, oggi, scheletro privo di marmi: era così nella Roma dei Cesari.
A ricordarci le colonne del tempio di Venere restano pochi frammenti e
cespugli piantati al posto dei marmi.
Il nostro volo continua: dalla Roma ricostruita ai suoi resti di duemila anni
dopo.
Sul Palatino, più antichi degli antichi ruderi, sono i resti della Roma dei
pastori. Qui sorgevano le capanne di Romolo; nella roccia erano infissi – e ne
restano i buchi – pali di sostegno di quelle abitazioni che furono il primo
nucleo della città futura.
Ancora sul Palatino. La Domus Augustana: la dimora di Augusto e della
sua famiglia, il cui solenne ricordo è affidato alle tavole di pietra dell’Ara
Pacis.
Una zona di Roma ove ancora il verde e le rovine si mescolano e
confondono: la Via Appia Antica, dominata dalla tomba-fortilizio medioevale
di Cecilia Metella.
Anche qui il silenzio, l’incanto, è già spezzato da tempo. Ed è sempre più
in pericolo la sopravvivenza di quest’ultimo luogo di Roma, ove l’antica pietra
e le campagne si offrono al visitatore di oggi come nei secoli passati.

79
Italiani nel mondo
In un secolo, 25 milioni di italiani hanno lasciato il loro Paese per cercare
lavoro, diretti prima verso le Americhe (Stati Uniti, Canada, Argentina), poi
verso l’Australia e, infine, verso l’Europa. Gli ultimi trenta anni dell’800 sono,
per l’Italia, un periodo di grave crisi economica.
Intere famiglie partono verso Paesi di cui conoscono solo il nome.
“L’America è la nostra terra promessa”, scrive a casa il contadino veneto
Felice Sartò. Ragioni di carattere economico, storico e sociale sono alla base
di questo che appare come un “esodo biblico”. Gli emigranti partono con
grandi speranze. Si dirigono in un primo momento verso il Brasile e
l’Argentina. Ecco la giungla brasiliana, il Mato, la foresta calda e umida, terra
ideale per le piantagioni di caffè, dove gli italiani furono chiamati dai
fazenderos a partire dal 1890. E’ il secondo esodo in massa, dopo l’Argentina.
Nel West ci sono i cercatori d’oro, ma si costruiscono soprattutto le grandi
ferrovie e gli italiani sono il nerbo di questo nuovo esercito. Alcuni emigranti
famosi. Qui siamo nel 1920. Caruso, il grande, è un vecchio emigrante e gli
italo-americani sono fieri di lui.
Verso quell’epoca un altro italiano, Rodolfo Valentino, diventa l’idolo
delle donne americane. E’ l’amante latino, ma per i nostri è un “paesano” che
s’è fatto onore.
Al Capone, celebre gangster, il suo regno dura fino al 1931.
Sacco e Vanzetti, condannati a morte per omicidio, ingiustamente,
commossero il mondo.
Enrico Fermi, premio Nobel per la Fisica nel’38, fu, in un certo senso, un
emigrante esemplare.
Fiorello la Guardia, il più popolare tra i Sindaci di New York.
Canada: scultura di Francesco Perilli, simbolo dell’emigrante, voluta dalla
collettività italiana.
Mario Baratella, italo.uruguayano, proprietario della più grande banca del
Sud-America.
Francisco Capozzolo, italo-argentino, proprietario di un impero economico
e Alberto Greco, italo-brasiliano, latifondista, chiamato il re del vino del
Brasile.
Joe Piccirilli, italo-canadese, magistrato.
Australia: su una delle più belle baie del mondo sorge Sydney, la più
grande città australiana, porta d’ingresso alla “terra promessa” di tanti
immigrati.
Il gruppo indutriale Transfield, di proprietà italiana, è specializzato nella
costruzione di grandi strutture in acciaio.
Oggi la presenza e il lavoro italiani sono dappertutto accettati e apprezzati.

80
Dante
Dante, il più grande poeta italiano di tutti i tempi. Nasce a Firenze nel
1265 da una modesta famiglia. Il giovane Dante partecipa al gruppo dei poeti
del Dolce Stil Nuovo, che cantano l’amore idealizzato per la Donna Angelo.
Questa donna, per Dante, è Beatrice che, morta giovanissima, ritorna
come immagine ispiratrice in tutte le opere del poeta, anche in quelle della
maturità artistica.
Dante partecipa anche alla vita politica della sua città. In quell’epoca a
Firenze la vita della città è agitata per i contrasti tra il partito dei Bianchi, al
quale Dante appartiene, e quello dei Neri, che vince. Dante resta sconfitto e
prende la via dell’esilio, prima a Verona, poi in varie altre parti d’Italia. Infine,
passa a Ravenna e lì muore nel 1321.
La “Vita Nova” e la “Divina Commedia” sono le due opere maggiori di
Dante. La “Divina Commedia”, però, riassume tuti gli aspetti e tutte le fasi
della vita di Dante. E’, in un certo modo, un’autobiografia personale ed
artistica. La “Divina Commedia” è un poema diviso in tre parti: Inferno,
Purgatorio, Paradiso. Dante descrive un suo viaggio immaginario nei tre regni
dell’Aldilà, con la guida prima di Virgilio, poi di Beatrice.
La poesia italiana, con Dante, cerca un linguaggio per tutti e trova nel
dialetto di Firenze una lingua: la lingua toscana diventa lingua nazionale.
Dante con la sua opera di poesia e di pensiero è un genio universale che
chiude la civiltà medievale e apre un’epoca nuova: il Rinascimento.

81
INDICE
PARTE 1
1. UNITA’ 1(essere – indicativo presente)
In treno.(v.c. 1) 4
2. UNITA’ 2(avere – indicativo presente)
In segreteria. (v.c.2) 5
3. UNITA’ 3(le tre coniugazioni –indicativo presente)
A. Se permette, mi presento. 6
B. A sciare. 7
C. Una serata al cinema 8
D. Un incontro.(v.c.3) 8
4. UNITA’ 4(possessivi)
A. Una lettera 10
B. Festa di compleanno. (v.c.4) 11
5. UNITA’ 5(indicativo: passato prossimo)
A. Paolo ha cambiato casa. 12
B. Una gita(v.c.5) 13
6. UNITA’ 6(indicativo: futuro)
A. Un fine-settimana al mare 14
B. Due cartoline (v.c.6) 15
7. UNITA’ 7(riflessivi e pronominali)
A. Nozze in vista. 16
B. Una visita. (v.c.7) 17
8. UNITA’ 8(pronomi diretti e partitivo “ne”)
A. In cerca di lavoro 18
B. Al bar (v.c.8) 19
9. UNITA’ 9(indicativo: imperfetto e trapassato prossimo)
A. Soggiorno di studio in Italia 20
B. Un giallo in TV (v.c.9) 21
10. UNITA’ 10(pronomi diretti e “ne” con i tempi composti)
A teatro. (v.c.10) 22
11. UNITA’ 11(condizionale)
A. A cena fuori 22
B. Un invito mancato. 23
C. Un’intervista (v.c.11) 24
12. UNITA’ 12(pronomi indiretti – pronomi accoppiati)
A. In giro per acquisti 25
B. Un favore (v.c.12) 26
13. UNITA’ 13(pronomi accoppiati nei tempi composti)
Un furto (v.c.13) 28

82
14. UNITA’ 14(imperativo)
A. Muoversi in città 29
B. Dal dentista (v.c.14) 30
15. UNITA’ 15(imperativo tu\noi\voi)
A. Parlando di politica 31
B. Ferragosto (v.c.15) 32
16. UNITA’ 16(pronomi relativi)
A. L’italiano e i dialetti 34
B. Un acquisto (v.c.16) 35
17. UNITA’ 17(congiuntivo presente e passato)
A. Progetti di viaggio. 37
B. Tempo libero e divertimenti 38
C. Il cucciolo (v.c.17) 39
18. UNITA’ 18(congiuntivo imperfetto e trapassato)
A. Luoghi comuni sull’Italia 40
B. L’artista (v.c.18) 42
19. UNITA’ 19(periodo ipotetico)
A pesca (v.c.19) 43
20. UNITA’ 20(gradi dell’aggettivo)
A. Paese che vai, problemi che trovi 44
B. Il fadanzamento (v.c.20) 45
21. UNITA’ 21(indicativo: passato remoto e trapassato remoto)
A. Un popolo del tempo che fu 46
B. Una storia (v.c.21) 47
22. UNITA’ 22(forma passiva)
A. Una visita medica 49
B. Scoperta archeologica (v.c.22) 50
23. UNITA’ 23(discorso diretto\indiretto)
A. Vita dura per i pedoni! 52
B. In autostrada (v.c.23) 53
24. UNITA’ 24(modi indefiniti)
Don abbondio (v.c.24) 55
25. UNITA’ 25(la concordanza dei modi e dei tempi)
Venerdi 17. 56
26. UNITA’ 26(le forme implicite: gerundio, infinito, participio)
Automobile, che passione! 57
PARTE 2
L’Italia. 59
Roma. 59
La Città del Vaticano. 59

83
La Repubblica di San Marino. 60
Assisi. 60
Perugia. 60
I pasti. 61
Industria 62
Sport e tempo libero. 63
Il cinema italiano. 64
Teatro italiano del novecento 65
La scuola. 66
Sistema politico dell’Italia 68
Giornali e TV 69
Italia oggi 70
Tradizioni, feste e folclore. 71
Made in Italy 72
Ecologia 73
La pittura italiana e Raffaello. 74
I sindacati 75
Viaggio nell’Italia dei grandi vini. 76
Italia: cento anni di storia 77
L’antica Roma 79
Italiani nel mondo 80
Dante 81
Indice 82

Подписано в печать 28.09.2010 Формат 60x84/16 Бумага офсетная.


Гарнитура Таймс. Усл.печ.л.4,90 Уч.-изд.л.3.93 Тираж 50 экз. Зак. 151.
Отпечатано с оригинала-макета заказчика
на копировально-множительной технике
факультета международных отношений
Белорусского государственного университета
220072, Минск, ул. Академическая,25.

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